Inghilterra: problemi e patologie delle città
Quando nel giugno del 1815 giunse in Inghilterra la notizia della battaglia di Waterloo, il sollievo per la fine della guerra fu soverchiato delle problematiche interne, infatti le spese di guerra avevano causato una progressiva inflazione, raddoppiando quasi il costo della vita fra il 1790 e il 1813, ora la fine delle restrizioni di guerra metteva in crisi sia il monopolio dei commercianti inglesi sulle rotte oceaniche, sia il monopolio degli agricoltori inglesi nel rifornimento del mercato interno. Il parlamento, dominato dai proprietari terrieri, si preparava ad approvare l’infausta legge protezionista sul grano che avrebbe trasferito sui consumatori, e indirettamente sul costo della mano d’opera industriale. La paura della rivoluzione francese aveva trasformato molti conservatori illuminati, come Bruke, in predicatori della violenza, intanto la rivoluzione demografica ed industriale aveva già radicalmente trasformato la distribuzione degli abitanti sul territorio, e le carenze dei nuovi insediamenti iniziavano a manifestarsi in grande scala.
GLI EFFETTI
• LA QUESTIONE ABITATIVA LEGATA ALLA PRESENZA DELLE INDUSTRIE (SOVRAFFOLLAMENTO)
• I VALORI DEI SUOLI EDIFICABILI HANNO INCREMENTI/DECREMENTI CON ANNESSE SPECULAZIONI
• PROBLEMI DI ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
• LA QUESTIONE DEL RUOLO DELLE RISORSE ENERGETICHE
• LE FUNZIONI , GLI USI SONO AUMENTATI
• C’È UNA DIFFUSIONE DI IDEE MA LE RISORSE SONO LIMITATE
• FIDUCIA NEL PROGRESSO
• NON CI SONO EFFETTI NEGATIVI IN TERMINI SPAZIALI
• MANCA LA CAPACITÀ DI ANTICIPARE LE PROBLEMATICHE
• POSIZIONI DIFFERENTI SU QUESTIONI SOCIALI
• ANTICIPARE SCELTE LEGGI CHE RIGUARDANO IL FUTURO
• SI ABITA E SI LAVORA SULLO STESSO POSTO
• CONDIZIONI IGENICO SANITARIE PESSIME
Le famiglie che abbandonavano la campagna e affluivano negli agglomerati industriali erano alloggiate o negli spazi vuoti disponibili entro i quartieri antichi, o nelle nuove costruzioni erette dalla periferia, che presto si moltiplicarono formando nuovi estesissimi quartieri. La costruzione delle nuove case l’adattamento delle esistenti era opera di speculatori privati i JERRY BUILDERS e ovviamente, per il gioco di concorrenza la qualità degli alloggi era la peggio che potessero trovare. Gli affitti variavano soltanto in casi strettamente eccezionali, al minimo compatibile con la sopravvivenza dei prestatori d’opera; i profitti sul capitale impiegato dunque solo riducendo i costi e abbassando il più possibile il livello delle costruzioni. Per lo più la maggioranza delle case operaie di Manchester e dei sobborghi londinese era costruita, la maggior parte, durante il periodo napoleoniche. Inoltre, la mano d’opera edilizia era divenuta più costosa e soprattutto i tassi d’interesse sul capitale impiegato andavano aumentando, per restare alti ancora molti anni dopo la fine del conflitto. Le condizioni del tempo di guerra contribuirono decisamente a peggiorare la qualità dei nuovi quartieri. Con tutto questo, è probabile che le case occupate non fossero peggiori di quelle precedentemente abitate nei pressi delle campagne. I muri erano costruiti in mattoni e non in legno, e il tetto in ardesia piuttosto che paglia, le stanze erano più strette ma senza l’ingombro delle macchine filatrici, i servizi igienici mancavano o erano primitivi.
Engels descrive i casi peggiori e non la media. Tuttavia la sua raccolta di situazioni limite è giustificata perché l’opinione pubblica non le considera più ammissibili, indipendentemente dallo loro diffusione statistica. Gli inconvenienti dell’ambiente pre-industriale erano percepiti come un destino ineluttabile, ed apparivano come immutabili. Mentre la città industriale è un fatto nuovo, sorto gli occhi delle stesse persone che ne vivono i disagi. La povertà viene riconosciuta come miseria, vista come una coscienza di privazioni non necessarie e come tale deve scomparire con i mezzi a disposizione.
Non a caso avviene a Manchester nel 1819, il primo incidente importante che apre i conflitti sociali del secolo XIX: l’episodio di Peterloo (lo scontro tra la cavalleria e la popolazione in rivolta che si verificò a Manchester il 16 agosto 1819, in località St. Peter's Field), la politica repressiva del governo aveva indotto le associazioni operaie e i radicali estremisti a muoversi d’accordo. Gli operai leggevano il political register e il governo rispondeva mobilitando la polizia e l’esercito, ordinando arresti preventivi, facendo sospendere le secolari garanzie dell’habes corpus (l'ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali ed evitare una detenzione senza concreti elementi di accusa.) Il nome ricorda la battaglia di Waterloo per evidenziare il contrasto tra la politica estera e quella interna. Le autorità, adottando la maniera forte, non potevano aspettarsi alcun ragionevole risultato duraturo, i dimostranti a loro volta erano mossi da una ribellione elementare, ancora priva di definite prospettive d’azione. La constatazione dei disagi della città industriale e la protesta dei suoi abitanti si profilano dunque, per ora, in un vuoto ideologico che lascia la società die primi decenni dell’800 momentaneamente priva di strumenti per correggere in pratica questi mali. Bisogna riempire questo vuoto con una serie di leggi capaci di saldarsi in una nuova esperienza. (con cosa è il termine di Cobbett per indicare ministri, trafficanti elettorali che dissanguavano l’Inghilterra).
L’urbanistica moderna non è solo un tentativo per rappresentare visualmente questa vicenda, trasferendone le istanze nell’organizzazione degli spazi, ma si pone concretamente come uno dei fattori che cooperano alla costruzione di una comunità democratica. L’urbanistica perde la posizione di apparente distacco dai conflitti sociali, conservata finora all’ombra del potere assoluto, e perde anche la capacità di regolare una volta per tutte, l’equilibrio degli insediamenti. Non punta più su una forma perfetta da realizzare, ma su una serie di interventi parziali, su un ragionevole compromesso tra le forze in gioco, da rinnovare continuamente.
L’organizzazione sociale viene vista in due modi opposti:
• Un modo prettamente scientifico/tecnico che scaturisce un riformismo con annesse modifiche parziali. Ne seguono singole soluzioni tecniche e il mantenimento dello status quo.
• E il modo Etico ne consegue l’utopia dalla quale si innesca un mutamento radicale che ha come fine un modello ideologico globale.
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Dettagli appunto:
- Autore: Martina Scozzari
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Architettura
- Corso: Architettura
- Esame: Urbanistica
- Docente: Francesco Lo Piccolo
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