Appunti utili per l'esame - Didattica della storia - Vengono trattati argomenti su "Sei lezioni sulla storia" di Edward H. Carr. Attraverso queste lezioni, tenute nel 1961 all’Università di Cambridge, l’autore ci espone le sue idee sul significato della storia.
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr
di Viola Donarini
Appunti utili per l'esame - Didattica della storia - Vengono trattati argomenti su
"Sei lezioni sulla storia" di Edward H. Carr. Attraverso queste lezioni, tenute nel
1961 all’Università di Cambridge, l’autore ci espone le sue idee sul significato
della storia.
Università: Università degli Studi di Milano
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Storia
Esame: Didattica della storia
Docente: Silvia Maria Pizzetti
Titolo del libro: Sei lezioni sulla storia
Autore del libro: Edward H. Carr
Editore: Einaudi
Anno pubblicazione: 20001. Lezione I: lo storico e i fatti storici
'800: età d'oro dei fatti, del Liberalismo e del Positivismo (teoria della Storia come scienza). E' connotata da
ottimismo, da un sereno e fiducioso atteggiamento verso il mondo in cui ognuno deve fare il proprio
mestiere mentre la mano occulta garantisce l'armonia universale. Nel 1830 Leopold Von Ranke osserva che
il compito dello storico è "semplicemente quello di mostrare come le cose sono andate" e ha uno
straordinario successo, tanto da influenzare almeno tre generazioni di storici tedeschi, inglesi e francesi. I
fatti colpiscono l'osservatore dall'esterno (il processo con il quale essi vengono accolti è passivo) e, dopo
averli ricevuti, l'osservatore li elabora. E' questa l'immagine comune: la storia è un complesso di fatti
accertati e lo storico li trova (nei documenti, nelle iscrizioni,…), li raccoglie e li presenta nel modo che
preferisce. Ma cos'è un fatto storico? Qual è il criterio per distinguere i fatti storici dagli altri fatti del
passato? Esistono dei fatti fondamentali, identici per tutti gli storici, che costituiscono la spina dorsale della
storia. E' lo storico a decidere quali fatti debbano essere presi in considerazione, in quale ordine ed in quale
contesto; praticamente giudica degni di memoria quelli che confermano la particolare concezione a cui, più
o meno consapevolmente, aderisce. Generazioni di storici, scribi e cronisti ormai morti hanno modellato in
modo irremissibile il passato. Questo vale per antichisti e medievisti, invece i contemporaneisti hanno il
duplice compito di scoprire i pochi fatti veramente importanti e di trasformarli in fatti storici e di trascurare i
molti fatti privi di importanza come non storici. Inoltre bisogna ricordare che nessun documento è in grado
di dirci più di quello che l'autore pensava, dunque lo storico deve decifrare i documenti e rielaborare i fatti
contenuti in essi: è l'elaborazione di un'elaborazione.
. Fatti e documenti sono indispensabili allo storico ma non bisogna farne dei feticci come nell'800.
1880-1900: in Germania ed in Italia parte la sfida alla teoria del primato e dell'autonomia dei fatti nella
storia. Secondo Benedetto Croce ogni storia è contemporanea perché la storia consiste essenzialmente nel
guardare il passato con gli occhi del presente ed alla luce dei problemi del presente e l'attività essenziale
dello storico non è catalogare i fatti, bensì darne un giudizio.
I GUERRA MONDIALE (1914-18): i fatti appaiono meno rosei in confronto all'anteguerra ed il pubblico
colto inglese è più disposto ad accogliere una filosofia che cerca, per l'appunto, di scalzare
il prestigio dei fatti.
Croce influenza Collingwood e la sua concezione:
- la filosofia della storia tratta di passato e presente nei loro rapporti reciproci. Lo storico studia un passato
non morto ma ancora vivo nel presente;
- i fatti storici non giungono mai in forma pura bensì riflessi nella mente di chi li registra, quindi dobbiamo
occuparci anzitutto dello storico poi del libro che ha scritto.
Viola Donarini Sezione Appunti
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr
Lo storico deve possedere la capacità di comprendere la mentalità degli uomini che studia, può guardare il
passato e comprenderlo solo con gli occhi del presente al quale appartiene; la sua funzione non consiste né
nell'amare il passato né nel liberarsi di esso bensì nel rendersene padrone e nel comprenderlo per giungere a
capire il presente. E' la concezione collingwoodiana della storia, che presenta anche delle insidie come per
esempio il rischio che l'interpretazione conti tutto ed i fatti nulla.
L'uomo non è mai totalmente coinvolto nell'ambiente circostante ma nemmeno totalmente indipendente,
pertanto il rapporto storico-fatti si svolge su un piano di parità: la storia è un continuo processo di
interazione fra lo storico ed i fatti storici, un dialogo senza fine tra presente e passato.
Viola Donarini Sezione Appunti
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr