Caratteristiche principali del sistema inquisitorio
Le caratteristiche principali del sistema inquisitorio, derivanti dal principio del cumulo delle funzioni processuali, sono:
- Iniziativa d’ufficio, l’iniziativa deve spettare al giudice e, poiché egli è depositario del vero e del giusto, non può essere ostacolato dall’inattività delle parti.
E’ sufficiente una denuncia anonima a mettere in funzione il giudice inquisitore.
Non serve un organo pubblico o privato di accusa, né di polizia.
- Iniziativa probatoria d’ufficio, la ricerca delle prove non deve spettare alle parti, bensì al giudice stesso, perché egli ha più poteri e, quindi, meglio può conoscere il vero e il giusto.
Il giudice è in grado di ricercare le prove con pieni poteri coercitivi.
- Segreto, l’inquisitore è una persona che ricerca la verità senza utilizzare la contrapposizione dialettica tra le parti.
Assume le deposizioni in segreto e non ha la necessità di confrontare la sua ricostruzione della verità con le posizioni dell’accusa e della difesa.
- Scrittura, delle deposizioni raccolte dall’inquisitore è redatto un verbale.
Si ritiene accettabile che non vengano riportate le parole effettive, bensì la versione data dall’inquirente perché soltanto lui è in grado di comprenderne il vero significato.
La verità è contenuta nelle carte del fascicolo predisposto dall’inquisitore.
- Nessun limite all’ammissibilità delle prove, quello che conta è il risultato da raggiungere, e cioè la verità, e non il metodo con cui la si persegue.
Pertanto ogni modalità da ricerca è ammessa: anche la tortura dell’imputato.
- La presunzione di reità, è sufficiente aver raccolto alcuni indizi contro un imputato, o anche soltanto una denuncia anonima, perché questi sia chiamato a “discolparsi”.
In questo sistema deve essere l’imputato a dimostrare la sua innocenza mediante prove: se fallisce il tale compito deve essere condannato.
- Carcerazione preventiva, poiché l’imputato è presunto colpevole, in mancanza di prove d’innocenza può essere sottoposto a custodia preventiva in carcere.
- Molteplicità delle impugnazioni, una volta che è stata pronunciata la sentenza il sistema si ricorda che anche il giudice è un uomo e può sbagliare.
Ed allora il regime permette che le parti possano presentare impugnazione, sulla quale deve decidere un giudice superiore che è dotato dei medesimi poteri inquisitori del primo.
In ultima istanza si ritiene che il re, o l’organo analogo, possa concedere la grazia poiché in lui si cumulano tutti i poteri.
In definitiva, il processo inquisitorio permette di accertare quella che può essere definita la “verità di Stato”.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto processuale penale - modulo I, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: Manuale di procedura penale
- Autore del libro: Paolo Tonini
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