La norma di conflitto : il caso Erie Companies v. Tompkins
Il problema si ripropose successivamente con la sentenza Erie Companies v. Tompkins. Tompkins. Tompkins camminava lungo le rotaie, e venne colpito da uno sportello aperto di un treno che strava transitando su quella strada ferrata. Poiché il cittadino era residente in Pennsylvania e la società che gestiva i treni era dello Stato di New York, la controversia che oppose il cittadino (che agì nei confronti della società per ottenere il risarcimento dei danni) al gestore della linea ferroviaria finì davanti al giudice federale. Si trattava di un problema di risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito, pertanto era una questione non coperta dalla riserva di legge federale. Sul punto mancava una norma di derivazione legislativa, ma esisteva un notevole corpo di regole di produzione giurisprudenziale dei giudici della Pennsylvania. In particolare, secondo tale giurisprudenza, Tompkins non poteva avanzare alcuna pretesa perché il suo comportamento era da considerarsi un trespass, cioè la violazione di un'area privata la cui titolarità era in capo alla società ferroviaria. Pertanto, non poteva avanzare alcuna pretesa di risarcimento dei danni che in virtù di quella violazione si era procurato.
La Corte Suprema degli Stati Uniti, adita in ultima istanza, decide nel senso di negare a Tompkins il risarcimento, sostenendo che quel termine “laws” nella legge del 1789 è da intendere come norma di diritto, qualunque sia la sua fonte. Questa soluzione si radica ed è la soluzione tuttora applicata. Con la conseguenza che non si è sviluppata alcuna common law federale, se non in ristretti ambiti (diritto marino), ma esiste una common law elaborata dai giudici dei singoli Stati ed applicata anche nelle corti federali.
Quindi queste ultime, quando si trovano a giudicare controversie tra soggetti di Stati diversi con riferimento a materie su cui non c'è una riserva di legge federale, applicano le norme di common law degli Stati interni.
Sembra allora che negli Stati Uniti non si possa parlare di un unico ordinamento giuridico, ma che ci siano tanti ordinamenti giuridici quanti sono gli Stati interni. In realtà non è proprio così, perché gli americani, prima di tutto dal punto di vista culturale e sociale, si sentono non tanto cittadini degli Stati interni, ma prima di tutto cittadini dell'unione. Pertanto, nell'ambito del diritto esistono delle forti spinte verso l'uniformità, che fanno sì che in realtà la giurisprudenza dei singoli Stati non sia molto difforme.
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Autore:
Elisa Giovannini
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- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Economia
- Docente: Alberto Gianola
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