Informazione societaria
L’informazione è un bene per il buon funzionamento dei mercati.
Problema: gli emittenti quotati magari non hanno i corretti incentivi a fornire al mercato le info per fare le giuste scelte d’investimento, non è detto che i meccanismi di mercati sappiano rendere gli emittenti completamente trasparenti. Di sicuro per certi emittenti c’è interesse a rendere pubbliche certe info, quelle che possono avere impatto positivo sul prezzo degli investimenti finanziari. L’incentivo viene meno per le info un po' negative (previsioni su utili di un certo tipo e poi però non corrette).
Price sensitive → informazioni privilegiate
La disciplina prevede una regola che dice che ogni volta che c’è un fatto della sfera dell’emittente che costituisce un info price sensitive allora deve essere comunicata (idonea a determinare una variazione del prezzo dello strumento finanziario).
In secondo luogo, gli emittenti sono costretti a rendere pubbliche queste info quando hanno un certo livello di attendibilità, a tutti e non selettivamente a determinati soggetti investitori, in modo da impedire che queste info possano essere sfruttate da parte di soggetti che hanno una relazione privilegiata (amministratori, consulenti, azionisti di controllo).
Renderle pubbliche comunque non significa porre in una situazione di parità tutti perché alcuni saranno più o meno bravi a interpretare le info ecc.
La disciplina quindi ha finalità anche di prevenire l’abuso di info privilegiate.La disciplina dell’informazione societaria comunque serve a mettere a disposizione anche altre info periodiche e ci sono diverse aree: aree di info price sensitive, gli emittenti devono rendere periodicamente al pubblico determinate info.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisa Bellati
[Visita la sua tesi: "Le politiche monetarie non convenzionali"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Economia
- Corso: EIF (Economia Istituzioni Finanziarie)
- Esame: Diritto della banca e degli intermediari finanziari
- Docente: Andrea Pericu
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