In questi appunti viene schematizzata l'evoluzione storica della termoterapia. Sono presentati i due tipi di termoterapia, di tipo esogeno ed endogeno. Vengono poi analizzati i meccanismi di trasmissione calore. le applicazioni generali e locali e le indicazioni e controindicazioni.
Calore e termoterapia
di Stefania Corrai
In questi appunti viene schematizzata l'evoluzione storica della termoterapia.
Sono presentati i due tipi di termoterapia, di tipo esogeno ed endogeno.
Vengono poi analizzati i meccanismi di trasmissione calore. le applicazioni
generali e locali e le indicazioni e controindicazioni.
Università: Università degli Studi di Sassari
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso: Fisioterapia
Esame: Medicina fisica e riabilitativa
Docente: Prof. Lisai1. Termoterapia: cenni storici
La TERMOTERAPIA è quella terapia strumentale che mira ad ottenere effetti terapeutici mediante l'utilizzo
del calore.
Il calore è una delle forme di energia esistenti in natura e può originare dalla trasformazione dell’energia,
meccanica, chimica, elettrica o luminosa.
L’impiego del calore per il trattamento di svariate patologie ha origini assai remote.
Ippocrate fin dal IV secolo A.C. raccomandava l’uso di bagni caldi nei soggetti affetti da paralisi e proprio
ad Ippocrate dobbiamo l’aforisma: “Dammi il potere di provocare la febbre e io sarò in grado di curare ogni
malattia”. Anche Celso, in epoca romana, prescriveva bagni caldi per la cura di dolori articolari, isteria,
idropisia, e malattie renali.
Fu un ignoto medico giapponese il primo ad impiegare, nel XVII secolo, per la cura della sifilide, artrite e
gotta, il rialzo febbrile indotto artificialmente con mezzi fisici sotto forma di bagni alla temperatura di 45-
54°C, che portavano la temperatura corporea ad almeno 39°C.
In tempi più recenti si è pensato di provocare un rialzo termico in tessuti affetti da forme neoplastiche.
Dobbiamo a Busch, nel 1866, la prima relazione “scientifica” sugli effetti del calore sui tessuti tumorali,
avendo egli potuto casualmente osservare la scomparsa di un sarcoma dopo le violente puntate febbrili
provocate da una erisipela sostenuta dallo streptococco piogene.
Partendo da questa osservazione Coley nal 1893 mise a punto, con buon successo, uno schema di
trattamento che prevedeva l’induzione di attacchi febbrili mediante l’inoculazione degli streptococchi
dell’erisipela in pazienti con sarcomi inoperabili. Nel 1898 un ginecologo svedese, F. Westermarck,
pubblicò una relazione sui benefici effetti dell’applicazione locale sui carcinomi inoperabili della cervice
uterina. In seguito gli studi sugli effetti tumoricidi dell’ipertermia subirono un periodo di stasi (come
succede anche ora, quando una “moda” scientifica ne sostituisce un’altra) sebbene siano stati marginalmente
coltivati da più di un ricercatore (N. Westermarck, Johnson, Overgaard, Okkels, ecc.).
Bisogna giungere fino al 1962 per assistere ad una riaccensione degli interessi scientifici sull’argomento.
In questo anno appunto, George Crile Jr. pubblicò uno studio sperimentale sull’effetto del calore, compreso
in un range tra i 41 e i 45°C, su tumori trapiantabili dal ratto, dimostrando come livello di temperatura e
tempo di esposizione fossero inversamente correlati: aumentando di un grado la temperatura di poteva
ottenere la stessa intensità di riscaldamento riducendo a metà il tempo di applicazione.
Successivamente, nel 1969 e nel 1972, Mondovi e Overgaard di occuparono dei meccanismi biologici
responsabili della accentuata sensibilità al calore delle cellule tumorali rispetto a quelle sane indicando come
responsabile di tale fenomeno alterazioni strutturali della membrana di superficie cellulare e di quella dei
lisosomi. Le cellule tumorali sembrano presentare una aumentata sensibilità al calore nelle fasi S e M del
ciclo cellulare, fasi in cui, è dimostrato, l’azione delle radiazioni ionizzanti attraversa uno stadio di
radioresistenza relativo.
Stefania Corrai Sezione Appunti
Calore e termoterapia 2. La termoterapia in medicina
Tornando al nostro argomento riguardante la termoterapia applicata al trattamento delle patologie
osteoarticolari possiamo affermare quanto segue:
Pochi agenti terapeutici sono stati continuativamente impiegati come il calore; si può quasi affermare che il
calore sia una forma istintiva di terapia alla quale anche gli animali s’espongono per sfruttarne gli effetti
terapeutici, poichè esso provoca una serie di gradevoli sensazioni ed effetti biologici positivi.
In tutte le civiltà al Calore sono sempre state attribuite proprietà terapeutiche, presso i popoli primitivi era ed
è tuttora impiegato come mezzo purificatore che ricorre nelle pratiche magiche e religiose, per curare le
malattie. e scacciare i demoni.
La cauterizzazione rappresenta forse la prima applicazione terapeutica del calore assieme all'energia solare,
alla sabbia riscaldata dai raggi solari ed alle acque termali. Presso i popoli asiatici, gli Egizi, i Greci ed i
Romani, la cauterizzazione era impiegata nel campo chirurgico per detergere ferite infette e frenare
emorragie con tecniche e rituali proprie d’ogni popolazione; anche molte malattie erano curate con
causticazioni di particolari zone cutanee; ricordiamo i moxa dei Giapponesi, le ignipunture dei Cinesi e le
cauterizzazioni ottenute per concentrazione dei raggi solari per mezzo di lenti convesse (Plinio).
Ricordiamo il ricorso ancora comune ai bagni di sabbia (psammatoterapia), all'esposizione ai raggi solari
(elioterapia) ed all’idroterapia anche nel secolo scorso caratterizzato da una grandissima evoluzione
tecnologica. Il sole e la sabbia riscaldata hanno sempre goduto della fiducia dei pazienti che vi ricorrevano
per trovare sollievo ai loro mali; tali mezzi sono ancora diffusi e ben accetti, infatti l’esposizione ai raggi
solari, pur non avendo mai guarito completamente nessuno, determina l’instaurarsi di un senso di benessere
fisico e psichico in grado d’influenzare positivamente il decorso della malattia. I Romani si servivano
dell’idroterapia nei bagni termali, così come i popoli orientali nelle diverse forme di calore secco ed umido.
Nei periodi di maggiore sviluppo delle civiltà precedenti, la cura della persona per mezzo di bagni ed
abluzioni ha costantemente, goduto di gran favore; presso le civiltà asiatiche più importanti come la
giapponese, le pratiche igieniche e terapeutiche per mezzo dell’acqua hanno goduto di gran popolarità. Nella
Roma del periodo aureo le Terme erano l’edificio più frequentato da ogni classe sociale. Le terme di
Diocleziano e di Caracalla a Roma, quelle di Pompei e quelle delle città più importanti dell’Impero stanno a
dimostrare ancora oggi la perfezione tecnica raggiunta e la complessità delle cure praticate.
Anche l’aria riscaldata artificialmente con vari sistemi è impiegata da molti secoli come mezzo terapeutico
sia per applicazioni locali che generali (bagni romani, bagni turchi, bagni russi, sauna finnica).
Se osserviamo la progressiva diffusione della sauna in Europa, possiamo ricostruire il percorso seguito dalle
trasmigrazioni dei popoli indoeuropei
Con l'avvento dell’elettricità e lo sfruttamento della produzione del calore per l’effetto Joule al passaggio di
correnti alternate si è assistito ad una moltiplicazione delle metodiche termoterapiche.
Negli ultimi ottanta anni la Termoterapia endogena, ottenuta per effetto Joule al passaggio delle correnti
alternate (diatermia, onde corte), la termoterapia radiante con l’impiego di raggi infrarossi e con le onde
centimetriche o microonde, hanno riscosso gran favore da parte dei medici e dei pazienti nella cura di molte
Stefania Corrai Sezione Appunti
Calore e termoterapia forme morbose. Nuovi mezzi termoterapici come l’ultrasuonoterapia, questa dopo la fine della seconda
guerra mondiale e, più recentemente la Laserterapia si sono aggiunti con notevole successo ai numerosi
presidi fisioterapici.
Ci occuperemo in particolare della termoterapia delle tecniche fisioterapiche che sfruttano il calore esogeno
o di conduzione (il conductive heating degli autori anglosassoni
Stefania Corrai Sezione Appunti
Calore e termoterapia