Attività e passività fiscali differite
Le imposte differite nascono dalle differenze tra il risultato di competenza e il risultato imponibile. Le imposte non si pagano sulla base dell'utile di bilancio, ma si parte dall'utile di bilancio, su questo bisogna fare una serie di rettifiche che permette di determinare il risultato imponibile, su quel numero si pagano le imposte.
La dichiarazione dei redditi parte da:
RISULTATO D'ESERCIZIO
+ O - VARIAZIONI IN AUMENTO O IN DIMINUZIONE
= RISULTATO IMPONIBILE
* ALIQUOTA
= IMPOSTE CORRENTI
Le differite si calcolo sulle differenze tra risultato d'esercizio e risultato imponibile, ossia sulle variazioni in aumento e in diminuzione.
Ogni volta che c'è una differenza temporanea tra risultato d'esercizio e risultato imponibile, bisogna occuparsi delle imposte differite attive o passive a seconda del segno.
Ci sono dei casi in cui il fisco non consente la deduzione di un costo, come ad esempio le spese di rappresentanza. C'è un meccanismo matematico che stabilisce che una quota delle spese di rappresentanza è deducibile, l'altra no. Quindi si pagano più imposte dell'aliquota teorica. Queste non sono differenze temporanee, ma componenti di reddito non deducibili o non imponibili, ma sono differenze permanenti, che non generano imposte differite.
Secondo i PC : differenze temporanee tra valore contabile e valore riconosciuto ai fini fiscali di un'attività o passività dovute prevalentemente a differenze (cumulate) tra risultato ante imposte e risultato imponibile. Le differenze temporanee sono di due tipi:
- DIFFERENZE TEMPORANEE IMPONIBILI : che nella determinazione del reddito imponibile di esercizi futuri si tradurranno in importi imponibili quando il valore contabile dell'attività o passività sarà realizzato o estinto.
- DIFFERENZE TEMPORANEE DEDUCIBILI : che nella determinazione del reddito imponibile di esercizi futuri si tradurranno in importi deducibili quando il valore contabile dell'attività o passività sarà realizzato o estinto.
Il VALORE AI FINI FISCALI DI UN'ATTIVITA' è il valore che sarà fiscalmente deducibile a fronte di qualsiasi reddito imponibile che l'entità otterrà quando realizzerà il valore contabile dell'attività.
Ad esempio compro un macchinario, il valore fiscale del macchinario è il valore che il fisco consente di dedurlo quando lo uso, quindi l'ammortamento.
Il VALORE AI FINI FISCALI DI UNA PASSIVITA' è il suo valore contabile, dedotto qualsiasi importo che sarà fiscalmente deducibile negli esercizi futuri con riferimento a quella passività.
Ad esempio il valore fiscale di un fondo è il valore contabile dedotto qualsiasi l'importo che sarà deducibile in esercizi futuri.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: International accounting
- Docente: Giussani Alberto, Alessandri Andrea
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