7
recupero energetico degli scarti di lavorazione del legno, come ad esempio lo studio svolto
dall ENEA per il distretto del legno-arredo della provincia di Treviso.
Stanti queste premesse, emerge come, sia la problematica dello smaltimento dei rifiuti industriali,
sia i problemi energetici, siano di pertinenza propria di una facolt di Scienze Ambientali, quale
quella di Urbino, che Ł per di piø radicata all interno di tale realt industriale; con il presente lavoro
di tesi si vogliono affrontare tali problematiche con il conseguimento dei seguenti obbiettivi:
• analisi delle dimensioni del settore industriale del legno e del mobile nella provincia di
Pesaro e Urbino e tentativo di valutazione oggettiva e attendibile di stima della produzione
dei rifiuti, del medesimo settore, che possono essere trattati;
• affrontando la problematica della termovalorizzazione dei rifiuti, in particolare di origine
industriale, si Ł ritenuto opportuno fornire un inquadramento dell evoluzione normativa
Italiana ed Europea connessa agli impianti, alle emissioni nonchØ al mercato elettrico;
• analisi ed individuazioni delle migliori tecnologie disponibili per un impianto di
termovalorizzazione, in particolare le tipologie di forno, le tecnologie per il recupero
energetico e le varie componenti della sezione di abbattimento fumi;
• analisi delle caratteristiche chimico - fisiche del rifiuto, in particolare quelle in relazione con
i parametri di combustione, valutazione quali quantitativa delle emissioni, di alcuni
composti, che dovranno essere trattate;
• prima stima delle possibilit di recupero termico ed elett rico dai rifiuti dell industria del
legno e del mobile e possibili utilizzi di tali forme di energia;
• valutazione delle possibili emissioni in atmosfera, in seguito al recupero energetico da scarti
legnosi, di biossido di carbonio e biossido di zolfo e confronto con le emissioni da
combustibili fossili.
Il lavoro di tesi Ł stato organicamente suddiviso in quattro parti:
• PARTE PRIMA: Raccolta ed elaborazione dati per il sett ore legno arredamento nel
comprensorio industriale di Pesaro e Urbino (Capitoli 1, 2, 3 e 4), nei quali si Ł valutata
l incidenza del settore in provincia e stimata la produzione di rifiuti;
• PARTE SECONDA: Quadro normativo di riferimento (Cap itolo 5), nel quale si Ł
esaminata la normativa Italiana ed Europea di riferimento;
• PARTE TERZA: Opzioni impiantistiche (Capitoli 6, 7, 8, 9 e 10), in questa parte si Ł
analizzato lo stato dell arte delle tecnologie disponibili, si sono valutate alcune possibili
configurazioni impiantistiche e si Ł stimata l entit de i possibili recuperi energetici;
8
• PARTE QUARTA: Analisi chimico fisiche del rifiuto, P arametri di combustione,
Implicazioni ambientali (Capitoli 11, 12 e 13), si sono a nalizzate le caratteristiche chimico
fisiche del rifiuti, si Ł valutata l aria di combustio ne i relativi eccessi, i fumi prodotti e le
possibili implicazioni ambientali.
9
Parte prima
Raccolta ed elaborazione dati (attivit industriali e
produzione di rifiuti) per il settore legno - arredamento
nel comprensorio industriale
Pesaro - Urbino
10
CAPITOLO 1
1 Individuazione delle attivit economiche e delle tipologie di rifiuti
Al fine di valutare la problematica dei rifiuti, del settore legno-arredamento, e prevedere una loro
termovalorizzazione (mediante incenerimento con recupero energetico), all interno del territorio
della provincia di Pesaro e Urbino, Ł necessario:
- individuare e selezionare, all interno del territorio provinciale, tutte quelle attivit
economiche riconducibili al settore legno- arredamento, secondo criteri riconosciuti a livello
nazionale. Valutare la rilevanza dei settori economici selezionati, all interno della provincia
di Pesaro e Urbino;
- individuare e selezionare le tipologie di rifiuto, prodotte dalle attivit economiche
appartenenti al settore legno-arredamento, secondo gli attuali criteri di classificazione dei
rifiuti, criteri vigenti sia a livello normativo italiano che Europeo. Valutare,
quantitativamente, tale produzione per il comprensorio industriale della provincia di Pesaro
e Urbino.
Nei paragrafi seguenti verranno esposti i criteri seguiti per l individuazione e la selezione dei settori
economici e delle tipologie di rifiuto da considerare nelle successive valutazioni.
1.1 Selezione delle attivit economiche
Il criterio utilizzato per la classificazione delle attivit economiche Ł il criterio ISTAT (ATECO
1991), adottato nelle indagini statistiche del settore industriale Italiano.
In tale classificazione le varie attivit economiche sono raggruppate, dal generale al particolare, in
sezioni, sottosezioni, divisioni, gruppi, classi e categorie.
Due sezioni, Estrazione di minerali e Attivit manifa tturiere , sono articolate in sottosezioni, le
sezioni e le sottosezioni a loro volta si articolano in divisioni gruppi e classi; la maggior parte delle
classi sono articolate in categorie.
La classificazione comprende 874 categorie, raggruppate in 512 classi, 222 gruppi, 60 divisioni, 17
sezioni, due delle quali sono articolate in 16 sottosezioni, come specificato nel seguente quadro.
11
Tab. 1.1 Struttura della classificazione ATECO 91
livelli ATECO91 tipo di codice Numero di voci
1 livello Sezioni
1 lettera
maiuscola 17
intermedio Sottosezioni
2 lettere
maiuscole 16
--
1-2 lettere
maiuscole 31
2 livello Divisioni 2 cifre (a) 60
3 livello Gruppi 3 cifre 222
4 livello Classi 4 cifre 512
5 livello Categorie 5 cifre (b) 874
a) A partire dal 2 livello il codice Ł solo numerico
b) comprese le rubriche de 4 , 3 e 2 livello nel caso non subiscano ulteriori disaggregazioni
Le sezioni e sottosezioni sono contraddistinte da un codice alfabetico di una o due lettere maiuscole,
le divisioni, i gruppi le classi e le categorie da un codice numerico, indipendente dal codice
alfabetico.
La classificazione ATECO 1991 va a sostituire la precedente ATECO 1981, che era basata sulla
nomenclatura generale delle attivit economiche, nella C omunit Europea del 1970 (NACE 70).
La classificazione ATECO 91, nasce in seguito ad una revisione, a livello Europeo, della NACE 70,
denominata NACE Rev.1, che introduce un livello di dettaglio in grado di evidenziare sia le
principali similarit , che le differenze tra le strut ture economiche degli Stati Membri.
Recentemente in ambito Europeo Ł stata definita la classificazione NACE Rev.1.1 approvata con
Regolamento della Commissione n. 29/2002, in adeguamento a tale regolamento, in Itali, l’Istituto
Nazionale di Statistica ha predisposto una nuova classificazione delle attivit economiche ATECO
2002. Rispetto alla ATECO 1991, viene rinnovato il dettaglio a livello di "categoria" (5 cifra della
classificazione), utile ad individuare attivit particola rmente rilevanti nel nostro Paese. La nuova
classificazione non differisce di molto dalla precedente ATECO 91 - vengono introdotte solo
alcune, nuove, categorie, che passano dalle 874 della ATECO 91 alle 883 della ATECO 02; le
nuove categorie non interessano, tra l altro, i settori economici che si andranno a considerare.
Per l individuazione delle attivit economiche, appartenent i al settore legno-arredamento, Ł stata
utilizzata la classificazione ATECO 91, la sezione comprendente tali attivit Ł la D - ATTIVITA
MANIFATTURIERE -. Riportiamo in tabella (Tab. 1.2) la suddivisione di tale settore con specifico
riferimento alle attivit in esame.
12
Tab. 1.2 Suddivisione della sezione D: Industria del legno - arredamento secondo la classificazione
ATECO 91
Sezione Sottosezione Divisione Gruppo
20.1 - taglio,
piallatura e
trattamento legno
DD - industria
del legno e
dei prodotti in
legno
20 - industria
del legno e dei
prodotti in legno
e sughero
esclusi i mobili
20.2 - fabbricazione
di fogli di
impiallacciatura;
fabbricazione di
compensato, pannelli
stratificati, pannelli di
fibre, di particelle e di
altri pannelli
D
Attivit
manifatturiere
DN - altre
industrie
manifatturiere
36 -
fabbricazione di
mobili; altre
industrie
manifatturiere
36.1 - fabbricazione
di mobili
La classe DN 36.1 Ł ulteriormente suddivisibile, in classi e categorie, che non sono state prese in
considerazione poichØ per il presente lavoro, interessa l intero gruppo - 36.1 - fabbricazione di
mobili.
Va inoltre notato che al fine di stimare la produzione di rifiuti, come si vedr in seguito, il
contributo del gruppo 36.1 Ł notevolmente maggiore rispetto agli altri due DD 20.1 e DD 20.2-,
verr quindi posta maggior attenzione, nei successivi ca pitoli, a tale gruppo.
1.2 Selezione delle tipologie di rifiuto ed evoluzione della normativa italiana sulla
classificazione dei rifiuti
La classificazione utilizzata per l individuazione delle tipologie di rifiuto, prodotte dal settore
legno-arredamento, Ł il Catalogo Europeo dei Rifiuti CER -, istituito con la decisione della
Commissione delle comunit europee del 20 dicembre 1993.
In Italia tale classificazione, recepita con il D.L.vo 5 febbraio 1997 n 22 (Decreto Ronchi) allegato
A, va a sostituire il catalogo Italiano dei Rifiuti C IR -, in particolare per i rifiuti speciali quello
riportato nel DM 26 aprile 1989.
13
Il CER Ł un elenco armonizzato, non esaustivo, di rifiuti e come annunciato dal Decreto sar
sottoposto a periodiche revisioni a livello comunitario, in modo da tener conto dei progressi
scientifici e tecnici.
I rifiuti sono classificati secondo un codice a sei cifre per ogni singolo rifiuto, le prime due cifre
identificano la fonte che genera il rifiuto, le seconde due il processo lavorativo che porta alla
produzione del rifiuto e le ultime due identificano il singolo rifiuto o gruppo di rifiuti.
All articolo 11 del D.L.vo 5-2-97 n 22 Ł prevista la riorganizzazione del Catasto dei rifiuti, come
disciplinato dal DM 372 del 4 gennaio 1998, che prevede fra le basi informative del Catasto il
Modello Unico di Dichiarazione MUD -, istituito con la legge del 25 gennaio 1994 n 70.
Nel Decreto Ministeriale n 372 del 1998 Ł riportato il manuale di transcodifica dal catalogo Italiano
a quello Europeo dei rifiuti, al quale bisogna attenersi per l estrapolazione della produzione dei
rifiuti dai dati MUD per gli anni successivi al 1996, mentre per gli anni antecedenti si fa riferimento
al CIR.
L ANPA ha poi realizzato un software di transcodifica, disponibile on - line sul sito internet
ufficiale dell agenzia, che Ł stato utilizzato per trovare la giusta correlazione tra il catalogo Europeo
ed Italiano dei rifiuti.
Come previsto dall articolo 7 del D.L.vo 5-2-97 n 22, i rifiut i sono classificati secondo l origine in
rifiuti urbani e rifiuti speciali e secondo le caratteristiche di pericolosit , in rifiuti pericolosi e rifiuti
non pericolosi; i rifiuti del settore legno - arredamento risultano pertanto come rifiuti speciali,
riguardo la loro pericolosit , non rientrano nell allega to D - rifiuti pericolosi -, sono quindi rifiuti
non pericolosi.
I rifiuti considerati sono raggruppati sotto il codice CER 030000 Rifiuti della lavorazione del
legno e della produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili - di tale classe si sono considerati
solo quelli con codice CER 030100 rifiuti della lavorazione de l legno e della produzione di
pannelli e mobili -, che Ł composto a sua volta dai codici:
• 030101 scarti di corteccia e sughero;
• 030102 segatura;
• 030103 scarti di rasatura, taglio, impiallacciatura, legno deteriorato;
• 030199 rifiuti non specificati altrimenti.
Riguardo gli anni precedenti il 1996, quando era ancora in vigore il Catalogo Italiano dei Rifiuti, il
codice corrispondente alle tipologie di rifiuto considerate CER 030100 -, secondo il software
messo appunto dall ANPA, risulta essere il:
• K0007 scarti di falegnameria e carpenteria, trucioli e s egatura.
14
Nella valutazione della produzione dei rifiuti per i settori in esame, si Ł fatto riferimento solo al
codice CER 030100 (e K0007), sono stati trascurati i rifiuti appartenenti al codice 030200 - rifiuti
dei trattamenti conservativi del legno -, in quanto, oltre essere rifiuti pericolosi, non sono rifiuti
legnosi propriamente detti.
Come previsto, il Catalogo Europeo dei Rifiuti, Ł stato recentemente aggiornato a livello
comunitario, la versione del CER piø recente Ł contenuta nella decisione della Commissione
2000/532, modificata da ultimo con la decisione 2001/573.
In Italia il nuovo CER Ł stato introdotto, dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio,
con la Direttiva 9 aprile 2002 Indicazioni per la corrett a e piena applicazione del regolamento
comunitario n 2557/2001 sulle spedizioni dei rifiuti ed in relaz ione al nuovo elenco dei rifiuti ;
In tale direttiva, il nuovo CER presente nell allegato A, va a sopprimere e sostituire l allegato A
Catalogo Europeo dei Rifiuti - e l allegato D Rifiuti pe ricolosi - del D.L.vo 5-2-97 n 22.
Negli allegati D ed E della Direttiva del 9-4-02 Ł riportata una guida per l applicazione dei nuovi
codici e la corrispondenza tra il CER 97 e il CER 02.
Si riporta di seguito la corrispondenza tra i CER 97 e i CER 02.
Tab. 1.3 Corrispondenza tra i CER 97 e i CER 02
CER 97 Descrizione CER 97 CER 02 Descrizione CER 02
030101 Scarti di corteccia e di sughero 030101 Scarti di corteccia e di sughero
030104*
Segatura, trucioli, residui di
taglio, legno, pannelli di
truciolare e piallacci contenenti
sostanze pericolose
030102 Segatura
030105
Segatura, trucioli, residui di
taglio, legno, pannelli di
truciolare e piallacci diversi da
quelli di cui alla voce 030104
030104*
Segatura, trucioli, residui di
taglio, legno, pannelli di
truciolare e piallacci contenenti
sostanze pericolose 030103
scarti di rasutura, taglio,
impiallacciatura e legno
deteriorato
030105
Segatura, trucioli, residui di
taglio, legno, pannelli di
truciolare e piallacci diversi da
quelli di cui alla voce 030104
030199 rifiuti non specificati altrimenti 030199 rifiuti non specificati altrimenti
I codici contrassegnati con un asterisco * sono clas sificati pericolosi secondo la Direttiva del 9-4-02
Come si pu vedere i codici 030101 e 030199 sono rimasti inalterati , riguardo i codici 030102 e
030103 questi sono stati prima raggruppati tra loro e poi suddivisi, a seconda che contengano, o
meno, sostanze pericolose.
15
Secondo la Direttiva del 9-4-02 ai fini della compilazione del Modello Unico di Dichiarazione
(MUD), di cui alla legge del 25 gennaio 1994 n 70, i nuovi codici CER 02, dovranno essere inseriti
a partire dalla comunicazione in scadenza il 30 aprile 2003, relativa ai dati, sulla produzione di
rifiuti, riferiti al 2002.
Nel presente lavoro di tesi, per l estrapolazione della produzione di rifiuti dai MUD, si sono
utilizzati i codici CER presenti nell allegato A del D.L.vo 5-2-97 n 22, in quanto presso la Camera
di Commercio di Pesaro e Urbino erano disponibili solo le statistiche sui MUD dell anno 2000 e
antecedenti, che utilizzano tale classificazione.
Si ritiene che i rifiuti considerati, appartenenti alle classi che sono state sostituite dal nuovo CER 02
(030102 e 030103) rientrino in maggioranza nel nuovo codice CER 030105 segatura, trucioli,
residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104* -
dato che erano classificati (secondo il D.L.vo 5-2-97 n 22) come rifiuti non pericolosi, mentre i
rifiuti appartenenti alla classe 030104* sono rifiuti pericolosi.
16
CAPITOLO 2
2 Quadro ed evoluzione della rilevanza delle attivit economiche prese
in esame
2.1 Rilevanza dei settori economi DN 36.1, DD 20.1 e DD 20.2 secondo il
censimento intermedio ISTAT 1996
Al fine di ottenere un quadro statistico ed evolutivo, che rispecchi la realt produttiva dei settori in
esame, sia a livello nazionale, regionale marchigiano che provinciale di Pesaro e Urbino, si Ł scelto
di utilizzare come fonte dati di partenza il Censimento Nazionale intermedio, dell industria e dei
servizi, ISTAT 1996.
Vista la rapidit con cui mutano i sistemi produttivi, i n particolare l evoluzione a cui si Ł assistito
nel corso degli anni 90, l ISTAT ha realizzato tale cens imento, denominato appunto intermedio,
poi che per la prima volta non si Ł rispettata la cadenza decennale.
Il censimento si avvale di una nuova tecnica di rilevazione che permette una riduzione del carico
statistico sulle imprese: la prima fase del censimento Ł stata la realizzazione dell Archivio
Statistico delle Imprese Attive ASIA -, che Ł stato realizzato a partire dall Anagrafe tributaria,
dal registro delle imprese, dagli archivi dell INPS e dell INAIL, dall archivio delle utenze elettriche
non domestiche dell ENEL; successivamente 530.000 imprese h anno ricevuto un questionario gi
parzialmente compilato sulla base dei dati dell ASIA, che hanno controllato e integrato con i dati
mancanti e - o errati, le informazioni cos ottenute sono poi state immesse in una banca dati
centralizzata.
I dati di tale censimento sono, liberamente, messi a disposizione sul sito internet ufficiale
dell ISTAT, dal quale Ł possibile accedere, previa registrazione, alla banca dati, rilevare le
informazioni di interesse e compiere elaborazioni.
I parametri considerati sono le Unita Locali (UL) e gli Addetti (ADD).
Si riportano di seguito alcune definizioni, proposte dall ISTAT, a seguito del censimento
economico nazionale intermedio del 1996:
17
Unita Locale: Luogo variamente denominato (stabilimento, l aboratorio, negozio, officina,
ristorante, albergo, bar, ufficio, magazzino, studio professionale, abitazione, ecc.)in cui si realizza la
produzione di beni o nel quale si svolge o si organizza la prestazione di servizi destinabili o non alla
vendita. L Unit Locale Ł topograficamente individuata in un unica localit (provincia, comune,
sezione di censimento), nella quale lavorano o alla quale fanno riferimento una o piø persone,
eventualmente a tempo parziale, per conto di una stessa impresa ;
Addetto: Con il termine addetto s intende la persona, dipendente o indipendente, occupata (a
tempo pieno, a part-time o con contratto di formazione e lavoro) nelle unit economiche censite,
anche se temporaneamente assente dal lavoro per servizio, ferie, malattia, sospensione, cassa
integrazione, ecc. ;
Impresa: Per impresa s intende l organizzazione di un att ivit economica esercitata con carattere
professionale ai fini della produzione di beni o della prestazione di servizi destinabili alla vendita.
Essa fruisce di una certa autonomia riguardo, in particolare, alle scelte produttive, di vendita e di
distribuzione degli utili. Il responsabile Ł rappresentato da una o piø persone fisiche, in forma
individuale o associata, o da una o piø persone giuridiche.
Secondo quanto emerso dal censimento, nel settore manifatturiero (di cui fanno parte le attivit
economiche prese in esame nel presente lavoro) Ł attivo il 16% delle aziende Italiane, ed Ł il terzo
settore in ordine di importanza, dopo il commercio (35%) e i servizi alle imprese (19%).
2.1.1 Gruppo DN 36.1
Si riporta nelle tabelle seguenti, la collocazione del gruppo DN 36.1, caratterizzato dal numero di
Unita Locali e Addetti, rispetto alla sua divisione, sottosezione e sezione per i tre livelli considerati:
nazionale, regionale marchigiano, provinciale Pesaro e Urbino.
Tab. 2.1 Classe DN 36.1 nell’ambito delle attivit economiche a Livello Nazionale
U.L. ADD.
totale attivit economiche 3.794.212 13.792.968
Sezione D 591.110 4.855.777
Sottosezione DN 61.688 318.238
Divisione DN 36 59.627 309.911
Gruppo DN 36.1 41.392 217.158
Dati: ISTAT 1996
18
Tab. 2.2 Classe DN 36.1 nell’ambito delle attivit economiche regione Marche
U.L. ADD.
totale attivit economiche 116.440 422.191
Sezione D 23.637 192.095
Sottosezione DN 3.067 22.296
Divisione DN 36 2.998 22.009
Gruppo DN 36.1 2.236 17.280
Dati: ISTAT 1996
Tab. 2.3 Classe DN 36.1 nell’ambito delle attivit economiche Provincia di Pesaro e Urbino
U.L. ADD.
totale attivit economiche 29.470 99.506
Sezione D 6.009 42.697
Sottosezione DN 1.540 11.898
Divisione DN 36 1.520 11.808
Gruppo DN 36.1 1.404 11.343
Dati: ISTAT 1996
Come si pu notare dalle tabelle precedenti, il gruppo DN 36.1 risulta preponderante rispetto ai due
suoi ordini superiori, Divisione e Sottosezione, su tutti e tre i livelli territoriali considerati,
nazionale, regionale ma in modo particolare a livello provinciale di Pesaro e Urbino.
Per meglio comprendere la rilevanza di tale gruppo DN 36. 1 - si sono elaborate le seguenti tre
tabelle, che esprimono la rilevanza percentuale di tale gruppo, sempre sui tre livelli territoriali
esaminati.
Tab. 2.4 Rilevanza percentuale de gruppo DN 36.1 a livello Nazionale
Totale attivit
economiche
D attivit
Manifatturiere
DN
altre industrie
manifatturiere
DN 36
Fabbricazione di
mobili;altre
industrie
manifatturiere
% U.L. del settore DN 36.1 1% 7% 67% 70%
% ADD. del settore DN 36.11,60% 4,50% 67% 70%
Elaborazione dati ISTAT 1996
Tab. 2.5 Rilevanza percentuale de gruppo DN 36.1 Regione Marche
Totale attivit
economiche
D attivit
Manifatturiere
DN
altre industrie
manifatturiere
DN 36
Fabbricazione di
mobili;altre
industrie
manifatturiere
% U.L. del settore DN 36.1 1,90% 9,50% 72,90% 74,60%
% ADD. del settore DN 36.14,00% 9,00% 77,50% 78,50%
Elaborazione dati ISTAT 1996
19
Tab. 2.6 Rilevanza percentuale de gruppo DN 36.1 Provincia di Pesaro e Urbino
Totale attivit
economiche
D attivit
Manifatturiere
DN
altre industrie
manifatturiere
DN 36
Fabbricazione di
mobili;altre
industrie
manifatturiere
% U.L. del settore DN 36.1 4,70% 23,40% 91,20% 92,40%
% ADD. del settore DN 36.111,40% 26,60% 95,30% 96,10%
Elaborazione dati ISTAT 1996
Si riporta, anche in forma grafica, il contenuto delle tre precedenti tabelle, al fine di meglio
visualizzare la rilevanza del gruppo DN 36.1 rispetto i suoi livelli superiori, riferiti ai tre ambiti
territoriali: nazionale, regionale Marchigiano e provinciale di Pesaro e Urbino.
Fig. 2.1 Fonte dati: ISTAT 1996
Rilevanza% del settore DN 36.1 a livello Nazionale
1%
7%
67% 70%
1,60% 4,50%
67% 70%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
altre industrie
manifatturiere
attivit economiche attivita Manifatturiere altre in dustrie
manifatturiere
Fabbricazione di
mobili;
Totale D DN DN 36
% U.L. del
settoreDN
36.1
% ADD. del
settoreDN
36.1
20
Fig. 2.2 Fonte dati: ISTAT 1996
Fig. 2.3 Fonte dati: ISTAT 1996
Il settore DN 36.1 fabbricazione di mobili si impone al l interno della provincia di Pesaro e
Urbino, risulta comprendere il 4,70% del totale delle attivit economiche e l 11,40% degli addetti
Rilevanza % del settore DN 36.1 Regione Marche
1,90%
9,50%
72,90% 74,60%
4,00%
9,00%
77,50% 78,50%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
altre industrie
manifatturiere
attivit economiche attivita Manifatturiere altre in dustrie
manifatturiere
Fabbricazione di
mobili;
Totale D DN DN 36
% U.L. del
settoreDN
36.1
% ADD. del
settoreDN
36.1
Rilevanza % del settore DN 36.1 provincia di Pesaro e
Urbino
4,70%
23,40%
91,20% 92,40%
11,40%
26,60%
95,30% 96,10%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
altre industrie
manifatturiere
attivit economiche attivita Manifatturiere altre in dustrie
manifatturiere
Fabbricazione di
mobili;
Totale D DN DN 36
% U.L. del
settoreDN
36.1
% ADD. del
settoreDN
36.1