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La fotografia documentaria


Possiamo estrapolare un’accurata definizione della fotografia documentaria da uno scritto di Dorothea Lange, intitolato "La fotografia documentaria" e risalente al 1940.

Nel suo scritto la fotografa sottolinea quello che è l’obiettivo della fotografia documentaria, ovvero registrare la situazione sociale contemporanea, che documenta per la posterità.
Il suo soggetto è l’uomo nei suoi rapporti con l’umanità, di cui rappresenta le attività e le istituzioni, come la famiglia, la chiesa, il governo, ecc.
La fotografia documentaria è particolarmente adatta alla costruzione di quelli che la Lange definisce “documenti del cambiamento”.

In Germania, uno dei grandi nomi dello stile documentario è quello di August Sander, il quale dedica decenni della sua vita al ritratto di individui tedeschi, riconducibili a classi diverse, nel tentativo di offrire un ritratto fotografico collettivo della società tedesca, con particolare riferimento al periodo tra le due guerre mondiali.
Il suo libro fotografico è intitolato “Uomini del XX secolo”, rimasto incompiuto e uscito in una edizione ristretta solamente dopo la sua morte ad opera del figlio nel 1980. Questo libro costituisce un punto di riferimento importante per lo stile documentario, anche al di là dell’ambito fotografico.
Il progetto viene elaborato tra il 1924 e 1925 ed è perseguito per circa un quarantennio fino al 1964, anche a dispetto delle tragiche vicende della sua vita personale (uno dei suoi figli morirà a causa della sua fiera adesione al comunismo).
Uomini del XX secolo si basa su un rigore teutonico e sulla volontà di classificare nella maniera più scientifica possibile la società tedesca, di cui individua 7 categorie sociali diverse, a ciascuna delle quali intende dedicare un volume diverso. Ciascun volume dovrebbe essere costituito da dei singoli portfoli di natura tematica, per un totale di 45 portfoli.
• Il contadino, inteso come figura archetipa della società.
• L’artigiano.
• La donna.
• Le corporazioni.
• Gli artisti.
• La metropoli.
• Gli ultimi.
I negativi scattati da Sander pare fossero 10 mila, ma relativamente all’edizione di Uomini del XX secolo pubblicata dal figlio le foto pubblicate furono circa 500.
Nel 1929 Sander pubblica un volume intitolato Il volto del tempo, introdotto da un testo scritto dal romanziere Alfred Doblin e costituito da 60 immagini.
Con l’uscita di questo volume, l’intellettuale Walter Benjamin dichiarò che in un’epoca caratterizzata da radicali cambiamenti politici, in cui sorge secondo Benjamin la necessità della comprensione fisiognomica, l’opera di Sander diventa una sorta di atlante su cui esercitarsi. Quello creato da Sander è un vero e proprio catalogo di tipi in continuo aggiornamento.

Caratteristiche degli scatti di Sander:
• I soggetti sono ripresi quasi sempre frontalmente e in piedi.
• Presenza di elementi contrapposti.
Esempio 1. "Giovani contadini" (metà degli anni ’10) → sfondo della campagna, abiti formali, sigaretta → i soggetti ritratti sembrano volersi liberare di quella che è la loro attività e in quale modo di “modernizzarsi”.
• Raramente vi sono primi piani.
• Spesso i soggetti guardano in macchina.
• I ritratti sono realizzati perlopiù in studio, quindi presentano uno sfondo neutro.
Quando sono realizzati all’aperto sono di solito caratterizzati dai luoghi di vita e lavoro dei soggetti ritratti.
• Personaggi fortemente caratterizzati dalle espressioni dei loro volti e dagli abiti.
• La macchina utilizzata da Sander era una macchina da viaggio che comportava tempi di posa molto lenti, per cui gli individui non potevano essere ritratti “di nascosto”, ma stavano in posa, consapevoli di essere soggetti di una foto.

Questo ideale enciclopedico alla base del lavoro di Sander, al di là delle differenze esistenti tra i personaggi ritratti, esprime in fondo un senso di uguaglianza, in quanto dà la medesima dignità a tutti gli individui a prescindere della loro classe di appartenenza. Questo proposito andava ovviamente contro i principi del regime nazista, che non mostrò alcun sostegno nonostante il volume di Sander dedicasse scatti anche ai membri del partito nazionalsocialista.

Esempio 2. "Notaio", 1924 → figura intera frontale, spazio esterno, gli abiti rivelano la classe sociale di appartenenza del soggetto.
Esempio 3. "Bambini della media borghesia", 1925.
Esempio 4. "Soldato", 1940.

Negli Stati Uniti, tra la fine degli anni ’20 e la fine degli anni ’30, la fotografia documentaria intende offrire una testimonianza sulle circostanze di vita che la società americana stava affrontando negli anni della Grande Depressione, che colpì soprattutto gli stati del sud.
L’esperienza che più di tutti rappresenta questa volontà collettiva è la Farm Security Administration, progetto nato su iniziativa dello stesso governo americano. Il presidente Roosevelt, in particolare, si impegnò per far lavorare gli intellettuali, particolarmente colpiti dalla crisi, grazie alla cui importanza si sarebbe potuto rifondare un senso di identità nazionale fondato sulla solidarietà.
La creazione di questo progetto viene affidata nel 1935 al sociologo Roy Stryker, al quale viene assegnata una immensa mole di materiale in modo volta al raggiungimento di una sorta di “enciclopedia visiva dell’America della campagna” grazie all’uso della fotocamera come strumento di denuncia sociale.

Uno dei grandi nomi riconducibili all’esperienza della F.S.A. è quello di Walker Evans, il quale si forma sul piano fotografico in seguito a un viaggio compiuto a Parigi, dove ha la possibilità di confrontarsi con l’opera di Atget.
Nella sua opera è evidente il suo interesse verso i cosiddetti aspetti vernacolari tipici della società americana. Egli rifiuta a priori il principio della artisticità della fotografia, sostenendo il ruolo della fotografia come documento dell’esistenza.
Nei suoi scatti emerge una visione che è sempre oggettiva e che non intende idealizzare la realtà attraverso la cura o la tecnica. È assente cioè quel filtro soggettivo che è invece presente nella street photography.
Evans si mostra attento a quelli che sono i modelli di riferimento dell’iconografia popolare, quindi cartoline, annunci pubblicitari, studi fotografici locali, ecc.

Esempio 1. "Il cimitero d’auto di Joe, vicino a Easton", 1935 →  evidente contrasto tra la prateria desolata sullo sfondo e il cimitero di auto → preciso riferimento spaziale e temporale nel titolo.
Esempio 2. "Espositore di fototessere", 1936 → foto scattata a un’immagine all’interno di una vetrina di uno studio fotografico. Si può parlare di una comunità fotografica democratica, come se Evans stesse promuovendo il ritratto economico strappandolo dal suo contesto di riferimento.

Nel 1936, Evans si reca in Alabama, che in questi anni è tra gli stati più poveri degli Stati Uniti, e opera una lunga incursione di carattere documentaristico che testimonia le durissime condizioni di vita dei mezzadri per la rivista Fortune.
Le foto vengono poi pubblicate nel volume Sia lode ora agli uomini di fama, creato in collaborazione con lo scrittore James Agee, che contribuisce all’emergere di un rapporto dialettico tra foto e testo.
Questa collaborazione tra fotografo e scrittore diventa negli anni una costante in molti volumi fotografici.
Le foto sono state scattate nell’estate del 1936, quando Evans viene ospitato in una baracca di una famiglia poverissima.
La sua è una vera e propria documentazione di carattere etnografico di quella che era la vita delle famiglie colpite dalla Grande Depressione.

Esempio. "La moglie di un affittuario di una fattoria dell’Alabama", 1936. → la donna mostra un’espressione indurita, accentuata dalla linea sottilissima delle labbra. Molti hanno evidenziato la possibilità di un parallelismo tra la linea sottile delle labbra e le linee del legno alle spalle della donna, che entrano invece in contrasto con il motivo della camicetta.

A partire dal 1937-38, Evans si allontana progressivamente dal progetto F.S.A., alla ricerca di un itinerario più propriamente personale, e nel 1938 pubblica il suo libro fotografico più celebre intitolato American Photographs, che riunisce i suoi scatti più celebri.

All’interno dell’esperienza della F.S.A, uno dei nomi più significativi è quello di Dorothea Lange, che vi collabora fino al 1940 e incarnando più di tutti quelli che erano i valori alla base del progetto.
Nelle foto della Lange è presente, al contrario di quelle di Evans, una forte componente emotiva ed empatica, che implicitamente invita l’osservatore a un’altrettanta partecipazione emotiva. Evans, invece, quanto più cercava l’oggettività, tanto più si allontanava da questa componente.

Esempio 1. "Madre emigrante", 1936. → l’espressione del volto della donna è accentuata dalla sua gestualità → la foto rispetta alcune convenzioni ritrattistiche e rivela un attento studio dal punto di vista compositivo, che la rende quasi una rivisitazione in chiave moderna della figura della madre e della Madonna, parallelismo accentuato dalla presenza di quel simbolo cristiano di virtù e dignità, cioè i bambini.
Esempio 2. Distribuzione di cibo dell’"angelo bianco" 1939. → denuncia nei confronti delle condizioni di estrema povertà di alcuni abitanti di San Francisco, in fila per ricevere un po’ di pane.

Altro nome importante è quello di Ben Shahn, fotografo nato nell’attuale Lituania e impegnato negli anni ’30 sia nella fotografia sia nella pittura.
A differenza di Evans e della Lange, Shahn adotta una serie di soluzioni singolari e innovative:
• Non fa ricorso al cavalletto.
• Lavora su pellicola 35 mm.
• Piccole distanze con i soggetti, che coglie in pose molto casuali, quasi di sorpresa.
• Emerge quello che possiamo definire un certo “sapore giornalistico”.

Esempio. "Delegato di città mineraria della Virginia dell’ovest", 1935.

Tratto da STORIA DELLA FOTOGRAFIA di Roberta Carta
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