APPROFONDIMENTI
Internet oggi: pregi e difetti
Da quando il "fenomeno internet" ha preso piede in Italia è sempre stato associato a pornografia, pedofilia, virus e affini e ultimamente anche al furto di dati sensibili, carte di credito e terrorismo. Non che non siano state lodate le sue eccellenti qualità multimediali e interattive, ineguagliabili per il momento da qualsiasi altro mass-media, ma forse si è un po’ esagerato sui lati negativi della rete che non sono nient'altro che lo specchio della nostra società.
Parliamo infatti di un mezzo tecnologico che come i suoi predecessori non fa altro che trasferire su un nuovo standard quelle che sono le prerogative umane da millenni e che nel tempo pare peggiorino sempre più. Ciò che è sbagliato come spesso accade non è il mezzo, ma l’utilizzo che se ne fa. Tutto questo ha portato all’iniziale generalizzarsi di un'infondata paura da parte di utenti inesperti, che pur possedendo un computer non hanno voluto il collegamento ad internet per paura di trovarsi un virus in casa, il conto corrente svuotato e il figlio rapito da un pedofilo. Purtroppo di disinformazione al riguardo ne è stata fatta molta e non è stato da subito facile superare uno scoglio mentale talmente sviluppato.
Ma è stata solo ignoranza? Non conoscenza del mezzo? Oppure si è cercato di screditarlo in ogni modo, creando il panico fra gli utenti, perchè capite le grosse potenzialità che Internet offriva hanno fatto paura a qualcuno? Allora la domanda viene spontanea, a chi fa veramente paura internet? Al povero utente? Oppure a qualcuno che ha paura di perdere profitti e potere?
Andiamo allora ad analizzare chi potrebbe perderci qualcosa dalla rete:
- I giornalisti vedono il loro ruolo messo in discussione non solo da tutti gli utenti web che a loro volta diventano "divulgatori di notizie", tramite i loro siti, forum, blog e quindi concorrenti; ma anche dal fatto che ad una loro affermazione, incontrovertibile se viene emessa tramite giornali e/o telegiornali, diventa oggetto di discussione, di confronto, di verifica, di giudizio e può essere screditata da chiunque;
- Le case discografiche, gli editori, la Siae sono continuamente messi in difficoltà dalla condivisione di dati che viene fatta on-line, tramite sistemi "peer to peer" di canzoni, dischi, films, e libri, oramai divenuta prassi;
- Nel commercio, tutti i negozi che offrono prodotti e/o servizi che non hanno bisogno di essere "provati" quindi con esclusione dell'abbigliamento e dell'alimentare, che senso ha tenere un negozio, pagare affitti, luce, commessi quando si può vendere su Internet offrendo servizi a valore aggiunto e senza far alzare dalla sedia il compratore;
- Inoltre i grandi produttori, non avrebbero neanche il bisogno di crearsi reti di vendita, con conseguente beneficio per i consumatori che non vedrebbero i loro prezzi lievitare.
- La televisione, non interattiva, perde ascolti a favore di Internet, a scapito degli introiti pubblicitari.
Insomma di "nemici", reali o potenziali Internet se ne è fatti abbastanza da mettere paura e convincere chi ne ha possibilità a fare di tutto per screditare una tecnologia che potrebbe essere la base comunicazionali della nuova società in cui ci accingiamo a vivere e convivere.
Ma non c’era il bisogno di tanto impegno, basta osservare come Internet si fa già del male da sé, e come in modo parallelo se non ancora più rapido della tv sta divenendo sempre più uno strumento abusato dagli scopi commerciali, dagli interessi economici, dalle pubblicità invadenti, e sempre più caratterizzata dal trash e dall’addio al buoncostume e alla decenza.
Le paure che aleggiavano sulla rete sono rapidamente scomparse facendo largo ad un eccesso di predisposizione che nel giro di pochi anni ha reso il web una piattaforma dai contenuti sempre più complessi e dal più scarso valore, e a cui l’utente si è dovuto inginocchiare di fronte all’imposizione dei nuovi canali comunicativi (da Youtube a Facebook).
Probabilmente si è arrivati al punto in cui la cosa più saggia è spesso spegnere tv, pc e simili, per affidarsi alla riscoperta di quelle attività che per millenni hanno benevolmente guidato in maniera molto migliore le fasi di vita dell’umanità: dallo sport, alla buona lettura o magari alla riscoperta di una nuova socialità, che sempre più scompare assieme ai luoghi di incontro che ne sono stati parte e facendo giustamente gridare al rimpianto le voci malinconiche dei bei tempi andati.