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1. CAPITOLO PRIMO – IL TERRITORIO
LA ZONA DI ROVERETO
La città di Rovereto, a soli 25 km da Trento, è interamente circondata dalle
montagne che hanno come peculiarità il fatto di essere le ultime, grandi
porte sulla pianura.
Si trova sulla via che collega Trento e il Brennero con l’Austria e la
Germania.
Per quanto riguarda il suo territorio, sia dal punto di vista geografico che
della popolazione, l’occupazione veneziana e la sua vicinanza con il
Veneto hanno certamente influenzato la storia e le differenze rispetto alla
città di Trento.
Rovereto e il suo territorio, infatti, rimasero esclusi dal principato
vescovile di Trento che possiamo considerare come il punto più elevato di
stabilità raggiunto dalla regione prima dell’Unità d’Italia. La motivazione
è da ricercare in ambito strategico: grazie alla sua posizione, Rovereto era
la chiave d’accesso all’Italia e, inversamente, al Tirolo austriaco. Di vitale
importanza era inoltre la vicinanza con il porto di Riva del Garda, fiorente
approdo di commerci e uomini tra Venezia e le Alpi.
Proprio alla vicinanza e al rapporto frequente e fiorente con la Serenissima
è dovuto il fiorire cinquecentesco dell’industria della seta, di cui la città
porta ancora numerose testimonianze: molti palazzi dell’epoca sono stati
riadattati da vecchie filande.
Bisogna aspettare la fine della Prima Guerra Mondiale per salutare
l’annessione di Rovereto e del Trentino tutto, all’Italia.
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Proprio questo conflitto ha segnato profondamente il territorio e la
popolazione residente, tanto da far nascere quasi spontaneamente tutta una
serie di monumenti della memoria e della pace (Campana dei Caduti,
Ossario-Mausoleo dei Caduti a Castel Dante, camminamenti e trincee ben
visibili sui fianchi delle montagne delle valli limitrofe, ……).
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IL TURISMO IN TRENTINO
In Trentino il turismo è l’industria trainante per eccellenza. Essa “produce”
più di 28 milioni di presenze annue, fornendo un’occupazione a circa
25.000 persone
1
.
TURISMO INVERNALE 2000
Totale Italiani Totale Stranieri Totale Inverno
Arrivi 1.294.207 302.121 1.596.328
Presenze 7.381.261 1.626.027 9.007.288
TURISMO ESTIVO 2000
Totale Italiani Totale stranieri Totale Estate
Arrivi 1.352.343 501.034 1.853.388
Presenze 14.281.789 2.596.185 16.877.974
TOTALE GENERALE MOVIMENTAZIONE TURISTICA ANNO 2000
ARRIVI 3.449.716 PRESENZE 25.885.262
Tabella 1: Totale generale movimentazione turistica nella provincia di Trento -
anno 2000
(Fonte: dati Servizio statistica Provincia autonoma di Trento)
1
Dati 2000 , S. Chighizola: “progetto di comunicazione e promozione del polo museale e culturale di Rovereto”.
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In Trentino il sistema delle Associazioni di Promozione Turistica entrò in
funzione negli anni Settanta. Già prima in realtà alcuni consorzi avevano
intrapreso una campagna di auto-promozione sul territorio, ma non in una
forma così specifica come con le APT. Anche per la conformazione
geografica del territorio venne quindi spontaneo consorziare nelle
medesime APT alcune zone. Ne sono un esempio le valli laterali
dell’Adige, la Valle di Non, la Val di Sole, la Val di Fiemme e la Val di
Fassa.
Al termine di questa operazione, una ventina di comuni senza particolari
caratteristiche da offrire, situate nel fondovalle, rimasero fuori da questa
suddivisione. Queste entrarono gioco forza nell’APT di Rovereto e della
Vallagarina.
Come si può vedere dalla tabella, una delle APT di maggior successo è
quella del Garda Trentino: nel 1996 i viaggi con pernottamenti di turisti
stranieri diretti sulle coste (trentine, lombarde e venete) di questo lago
hanno rappresentato il 6,3% di tutti i viaggi rilevati per l’Italia, per un
totale di circa 2.200.000 persone.
Il caso del Garda Trentino è di particolare interesse nell’ambito di questa
mia ricerca non soltanto come esempio di un ottimo lavoro di promozione
turistica, ma anche per la relativa vicinanza delle località lacustri alla zona
di Rovereto.
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IL TURISMO NELLA ZONA DI ROVERETO
Se nei secoli precedenti la zona di Rovereto era stata di vitale importanza
dal punto di vista strategico, militare, politico e commerciale, negli anni
del boom economico la relativa vicinanza con la Germania (e in misura
minore con gli altri paesi del nord) ne ha fatto una meta molto frequentata
dai turisti stranieri. Attratti dal conveniente rapporto monetario marco-lira,
dalle attrezzature turistiche e dal clima mite per larga parte dell’anno nella
zona del lago di Garda, erano in molti ad attraversare le Alpi in macchina
(mezzo preferito assieme alla sempiterna roulotte) per “calare” in Italia.
Rovereto è sempre rimasta ai margini di questo turismo, tanto da essere
perfino “evitata” attraverso l’uscita autostradale Rovereto Sud-Lago di
Garda Nord dell’A22 Modena-Brennero; riesce perfino difficile
considerarla meta di passaggio.
Diversamente dall’area lacustre dell’alto Garda, Rovereto non ha un
prodotto specifico da pubblicizzare; la conca del Lago, sfruttando il clima
che anticipa le temperature tipiche del Mediterraneo, offre una stagione
che solitamente si protrae da Pasqua ad ottobre/novembre con una proposta
di attività fra le più disparate. Il lago e le montagne circostanti, sono
considerati paradisi per le escursioni in mountain bike e a piedi, mentre
l’attività più diffusa in “conca” è il windsurf, capace di attirare una
clientela veramente internazionale
2
.
L’unica certezza era la forte componente culturale di Rovereto, peraltro
piuttosto in crisi.
2
A detta degli esperti del settore la località di Torbole, all’estremo nord del Lago di Garda, in virtù dei suoi
venti costanti è fra le migliori al mondo per la pratica velica e del windsurf. Nella primavera del 2004 la località
ha ospitato il CIO per valutare l’adozione della tavola da windsurf che sarà in vigore dalle olimpiadi di Pechino
2008 fino a quelle del 2016 (Fonte: www.trentino.to sito web di promozione turistica della regione).
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Lo studio effettuato dal professor Giancarlo Dall’Ara (“Piano di sviluppo
turistico – Città di Rovereto”), mette in luce tutta una serie di condizioni
che frenano il lancio turistico della città.
Il fatto che questo lavoro sia datato 1996 ne fa un documento di grande
importanza proprio ora che il Mart ha aperto i battenti e si pone come una
delle attrazioni di maggior richiamo nell'intero palcoscenico trentino.
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LA SCOMMESSA DEL TURISMO CULTURALE
Il quadro appena presentato identifica il Trentino come una regione molto
visitata e con una netta propensione al turismo.
Si è detto dell’importanza che il turismo riveste in questa terra, dove è
fonte indispensabile per l’economia, visto anche il regime di regione
autonoma, che, vigendo in Trentino, permette all’amministrazione di
legiferare in modo autonomo ed esclusivo su materie fondamentali, come
ad esempio l’industria del turismo.
In realtà però, non tutte le zone della regione hanno capacità attrattive così
sviluppate e vocazione turistica così forte. Certo alcune zone possono
vantarsi di essere conosciute in tutta Italia. Esistono però anche zone
tipicamente rurali per il turismo del Trentino dove, vuoi per mancanza di
tradizione legata al turismo, vuoi per scelte solo in parte volute
dall’amministrazione, il turismo stenta a decollare. Una di queste è
senz’altro la zona di Rovereto.
Il problema principale per lo sviluppo del turismo è sempre stata ed in
certa misura è ancora, l’eterogeneità della proposta. Non esisteva
un’attività precipua da poter promuovere: Rovereto non ha i 1200 km di
piste da sci del "Dolomiti Superski", né scuole di surf e le condizioni
ottimali per questo sport che ha Torbole. C’era un territorio che stentava e
non riusciva ad offrire un prodotto unico.
L’unica certezza era una forte componente culturale, peraltro anch’essa
piuttosto in crisi; scrive Isabella Bossi Fedrigotti: “Atene del Trentino
veniva definita un tempo Rovereto, ma da anni la definizione suonava
tristemente pomposa per quel germe antico da un pezzo morto, o almeno,
un poco addormentato”.
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Constatata non tanto la pochezza quanto appunto l’estrema diversificazione
dell’offerta, l’APT decise di puntare per Rovereto sulla promozione di
eventi.
Manifestazioni ed happening di particolare rilievo rappresentano una delle
nuove frontiere dell’ospitalità. Nelle intenzioni dell’azienda di promozione
turistica un cartellone ricco di proposte avrebbe così dovuto e potuto
attirare turisti fino a Rovereto.
Questa tradizione di eventi è continuata a Rovereto fino ad oggi, quando, a
quanto la città già proponeva si è aggiunta la capacità attrattiva del Mart.
Mart quindi non solo contenitore e catalizzatore di eventi: Sandra
Chighizola, nel 1997, chiede a Gabriella Belli, allora alla direzione del
museo, quale motivazione dare all’apertura di questo colosso; come prima
motivazione, la ex direttrice riafferma la difficile e travagliata “nascita”
della regione.
La posizione di Rovereto e della regione circostante, congiuntamente ai
diversi mutamenti storici, “ne hanno fatto una zona di confine e, nello
stesso tempo, di passaggio, trasformando l’originaria periferia dell’Impero
in una sorta di limes del panorama culturale italiano e, successivamente,
…… grazie alla sua autonomia in un’isola di terraferma molto speciale
rispetto alle zone limitrofe”. La dottoressa Belli prosegue affermando
l’impossibilità per il Trentino di farsi rappresentare da territori vicini. Il
nuovo Polo Museale risponde dunque tanto alle esigenze di
autorappresentazione quanto a quelle della “comunicazione con le aree
limitrofe, non escludendo per questo quelle più distanti”.
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PERCHÈ IL POLO MUSEALE?
La domanda è meno oziosa di quanto possa sembrare. Sebbene la
dottoressa Belli metta in cima alla lista delle motivazioni la necessità di
autorappresentarsi e di comunicare la propria cultura e l’insieme delle
tradizioni regionali, il quesito rimane.
Perché decidere di aprire un centro culturale che nelle intenzioni delle
istituzioni si dovrà imporre a livello europeo per qualità e quantità di
esposizioni, di materiale artistico, di spazio espositivo e di manifestazioni
collaterali? Perché soprattutto costruirlo in una città come Rovereto che
conta meno di 40 mila residenti e che si trova in una regione che (provincia
di Trento e di Bolzano) non raggiunge il milione di abitanti?
Non va dimenticato inoltre che il Polo Museale è solo la punta dell’iceberg
di tutta una serie di progetti per il recupero e il miglioramento di larga
parte della città; una lunga serie di migliorie hanno coinvolto numerose
strutture e servizi cittadini: giardini, spazi pedonali e ciclabili, diversi
tentativi di deviare il traffico cittadino su arterie esterne al centro storico,
il potenziamento della rete di trasporti pubblici.
A corredo del progetto Mart sono stati allegati alcuni documenti per
indicare quale fosse lo stato delle cose prima dell’apertura di questo nuovo
polo museale. Eccezion fatta per la Galleria Nazionale di Roma e per altri
due musei di dimensioni più ridotte (museo Pecci di Prato, Castello di
Rivoli a Torino) il Mart sembra collocarsi in uno spazio di mercato
relativamente non affollato.
L’assessore Rasera esprime bene le intenzioni del Comune e della
Provincia, secondo cui il Mart dovrà essere “un museo di arte
contemporanea di dimensioni ed ambizioni europee”, affermando che il
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Polo del Mart “è l’occasione per fare il museo del 2000, non solo quadri e
libri”.
Quindi, oltre agli obiettivi “istituzionali”, sui quali mi soffermerò nel
prossimo paragrafo, legati alla funzione culturale, il progetto mostra
indubbie potenzialità:
• in termini di riqualificazione urbana per la città: il progetto Mart
è solo l’elemento più visibile di tutta una serie di interventi effettuati
sul tessuto urbano della città (giardini, piazze, potenziamento dei
mezzi pubblici ed altri piccoli interventi che rendono la città più
vivibile ed a misura di turista)
• in termini di maggiore notorietà ed appeal per la città stessa: sin
dall’apertura dei battenti del nuovo Polo Museale, la campagna
stampa realizzata sia sulla carta stampata che tramite affissioni e
pubblicità radio-televisive è stata battente. Su molte delle principali
riviste a carattere quotidiano e periodico, l’evento è stato salutato
come una delle grandi novità del 2003 (sebbene esso sia avvenuto al
termine del 2002). La città di Rovereto ha sicuramente beneficiato di
questa notorietà riflessa dal suo centro di maggior interesse.
• in termini di comunicazione per l’intero comparto turistico
trentino: sebbene fra mille difficoltà, i pacchetti turistici riguardanti
il turismo trentino e roveretano in particolare stanno iniziando ad
includere anche il Mart. Oltre al biglietto valido anche per lo spazio
espositivo di Palazzo delle Albere a Trento (in voga sin
dall’apertura), iniziano ad essere proposti pacchetti per i weekend
nelle strutture alberghiere montane e lacustri che prevedano al loro
interno la visita (spesso guidata) del complesso museale.
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a. IL MART: ASPETTI ISTITUZIONALI E GESTIONALI
Il Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto) fu
istituito con Legge provinciale n. 32 del 23 novembre 1987. Esso
costituisce l’unica realtà a valenza provinciale operante in trentino nel
campo delle arti figurative moderne e contemporanee e si configura come
principale punto di riferimento nell’intero territorio in materia di discipline
artistiche, di didattica dell’arte, di studio e ricerca dei più rilevanti
fenomeni della storia dell’arte locale, nazionale e internazionale, dalla fine
del neoclassicismo ai giorni nostri.
Con la creazione e l’istituzione del Mart la Provincia autonoma di Trento
intese riorganizzare l’offerta museografica pittorica provinciale, separando
l’arte moderna e contemporanea da quella antica, collocata invece presso il
Castello del Buonconsiglio a Trento.
L’attuale configurazione istituzionale del museo è frutto della fusione in
un unico ente di due realtà operanti ormai da anni sul territorio
provinciale: la Sezione d’Arte Contemporanea del già Museo Provinciale
d’Arte di Trento, ospitata nella sede di Palazzo delle albere dal 1981, e la
Galleria Museo Fortunato Depero, nata ufficialmente nel 1960 e operante
in un edificio storico in via della Terra a Rovereto.
La legge istitutiva afferma che “il Museo si articola in due sezioni, di cui
l’una, con sede a Rovereto, è dedicata all’arte delle avanguardie storiche,
in particolare al futurismo, ed ai loro sviluppi, mentre l’altra, con sede a
Trento, riserva prioritaria attenzione alle forme artistiche dell’800 ed a
problematiche, anche sperimentali, delle nuove forme d’arte nelle diverse
discipline e nel loro percorso e sviluppo storico”
3
. Questa legge è composta
3
L.P. n. 32, 23 novembre 1987, art. 3 comma 1
13
da 13 articoli, contenenti indicazioni di carattere generale sulla natura del
museo, cui segue lo Statuto del Museo d’Arte Contemporanea di Trento e
Rovereto, che detta tempi e modo per la designazione dei vertici
dirigenziali del museo. Gli organi del museo sono:
• Il consiglio d’amministrazione, composto da membri della Giunta
Provinciale e da rappresentanti del comune di Rovereto, cui spettano
principalmente compiti legislativi per programmi e bilanci, nonché
per i regolamenti delle strutture museali, oltre alla nomina delle altre
cariche.
• Il Presidente e il Vicepresidente, la cui carica dura cinque anni;
vengono scelti tra i rappresentanti provinciali e comunali del
consiglio di amministrazione. Il presidente ha la rappresentanza
legale del Museo, dà esecuzione alle deliberazioni del consiglio di
amministrazione e provvede agli atti relativi alla gestione ordinaria
nei limiti stabiliti dal consiglio di amministrazione. Il vicepresidente
ne fa le veci in caso di assenza o di impedimento.
• Il comitato scientifico, organo consultivo del Museo, è nominato dal
consiglio di amministrazione ed è composto di un numero variabile
da quattro a sei membri scelti per competenza professionale e
scientifica, oltre che dal direttore che funge da segretario. Ha il
compito, nei cinque anni del suo mandato, di individuare gli indirizzi
generali dell’attività scientifica del museo.
• Il direttore, cui spetta l’elaborazione e l’attuazione dei programmi
di attività;
1. l’attuazione delle delibere del CdA;
2. la direzione del personale;
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3. la responsabilità dei beni artistici e del patrimonio a qualsiasi
titolo affidati al museo;
4. la programmazione della spesa.
b. LA MISSIONE CULTURALE
“La missione culturale del Mart è promuovere attraverso l’arte, il
collezionismo, la ricerca e la produzione critica, processi di conoscenza,
fondamentali per la crescita dei valori civili e culturali della società
contemporanea”.
Lo statuto del Museo parla, allo scopo di documentare e valorizzare l’arte
moderna e contemporanea, dello svolgimento delle seguenti attività:
• potenziare ed arricchire la proprie collezioni attraverso acquisizioni,
scambi permanenti e temporanei, donazioni e lasciti;
• promuovere ed effettuare studi e ricerche sul pensiero storico-
artistico ed estetico moderno e contemporaneo;
• attuare iniziative d’informazione e di divulgazione dei fenomeni
culturali ed artistici attraverso esposizioni permanenti e temporanee,
iniziative editoriali, convegni, seminari, conferenze e dibattiti;
• realizzare iniziative rivolte in particolare al mondo della scuola, atte
ad avviare i giovani alla comprensione ed alla conoscenza delle
manifestazioni ed espressioni artistiche moderne e contemporanee;
• promuovere offerte e servizi culturali, nonché iniziative
d’informazione, promozione e pubblicizzazione del proprio
patrimonio e della propria attività;
• curare forme di collaborazione e scambio con musei, enti, istituti e
associazioni sia pubblici sia privati;