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L'arte e lo stile della Controriforma



Controriforma, Riforma cattolica e arti figurative: stato della questione e nuove prospettive

Una delle questioni più controverse è stata quella di determinare i limiti cronologici dell’arte della Controriforma, e di identificarne lo stile, oscillando in un primo momento le varie posizioni da quella del Dejob, che tendeva a considerare come un blocco unico tutti i fatti artistici di influenza contro riformata del Cinque e Seicento, a quelle del Weisbach, del Mâle e del Pevsner, i quali facevano coincidere l’arte contro riformata ora col barocco ora col manierismo. Solo in seguito si andò delineando la tendenza a considerare a parte, all’interno del manierismo e del barocco, quegli orientamenti che meglio potevano essere collegati al concilio di Trento e alle vicende della Controriforma.
Più tardi lo Swoboda rilevò l’esistenza di momenti diversi nell’ambito della Controriforma, corrispondenti in campo artistico al passaggio dal manierismo al barocco.
All’identificazione di un’arte contro riformata si oppose invece il Kirschbaum, il quale volle distinguere tra la Controriforma come fenomeno di trasformazione e di rinnovamento della Chiesa cattolica e le correnti artistiche del manierismo e del barocco; le quali, pur non essendo state promosse dalla Chiesa della Controriforma, ne avrebbero rispecchiato i momenti essenziali.
L’opera dello studioso tedesco Jedin ha avuto il merito di porre l’accento sulla complessità di un periodo, che effettivamente non è possibile fissare su posizioni nette e che contiene contraddizioni, sfumature diverse non sempre ben definibili.
Inoltre, lo Jedin ha introdotto il termine ≪Riforma cattolica≫, col quale la critica cattolica tende ormai a sostituire quello più compromettente di Controriforma.

Tratto da ARTE MODERNA di Gabriella Galbiati
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