Storia e implicazioni sociali e religiose del Giappone, dalla preistoria all'inizio della Restaurazione Meiji.
Storia del Giappone
di Veronica Vismara
Storia e implicazioni sociali e religiose del Giappone, dalla preistoria all'inizio
della Restaurazione Meiji
Università: Università degli Studi di Milano
Esame: Lingua e Cultura Giapponese
Docente: Virginia Sica1. Preistoria
Ci sono molti dubbi riguardanti le origini dei primi abitanti che si stanziarono nell’arcipelago.
Gli scavi archeologici suggeriscono che probabilmente i primi a stanziarsi furono delle popolazioni
discendenti dal Caucaso, i cui resti sono rappresentati dagli AINU, e ciò avvenne probabilmente quando
l'arcipelago era ancora unito al continente ed e l'ambito di ricerca linguistico a stabilire ciò, proprio perché il
giapponese insieme al mongolo, al turco e al coreano appartiene al ceppo delle lingue altaiche.
Questi primi insediatori si stanziarono su una delle isole, e vissero in totale isolamento e anche quando altre
popolazioni giunsero nell'arcipelago, rifiutarono sempre di assoggettarsi. La preistoricità di questo popolo e
confermata dal loro linguaggio che conteneva pochissimi vocaboli e richiedeva spesso l'uso di gesti per una
migliore comprensione e anche dalla scarsa conoscenza numerica. Inoltre la loro sopravvivenza dipendeva
dalla caccia che veniva praticata utilizzando utensili litici.
Con maggiore sicurezza e possibile collocare l'inizio del neolitico intorno al 10000 a.C. con la cultura
Jmon o del disegno a corda, un periodo che si protrae per un lungo arco di tempo ovvero dal 10000 a.C. al
300 a.C. circa. Questo periodo prende il nome da quei disegni che caratterizzavano le superfici delle
ceramiche prodotte in questa era. I ritrovamenti più antichi sono i cosiddetti Dogu, delle statuette che
rappresentano delle figure antropomorfe. La maggior parte di queste hanno dei seni prosperosi quasi
rappresentassero delle donne in gravidanza: questo ci fa pensare che la loro funzione fosse associata
all'invocazione della fertilità e dell'abbondanza. Probabilmente fungevano anche da amuleti sui quali
trasferire le malattie degli individui.
Nonostante la continuità nel tipo di ceramica prodotta, e possibile notare un'evoluzione culturale che
avviene in diverse fasi. Infatti mentre inizialmente la popolazione viveva di caccia e si cibava di frutti e
piante selvatiche, con il miglioramento delle condizioni climatiche si ebbe una maggiore disponibilità di
risorse come ad esempio i prodotti marini; inoltre un altro mutamento si ebbe con l'innalzamento del livello
del mare che comportò la trasformazione di alcune regioni in vere e proprie paludi. Solo in seguito, con
l'abbassamento, le popolazioni iniziarono a muoversi verso l'interno dedicandosi allo sfruttamento del
terreno. Nell'ultima fase del periodo Jmon, venne prodotta della ceramica, specie nella zona del Kysh, che
testimonia la presenza già da allora di contatti con la Corea. In realtà questi contatti man mano si
intensificarono sempre di più sino a quando venne importata dalla penisola la tecnica della risicoltura che
comportò un'evoluzione culturale radicale.
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone 2. Introduzione della risicoltura e periodo Yayoi
Con l'introduzione della risicoltura e della pratica di irrigazione ad essa associata, ha inizio il periodo
Yayoy che va dal 300 AC sino al 250-300 DC circa.
Fu un'era questa che fondata su tutte le importazioni che provenivano dall’esterno, in particolare dalla Corea
per quanto concerne la coltura del riso, e dalla Cina relativamente a degli oggetti in bronzo, ferro e metallo.
Essendo questa una fase di cambiamento, è dato che ogni cambiamento non avviene in modo repentino, la
risicoltura non si diffuse in maniera omogenea ma lentamente, interessando dapprima le zone più prossime
alle vie di comunicazione. Inoltre nonostante molti popoli avessero iniziato a dedicarsi all’agricoltura, la
loro economia continuò a basarsi su caccia e pesca.
Un dato rilevante che non bisogna tralasciare e il fatto che non si trattò più di popolazioni nomadi che si
spostavano alla ricerca di risorse da utilizzare come accadeva nell'era Jmon; adesso le famiglie iniziarono a
stanziarsi in zone fertili, e applicando le nuove tecniche importante cercarono di avere un buon raccolto.
Affinché questo fosse ottimale, erano necessarie le giuste condizioni climatiche, che la popolazione cercava
di ottenere pregando i Kami. Infatti la vita della collettività era caratterizzata dal culto dello Shinto, che
consisteva nella venerazione dei Kami ovvero tutto ciò che apparteneva alla natura. La linea di
demarcazione tra divinità e uomo non era netta tanto che più avanti, coloro che si trovarono o al vertice della
società, vennero identificati come discendenti degli dei.
Testimonianza della nascita di un culto religioso sarebbero anche alcuni oggetti rituali, come le Dotaku,
sorta di campane senza batacchio forse legate al culto della fertilità. All’inizio dell'anno 100 DC le comunità
iniziarono a interagire tra loro.
Secondo le cronache cinesi alla fine del periodo Yayoi si erano generati dei conflitti fra villaggi vicini, ciò
sarebbe confermato da alcuni ritrovamenti archeologici che dimostrano la presenza di fossati, palizzate e
torri di guardia che avevano lo scopo di proteggere i villaggi che non avevano il vantaggio di trovarsi su
un'altura, inoltre sono stati ritrovati dei corpi inumati che presenterebbero ferite mortali. Secondo alcuni
annali cinesi nel III secolo a.C. la regina Himiko sarebbe riuscita a creare il regno giapponese dello
Yamatai esercitando un potere assoluto su circa 70.000 nuclei famigliari. Verso la fine di questa era
iniziarono inoltre a sorgere delle grandi tombe a forma di tumulo che rispecchiavano quella stratificazione
sociale che via via prendeva piede.
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone 3. Periodo Kofun
Il periodo che vide la diffusione di grandi monumenti funerari, ovvero i Kofun, va dal 250 DC sino al 6
secolo DC ovvero sino all'introduzione del buddismo, che segna un superamento di questa pratica a favore
della cremazione.
Queste tombe potevano avere diverse forme: potevano essere circolari quadrate o a buco di serrature.
Solitamente sopra di esse o nella zona circostante erano poste le Haniwa, delle sculture che inizialmente
avevano la forma di case e rappresentavano la dimora dello spirito del defunto poste nel punto più alto del
tumulo; in seguito iniziarono ad assumere forme di animali o di umani. Queste ultime raffiguravano
guerrieri, artigiani, musicisti ed erano poste in ordine gerarchica formando una sorta di corteo funebre.
Questi Kofun erano inoltre il simbolo del potere dell'aristocrazia, in quanto chi possedeva risorse sufficienti
tendeva a glorificare il proprio clan tramite la costruzione di questi monumenti. Questi clan, denominati Uji
, consistevano in famiglie composte da un certo numero di membri legati da un vincolo di sangue, che
esercitavano il loro potere su una parte di territorio e che si differenziavano dal resto della popolazione in
quanto possedevano un cognome e dei titoli onorifici; inoltre ciò che li accomunava i membri di un clan era
la devozione verso una particolare antenato divino, lo Ujigami. Erano organizzati secondo una precisa
gerarchia: all’apice vi era il capo del clan che era denominato Uji no Kami, e che rappresentava sia
l'autorità politica che religiosa; invece, tutti coloro che erano alle dipendenze del clan erano suddividi in
unita denominati be.
Alla base della vita comunitaria continuava ad esserci l'adorazione dei Kami, e si cercava sempre di
difendere la natura da ciò che potesse turbarla. Proprio per questo motivo venivano effettuati dei riti di
purificazione considerando che il concetto di impurità era connesso alla morte, al sangue e alla sporcizia
d'animo. Col tempo questi Uji iniziarono a confrontarsi e ad entrare in competizione tra loro, comportando
la nascita di una confederazione di Uji a capo della quale vi era il capo locale più potente.
Il clan che affermò la propria egemonia si trovava nella regione di Yamato e riuscì ad ottenere una parziale
sottomissione degli altri Uji in quanto supponeva di discendere dalla dea Amaterasu, una delle divinità
massime del cielo, la dea del sole. Inoltre fu in questo periodo che iniziò ad assumere importanza l'attività
militare in quanto il clan di Yamato aveva inviato dei contingenti miliari nella Corea per partecipare agli
scontri tra i 3 regni li instaurati.
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone 4. Introduzione del buddismo
Il periodo Kofun finì intorno alla meta del 6 secolo con l’introduzione del buddismo. Questa dottrina
nacque in India nel 6 secolo a.C., e sosteneva che la causa delle sofferenze umane fosse da ricercare in
quell'attaccamento alle passioni, in quel continuo desiderare tipico e insito nell' essere umano.
La cura che consisteva in un totale annullamento dell’io, della propria individualità sino al raggiungimento
del nirvana, stato di assoluta felicità. Proprio questa prospettiva di una possibile salvezza in un'altra vita ne
permise la diffusione prima in Cina, nel 1 secolo DC, periodo in cui si visse una grave crisi, poi in Corea per
poi giungere da qui in Giappone. (Era già passato 1 secolo dalla nascita di questa dottrina venne adattata da
ogni paese a seconda delle proprie esigenze, ergo non e il buddismo vero e puro che giunse in Giappone).
L'introduzione del buddismo e strettamente collegato ad un evento che accadde o nel 552 o nel 558: accadde
infatti che la Corea invio tramite un rappresentante al capo del clan di Yamato, una piccola statuetta con una
scritta buddista, allegata a questa vi era un messaggio che ne esaltava i poteri della dottrina in quanto capace
di esaudire i desideri del capo del clan. Tutto ciò ci da prova del cambiamento che la dottrina aveva subito in
quanto nasceva come via per allontanarsi e liberarsi dai desideri, e viene propagandata come modalità per
poter esaudire le proprie richieste.
Dopo aver ricevuti i doni, il capo allora si confronto con gli altri Uji importante riguardo all'introduzione di
questa nuova dottrina. Ciò comporto una netta contrapposizione tra coloro che si schierarono a favore, come
i Toga, di origine coreana che avevano interesse nell'apertura dell'arcipelago al continente, e coloro che si
schierarono contro come i Mononobe, secondo cui questa nuova introduzione avrebbe scatenato l'ira dei
Kami, e i Nakatomi che erano strettamente devoti allo shintoismo.
Questa opposizione si risolse solo a seguito di uno scontro militare, che vide uscire vittorioso il can dei
Soga. Da questo momento in poi dato che i Soga erano favorevoli ad un incremento degli scambi con
l'esterno, si avrà un'ondata di idee, concetti e modelli di derivazione soprattutto cinese.
I Soga grazie al successo militare che avevano ottenuto, occuparono una posizione decisamente rilevante,
tanto da usurpare l'autorità del sovrano. Uno dei componenti di questo clan infatti fece uccidere l'imperatore
in carica, che nonostante fosse suo nipote stava portando avanti una politica contraria agli interessi dei Soga,
e così sali al trono nel 592, l’imperatrice Suiko la prima donna che ricopri questa carica. Inoltre venne
nominato suo reggente ovvero Sessho il principe Shotoku Taishi.
Quest’ultimo fu una figura che assunse un rilievo immenso soprattutto nella scena politica. Uomo colto, di
formazione buddhista (aveva letto le sacri scritture) aveva agito probabilmente per interesse del proprio clan
facendo sì che il buddismo si diffondesse tra le classi elevate e cercando di avvicinare il più possibile i Soga
al potere. Con lui inizia l'era di riforme che si pongono alla base della costruzione dello stato giapponese,
riforme ispirate al modello cinese, non copiate ma rimodellate secondo le proprie esigenze.
È ad opera sua che viene emanata la costituzione dei 17 articolati, non un codice di leggi ma una lista di
precetti morali di ispirazione buddista. È chiaro che questa costituzione volesse confermare il potere
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone dell'autorità del sovrano ed eliminare quello dei clan locali sostituendolo con un gruppo di funzionari a suo
servizio che avrebbero agito con decoro e responsabilità, e che non avrebbero sostituito l'autorità centrale
ma l'avrebbero rappresentata. Il sovrano rappresenta il tramite tra cielo ed e terra, e infatti in questo periodo
che viene coniato il termine Tenn, per designare la figura dell'imperatore che non solo era un leader politico
ma anche religioso.
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone 5. Era Taika
Alla morte di Shotoku il clan dei Soga venne eliminato tramite un colpo di stato che porta al potere un
componente del clan Nakatomi che ricopre importante cariche ed assume un nuovo cognome molto
prestigioso quello di Fujisawa.
Questi avvenimenti avvennero nella prima fase dell'era Taika, periodo di grandi riforme che portano il
nome dello stesso. Un anno dopo infatti venne emanato un editto di riforme dove venivano presi 3
importanti provvedimenti.
Innanzitutto venivano abolite le proprietà private degli Uji, e tutte le terre vennero posto sotto il controllo
diretto del sovrano. Venne introdotto un sistema amministrativo che si basava sulla nomina di funzionari
scelti dal sovrano.
Il territorio fu diviso in Kuni, province a capo delle quali vi era un governatore o meglio Kokushi. Ogni
provincia fu divisa in Kori o meglio distretti. Il governo centrale era rappresentato dal sovrano che dirigeva
tutta la situazione tramite questi funzionari di fiducia.
Come terzo provvedimento vennero istituiti dei registri di censo e delle tasse, sulla base dei quali sarebbe
poi avvenuta la ripartizione delle terre. L’editto di Taika, in particolare, prevedeva che la popolazione
contadina fosse registrata per famiglie e che venisse adottato il sistema Jori come metodo di ripartizione che
avveniva a seconda dell'età e del sesso.
Proprio per questo motivo l'assegnazione delle terre non era perpetua ma ogni 6 anni venivano ridistribuite.
Questo sistema noto come Kubunden non fu applicato a tutte le terre, in quanto alcune vennero affidate alle
istituzioni religiose o ai nobili, altre erano sotto il diretto controllo della corte.
Questo periodo di riforme si interruppe quando una nuova disputa per la successione porto il paese
nuovamente in guerra. Emerse l'imperatore Tenmu che baso il suo potere sulla forza militare. Questo
stabili dimora ad Asuka dove visse sino alla sua morte, avvenuta primo dello stabilimento della nuova
capitale. Dopo la morte di Tenmu venne stabilita la capitale a Fujiwara. Questa non duro molto fatto sta che
nel 710 venne trasferita a Nara dando avvia al periodo Nara.
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone 6. Codice Ritsuryo
Durante questo arco di tempo, venne completato il codice Ritsuryo, diviso in leggi penali Ritsu e
amministrative Ryo. È stato emanato nel 702 e prevedeva il definitivo superamento della realtà Uji.
Prevedeva infatti che l'unica distinzione che vi fosse, fosse quella tra sudditi chiamati Komin e Imperatore.
I sudditi venivano distinti in liberi ovvero Ryomin e non liberi ovvero Senmin. Questa struttura venne
ripresa dal modello cinese, ma anche qui non venne totalmente copiata in quanto venne rivisitata, ad
esempio, mentre in Cina l'accesso alle cariche della burocrazia avvenivano tramite un sistema di esami
imperiali, in Giappone questo non accadeva perché ciò avrebbe permesso l'entrata a corte anche di gente dei
bassi ceti. Quindi si mantenne una linea di tipo ereditario.
Quando la capitale venne trasferita a Nara, questa si estendeva su un territorio di circa 20 km quadrati ed era
prossima alle vie di comunicazione. Il sovrano fece costruire il grande Buddha del Todaiji, in modo che
proteggesse l'intera capitale, e inoltre dono ad ogni provincia un pezzo di terreno dove costruire un tempio
con scopo sempre protettivo. Sempre in questo periodo vennero ultimate le due opere, il Kojiki e il Nihon
Shoki, opere che esaltavano e glorificano il passato. Inoltre il sostegno che sino adesso la corte aveva dato al
buddismo aveva fatto sì che il clero buddista acquisisse un potere che andava oltre quello spirituale.
Questo stretto legame tra la religione e la sfera politica e esemplificato da un episodio che avvenne a corte e
che vide come protagonista l’imperatrice Koken e il monaco Dokyo. Questa imperatrice, non appena sali al
trono fu subito guidata da 2 ministri della famiglia Fujiwara, sino a quando si ritiro a vita monastica. La
fiducia riposta in Dokyo, un monaco buddista che pensava l'avesse guarita, fece sì che questo ottenesse
diversi titoli e privilegi, grazie ai quali il monaco assunse sempre più potere. Proprio per questo l'imperatore
che aveva sostituito Koken cerco di attaccarlo ma questo riuscì a salvarsi. Alla notizia di ciò, l’imperatrice
torno in carica con l'appellativo di Shotoku e nomina Dokyo gran ministro e H. In realtà il monaco non
avrebbe mai potuto accedere al trono in quanto suddito, infatti la sua scomparsa dalla scena politica si ebbe a
seguito della morte di Shotoku.
A seguito di questo episodio i rapporti con la religione vennero ripristinati cercando di equilibrarli. Due
provvedimenti vennero presi riguardo al sistema fiscale infatti innanzitutto le terre bonificate passarono
sotto il controllo privato e questo possesso sarebbe durato per 3 generazioni e non era perpetuo. Cosi i nobili
e le istituzioni religiosi iniziarono ad espandere i propri terreni e a risentirne fu il governo centrale a causa
delle riduzioni delle entrate (essendo proprietà privata infatti non veniva riscossa alcuna tassa) inoltre venne
levato il servizio di leva obbligatorio e sostituito con delle milizie locali, i Kondei. Nel 794 la capitale, a
seguito di alcuni drammatici eventi, venne spostata a Heyankyo, la capitale della pace, dando cosi avvio al
periodo Heian.
Veronica Vismara Sezione Appunti
Storia del Giappone