X
Nei moderni mercati l’attività aziendale è diventata sempre più
complessa, specializzata e competitiva, tanto da suscitare negli operatori
la ricerca di formule di organizzazione e cooperazione moderne quanto
innovative, capaci di poter assicurare la sopravvivenza nei periodi di
recessione ma la competitività nei normali periodi economici.
In relazione a tali esigenze, da alcuni anni si assiste ad un crescente
dinamismo delle forme di impresa e dell’organizzazione dei rapporti tra
gli agenti economici, che ha permesso la creazione di strutture
organizzative risultatnti da un complesso di relazioni cooperative e
complementari sviluppate tra molteplici agenti.
Strumento ideale per l’attuazione di tale politica è il franchising
internazionale, che si pone come formula che risponde alle esigenze
della vera crescita aziendale.
Entro tali sistemi, in cui le modalità organizzative delle realzioni sono
inquadrate tramite un apposito accordo contrattuale, il franchising, gli
agenti sono dotati di autonomisa strategica e decisionale.
Tale sistema, ormai adottato in tutte le maggiori nazioni del mondo, ha
dato luogo a processi di aggregazione fra imprese che sono stati in grado
di guadagnare competitività e prospettive economiche, specie in quei
mercati che si presentano in modo polverizzato. In tali mercati, le
singole unità sono troppo gracili per acquisire e fidelizzare la clientela
attraverso aggressive strategie di marketing e sono quindi esposte ai
rischi delle mutevoli vicissitudini del mercato.
Rispetto al nostro Paese, in questo campo all’estero si è fatto molto di
più, tanto che le grandi catene di imprese, costituite da singole imprese
indipendenti ma aggregate fra loro a rete sotto un unico e ben affermato
marchio, si impongono in maniera non indifferente sui loro mercatie su
quelli esteri.
Nella presente dissertazione si è proceduto ad analizzare il franchising di
cui ne sono state approfondite le peculiarità.
XI
Si è poi analizzato l’evento del franchising internazionale con i suoi
meccanismi, un consolidato sistema di penetrazione dei mercati nei vari
Paesi del mondo che ha permesso a grandi imprese di essere presenti in
molte Nazioni adottando delle interessanti quanto efficaci strategie di
penetrazione.
L’analisi si è soffermata soprattutto sulle realtà franchise nel settore
della moda e in particolare si è analizzato il caso Bata Calzature, che ha
adottato il franchising come strumento di internazionalizzazione.
Il presente lavoro è il risultato di studi e ricerche e si propone come
un’analisi quanto più completa possibile di una realtà, quella del
franchising che negli ultimi anni ha condizionato enormemente anche il
nostro Paese.
Il sistema franchising
1
1 CAPITOLO PRIMO
IL SISTEMA FRANCHISING
1.1 Le origini e l’evoluzione del franchising
Il termine inglese franchising, in lingua francese “franchise”, corrisponde
all’espressione italiana “franchigia” che esprime il concetto di libertà e di
privilegio.
Nel Medio Evo la franchigia era il privilegio con cui si concedevano
autonomie sia agli Stati che ai cittadini.
Una città “franca” era, nel feudalesimo, una comunità che aveva ottenuto
da Re o dal Signore una dispensa permanente dal tributo e che disponeva
del diritto di libera circolazione delle persone e delle cose, per cui ancora
oggi si usa la parola “franchigia” per indicare alcune situazioni di esonero
da tasse o tributi o per indicare alcune libertà commerciali (porto franco,
franchigia postale/doganale/assicurativa)
1
.
L’espressione franchising nell’ambito contrattuale, non ha perso
completamente il suo significato originario. Ancora oggi, tale
espressione designa un’operazione commerciale mediante la quale un
imprenditore concede ad un altro imprenditore una sorta di “privilegio”,
cioè il diritto per quest’ultimo di utilizzare, nell’esercizio della propria
attività economica, i segni distintivi e la formula industriale o
distributiva del primo.
In altre parole, per franchising si intende una forma di collaborazione tra
due imprese, giuridicamente ed economicamente indipendenti, in virtù
della quale la prima (franchisor) concede, dietro corrispettivo, alla
seconda (franchise) la facoltà di entrare a far parte della propria catena di
franchising, con il diritto di sfruttare, a determinate condizioni e dietro
1
Amoroso M., Bonani G., Grassi P., Il franchising. Valutare organizzare e gestire un’attività di
franchising., Edizioni Il sole 24 ore, Milano, 2001
Il sistema franchising
2
pagamento di una somma di denaro, brevetti, marchi, nome, ditta, insegna
e know how.
2
1.2 Lo sviluppo del franchising nel Nord America
Da un punto di vista storico si è soliti ricordare che il franchising si è
sviluppato, originariamente, negli Stati Uniti per soddisfare le esigenze
economico-sociali del periodo detto “della ricostruzione”, seguito
appunto negli Stati uniti alla guerra mondiale. Gli avvenimenti del tempo
indussero numerose industrie ed operatori commerciali su larga scala, ad
estendere le loro attività, nei diversi stati di una neo-confederazione di
dimensioni continentali e ciò non con l’impiego di capitale diretto o con
l’ausilio di dipendenti subordinati, ma valendosi di agenti viaggiatori,
affaristi itineranti, intermediari locali, commercianti ed esercenti
disposti a sostenere, con modesti capitali, il successo di nuovi prodotti o
riprovati, o sull’affermazione di nomi, marchi e formule
3
.
La diffusione di una tecnica distributiva similare a quella oggi nota con
il nome di franchising, si deve, però, ad alcune importanti compagnie
americane che, verso la fine del diciannovesimo secolo, si trovarono a
dover affrontare i numerosi problemi connessi allo smercio dei loro
prodotti in aree geografiche sempre più vaste
4
.
In sostanza, questo nuovo tipo di contratto, o meglio questa nuova
formula di distribuzione, presenta un alto grado di flessibilità,
caratteristiche che ne favorirono la diffusione nel periodo intercorrente
tra le due guerre mondiali.
Proprio tali caratteristiche portarono il franchising al successo nei
confronti dell’allora diffuso fenomeno del succursalismo
5
, cioè di quella
formula distributiva che vede il produttore rimanere proprietario dei
singoli punti vendita, la cui gestione è affidata ad un soggetto, non
imprenditore, e salariato dal medesimo produttore.
2
Frignani A., Il franchising, Utet, Torino, 1990
3
Bacchini F., Le nuove forme speciali di vendita ed il franchising. Cedam, Padova, 1999, p. 225
4
Amoroso M., Bonani G., Gli aspetti di marketing, Maggioli Editori, Rimini, 1996, p. 16
5
Fauceglia G., Il franchising. Profili sistematici e contrattuali. Giuffrè, Milano, 1988
Il sistema franchising
3
1.3 Lo sviluppo del franchising in Europa
La diffusione del franchising in Europa si è accompagnata a modificazioni
ed adattamenti della formula: con il passare del tempo, il fenomeno si è
diffuso e si sono via via modificate le caratteristiche delle parti.
Nella prima fase, il franchising si configurava, in Europa, come una forma
di sfruttamento del mercato da parte di forti franchisor americani
6
,
mentre, successivamente, si svilupparono sempre più frequentemente
intese fra partner di origine europea
7
.
Occorre, inoltre, rilevare che nei singoli ordinamenti europei il
franchising ha trovato degli adattamenti e delle caratterizzazioni per
rendere la figura contrattuale maggiormente adeguata ai singoli mercati
nazionali. In altri termini possiamo dire che in Europa si è affermata una
forma di franchising sostanzialmente diversa rispetto a quella americana.
Le principali differenze sono le seguenti: in primo luogo, se il franchisee
americano è portato a prendere decisioni in modo estremamente rapido,
impegnando anche cifre rilevanti, non si può dire altrettanto degli
europei, molto più cauti e maggiormente ponderanti nella valutazione
preventiva.
Nel franchising americano l’operatore è, soprattutto, sollecitato dalla
prospettiva di poter assurgere al ruolo di imprenditore autonomo, mentre
in Europa il contratto di affiliazione commerciale è visto come un
possibile strumento per limitare il rischio
8
.
Altro aspetto che distingue le due esperienze, è la forte riluttanza da parte
del franchise europeo (e non di quello americano) a pagare un rilevante
diritto d’entrata (entry fee) preferendo, al massimo, il versamento di una
royalty più alta; ciò nell’intento, da una parte di evitare l’assunzione di
un rischio eccessivo e dall’altra di avere nel franchisor un partner
effettivo, in modo da poterne condizionare l’assistenza e la consulenza
durante il rapporto di franchising.
6
Bacchini F. op. cit., 1999
7
Bacchini F., op. cit., 1999
8
Devasini P., Il sistema franchising., Etaslibri, Milano, 1990,
Il sistema franchising
4
Per concludere possiamo dire che negli Stati Uniti l’affiliazione viene
considerata come una vera e propria alternativa alla grande distribuzione,
mentre in Europa le grosse catene di distribuzione tendono ad avvalersi
del franchising per la loro espansione e penetrazione all’interno di
mercati nei quali sarebbe per loro molto difficoltoso ed oneroso entrare
direttamente.
Il sistema franchising
5
1.4 La nascita e lo sviluppo del franchising in Italia
In Italia la nascita del franchising è fatta risalire al settembre 1970, anno
nel quale si annovera l’apertura a Fiorenzuola D’Arda, il primo affiliato
Gamma d.i.. Questa azienda, poi assorbita dalla Standa, operava nella
grande distribuzione e affiliava commercianti che avessero a disposizione
superfici di vendita di media dimensione e un rilevante capitale iniziale
9
.
Ai commercianti venivano garantiti i servizi di supporto per l’apertura
degli esercizi, l’utilizzo dell’insegna, la fornitura delle merci di vendita e
il know how relativo a tutti gli aspetti operativi della vendita. Inoltre,
offriva la propria consulenza continua, che si concretizzava in visite
periodiche di ispettori alle vendite e invio di comunicazioni commerciali.
Nella fase d’introduzione del franchising in Italia, il fenomeno non risulta
oggetto d’indagine.
La prima rilevazione che ha coinvolto il franchising è stata condotta nel
1978 dall’Associazione Italiana del Franchising, registrava solo 15
insegne.
La successiva indagine condotta nel 1985 su un campione di 10 soci
affilianti aveva rilevato i seguenti dati significativi: affiliati in Italia
1079, affiliati all’estero 54, persone impiegate presso gli affiliati 5724 e
persone impiegate nel reparto franchising 173
10
.
In Italia, per rendere più comprensibile la terminologia utilizzata nel
settore il termine franchising è stato tradotto con la parola affiliazione,
franchisor con affiliante e franchisee con affiliato.
Nel 1989, con la pubblicazione del Regolamento CEE, in lingua italiana, è
stato introdotto ufficialmente il termine “affiliazione”.
Si usa, quindi, indifferentemente il termine franchising o affiliazione.
9
Si offriva a un commerciante che disponeva di una superficie di vendita di almeno 350 mq, di una licenza
di magazzino a prezzo unico e di un capitale di 25/30 milioni i seguenti servizi: sopralluogo da parte dei
funzionari qualificati della Gamma d.i.; progettazione e assistenza tecnica per l’allestimento del
magazzino; formazione per il personale direttivo e per quello di vendita; allestimento commerciale
dell’unità di vendita; assistenza per l’apertura e per l’inaugurazione dell’unità di vendita.
10
www.infofranchising.it, Storia
Il sistema franchising
6
1.4.1 Il franchising in Italia
Il franchising in Italia è sicuramente destinato a crescere nei prossimi
anni, ma già oggi è allineato con la media europea.
Infatti, negli anni più recenti, a fronte di una diminuzione dei negozi
tradizionali, alimentari e non, si è avuto un consistente incremento dei
punti vendita in franchising.
I dati dell’ultimo Rapporto Quadrante
11
mostrano come per il nostro
Paese sia stato registrato un incremento del fatturato complessivo del 4%
rispetto al 2002 raggiungendo circa 15 milioni di euro. Uno sviluppo
costante, del tutto simile a quello registrato tra il 2000 e 2001
12
.
Tabella 1 Numero di affilianti per settore di attività
Codice Settore di attività 2002 2003 Differenza 2003/2002
N % n % N %
100
Comm alimentare
specializzato
20 3,2 22 3,4 2 10
200
Comm despecializzato
19 3,0 25 3,8 6 31,6
300
Articoli per la persona
150 23,9 155 23,7 5 3,3
400
Articoli per la casa
39 6,2 41 6,3 2 5,1
500
Altro comm specializzato
71 11,3 77 11,8 6 8,5
600
Servizi
293 46,7 295 45,1 2 0,7
700
Alberghi e ristorazione
31 4,9 34 5,2 3 9,7
800
Costruzioni e
manutenzioni
3 0,5 3 0,5 0 0
900
Industria
2 0,3 2 0,3 0 0
Totale
628 100 654 100 26 4,1
Fonte: Dati elaborati da Quadrante srl, Il franchising in Italia nel 2003, Milano
2003
11
Rapporto Quadrante S.r.L, Milano, 8 Novembre 2002
12
www.dif.it, Il franchising oltre i numeri, 2003
Il sistema franchising
7
Nel 2002 si contavano 628 insegne mentre sono 658 le aziende affilianti
censite nel 2003, con un incremento rispetto all’anno precedente del
4,1%
13
.
Sono più di settanta le imprese che hanno cominciato la propria attività
con sistemi di affiliazione nel 2002 a conferma di una vitalità della
formula che, dopo la grande accelerazione della prima metà degli anni
’90, continua a proporre nuovi format.
0
5000
10000
15000
20000
25000
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a
Grafico 1 Numero di affiliati per settore di attività
2002
2003
Fonte: Dati elaborati da Quadrante srl, Il franchising in Italia nel 2003, Milano 2003
13
Rapporto Quadrante S.r.L, Numero di affiliati per settore di attività Milano 8 Novembre 2002
Il sistema franchising
8
Cresce anche il numero dei franchisee: Assofranchising stima che gli
affiliati alle varie catene siano complessivamente 41.656, un dato del
6% superiore a quello della precedente rilevazione annuale
14
.
Come si nota dal grafico il settore dei Servizi è quello che gestisce il
maggior numero di affiliati: 20.011 contro 19.005 del 2002.
Anche il numero degli addetti nelle reti di franchising aumenta: i posti
di lavoro creati dal franchising nel 2003 sono stati 1896 raggiungendo le
108.429 unità, con un incremento pari all’1,8%, anche se il trend di
crescita appare rallentato rispetto a quello tra il 2000 e 2001, quando le
unità impiegate passarono da 81.079 a 87.840, registrando una
variazione positiva dell’8,3%
15
.
Anche in termini di dimensioni medie delle reti si registrano segnali
positivi. Il divario tra franchisor molto sviluppati e quelli più piccoli è
ancora molto alto, in quanto le dodici maggiori reti detengono oltre
11.000 affiliati, cioè più del 30% del totale, pur rappresentando meno
del 2% delle imprese affilianti
16
.
Stanno aumentando anche le catene con più di 300 affiliati, passate da
dodici nel 1998 a diciotto nel 2003: numeri che documentano un
consolidamento della formula, che premia le insegne più qualificate e i
progetti più solidi. Naturalmente il percorso è ancora lungo, visto che
più dell’85% delle reti presenti sul mercato ha una dimensione al di
sotto delle 100 unità affiliate e, addirittura, più della metà non
raggiunge le 25 unità affiliate
17
.
Il successo raggiunto da alcuni franchisor nei loro rispettivi settori è
comunque tale da assicurare al franchising un ruolo sempre più
strategico nel panorama distributivo del nostro Paese.
14
www.assofranchising.it
15
Rapporto Quadrante S.r.L., Personale impiegato presso gli affiliati, Milano 2003
16
www.assofranchising .it
17
www.dif.it, Il franchising oltre i numeri, 2003
Il sistema franchising
9
1.5 I tre elementi fondamentali del contratto di franchising
L’art. 1 comma 3, del Regolamento CEE 4087/1998 individua
chiaramente i tre elementi fondamentali del contratto di franchising:
l’immagine di marca, il know how e l’assistenza permanente.
1.5.1 L’immagine di marca
L’insegna, la denominazione commerciale, gli elementi decorativi
interni ed esterni del punto vendita o degli automezzi costituiscono
l’immagine di marca.
Far beneficiare l’affiliato della immagine di marca è uno degli obblighi
fondamentali dell’affiliante.
A questo elemento si deve aggiungere anche “l’effetto rete”, cioè il
vantaggio per l’affiliato di appartenere ad una rete di affiliazione
uniforme che è identificata da una insegna
18
.
Negli accordi di franchising ricorrono delle clausole essenziali per
tutelare la reputazione e l’identità comune della rete. Tra gli obblighi
imposti all’affiliato vi è quello di uniformarsi ai criteri stabiliti
dall’affiliante per quanto riguarda l’attrezzatura e la presentazione della
sede.
Inoltre l’affiliante è autorizzato ad effettuare controlli sulla sede, sui
prodotti venduti e i servizi prestati, nonché sulle giacenze e sulla
contabilità dell’affiliato.
18
Bonani G., Guida al franchising, Buffetti Editori,Roma, 2001
Il sistema franchising
10
1.5.2 Il know how
Per know how si intende un patrimonio di conoscenze pratiche non
brevettate derivanti da esperienze e da prove eseguite dall’affiliante,
patrimonio che è segreto, sostanziale ed identificato
19
.
In altre parole, il know how è quel complesso di metodi operativi,
conoscenze, procedure che mettono in grado un operatore di diventare
un affiliato di rete in franchising.
Il know how è un elemento importantissimo, che permette all’affiliato di
beneficiare di un vantaggio concorrenziale immediato.
Il know how deve essere segreto e sostanziale
20
.
Segreto in quanto non è generalmente noto né facilmente accessibile;
non è limitato nel senso che ogni componente individuale del know how
dovrebbe essere totalmente sconosciuto e non ottenibile al di fuori
dell’attività dell’affiliante.
Secondo la Commissione Europea la segretezza non deve riguardare tutti
gli elementi di conoscenza che compongono il know how. Alcune
componenti, prese singolarmente possono essere già note o facilmente
riproducibili da imprese diverse da quelle dell’affiliante. Ciò che
assume rilevanza, pertanto è che l’insieme di conoscenze sia un sistema
unico e protetto.
Il know how sostanziale si caratterizza nei seguenti modi: comprende
conoscenze importanti per l’attività di vendita, di produzione o di
prestazioni di servizi; si tratta, pertanto, di conoscenze rilevanti e di
effetto pratico e, infine, deve produrre un beneficio economico diretto
all’affiliato. Apprendere il know how dell’affiliante deve tradursi nella
capacità di condividere lo stesso vantaggio competitivo che ha
determinato il successo economico di quest’ultimo e, di conseguenza,
deve tradursi nella possibilità di trarne un diretto e quantificabile
beneficio economico.
19
Regolamento CEE 4087/1998, art 1 comma 3, lett f
20
Regolamento CEE 4087/1998 art 1 comma 3 lett g, h,i,
Il sistema franchising
11
Il Regolamento ben sottolinea che la sostanzialità del know how si
riconosce dal fatto che, attraverso la sua acquisizione, l’affiliato è in
grado di accedere a un nuovo mercato.
Per “accertato” o “identificato” il Regolamento intende che il know how
deve essere non solo definito ma anche formalizzato in un documento.
1.5.3 L’assistenza permanente
Terzo elemento fondamentale del contratto di franchising consiste nel
fornire un supporto tecnico/commerciale da parte dell’affiliante a favore
dell’affiliato.
La vita nel tempo di una rete di franchising è assicurata dall’impegno
dell’affiliante di sostenere e continuamente rinnovare il know how.