Emorragia polmonare da sforzo nel cavallo sportivo con particolare riferimento all'effetto sulle performance atletiche
L’emorragia polmonare da sforzo è un problema riguardante soprattutto Purosangue, Trottatori e Quarter durante gare intense e di breve durata, ma sono coinvolte tutte le razze di cavalli in varie specialità sportive. Diversi fattori influenzano la prevalenza dell’EIPH: tipo di gara e distanza percorsa, età, sesso, fattori relativi alla corsa. Non è ancora certo se esista una correlazione tra emorragia polmonare e calo delle performance, soprattutto perché negli ultimi anni diversi autori hanno proposto l’ipotesi che l’EIPH sia una risposta fisiologica all’attività fisica di un certo grado, e che probabilmente tutti i cavalli impegnati in qualche tipo di sforzo intenso mostrino segni di emorragia polmonare. I rilievi clinici associati all’EIPH sono spesso vaghi e generalmente in rapporto più col successo dell’atleta che con specifici segni clinici. In passato, l’emorragia polmonare da sforzo veniva diagnosticata solo in presenza di epistassi. Oggi, invece, l’avvento dell’endoscopio flessibile ha permesso di rendere la diagnosi più sensibile ed accurata, identificando un numero elevato di animali positivi (50-70%) e rivelando che l’epistassi appare solo in una piccola percentuale di casi (< 10%). I risultati degli esami clinici ed ematologici non sono utili nell’identificazione di cavalli affetti da EIPH, fatta eccezione per la diminuzione nella conta piastrinica. La conta eritrocitaria nel BAL è un metodo abbastanza sensibile, ma forse poco specifica. La presenza di emosiderofagi, sebbene non specifica, è invece un metodo diagnostico accettabile per l’EIPH, in quanto direttamente correlata alla comparsa dell’emorragia polmonare. La scintigrafia individua approssimativamente il 95% dei cavalli con emorragia polmonare, rispetto al 10% della radiografia standard. Inoltre, la scintigrafia nucleare può individuare l’EIPH ad uno stadio più precoce, poiché scopre modificazioni funzionali, non strutturali, nel polmone. All’esame post-mortem dei polmoni, i rilievi più costanti consistono in focolai blu scuri, simmetrici, bilaterali nelle regioni dorsocaudali del lobi polmonari caudali. L’emorragia polmonare da sforzo può portare a bronchiolite, malattie infiammatorie croniche delle vie aeree di piccolo calibro e a proliferazione di vasi arteriosi bronchiali intorno alle vie aeree colpite. E’ stato proposto come metodo diagnostico anche la misurazione dell’assorbimento del monossido di carbonio, ma in realtà non è efficace nell’individuare il sangue introdotto per via broncoscopica nei polmoni dei cavalli. La diagnosi differenziale comprende la micosi tasca gutturale, l’ematoma etmoidale, la rinite e la rottura dei muscoli retti ventrali del capo. L’EIPH deriva dalla rottura dei capillari polmonari indeboliti da patologie infiammatorie, in associazione alle elevate pressioni sanguigne, capillari e transmurali che si creano durante l’esercizio fisico. Ulteriori meccanismi che sono stati proposti includono ostruzioni delle vie aeree superiori, coagulopatie, patologie delle vie aeree di piccolo calibro, ridistribuzione del flusso ematico durante lo sforzo, alterazioni della viscosità del sangue, e traumi meccanici causati dalle onde pressorie che si propagano attraverso il corpo e sono dovute alla percussione degli zoccoli sul terreno. La corrente di pensiero più recente è, però, l’EIPH possa costituire un’inevitabile conseguenza dell’esercizio fisico equino. Le linee guida per la prevenzione e il trattamento dell’emorragia polmonare da sforzo prevedono di ridurre l’esposizione a e/o la durata di qualsiasi patologia polmonare (con programmi di vaccinazione contro i patogeni noti del sistema respiratorio, riducendo l’esposizione ambientale ad agenti ipersensibilizzanti, utilizzando terapie con farmaci antinfiammatori steroidei); di correggere qualsiasi ostruzione delle vie aeree (come l’emiplagia laringea, la dislocazione del palato molle) e rimuovere ogni resistenza eccessiva al flusso aereo respiratorio (usando strisce nasali, farmaci anticolinergici, aerosol di vapore acqueo); di ridurre la pressione vascolare polmonare (riducendo il volume sanguigno con l’uso di diuretici –furosemide- o agenti farmacologici vasodilatatori –ossido nitrico-) e di agire sulla coagulabilità del sangue (con vitamina K, acido ossalico e malonico, estrogeni coniugati).
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Informazioni tesi
Autore: | Debora Ferrari |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Medicina Veterinaria |
Corso: | Medicina veterinaria |
Relatore: | Stefano Zanichelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 172 |
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