APPROFONDIMENTI
La crisi economica: rischi o opportunità per il sistema energetico?
Fin dai primordi della civiltà il progresso umano è andato di pari passo con la scoperta e lo sfruttamento di nuove fonti energetiche. L’uomo è riuscito non solo a migliorare costantemente la propria qualità di vita grazie a questa crescente disponibilità di energia primaria (prima il fuoco, e poi l’agricoltura, l’animale, il carbone, il petrolio, il gas, l’acqua, ecc), ma anche a creare le condizioni per dominare tutti gli altri animali, la natura e gli stessi uomini.
Questo modello di sviluppo sempre più intensivo, ad alto consumo di materiali e d’energia, ha mostrato negli ultimi decenni tutti i suoi effetti collaterali.
Attualmente il 20% della popolazione mondiale utilizza più dell’85% delle risorse naturali disponibili, mentre un altro 20% rimane in condizioni di assoluta povertà (senza alcun accesso ad esse). Inoltre, il 90% di questa energia viene prodotta bruciando combustibili fossili, quali petrolio, carbone e gas. Considerando che la domanda globale di energia sta aumentando ad un ritmo di circa il 2% l’anno e che queste risorse non sono infinite, si pone il serio problema di far fronte ad una loro prevedibile indisponibilità anche per quella parte della popolazione mondiale che tuttora gode il privilegio di disporne in eccesso.
La società globale appare costretta ad affrontare una doppia minaccia costituita dall'assenza di un'offerta sicura ed adeguata di energia a basso costo e dai gravi danni causati all'ambiente dall'attuale sistema energetico, basato sui combustibili fossili. Con forza crescente, sicurezza energetica e questione ambientale si impongono quali aspetti centrali e intercorrelati della questione energetica del Terzo Millennio. Nonostante ciò, la decadenza di un sistema può portare in grembo i germogli di un'epoca nuova e la crisi può coincidere con un'inedita opportunità.
Se il Novecento si è aperto all'insegna del crescente sfruttamento del petrolio, oggi, sul nascere del XXI secolo, è possibile assistere alla progressiva affermazione delle fonti rinnovabili di energia quale futura base di un nuovo sistema energetico più sicuro, più pulito e più democratico.
Infatti le fonti rinnovabili possiedono tre caratteristiche fondamentali, che rendono auspicabile un loro maggiore impiego per far fronte ai problemi globali sopraindicati: la prima consiste nel fatto che esse rinnovano la loro disponibilità in tempi brevi; la seconda è che il loro utilizzo produce un inquinamento ambientale del tutto trascurabile; la terza è che queste fonti si trovano distribuite ovunque nel nostro pianeta.
Molto opportunamente, quindi, singole nazioni, come pure gli organismi internazionali, si sono mossi negli ultimi anni verso l’uso più esteso ed intenso delle fonti rinnovabili di energia, che sono in grado di garantire un impatto ambientale più contenuto di quello prodotto dalle fonti fossili e allo stesso tempo di ridurre l'enorme dipendenza dalle stesse. In realtà, il bisogno di trovare fonti di energia alternative ai combustibili fossili appare già in seguito alla crisi economica del 1973, quando i paesi arabi produttori di petrolio aumentarono improvvisamente il suo prezzo; di conseguenza aumentò il prezzo della benzina, del riscaldamento e dell’energia elettrica. Contemporaneamente nel mondo della ricerca cresceva la consapevolezza dell’esauribilità dei combustibili fossili. Fu allora che per la prima volta si diffusero i termini di risorse alternative e rinnovabili: alternative rispetto all’idea che l’energia potesse prodursi solo facendo bruciare qualcosa, rinnovabili nel senso che, almeno virtualmente, non si potessero mai esaurire.
In un momento successivo però, i prezzi del petrolio scesero nuovamente, la crisi finì ed il mondo continuò a sfruttare i combustibili fossili come se questi fossero largamente disponibili ed a prezzi accessibili ancora per molto tempo. Se nel 1973 fu l'aumento del prezzo del petrolio a provocare la crisi economica mondiale, oggi assistiamo alla situazione inversa: è a causa della crisi economica globale che i prezzi sono scesi e ancora rimangono relativamente contenuti. Non possiamo però più commettere gli stessi errori del passato e continuare ad ignorare il potenziale che le fonti rinnovabili rappresentano per il nostro sistema energetico.
L’energia solare è la sorgente primaria da cui hanno origine quasi tutte le fonti energetiche, sia convenzionali che rinnovabili. La quantità di energia potenzialmente disponibile che deriva dalla radiazione solare è sorprendente.
Alcuni studi affermano che il sole effonde in quaranta minuti tanta energia sulla terra quanta l’intera umanità ne consuma in un anno. Ovviamente gran parte di questa energia non è utilizzabile ma non ci dovremmo dimenticare che meno di cent’anni fa la sola idea di catturare energia dal sole veniva considerata una assoluta follia punibile con il manicomio.
Esistono già progetti molto promettenti che, se implementati, possono davvero rivoluzionare il modo in cui produciamo e consumiamo l’energia. Uno di questi, denominato DESERTEC, ha fatto grandi passi in avanti quando, lo scorso 13 luglio, un gruppo di dodici grosse istituzioni ed imprese (tra cui Siemens e Deutsche Bank) hanno firmato un memorandum d’intesa per la concretizzazione di questo monumentale progetto.
DESERTEC ha la finalità di assicurare all’Europa e ai paesi che si affacciano sul mediterraneo, rapidamente e a buon mercato, energia pulita mediante la cooperazione dei paesi dell’ EUMENA (Europa – Medio Oriente – Nord Africa) realizzando impianti solari siti nelle aree desertiche del Nord-Africa. Il progetto punta principalmente sul solare termodinamico, tecnologia in grado di produrre elettricità per le reti europee con l’ausilio di efficienti linee di trasmissioni ad alta tensione, ma questo non vuol dire che la rete non includa, in base ai migliori siti di produzione, anche il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico, il geotermico e l’energia da biomassa. Questo progetto permetterebbe all’Europa di ridurre drasticamente la sua dipendenza energetica dall’esterno, tagliare enormemente le sue emissioni globali di anidride carbonica nonché di fungere da esempio per tutto il mondo e prendere la leadership mondiale nella corsa delle nuove energie.
Le sfide sono colossali, ma la questione di uno sviluppo energetico più sostenibile ed equilibrato non è più rinviabile. I governi e i cittadini devono saper cogliere il momento avvalendosi della crisi per mettere in pratica cambiamenti e trarne dei benefici piuttosto che subirne unicamente le conseguenze.