Hume analizza punto per punto le riflessioni del filosofo, schematizzandone le principali posizioni.
Hume sul lavoro e sulla fallacia dell'intelletto, prendendo in considerazione inizialmente l'origine e l'associazione delle idee. Si dedica poi all'analisi della filosofia scettica, che mette in crisi la ragione. Inoltre si Hume analizza il rapporto tra intelletto, ragione e il miracolismo.
La ricerca sull’intelletto umano di David Hume
di Domenico Valenza
Questo riassunto della 'Ricerca sull’intelletto umano' di Hume analizza punto
per punto le riflessioni del filosofo, schematizzandone le principali posizioni.
Hume sul lavoro e sulla fallacia dell'intelletto, prendendo in considerazione
inizialmente l'origine e l'associazione delle idee. Si dedica poi all'analisi della
filosofia scettica, che mette in crisi la ragione. Inoltre si Hume analizza il
rapporto tra intelletto, ragione e il miracolismo.
Università: Università degli Studi di Catania
Esame: Filosofia Morale, a. a. 2008/09
Titolo del libro: Ricerca sull’intelletto umano
Autore del libro: D. Hume
Editore: Laterza, Roma-Bari
Anno pubblicazione: 20041. Hume - Le differenti specie di filosofia
La filosofia morale, cioè la scienza della natura umana, si può trattare in due modi. Alcuni filosofi
considerano l’uomo nato per l’azione e dominato, nelle sue decisioni, dal gusto e dal sentimento.
Essi lo giudicano impegnato a conseguire un oggetto; e poiché tra gli oggetti, la virtù è quello con maggiore
valore, essi ci attraggono sulla via delle virtù con prospettive di gloria e felicità. La diffe-renza tra il vizio e
la virtù ce la fanno sentire; volta a volta eccitano e moderano i nostri sentimenti.
L’altra specie di filosofi considera l’uomo più come un essere ragionevole che attivo e si sforza più di
formare il suo intelletto che di coltivare i suoi costumi. Essi considerano la natura umana come oggetto di
speculazione, e spingono le loro indagini ai principi più generali. Le loro speculazioni sembrano astratti e
incomprensibili alla gente comune, essi conseguono l’approvazione dei dotti.
La filosofia facile verrà sempre preferita, da parte della maggioranza degli uomini, rispetto alla filosofia
rigorosa e profonda, Essa sarà considerata più piacevole e utile: entra di più nella vita di tutti, e poiché
raggiunge i principi che muovono gli uomini, riesce a modificare la loro condotta.
Inoltre, la filosofia facile conquista una fama durevole, mentre i ragionatori astratti godono solo di una
reputazione passeggera. E’ facile che un filosofo profondo commetta un errore, ed un errore ne genera un
altro per il fatto che il filosofo spinge le sue affermazioni alle estreme conseguenze.
Per contro, quando un filosofo facile cade in errore, torna ad appellarsi al senso comune. La fama di
Cicerone dura fino al presente, mentre quella di Aristotele è completamente scaduta.
Il puro filosofo è poco ben visto, in quanto si ritiene che non contribuisca in nulla al vantaggio della società;
egli vive lontano dagli uomini, avviluppato in concetti lontani dalla comprensione comune.
L’uomo è un essere ragionevole, ma i confini dell’intelletto umano sono così ristretti che si possono avere
modeste soddisfazioni; l’uomo è un essere socievole, ma non sempre gode di una compa-gnia piacevole;
l’uomo è un essere attivo, ma l’animo richiede anche momenti di distensione.
Sembra dunque che un genere misto di vita sia il più conforme alla razza umana. Date ascolto alla vostra
passione per la scienza, dice la natura, ma cercate che la vostra scienza sia umana e sia legata alla società.
Sii filosofo, ma in mezzo a tutta la filosofia resta un uomo.
Hume considera gli argomenti in difesa della filosofia profonda. La filosofia facile, da sola, non può
conseguire un sufficiente grado di esattezza. L’anatomista presenta oggetti rivoltanti, ma la sua scienza è
utile al pittore per disegnare Venere. L’accuratezza è vantaggiosa per la bellezza; il sano ragionare è il
vantaggioso per il sentire delicato. Invano esalteremmo l’uno, disprezzando l’altro.
Inoltre, in tutte le arti e professioni, anche in quelle vicine alla vita ed all’azione, uno spirito di precisione
conduce più vicino alla perfezione, e rende tali attività più gradevoli alla società.
Ma l’oscurità della filosofia profonda è anche fonte di incertezza ed errore. La metafisica non è una scienza,
ma nasce o dagli sforzi della vanità, o dall’inganno delle superstizioni popolari. Invano noi maturiamo la
speranza che gli uomini, in ragione dei frequenti disinganni, la abbandoneranno.
L’unico metodo per liberarsi di tali problemi è svolgere un’indagine sulla natura dell’intelletto uma-no e
mostrare, in base ad un’analisi rigorosa dei suoi poteri, che esso non dispone dei mezzi per argomenti così
astrusi. Un ragionare diligente e sano è l’unico rimedio universale.
Una parte non trascurabile della scienza è impegnata a conoscere e classificare le differenti operazioni della
mente. Gli astronomi studiarono l’ordine e i movimenti dei corpi celesti, finché un filosofo determinò le
leggi delle rivoluzioni dei pianeti. Parimenti, è possibile qualcosa del genere nelle ricerche relative ai poteri
Domenico Valenza Sezione Appunti
La ricerca sull’intelletto umano di David Hume della mente. Se questi ragionamenti intorno alla natura umana sembrano astratti e di difficile comprensione,
ciò non implica la loro falsità.
Domenico Valenza Sezione Appunti
La ricerca sull’intelletto umano di David Hume 2. Hume - L’origine delle idee
Hume distingue tra quando un uomo sente il dolore per un calore eccessivo e quando, più tardi, egli
richiama alla memoria tale sensazione o la anticipa con l’immaginazione. Essa può copiare o imitare le
percezioni dei sensi, ma non può mai avere la forza o la vivacità del sentimento originale.
Una simile distinzione vale anche per tutte le altre percezioni della mente. Un uomo irato è eccitato in modo
diverso da uno che ha solo il pensiero dell’ira. Quando riflettiamo sui nostri sentimenti e sulle nostre
affezioni passate, il nostro pensiero è uno specchio fedele che riproduce i suoi oggetti; ma i colori che
adopera sono pallidi e smorti a confronto di quelli originali.
Possiamo dividere dunque le percezioni della mente in due classi, distinte dai loro differenti gradi di forza o
vivacità. I pensieri e le idee sono le percezioni meno potenti. Le impressioni sono invece le nostre percezioni
più vivide, quando udiamo o vediamo o amiamo.
Nulla può sembrare più illimitato del pensiero umano; esso non solo sfugge ad ogni potere umano, e non è
nemmeno trattenuto entro i limiti della natura. Mentre il corpo è confinato al nostro pianeta, il pensiero può
in un istante trasportarci nelle regioni più lontane dell’universo. Ma sebbene esso sembra possedere tale
libertà, è invero confinato entro limiti ristretti; tutto questo potere creativo della mente si riduce al solo
comporre i materiali fornitici dall’esperienza.
Hume crede che tutte le nostre idee o percezioni più deboli sono copie delle impressioni più vivi-de. Egli
dimostra ciò con due argomenti. Primo, quando analizziamo i nostri pensieri, per quanto siano composti si
risolvono sempre in idee semplici. Ad esempio, l’idea di Dio sorge dal riflettere sulle operazioni della nostra
mente, aumentando poi oltre ogni limite le qualità di bontà e sapienza.
Inoltre se accade, per un difetto dell’organo, che un uomo non sia suscettibile di qualche sensazio-ne, egli
sarà altrettanto poco suscettibile delle idee corrispondenti. Un cieco non può farsi una nozione dei colori, né
un sordo dei suoni. Il caso è lo stesso se l’oggetto non è mai venuto a contatto con gli organi di senso. Un
lappone non ha nozione del sapore del vino.
Tuttavia, un fenomeno contrario prova che è possibile, per delle idee, sorgere dalle corrispondenti
impressioni. Poniamo davanti a una persona delle differenti gradazioni di colore, eccetto una in cui non si è
mai imbattuto: è evidente che questi percepirà un vuoto. Tuttavia, non gli sarebbe possi-bile supplire con
l’immaginazione a quella mancanza, facendo nascere da sola l’idea di tale grada-zione. Il caso è comunque
così singolare da non richiedere la modifica della massima generale.
In conclusione, quando sospettiamo che un termine filosofico sia usato senza significato o idea (come spesso
avviene), dobbiamo solo stabilire da quale impressione sia derivata quella supposta idea. E se è impossibile
assegnarne una, ciò confermerà il nostro sospetto. Portando le idee ad una luce così chiara possiamo
eliminare le dispute che possano sorgere intorno alla loro natura.
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La ricerca sull’intelletto umano di David Hume 3. Hume - L’associazione delle idee
Secondo Hume c’è un principio di connessione fra i differenti pensieri o idee della mente. Anche nelle
fantasticherie più sfrenate o nei sogni, l’immaginazione non corre del tutto a caso, ma viene sempre
mantenuta una connessione tra le diverse idee che si succedono una all’altra.
Nonostante tutto, nessun filosofo ha tentato mai di enumerare i principi di associazione fra idee. Per Hume
ve ne sono tre: somiglianza, contiguità nel tempo e nello spazio, e causa ed effetto. Un ritratto conduce
all’originale; il ricordo di una stanza in una casa introduce la domanda sulle altre stanze; e se pensiamo a
una ferita, penseremo al dolore che ne segue. Hume osserva però che è difficile provare che tale
enumerazione sia completa; occorre scorrere sempre tanti esempi.
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La ricerca sull’intelletto umano di David Hume