I principali temi affrontati sono l'economia vitivinicola e l'economia basata sul porto e quindi sull'attività via mare.
Si parla ad esempio dell'importanza della Scuola Nautica di Taranto, l'importanza del carbone nei porti salentine e le prime società di navigazione
Aspetti dell'economia di Terra d'Otranto tra 1861 e 1914
di Marco D'andrea
In questi appunti si riassume il libro 'Tra terra e mare. Aspetti dell'economia di
Terra d'Otranto (1861-1914)' di Mastrolia.<br />
I principali temi affrontati sono l'economia vitivinicola e l'economia basata sul
porto e quindi sull'attività via mare.<br />
Si parla ad esempio dell'importanza della Scuola Nautica di Taranto,
l'importanza del carbone nei porti salentine e le prime società di navigazione
Università: Università degli Studi del Salento
Facoltà: Economia
Corso: Economia e Finanza
Esame: Storia Economica
Docente: F. Mastrolia
Titolo del libro: Tra terra e mare. Aspetti dell'economia di Terra
d'Otranto (1861-1914)
Autore del libro: F. Mastrolia
Anno pubblicazione: 20101. Caratteristiche della Terra d'Otranto
Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone, divise il Regno di Napoli in 15 Province, tra cui Terra
d’Otranto, che si articola in 4 distretti: Taranto, Brindisi, Gallipoli e Lecce.
La popolazione iniziò ad aumentare, ma la superficie abitata era poca, quindi era necessario ESEGUIRE
delle bonifiche, che vennero effettuate in seguito dallo Stato, a Brindisi.
Una volta bonificate le terre, le più importanti erano quelle con le coltivazioni di olive, olio e uva,
quest’ultima subì una crisi di esportazione per via della chiusura dei trattati con la Francia e per
l’esportazione dei parassiti. Per quanto riguarda l’olio, il porto più importante era quello di Gallipoli, dal
quale veniva esportato ovunque.
Mentre per quanto riguarda il vino, a Gallipoli si produceva vino da taglio, nel circondariato di Brindisi vino
raffinato, e a Taranto la produzione veniva suddivisa in:
- Vini da taglio
- Primitivo di gioia (Martina Franca)
Si ebbero difficoltà economiche dal punto di vista della conservazione della merce, di dazi doganali ed altre
tariffe, soprattutto per quanto riguarda il trasporto della merce che provocava gravi danni al momento della
consegna. Grande importanza ebbe nell’800 la cerealicoltura (grano, orzo, avena, mais). Queste attività
subirono una crisi dovuta ai prodotti americani, importati ad un prezzo più basso, tanto da portare alla
coltivazione di nuovi prodotti come il tabacco e il gelso (importante ----- per il frutto da baco da seta).
Un altro frutto molto coltivato era il fico, per cui era facile reperire manodopera. Altre coltivazioni furono la
catalogna e la patata:
- yuly, diversa da quella di Avezzano che era la più diffusa nel Salento
- primitiva
- patata zuccherina
- trombetta detta “cocomazzo”
Altre colture erano quelle del lino della seta, usate per la tessicoltura.
Le principali industrie erano riferite all’agricoltura, ed erano piccole industrie comunemente dette opifici.
Collegati alla coltura del vino e dell’olivo erano le industrie delle botti, (molto famose quelle gallipoline).
Ma anche fabbriche di distillazione di vino o vinaccio. Ci furono delle opere di bonifiche per migliorare il
territorio, queste opere erano molto costose, per questo lo Stato decise di non intervenire. Le poche opere di
bonifica in terra d’Otranto, si devono ai privati (Libertini).
Lecce era una città importante perché era la capitale della provincia.
Taranto, invece era una città secondaria diventata importante grazie all’arsenale ----- marittimo.
Brindisi, con l’apertura del canale di Suez e il passaggio della valigia delle Indie, aumentò la sua
importanza.
Gallipoli aveva il centro dell’esportazione dell’olio.
Marco D'andrea Sezione Appunti
Aspetti dell'economia di Terra d'Otranto tra 1861 e 1914 2. Viticoltura ed enti vinicoli nella Terra d'Otranto
Abbiamo detto che il territorio di Otranto garantiva nell’800 la coltivazione di viti e ulivi. Nella zona di
lecce, vi erano 3 zone:
- In una era difficile produrre per via del terreno argilloso e calcareo
- In un’altra si ebbe l’incremento del vino che superò sia quello dell’olio che dei cereali
- In un’altra ancora vi erano molti vini ricercati e differenziati
Mentre a Gallipoli c’erano invece: vini robusti alcolici, ed era prodotto il “vino del capo”.
Iniziarono ad esserci dei problemi quando si produssero dei parassiti: “zigena della vita”, “erniosi” che
erano parassiti animali che attaccavano le foglie, in particolare c’era il malbianco che poteva essere ucciso
con la solforazione, la fillossera (il parassita più importante) che comparve in Francia con un’importazione
americana, dannoso tanto da far costituire a Lecce un consorzio anti-fillosserico.
Per quanto riguarda l’aumento della produzione di vino, si ebbero problemi per lo sbarco commerciale, data
per la chiusura del trattato Francese, tanto da far vedere vino pregiato come vino cattivo. Un altro problema
relativo all’esportazione fu la politica protezionista dello Stato, successivamente interrotta con l’apertura di
un nuovo trattato con la Francia.
Il vino della Terra d’Otranto aveva problemi relativi alla sua produzione, con tecniche obsolete e molto
lente. Infatti erano ancora utilizzati i palamenti (usati anche oggi) e la classica pigiatura. Questo problemi si
riscontrarono anche a Parigi dove si evidenziò ancor di più la nostra lacuna, all’esposizione internazionale di
Parigi nel ‘900, dove furono presentati 12 vini, e per colpa di bottiglie non adatte, etichette sbagliate, e
troppo fermentate; furono ammesse solo 5 tipologie di vino al concorso.
Nel 1883, il consorzio agrario di lecce, istituì un laboratorio di assaggio dei vini che inoltre consigliava
nuove tecniche di produzione e di conservazione e un museo che aveva lo scopo di promuovere le tecniche
di coltura.
Marco D'andrea Sezione Appunti
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