L'analisi economica della Seconda Guerra Mondiale
Dal punto di vista economico la Seconda Guerra Mondiale conserva alcuni aspetti simili alla prima, altri diversi. Gli schieramenti delle alleanze sono in una certa misura forzati dagli eventi. In un primo momento la guerra scoppia tra Germania da una parte e Francia e Inghilterra dall'altra; nel corso di pochi anni entrano in guerra altri paesi: nel '40 l'Italia dichiara guerra a Francia e Inghilterra; nel '41 si ha l'attacco Giapponese a Pearl Harbour che determina l'entrata in guerra degli USA e l'attacco della Germania all'URSS, che viene così a trovarsi quasi per caso alleata degli USA, dell'Inghilterra e dalla Francia, paesi con cui in precedenza non aveva certo buone relazioni.
Il conflitto vede i sistemi economici giocare un ruolo fondamentale: vincono i paesi con le economie più forti [il pil tedesco tra il 40 e il 45 assa da 100 a 113, nel 45 80: uk nel 39 . Giappone nel 39 100, 43 105, 45 50, Italia )
Rispetto alla prima guerra, la Seconda Guerra Mondiale è combattuta con armi molto più evolute e arriva a causare oltre 40 milioni di morti, di cui la metà russi.
Il mondo esce dalla Seconda Guerra Mondiale rinnovato: segna il tramonto delle grandi potenze europee come potenze mondiali, il mondo è diviso in 2 aree d'influenza , quella USA e quella URSS. Le 2 aree si consolidano in 2 blocchi militari, che si contenderanno la supremazia quasi sino alla vine del 900.
Dal punto di vista economica i due blocchi seguono percorsi separati: bisogna affrontare la ricostruzione, bisogna stabilire l'architettura economica del mondo.
Nel 44 a Bretton Woods si decide sul futuro: il sistema monetario internazionale, e si opta per un sistema a cambi fissi (tutte le monete o dovevano essere convertibili in oro o avere un rapporto di cambio fisso con una moneta convertibile in oro -> sarà il dollaro a optare x la convertibilità e diventerà la moneta di riferimento). A Bretton Wood nasce anche l'istituto internazionale della World Bank (per
finanziamenti a lungo termine per la ricostruzione dopo guerre) e IMF, che ha il compito di erogare finanziamenti a breve termine x stabilizzare le situazioni finanziarie di un paese che ne aveva bisogno x mantenere il cambio fisso; vengono gettati i presupposti per creare un organizzazione mondiale del commercio (WTO) per favorire l'apertura dei mercati [accordo gat].
I paesi occidentali non sono sullo stesso livello: gli USA escono dalla guerra straordinariamente intatti, anzi rafforzati, mentre quelli europei appaiono stremati. La ricostruzione stenta a partire, i paesi europei non riescono a produrre nulla e devono solo importare, hanno una bilancia commerciale passiva insostenibile.
La ripresa avviene solo grazie al sosteno allo sviluppo dei paesi alleati del dopoguerra (che non coincidevano con quelli della guerra: la russia è nemica, Giappone Germania e Italia sono alleati strategici degli USA): nel 47 ha avvio il piano Marshall di sostegno all'Europa occidentale (ERP European Recovery Plane) che porta aiuti in dollari ai paesi europei provenienti dal governo degli USA; i dollari permettono quindi di importare, acquistando in larghissima misura prodotti americani. In questo modo il gov USA finanzia coloro che acquistano prodotti made in USA; i produttori americani hanno bisogno di trovare degli sbocchi di mercato all'apparato produttivo: la ricostruzione europea permette di continuare a far lavorare a pieno regime l'apparato, senza entrare in una crisi di riconversione. Inoltre l'ERP permette agli USA di prporsi come leader dell'occidente. Nel 49 nasce la NATO.
Viene favorita la cooperazione e l'integrazione, quantomeno economica, tra i paesi europei. Agli inizi degli anni 50 si ha l'inizio del percorso verso l'unione europea :nel 51 benelux, francia Germania e Italia firmano il trattato che istituisce la C.E.C.A.; a questo trattato fa seguito nel 57 il trattato di Roma, che istituisce il mercato comune europeo.
L'asia e l'africa dopo la Seconda Guerra Mondiale sono investite dal fenomeno della decolonizzazione, ma l'acquisita indipendenza politica non da loro forza economica, con l'eccezione, nei decenni successivi, di india, cina, sud corea, taiwan, singapore
Nel secondo dopoguerra l'Europa vive 2 fasi distinte, quella di ricostruzione(sino anni 50) e quella del rilancio o golden age, il grande boom degli anni 50 e 60, in cui i tassi di crescita dei pil dei paesi occidentali toccano i loro record storici: ciò è spiegato da un buon funzionamento delle interazioni dei sistemi economici e da un aumento della produttività -> innovazioni sia tecnologiche che organizzative; abbondanza di FP e risorse (grande disponibilità di lavoro, petrolio a basso prezzo).
Negli anni 70 cambia il ciclo economico sotto molti punti di vista: nel 71 cessa di esistere l'accordo di bretton woods (nixon sospende la convertibilità in oro) e nel 73 si passa a un sistema di cambi fluttuanti., viene meno il basso prezzo del petrolio con la creazione dell'Opec, che aumenta il loro potere contrattuale, in molti sistemi economici si raggiungono livelli di piena occupazione che porta a un aumento del costo del lavoro -> si crea stagflazione, fenomeno nuovo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Silvio Traverso
[Visita la sua tesi: "La Rivoluzione Industriale inglese. Variabili economiche e dibattito storiografico"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Economia
- Esame: Storia economica
- Docente: Marco Doria
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