Appunti delle lezioni tenute dal Professor Antonio Petrillo anno 2009/2010 integrate con dispense fornite al corso, ancora oggi in uso per il suddetto esame
Sociologia generale e Controllo sociale
di Anna Carla Russo
Riassunto delle lezioni tenute dal Professor Antonio Petrillo anno 2009/2010
integrate con dispense fornite al corso, ancora oggi in uso per il suddetto
esame
Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa -
Napoli
Facoltà: Scienze della Comunicazione
Corso: Sociologia
Esame: Sociologia
Docente: Professor Antonio Petrillo1. Concetto di Gruppo
Il gruppo costituisce una concreta e importante applicazione del principio generale secondo cui in sociologia
l’intero è più della somma delle parti; il gruppo segna il limite delle relazioni sociali rilevanti in un certo
contesto e definisce i confini di quella che può dirsi la cellula della società. Ciò che caratterizza il gruppo
oltre al fatto di essere composto da una pluralità di individui è l’essere dotato di coesione e stabilità e di
presupporre un insieme di relazioni tendenzialmente pacifiche e durevoli tra gli individui che lo
compongono. Il gruppo ha pertanto bisogno di essere dotato di confini flessibili che possono essere definiti
più o meno chiaramente a seconda della rilevanza dei legami. L’assemblamento rappresenta il punto più
basso della coesione sociale. Si può dire che se si muove da una tipologia basata su tre variabili le varie
forme di coesione viste possono essere classificate assegnando all’assemblamento il livello più basso in
quanto la compresenza degli individui è casuale, la durata è brevissima e indipendente dalla volontà dei
singoli, alla moltitudine il livello successivo in quanto è caratterizzata da motivazioni consapevoli in qualche
modo da una durata breve e relazioni di natura occasionale; alla folla un livello superiore in quanto risulta
caratterizzata da motivazioni affettive una durata breve e relazioni coinvolgenti. Questa tipologia è
indicativa. Il massimo grado di coesione viene riservato al gruppo caratterizzato da motivazioni teleologiche
rivolte a qualche scopo comune e da una durata sensibilmente più lunga. Un indicatore spesso usato per la
separazione tra concetti contigui come quello di moltitudine gruppo e folla risiede nella maggiore o minore
capacità di reagire ai comportamenti devianti da parte dei consociati. Mentre la folla e la moltitudine non
hanno al loro interno una coesione stabile il gruppo ha maggiori possibilità di reazione a comportamenti
devianti al suo interno. C’è inoltre una distinzione tra GRUPPI PRIMARI caratterizzati da un numero
limitato di componenti che intrattengono relazioni di tipo affettivo capaci di produrre un forte senso di
appartenenza mentre I GRUPPI SECONDARI risultano caratterizzati da un numero più elevato e
intrattengono relazioni utilitaristiche basate su l’impersonalità dei rapporti. Toennies parla della dicotomia
tra COMUNITA’ E SOCIETA’ nella quale l’autore vede la alternativa fondamentale tra due diversi e
contrapposti modi di intendere la dimensione relazionale della vita sociale. Tali concetti intesi come Scilla e
Cariddi possono fungere da confini o limiti invalicabili dello sviluppo. Il contenuto dell’opera di Toennies
vede il suo scopo nel riformulale il problema della coesione dei gruppi sociali.
Tale riformulazione è compiuta da Toennies in due modi:
1) sostituendo a un concetto indeterminato come quello di coesione sociale due modelli, la comunità e la
società che rappresentano casi limite o polarizzati di coesione sociale fra i quali è possibile inserire una serie
di figure intermediarie
2) stabilendo una teoria evolutiva del passaggio dal modello di comunità a quello di società. Sotto una prima
e fondamentale prospettiva psicologica i due modelli sono caratterizzati da un diverso atteggiamento della
volontà dei singoli soggetti. La volontà della comunità deriva dal cuore; della società dal freddo intelletto.
Da una seconda prospettiva sociologica i due modelli della comunità intesa come vita reale e organica e
della società intesa come formazione ideale e meccanica sono caratterizzati da elementi strutturali
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Sociologia generale e Controllo sociale riguardanti le forme di organizzazione del gruppo sociale. Il modello della comunità è caratterizzato dal
diritto familiare, il modello della società dal diritto delle obbligazioni. Il termine comunità coincide con la
priorità del gruppo rispetto all’individuo e il termine società con la priorità dell’individuo rispetto al gruppo.
Toennies ha posto in luce il carattere propedeutico della comunità nei confronti della società. La comunità è
condizione e prerequisito della società ed è storicamente destinata a sopravvivere in essa. C’è una divisione
tra gruppo di appartenenza (in group) e gruppo degli altri (out group) affiora un meccanismo collettivo di
costruzione dell’io che sembra affondare le sue radici in una concezione tribale non del tutto rimossa
dall’attore sociale nelle società avanzate. LEWIN parla della dinamica dei gruppi. Alla base della sua ipotesi
di lavoro sta la constatazione che il comportamento di un individuo è determinato da un insieme strutturato
che comprende il soggetto e il suo ambiente. Afferma con forza la necessità di studiare il gruppo come
totalità. Ciò che ne costituisce l’essenza è la l’interdipendenza dei suoi membri. Ciò significa che un
cambiamento di stato o di una sua parte interessa lo stato di tutte le altre. Per classificare il gruppo non è
decisivo il numero di membri bensì altri fattori. Simmel distingue tra monade, diade e triade. La monade è
una sola persona, la diade tra due persone che possono avere una certa affinità. Le relazioni diadiche
cambiano allorchè c’è l’aggiunta di un terzo elemento. Triade. Ciascuno opera come un intermediario tra gli
altri due. Il gruppo ampio pone verso l’interno esigenze inferiori rispetto al gruppo ristretto si preoccupa
meno del singolo. Caso particolare è la famiglia, elemento sostanziale di ogni società. Importante è che
mentre non c’è questione di status nella diade la situazione sociologica cambia dopo l’aggiunta del terzo
elemento che inserisce nel gruppo un rapporto di subordinazione.
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Sociologia generale e Controllo sociale 2. Concetto di gerarchia e Regola nel gruppo
I gruppi come si è visto presentano gradi diversi di intensità relazionale. Il concetto di gerarchia introduce
una dimensione tipicamente asimmetrica che può arricchire il concetto di gruppo. Il concetto di gruppo
serve a delimitare l’interazione, il concetto di gerarchia serve a delimitare il potere mantenendolo entro
confini variabili e leggibili. La gerarchia di per sé stabilisce una scala di potere che comprende una pluralità
di livelli ognuno dei quali definisce un certo ambito di manovra. Ogni forma di potere può avere la sua
organizzazione gerarchica. La pluralità di livelli può facilitare la distribuzione del potere all’interno della
struttura gerarchica, la gerarchia può essere vista come il risultato di un processo che comporta una
verticalizzazione dei rapporti sociale e un organizzazione di gruppi detentori del potere che a loro volta
possono armonizzare i rapporti sociali e assorbire i conflitti all’interno del gruppo più ampio di cui fanno
parte se riescono a distribuire in modo flessibile ed adeguato la essenziale risorsa del potere.
Si può distinguere tra un POTERE TRADIZIONALE caratterizzato da una continuità temporale è la forma
di potere che si attanaglia alle società primitive e indifferenziate.
La gestione gerarchica del potere avviene in modo semplice. POTERE CARISMATICO costituito dalla
dimensione dell’innovazione è la forma di potere che ammette l’innovazione ma travalica gli schemi di
innovazione che la società ammette, non risulta duraturo; UN POTERE BUROCRATICO caratterizzato
dalla dimensione della prevedibilità si esercita attraverso una struttura di potere impersonale nella quale la
programmazione dominante è quella condizionante. La continuità del potere tradizionale non va confusa con
la prevedibilità del potere burocratico. Le diverse forme di potere possono presentarsi anche combinate. Lo
stato risulta un impresa istituzionale di carattere politico nella quale l’apparato amministrativo avanza con
successo una pretesa il monopolio della coercizione fisica legittima. C’è interdipendenza tra diritto e stato
moderni. Il potere legale su cui si fondano gli stati e il diritto moderni può utilizzare varie forme di
organizzazione, quella burocratica viene indicata come il modo formalmente razionale di esercitare il potere.
La burocrazia è diventata secondo Weber inevitabile. La burocratizzazione offre la maggiore possibilità di
attuazione del principio della divisione del lavoro amministrativo in base a parametri oggettivi. La
costituzione al vertice del sistema svolge la funzione di centralina di controllo e delimitazione dei poteri
dello stato. All’interno di ogni gerarchia si sviluppano dei meccanismi che appaiono destinati a inserire in
una sistema burocratico momenti di cambiamento. Ruolo importante viene svolto dalle carriere che
rinnovano periodicamente il campo di intervento dei singoli operatori. La democrazia appare come uno
strumento che può essere considerato funzionale a precisare periodicamente obiettivi per perseguirli senza
assolutizzarli. Le società possono dirsi CHIUSE in cui i confini delimitano i vari gruppi che si collegano ad
una certa struttura gerarchica di potere nel quadro della gerarchia che in esse si è consolidata sono rigidi e
solo difficilmente superabili. Un esempio è la società per caste o per classi. Un modo diverso di organizzare
la stratificazione sociale si basa sul concetto di ceto, variabile assai nella quale si combinano variabili
normative culturali fattori economici e tradizionali. Quindi non la si può definire propriamente rigida. Oggi
si è visto nella democrazia e nei principi di tolleranza e tutela dei diritti umani gli strumenti per realizzare
una società APERTA nella quale la libertà e l’eguaglianza possano combinarsi lasciando alle scelte
dell’individuo la capacità di controllare il suo destino. Tendono a ridimensionare il ruolo dello stato senza
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