APPROFONDIMENTI
Radicalismo islamico. Un breve contributo
La nascita del radicalismo islamico è da attribuirsi principalmente alla necessità di ritrovare uno “spirito” di unità, non solo nazionale, ma anche sociale, culturale e religiosa soprattutto a seguito dell’indipendenza raggiunta, solo a metà del ventesimo secolo, dal colonialismo e dalla costituzione dei protettorati europei in diverse aree della dar al-islam. I movimenti fondamentalisi e radicali hanno trovato fervore in Egitto con la nascita dei “fratelli musulmani” per poi dilagare nel resto dei paesi islamici con altre alleanze e movimenti intenti a ricercare una nuova identità islamica e ad imporsi come unica alternativa capace di contrastare la “corruzione” ed i disagi importati dalla civiltà occidentale.
Sebbene il radicalismo -ovvero il ritorno alle origini, ai genuini fondamenti dell’Islam- sia alla base di queste organizzazioni, tutto ciò che da esse è portato avanti in nome di Allah non si configura prettamente come vero principio della fede islamica. Il jihad, ad esempio, originariamente inteso come “pacifico” sforzo persuasore e di conversione all’Islam, si è trasformato in spunto di strumentalizzazione politica tale da determinare il condizionamento del significato che il vero islam rappresenta.
L’Islam che vede l’Occidente come nemico sul quale usare la “guerra santa” aumenta, infatti, la sua coesione ed amplifica, parallelamente, il timore di tutto il mondo non islamico già di per sé circondato dalla non conoscenza degli intrinseci valori fra oriente ed occidente e palesemente preoccupato per l’instabilità politico-economica mondiale. Tale situazione ha purtroppo trovato, soprattutto a partire dal terribile evento dell’11 settembre 2001 e dalle occupazioni dei territori afgani ed irakeni, la massima risposta nel terrorismo islamico e nella prevenzione di esso.
Da parte occidentale, infatti, l’unica risposta a tale estremismo è rappresentata dall’urgenza di mantenere una sicurezza internazionale; necessità che nasconde, in realtà, una impellente volontà di esportazione del proprio concetto di democrazia, ma soprattutto, di controllo di particolari aree strategiche.