Dalla violenza sui minori alla violenza dei minori: il bullismo
Sempre più frequenti sono le notizie di cronaca che ci informano circa il dilagarsi incessante di episodi di "baby-criminlità". Episodi che spaziano dai giovani assassini dei propri genitori a violentatori adolescenti di bambine, da spietati "baby killers" a prevaricanti manifestazioni di bullismo. Ed è proprio quest’ultimo che invade la vita di numerosi adolescenti. Sebbene il termine non sia ancora stato inserito nel vocabolario di noi italiani, i suoi effetti possiamo già sentirli.
Il bullismo sembra trovare terreno fertile soprattutto nell’ambiente scolastico, luogo di abituale frequentazione da parte di giovani e giovanissimi, che spesso provano soddisfazione e compiacimento nel prevaricare i coetanei più deboli o indifesi usandogli prepotenze di ogni genere o sorta. La legislazione italiana sembra aver sentito solo ultimamente il forte disagio provocato da tale fenomeno e proprio in virtù degli ultimi episodi eclatanti che hanno scosso la pubblica opinione ci si sta muovendo in tal senso applicando per analogia la normativa in materia di mobbing. Recente è la direttiva ministeriale n. 16 del 5 febbraio 2007 del ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni che si traduce in una lotta per la prevenzione al bullismo dentro e fuori le mura scolastiche. Punto di forza dell’intero documento è rappresentato dalla valorizzazione del ruolo degli insegnanti, che insieme alla famiglia dovrebbero essere uno dei punti di riferimento più autorevoli a disposizione degli adolescenti.
Ma non solo. La direttiva si sforza di intervenire con particolari iniziative nel settore della comunicazione, atte a prevenire il disagio giovanile, coinvolgendo il Ministro dell’Interno e la Polizia Postale. Promuove l’istituzione di osservatori regionali permanenti per monitorare il fenomeno e crea un portale internet (www.smontailbullo.it) e un numero verde nazionale per aiutare i minori in difficoltà. E come se il bullismo non bastasse, una nuova minaccia mette a dura prova gli adolescenti, il "cyberbullismo" ovvero una vera e propria aggressione sociale on-line che si concretizza con l’invio di contenuti offensivi attraverso cellulari e internet.
L’attenzione viene catapultata sulle problematiche che colpiscono i minori, non più solo vittime di reati, ma anche scaltri fautori di questi ultimi. Vengono focalizzati maggiormente i complessi profili psicologici dei soggetti interessati, puntando all’individuazione dei possibili fattori di rischio che ne hanno determinato l’aspetto deviante.
Ma quale politica bisogna adottare per placare il divampare sregolato di questa pratica? La linea dura seguita dagli Stati Uniti e da alcune nazioni europee può essere una soluzione efficace al problema? Oppure è meglio puntare sulla mediazione?
Tra prospettive di riforma e misure alternative alla repressione, ecco un’analisi dell’insieme del bullismo dove la prevenzione della devianza scatenante il caso, sembra essere l’epilogo più felice.
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Informazioni tesi
Autore: | Carmela Prudente |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Marilena Colamussi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 207 |
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