Filosofia
del Diritto
Appunti di Michela Niro
Università degli Studi del Molise - UNIMOL
Facoltà: Giurisprudenza
Corso di Laurea: Giurisprudenza
Esame: Filosofia del Diritto
Docente: Francesco Petrillo
A.A. 2021/20221
il Novecento dal punto di vista della filosofia del diritto:
- in Francia domina la scuola dell’esegesi che è scuola positivista che crede che bisogna interpretare
solo il testo giuridico.
- In Italia in quel periodo vige una forma di kantismo (si crede nelle teorie della scuola di Marburgo e
vige un’idea del diritto caratterizzante da un insieme di apriori logici. La norma giuridica è una
premessa logica, alla base del normativismo).
- In Germania nel rapporto tra la giurisprudenza dei concetti e quella di interesse che sono entrambe
la continuità con la scuola storica (dove vi è la costituzione degli istituti giuridici e crede anche che
non sia importante la norma ma la ricerca del concetto, ad esempio: la proprietà, il possesso). Ma
nel periodo nazista tende a prevalere l’interesse nella “iuris prudens” che è una dottrina
caratterizzata dal fatto che Rudolf Jhering, (poi anche Puchta, sono entrambi allievi a sua volta di
Savigny), critica il metodo di costituzione degli istituti e ritiene che la struttura dell’istituto giuridico
non sia sufficiente per spiegare cosa accade nel diritto. questo perché il problema dell’istituto
giuridico è che deve considerare lo scopo che ha il diritto. Scrive un libro: “Lo scopo nel diritto”.
Riflette sul fatto che la giuridicità è data da una scelta del soggetto che giudica e nasce la
giurisprudenza degli interessi, per cui sulla scorta dell’interesse, come deviazione della filosofia di
Jhering, la giurisprudenza comincia a condannare e a scegliere in relazione ai soggetti (si può
condannare un soggetto non perché ha commesso un fatto, ma perché egli stesso tende alla
criminalità). Questa teoria è definita la teoria del tipo di autore: l’ebreo è un tipo di autore, cioè può
essere condannato in quanto aveva una pericolosità in sé. Nasce dallo scopo di tutelare i tedeschi
dagli ebrei. Il periodo dei totalitarismi è caratterizzato da periodi che TENDONO AD AVERE IN PUGNO
LA MAGISTRATURA.
IN ITALIA, infatti, la magistratura riesce ad evitare delle condanne politiche, e conserva una minima
autorità (controlla cioè i fatti, non tanto le persone). Secondo alcuni critici tutto ciò evita che il
fascismo diventi una perfetta fotocopia del nazismo.
DIRITTO NATURALE
GIUSNATURALISMO
Idea che oltre al diritto scritto ci sia un altro
diritto DIRITTO IDEALE. Idea di una
giustizia universale a cui nessuna legge può
sottrarsi.
Il diritto come vorrei che fosse.
Ideologia alla base del diritto naturale. Non è
possibile decidere una questione giuridica
senza ricorrere anche ad una norma di diritto
naturale. Non è possibile pensare al diritto
senza pensare al diritto universale.
DIRITTO POSITIVO
GIUSPOSITIVISMO
Diritto vigente in un determinato ambito
politco-territoriale in un determinato tempo.
Idea riduzionistica che non ci sia altro diritto se
non quello positivo. La legge è tutto il diritto.
Tutto ciò che non è scritto non è diritto.
2
Questione: articolo che vieta di vedere un film (in contrasto con il diritto naturale dove vi è libertà umana)
Posta dinanzi:
1. Giudice che studia diritto naturale conosco la legge naturale ma c’è la legge quindi si può vietare
2. Giudice giusnaturalista si c’è la legge ma è in contrasto con la legge naturale. Non è pensabile
una legge contraria a quella universale, quindi, nega la possibilità di applicare una legge in
contrasto con quella universale.
3. Giudice che studia diritto positivo studia la legge scritta e ritiene che non sia pensabile in sede di
applicazione della legge trascurare la legge scritta.
4. Giudice giuspositivista non vi è nessuna legge che non sia quella scritta quindi si disinteressa
anche del motivare la sentenza e di quelli che sono i principi universali. Tutto ciò che non è legge
scritta non è diritto.
-GIUSNATURALISMO-
Il soggetto deve seguire delle leggi universali:
- Prendono le distanze dalla legge umana
- Sono da preferire alla legge particolare.
Sono:
1. LEX DIVINA metafisica. Solo con l’avvento del cristianesimo che introduce la volontà unica
dell’unico Dio.
2. LEX AETERNA nasce con Tommaso d’Aquino. È l’ordine a cui tendono tutte le cose naturali e
gli esseri naturali e metafisici.
È la suprema razionalità che è propria del diritto e della giustizia.
Nemmeno la volontà di Dio può andare contro questa suprema razionalità anche perché essa è
propria di Dio e Dio non può andare contro sé stesso.
3. LEX NATURALIS legata all’appartenenza dell’uomo alla natura. è la volontà/ ordine della
natura. La natura è tutta ordinata ma anche tutta disordinata per questo l’uomo è razionale e
irrazionale.
Trasimaco “la legge è la giustizia del più forte” giustizia della natura= giustizia del più forte.
SANT’AGOSTINO (354-430)
SANT’AGOSTINO come tutti gli scrittori paleocristiani, ha da risolvere l’interconnessione tra il politeismo che
caratterizza l’intellettualismo greco e la centralità monoteistica del dio ebraico. Dio è UNO e non può
ridimensionare la forza dell’intellettualismo greco. Dall’oggettività si passa alla soggettività.
Il problema è che l’intellettualismo greco si ripartiva in due correnti fondamentali di pensiero:
1) una corrente idealistica (San Tommaso) che riteneva che la ragione prevalga sulla volontà
2) una corrente realistica (sant’Agostino) nella quale si ritiene che la volontà sia determinante sulla vicenda
della giuridicità. Il diritto è potere e volere. Impone le leggi chi è il più forte (i sofisti, come Carneade,
ritengono che il diritto è la legge del più forte, di chi ha maggiore potere politico).
Agostino dovendo fondere, come i padri della Chiesa, l’intellettualismo greco con il monoteismo Agostino
vive nell’VII secolo d.C., agli inizi del cristianesimo; infatti, c’erano già stati San Paolo e Tertulliano pensa, nel
IV secolo d.C. che la strada più semplice per riconnettere l’intellettualismo greco al dio cristiano è quella di
PORTARE LA CENTRALITÀ DELLA CATEGORIA DEL PENSIERO GRECO NELLA VOLONTÀ: la sua visione è 3
realistica non idealistica del diritto. Il problema è che la volontà di dio deve assorbire in sé tutto
l’intellettualismo greco.
- La visione dei sofisti che è potentia assoluta.
- Platone, che era un idealista e che non credeva nella volontà, ma credeva nella RAGIONE, aveva
spiegato nell’ottavo libro della Repubblica che la GIUSTIZIA non può essere solo collegata alla
potentia. In questo stesso libro di Platone, una volta terminato il dialogo sulla bellezza tra Socrate e
Glaucone, comincia a parlare Trasimaco, dicendo che il giusto NON è oggettivo, MA soggettivo: la
giustizia è di chi la impone. La giustizia è un’imposizione di forza, è forza.
Platone si confronta con il tema del diritto e Agostino considera come l’idea platonica della giustizia
è in contraddizione. (INFATTI, Socrate risponde a Trasimaco, nel dialogo, dicendo che serve un’idea
di giustizia generale che non può essere la sola legge del più forte, la giustizia cioè non può essere un
valore particolare).
La forza nella dimensione greca è sempre un atto di volontà.
Abbiamo due volontà in Grecia:
- una che coincide con l’universo
- una volontà di natura.
Ci sono due verbi greci che esprimono tale concetto di volontà:
- ETELEIN = disposizione a realizzare qualcosa che coincida con l’universo e con l’ordine razionale
delle cose)
- BOULOMAI = attività libera di decidere, che è un’attività naturale che coincide con l’universale e
con l’ordine universale. Volere libero.
Agostino si trova di fronte ad una difficoltà:
- da un lato c’è un dio che vuole (dio ebraico che da ordini a Mosè),
- dall’altro lato c’è l’idea degli epicurei: L’uomo, come un cane che non deve abbandonare la slitta, è
saggio se non va contro dio.
è il teorico più importante del GIUSVOLONTARISMO CRISTIANO = primato della volontà sull’intelletto.
Il logos viene penetrato dalla volontà di Dio come? Agostino porta LE CATEGORIE GENERALI E
ASTRATTE DELLE COSE – LE IDEE PLATONICHE – nella mente di Dio (Il giusto ideale, il bello ideale,
l’universale, cioè le idee platoniche).
Intelletto e volontà
Ogni atto di volontà = atto razionale. La volontà della legge= volontà razionale.
Già Dionigi di Aeropagito aveva dato l’idea ad Agostino e aveva detto POICHE’ la volontà di dio è sicuramente
boulomai, (un volere libero) l’atto di volontà di dio è un atto libero. LE IDEE PLATONICHE POSSONO ESSERE
INTESE COME ESPRESSIONI DELLA VOLONTÀ DI DIO, perché dio si esprime con le idee.
Le cose sono singolarmente in quanto sono universalmente.
Agostino porta a compimento questa costruzione della volontà divina del cristianesimo cioè del dio ebraico
diverso dagli dèi occidentali, infatti è un dio unico. Le religioni monoteiste non credono che ci sia una divinità
per ogni caratteristica (bellezza, caccia ecc.), ma credono in un dio con una sola volontà. Welzel “il
cristianesimo è la vera rivoluzione copernicana” perché cambia la prospettiva delle cose [infatti si passa
dall’oggettività alla soggettività del dio come soggetto unico della storia. È un dio diverso dal demiurgo
platonico o dal dio aristotelico che non avevano creato il mondo dal nulla a differenza di quello cristiano] 4
Non c’è uno scontro tra volontà (come nella guerra di Troia). La volontà è UNITARIA, MA NON PRIVA DI
RAGIONE.
Un intellettuale greco come Agostino, non può pensare che questa volontà sia naturale, si caratterizza per
idee razionali. Le idee platoniche e i concetti universali delle cose sono nello spirito di dio. Con la sua
attenzione culturale riesce a recuperare l’intellettualismo greco nella sua visione monoteista, mettendo gli
universali nella mente di dio, e più precisamente all’interno dell’intelletto di dio come volontà.
Queste idee platoniche vengono spostate nella mente di dio e ne diventano momenti compositivi.
IDEE OGGETTIVE IDEE DELLA SOGGETTIVITÀ DI DIO.
Queste idee sono:
- ETERNE
- IMMUTABILI
La volontà di dio fa coincidere teoria e pratica (filosofia teoretica e filosofia pratica).
L’intelletto di dio è una volontà collegata all’ordine universale delle cose (etelein), è una volontà che vuole
realizzare delle cose come la creazione. Tutte le cose vengono da dio e l’esistenza di queste viene da dio
perché dio le conosce. Dio conosce il mondo e lo crea, infatti tutti i concetti universali sono nella mente di
dio. la conoscenza di Dio non dipende dall’esistenza delle cose ma l’esistenza delle cose dipende dalla
conoscenza di Dio.
Le idee platoniche, gli universali delle cose sono pensieri di dio. Dio ha questa conoscenza universale, dio fa
la giustizia perché conosce la giustizia, il valore etico è solo nella volontà; quindi, l’uomo può fare il male
perché lo vuole, si tratta in caso, DI ATTI DI VOLONTÀ RESPONSABILI SOLO SE L’UOMO LI RICONOSCE. La
coscienza permette la sanzione.
GLI ACCADIMENTI UMANI non sono cattivi perché vietati dalla legge (Positivismo) ma sono VIETATI DALLA
LEGGE PERCHÈ CATTIVI.
Il valore etico prevale sulla previsione di legge e la legge positiva va sempre confrontata con la lex aeterna.
AGOSTINO trova il modo di considerare la sanzionabilità del comportamento umano.
Quindi l’uomo è libero di fare il male perché conosce il male e i pensieri della mente di dio, conosce il bene
universale e il male universale. Qui sorge la questione del rapporto tra legge giusta e ingiusta:
- La legge è giusta se corrisponde alle idee platoniche nella mente di dio. Uno stato è giusto quando
corrisponde alla SOCIETA’ DI DIO, perché l’uomo è un vas damnationis = quando l’uomo prende le
distanze da dio, non compie il male, quando invece non si allontana da dio non compie MAI il male.
La legge umana non può essere giusta. Una legge umana che non corrisponde alla volontà di dio,
non è considerata obbligatoria.
La legge umana da sola non è in grado di determinare giustizia/ingiustizia vengono determinate
in quanto corrispondenti a quelle divine.
La legge umana può essere giusta? Solo se coincide con la legge divina.
(La lex eterna e la lex divina coincidono in Agostino, in Tommaso no). Coincidono in Agostino perché le idee
platoniche sono lo spirito di dio. L’uomo giusto che segue la legge di dio non ha bisogno di una legge positiva.
TRINOMIO DIO- MONDO- UOMO.
LA LEGGE POSITIVA è una legge che di per sé non è giusta perché la giustizia è solo di dio. 5
noi non possiamo contestare una legge, possiamo dire solo che è stata correttamente emanata o non
correttamente emanata. In Agostino una legge può anche essere non eseguita. Questo significa che non c’è
una metrica oggettiva, c’è solo UN PUNTUALISMO ETICO: è cattivo perché vietato dalla legge.
Quindi c’è una netta distanza tra il giuspositivismo logico, perché soltanto la volontà è il discrimine
dell’ingiustizia: la volontà di dio punisce.
Quindi vi è un valore etico morale, metafisico religioso che prevale su quello giuridico. L’idea del DIRITTO
NATURALE contiene in sé una molteplicità di normative (giuridiche+metafisiche+naturali).
La volontà del legislatore è messa in discussione: la contrarietà al volere di dio determina la sanzionabilità.
Quindi un fatto è sanzionato perché contro la volontà di dio non perché contro la legge.
IL VOLONTARISMO CRISTIANO DI AGOSTINO mette in contraddizione la legge umana.
Per Agostino “l’uomo è un vaso di idee negative (vas damnationem) e Dio è un vaso di idee positive” l’uomo
è volto per sua natura al male e al peccato e può redimersi solo con la grazia divina. Le idee negative possono
diventare positive solo se vanno a coincidere con l’idea di Dio.
L’uomo ha il potere di dissentire dalla legge, può non adempiere; quindi, la questione è di preferenza della
legge metafisica rispetto a quella umana. La lex divina è l’unica morale valida.
Solo la coincidenza tra giustizia terrena e giustizia divina può garantire la partecipazione dell’uomo
all’universale.
Il giudice umano non deve scegliere quale legge umana applicare o scegliere tra legge umana e legge divina,
deve scegliere la legge umana se coincide con la legge divina o quella divina se quella umana non basta.
QUINDI giusvolontarismo cristiano
La volontà di Dio è una volontà che coincide con
l’ordine razionale e universale delle cose.
Grazie ad agostino che ha portato le
idee platoniche dentro la mente di Dio.
“non c’è nessuna differenza tra società
politica/ stato e un’associazione a
delinquere se priviamo la società
politica del concetto di bene comune”
L’aspetto organizzativo di per sé non
può garantire la giustizia. Lo STATO
tende al BENE COMUNE. 6
SAN TOMMASO (1225-1274)
Qualche secolo dopo (otto secoli dopo) Tommaso cambia la prospettiva della visione di Agostino. (Agostino
seguiva il platonismo e Plotino
Scrive le Enneadi (Plotino) in cui discute i temi platonici nella prospettiva di dio che è cristiano, che è ciò da
cui derivano tutte le cose (la bontà di dio fa il mondo).
Siamo nel pieno medioevo. Periodo in cui alle leggi dell’Impero Romano si sono affiancate le leggi barbariche.
Tommaso torna all’intellettualismo greco SEGUENDO ARISTOTELE, il dio di Aristotele è un motore immobile
(non un demiurgo come in Platone) perché è un dio razionale che non muove le cose solo per la sua
determinazione volitiva ma per coincidenza tra potentia asbsoluta e potentia ordinaria. Tommaso si pone
nelle correnti di pensiero idealistiche e non realistiche, quelle in cui prevale la ragione sulla volontà.
Sebbene seguace di Aristotele, anche lui utilizza le idee platoniche e i concetti universali ed astratti che
diventano i protagonisti della vita medievale; essi sono da porre nella mente di Dio intesa come RAGIONE.
Secondo Tommaso la volontà è un’ingiustizia. Se si agisce secondo volontà si agisce contro l’ordine razionale
delle cose. Per Tommaso LEX UMANA, DIVINA, NATURALIS ED ETERNA COINCIDONO e sono in continuo
collegamento. La legge eterna è il governo divino del mondo: il trinomio dio-mondo-uomo è concentrato sulla
RAGIONE UNIVERSALE.
C’è un ordine divino della creazione: ogni creatura è permeata dell’ordine. “tutto nell’universo è ordinato”
La lex eterna non è né la metafisica, né la morale, né la natura e nemmeno la legge del legislatore, è un avere
dentro di sé una partecipazione alla creazione SINDERESI cioè tutto è tenuto insieme. È una giustizia
universale che il diritto deve garantire al di là dell’uomo e di dio.
LEX AETERNA= PARTECIPAZIONE DELL’UOMO AL MONDO. È UNA LEGGE ORIENTATIVA (LEX INDICANS).
[le creature irragionevoli partecipano solo del principio del movimento mentre gli uomini anche con la ragione]
L’uomo in sé ha già i valori universali. Un uomo si rende conto se una scelta sia giusta o meno a prescindere
dalla legge.
Grazie alla sinderesi
- possiamo conoscere i principi generali superiori.
- Possiamo cogliere la giustizia.
Si articola in due momenti:
1. Conclusio = portare il particolare nell’universale deduzione
2. Determinatio = portare l’universale nel particolare determinazione
[Lex naturalis diventa la specifica partecipazione intellettuale della creatura dotata di ragione alla legge del mondo.
Non è nell’uomo (come nel giusvolontarismo) ma è parte della lex aeterna.
È legge valida per la creatura razionale.
È LEGGE IN SENSO STRETTO CIOÈ NORMA DELLA RAGIONE.
Lex aeterna invece è legge in senso estensivo.]
Non vuole cambiare le cose, cambiare le cose significa renderle ingiuste. 7
Il rapporto tra legge umana, eterna, di natura e umana è data dal fatto che POICHE’ LA LEGGE UMANA È
COSTRUITA SU QUELLA DI NATURA OBBLIGA IN COSCIENZA RISPETTO A QUELLA UNIVERSALE. La coscienza
individuale deriva dalla coscienza universale.
TEORIA DELL’ERRORE SCUSABILE COSCIENZA non è sufficiente che, perché un soggetto sia
punibile, che egli abbia commesso il fatto perché potrebbe anche averlo commesso senza coscienza. (es. il
minore che ha compiuto un fatto criminoso ma non è in grado di comprenderne la gravità). Una violazione
all’ordine universale realizzata senza la partecipazione all’ordine è una violazione non punibile.
l’uomo è cosciente perché partecipa alla coscienza universale attraverso la natura. LA LEGGE NATURALE
COLLEGA LA LEGGE UMANA CON QUELLA ETERNA.
Il buono determina ciò che è conforme a natura e ciò che è conforme a natura impone in un modo o nell’altro
le azioni concrete umane.
Occorre che nel momento in cui si viola l’ordine si sia coscienti. Solo in questo caso vi deve essere una
restaurazione all’ordine = si deve riportare il soggetto nella sua sinderesi.
L’uomo ha due nature:
1. Razionale
2. Sensibile peccato e vizio per questo se non tutte le inclinazioni naturali sono conformi a natura
ma solo quelle buone il concetto di natura non può fornire il criterio per il bene e per questo è il
contrario ovvero che il buono determina il conforme a natura.
La volontà di dio sembra NON contrastare la legge eterna perché anche Dio appartiene a quest’ordine
razionale, per questo non c’è UN PUNTUALISMO ETICO, ma vi è un’etica universale.
La ragione universale è il bene e tutto giace alla ragione universale.
LA LIBERTÀ DI AGIRE ha radice nella ragione perché LA RAGIONE È LA PARTE PIÙ ALTA DELL’INTELLETTO.
L’intelletto di dio non è volontà, non è lo spirito di Agostino, è la ragione.
Quindi, per collegarci ad Aristotele, se la ragione è massima espressione dell’intelletto di dio le idee
platoniche (concetti che fanno parte della lex eterna) sono nella RAGIONE. Le idee platoniche sono nello
spirito come ragione per cui dire: “fai il bene e evita il male” significa “agisci razionalmente” = chi agisce bene
agisce già razionalmente perché il bene e la ragione coincidono, perché la ragione di tutto il mondo è il bene.
L’atto contrario al bene è irrazionale.
Ogni azione umana si compie in vista di un fine che porta al BENE: suprema legge: “fai il bene ed evita il male”
Si contravviene alla legge quando si contravviene alla ragione.
Il problema non è se la legge è giusta o ingiusta in rapporto alla volontà di dio, ma se la legge è giusta o
ingiusta in rapporto alla ragione di dio e all’ordine universale.
Anche per lo ius naturalis vale ciò, perché la lex naturalis corrisponde al bene della lex eterna. Tutto ciò che
si considera buono è assunto come naturale.
LO STATO UMANO non è CATTIVO, come in Agostino se non corrisponde a dio, ma è cattivo quando NON
CORRISPONDE AL BENE OGGETTIVO UNIVERSALE. Questo concetto riflette un distacco del concetto di bene
universale, ma che non il bene di dio.
Se il bene è in dio allora lo stato che non segue dio è ingiusto, se il bene è fuori da dio, lo stato non è
ingiusto se non segue dio. Vi è un’oggettività a cui anche dio appartiene. 8
C’è una potentia assoluta che non contrasta con la potentia ordinata (il riferimento dello stato umano non
è più la potentia ordinata, ma quella umana).
Se uno stato non è cristiano (in Agostino sarebbe stato illecito uno stato del genere) è uno stato laico che
compie tutto secondo l’ordine naturale delle cose. Questo stato è valido per Tommaso, ma per Agostino no.
INFATTI, rispetto al puntualismo etico di Agostino in cui se non fai quello che dice dio sei punito, il bene ha
una valenza oggettiva quindi, SE NON FAI QUELLO CHE DICE IL BENE SEI PUNITO.
La lex naturalis e lex eterna coincidono con il motore immobile con l’ordine razionale della coscienza. quindi
non è il bene e il male che si considerano conformi a natura, ma ciò che è conforme a natura è un
comportamento buono = UN’OGGETTIVITÀ ETICA.
In Tommaso esiste la morale universale, in Agostino non esiste ma esiste solo quella di dio.
Se la morale universale contrasta con quella di dio? Duns Scoto dirà che Dio non può contraddire sé stesso.
In Tommaso la morale universale prende distanza dalla morale di dio. (un gentile non può essere punito se
mangia carne di sabato perché non è cosciente di infrangere una legge, sta facendo qualcosa di
soggettivamente ingiusto, perché sta violando da non ebreo una legge ebraica) = problema dell’imputazione,
si è colpevoli ma non imputati.
Quindi il diritto non è giusto perché dio lo ha posto, ma è giusto perché razionalmente è stato posto tale da
dio, vi è una giustizia oggettiva del diritto, non è più una giustizia soggettiva della volontà di dio.
Dio lo può negare questo ordine giusto? NO, perché sarebbe contraria alla sua razionalità.
La giustizia universale è diversa da quella reale che coincide con la volontà di dio = è un concetto di
oggettività del bene, che è diversa dalla soggettività del bene.
Vi è una possibilità di contravvenire alla morale, senza contravvenire a dio perché a legge è la giustizia, non
perché è stata emanata da dio.
La legge di Agostino è voluta dal legislatore divino e non può essere violata perché voluta da dio. Non vale
questo concetto per la legge di Tommaso che è giusta universalmente. La legge come valore etico si stacca
dal suo autore.
QUESTO RIFLETTO ANCHE IL PASSAGGIO TRA POSITIVISMO CLASSICO E POSITIVISMO LOGICO.
L’idealismo e la razionalità etica rispetto alla volontà etica. Posso andare contro una volontà ma non contro
qualcosa di oggettivamente giusto perché andrebbe contro un ordine razionale
uccidere:
- in Agostino è vietato perché è dio che lo vieta nei dieci comandamenti
- in Tommaso è vietato perché è irrazionale uccidere rispetto alla lex eterna, naturalis, umana e divina
una legge contro la vita:
- sarebbe giusta, se validamente emanata per HOBBES E AGOSTINO, per il GIUSNATURALISMO MODERNO.
- Per TOMMASO sarebbe ingiusta .
Idealismo giuridico = pone al centro una questione etica al di sopra di ogni diritto (es, etica dei diritti umani )
Realismo giuridico = prevale la volontà del legislatore
secondo il puntualismo etico tali diritti possono essere violati (la legge dello stato è valida sempre), secondo
il positivismo etico è inaccettabile (siamo nati per conservare la specie). 9
Concetto di lex aeterna: energia che pervade la triade dio mondo uomo etica universale che appartiene
al mondo.
I valori bene e male non vengono determinati con un atto di volontà di dio ma sono tutti nell’ordine
naturale delle cose. Ogni creatura partecipa alla lex aeterna.
Come si pone dio rispetto alla legge eterna? Può volere in maniera separata da essa o vi partecipa
anch’egli?
Tommaso non supera, come farà duns scoto, il problema dell’essere di Dio con la legge di non
contraddizione ma ritiene che Dio non possa andare a contrastare la legge eterna. C’è un’oggettività dei
valori e della giustizia universale.
la legge eterna è una similitudine di dio. Così come similitudine della legge naturale che non contrasta con
la legge eterna perché sono collegate ad essa per relationem.
o Duns Scoto Dio non potrà contravvenire alla legge eterna perché dio è potentia absoluta e non
può contrastare con sé stesso, è amor dei
o Tommaso collegamento per relationem perché tutto è collegato al mondo. Quindi la legge
umana ha forza di legge perché si relaziona alla legge eterna.
Quest’oggettività rileva anche nel giudizio perché il giudice potrà non applicare la norma che contrasta con
l’ordine universale.
ERRORE SCUSABILE: mancata partecipazione alla relazione universale.
- L’incapace che compie un atto non vietato dalla legge non è punibile perché se lo punissi andrei
contro la ragione che non ammette un soggetto che non sapeva quello che faceva.
- Fa nascere il concetto di punibilità.
È il buono che determina ciò che è conforme a natura. Quindi la lex naturalis non è una legge che si
distingue dalla lex eterna perché la natura non può che coincidere con la bontà e la ragione. Non è possibile
una legge naturale che non coincida con la ragione.
Questo però PURCHÈ si conosca il bene.
Dio ha il bene nella sua ragione, perciò, compie azioni solo buone perché è irragionevole che compia cose
ingiuste. Dio si auto conosce. Ecco perché l’autocoscienza è dell’uomo che vive in perfetta sinergia con
l’ordine universale. Se non conosce il bene:
a. agisce contro il bene e lo sa va punito
b. se non lo sa non va punito.
Tommaso d’Aquino in qualche modo è d’ispirazione alla guerra santa può esserci la guerra giusta (le
crociate per liberare il santo sepolcro) [lui è nel periodo preciso di queste conquiste.] Esiste la guerra giusta
perché l’ordine universale va ripristinato e se serve una guerra per fare ciò che guerra sia. Può essere
giustificabile persino la guerra.
Oggettività che va al di là dei soggetti.
La razionalità universale non l’ha posta dio perché anche dio la conosce avendola dentro di sé.