2
Innanzitutto viene analizzato come nel diciottesimo secolo, la
letteratura avesse rappresentato il mezzo con cui le donne iniziarono a partecipare
ai dibattiti nazionali e ad esprimere le proprie convinzioni, trascendendo le
distinzioni convenzionali tra sfera pubblica e privata. Esaminando poi, più
specificatamente, la situazione teatrale del periodo, viene analizzata la posizione
delle drammaturghe nel teatro romantico, gli ostacoli che esse fronteggiarono per
poter entrare in un ambito prevalentemente “maschile”, le strategie che
utilizzavano per essere maggiormente accettate, le tematiche che affrontavano nei
loro drammi e le idee che diffondevano. In particolare, viene esaminata
l’ideologia politica che emerge dall’opera di Mariana Starke. Infine, l’ultimo
paragrafo è dedicato all’imperialismo, in quanto gran parte di questa tesi si occupa
dell’espansionismo britannico in India. Vengono presentati i modi con cui
l’oriente è raffigurato nei lavori degli orientalisti dell’epoca e nei testi letterari
romantici, evidenziando l’eterogeneità e la complessità dell’orientalismo.
Nel secondo capitolo viene esaminata la prima opera teatrale di
Mariana Starke, The Sword of Peace; or, A Voyage of Love, una commedia
sentimentale incentrata sulla questione della colonizzazione dell’oriente. Il
capitolo mostra in che modo l’opera si fosse inserita nel dibattito contemporaneo
riguardo la politica imperiale dell’East India Company, riecheggiando il processo
a Warren Hastings. Più precisamente, viene analizzato l’atteggiamento
dell’autrice nei confronti della questione coloniale, i suoi dubbi, le sue incertezze,
le sue paure, ma anche il suo grande ottimismo e la sua totale fiducia verso il
governo britannico.
3
Infatti, da una parte la commedia mostra i pericoli e le difficoltà della
colonizzazione, evidenziando come il contatto con un’altra civiltà potesse
determinare la perdita dell’identità nazionale nel completo assorbimento in una
cultura diversa.
Dall’altra, tuttavia, l’opera incoraggia la politica imperiale, la quale,
nel rispetto degli ideali di libertà e onestà alla base dell’identità britannica, può
rivelarsi vantaggiosa sia per il prestigio nazionale che per il benessere del popolo
indiano. Accanto al tema dell’imperialismo, vengono presentate anche le altre
problematiche sociali che emergono dalla commedia. Più precisamente, il pericolo
della mobilità sociale, l’importanza di conservare una netta demarcazione tra le
classi e di ristabilire l’ordine e i valori della tradizionale società aristocratico-
cavalleresca, la difesa della differenziazione tra ruoli maschili e femminili nella
sfera pubblica e in quella privata, la rivendicazione di alcuni diritti delle donne, il
discorso del marriage market ed infine la causa abolizionista. In particolare, viene
evidenziato il continuo oscillare di Mariana Starke tra posizioni conservatrici ed
atteggiamenti anticonvenzionali, sempre celati da una forte retorica sentimentale,
moralista e filantropica.
Nel terzo capitolo si analizza The Widow of Malabar, un adattamento
dal dramma francese di Antoine Marin Le Mierre, La Veuve du Malabar. Anche
questa sezione è incentrata sulla rappresentazione della colonizzazione britannica
in India. La tragedia, infatti, fu scritta con lo scopo di incoraggiare e legittimare la
politica imperiale, presentandola come una missione civilizzatrice, volta al
miglioramento sociale e culturale del popolo conquistato.
4
Più precisamente, essa insiste sul carattere religioso dell’imperialismo,
evidenziandone la funzione evangelizzatrice.
Il capitolo sottolinea le principali differenze tra The Sword of Peace e
The Widow of Malabar nel descrivere la colonizzazione e il rapporto tra oriente ed
occidente, rilevando l’idealismo e lo schematismo della tragedia rispetto all’opera
precedente. Una lunga sezione viene anche dedicata al modo in cui Mariana
Starke rappresenta il rito della sati, l’immolazione delle vedove indù sulla pira
funeraria del marito, confrontandolo con la trattazione di tale usanza in altri testi
letterari inglesi. Inoltre, viene esaminato come la sati avesse offerto a Mariana
Starke l’occasione per condannare le eccessive rigidità del sistema patriarcale,
sottintendendo un certo parallelismo tra la situazione della donna in oriente e
quella in Inghilterra. Infine, l’ultimo paragrafo è incentrato sullo studio del genere
di The Widow of Malabar, dei suoi personaggi e del suo carattere drammatico,
sottolineando l’assenza di un vero e proprio spirito tragico nell’opera.
Nel quarto capitolo viene analizzato The Tournament, un adattamento
del dramma tedesco di J. A. von Torring, Agnes Bernauer. Questa sezione è breve
rispetto altre, in quanto The Tournament non è densa di tematiche come le due
opere analizzate in precedenza. Essa però è interessante perché analizza un aspetto
molto importante del teatro romantico, ossia il diffondersi del genere
melodrammatico. Più precisamente, il capitolo spiega i motivi per cui The
Tournament, come molti drammi scritti nel diciottesimo e nel diciannovesimo
secolo, debba essere definita un melodramma senza accompagnamento musicale.
5
Infine, viene analizzato come l’opera riprenda alcuni temi sociali
discussi in The Sword of Peace e in The Widow of Malabar, quali la necessità di
ripristinare l’ordine civile e gli ideali aristocratico-cavallereschi della tradizionale
società cortese e la questione del marriage market, mostrando ancora una volta un
continuo shift tra conservatorismo e anticonformismo, caratteristica ricorrente in
tutti i componimenti letterari di Mariana Starke.
6
CAPITOLO PRIMO : MARIANA STARKE NEL CONTESTO
LETTERIARIO POLITICO E SOCIALE DEL
ROMANTICISMO
1.1 Mariana Starke, la vita, le opere.
La figura di Mariana Starke, drammaturga, traduttrice, poetessa e scrittrice di
viaggio, nel periodo compreso tra la fine del diciottesimo secolo e l’inizio del
diciannovesimo, non compare in nessun testo di storia della letteratura inglese né
in pressoché alcuna antologia più specifica sulle autrici del periodo romantico.
Infatti, sebbene fosse abbastanza nota e stimata dai suoi contemporanei,
soprattutto nell’ambito della letteratura di viaggio, la scrittrice cadde ben presto
nell’oblio e solo recentemente la sua opera è stata riscoperta e rivalutata facendole
riacquistare una certa dignità letteraria. Proprio a causa del fatto di essere stata per
oltre un secolo completamente ignorata dalla critica, è difficile ricostruire in modo
esaustivo la vita di Mariana Starke. Le notizie biografiche che abbiamo di lei sono
infatti poche e molto frammentarie. La sua data di nascita è incerta. Probabilmente
nacque nel 1762 da Mary e Richard Starke. Mariana Starke trascorse la sua
infanzia in India, dove suo padre lavorò per molti anni per l’East India Company
in qualità di governatore nella stazione commerciale Fort Saint George a Madras.
Gli Starke appartenevano dunque al ceto mercantile inglese ed erano quindi
benestanti. Non è chiaro in che anno l’autrice fece ritorno in Gran Bretagna.
L’unica cosa certa è che a Londra Mariana Starke iniziò la sua carriera letteraria
come drammaturga.
7
Nel 1788 fu rappresentata la sua prima commedia, The Sword of Peace; or, A
Voyage of Love nel teatro privato di Camberwell, gestito da Mary Champion de
Crespigny, e al Little Theatre dello Haymarket, riscuotendo un notevole successo.
Due anni dopo, nel 1790, nel teatro di Camberwell e al Covent Garden, ci fu
rappresentazione della sua tragedia The Widow of Malabar, un’imitazione del
celebre dramma francese di Antoine Marin le Mierre, La Veuve du Malabar. In
queste due prime opere, entrambe ambientate in India, l’autrice volle mettere in
scena parte della sua esperienza nel subcontinente, che sicuramente non dimenticò
mai. Sempre in quegli anni, inoltre, nel teatro privato di Mrs Crespigny fu
rappresentato un altro dramma dell’autrice, The British Orphan, il cui il
manoscritto è andato purtroppo perso e nulla sappiamo di quest’opera. Quindi gli
esordi della carriera letteraria di Mariana Starke sono avvenuti in ambito teatrale,
ad eccezione di un lungo poema del 1789, The Poor Soldier; An American Tale,
founded on a recent fact, che racconta le disavventure di Charles Short, un lealista
della Carolina del Sud. Tuttavia, nonostante l’abilità dell’autrice e l’accoglienza
positiva delle sue opere da parte del pubblico, la critica non le fu mai molto
favorevole e la indusse ad interrompere la sua carriera di drammaturga.
Dal 1792 Mariana Starke partì con la sua famiglia per un Grand Tour
verso l’Italia per assistere ad una parente invalida che, affetta da tubercolosi,
dovette recarsi per ordine del medico in luoghi dal clima mite. Questo viaggio
durò sette anni fino al 1798. Di esso Starke parlò nel suo mémoire pubblicato nel
1800, Letters from Italy, between the years 1792 and 1798, containing a view of
the Revolution in the Country, from the Capture of Nice by the French Republic to
the Expulsion of Pius VI from Ecclesiastical State: Likewise pointing out the
8
matchless Works of Art which still embellish Pisa, Florence, Siena, Rome, Naples,
Bologna, Venice, etc. with Instructions for the Use of Invalids and Families who
may not choose to incur the Expense attendant upon travelling with a Courier.
Questo lavoro è una raccolta di lettere, le quali non sappiamo a chi furono
indirizzate, poiché il destinatario non viene mai nominato o descritto. A queste
lettere Starke aggiunse un compendium di informazioni per i viaggiatori inglesi
nella penisola, con indicazioni utili soprattutto per chi viaggiava in compagnia di
invalidi. L’importanza di quest’opera è fondamentale per capire l’ideologia
politica dell’autrice e il suo atteggiamento nei confronti degli eventi recentemente
avvenuti o in corso a quei tempi. Come si legge nel titolo, infatti, il viaggio di
Starke in Italia fu intrapreso in un momento molto particolare della storia, quello
della conquista francese di Nizza nel 1792, della campagna napoleonica in Italia
fra il 1796 e il 1797 e della perdita del potere temporale del Papa per alcuni anni.
L’autrice fu dunque testimone di avvenimenti molto importanti che decise di
riassumere e commentare nelle lettere. Letters from Italy riscosse molto successo,
e questo è testimoniato dal fatto che fu anche tradotto in tedesco nel 1802 e
sottoposto ad una seconda edizione in Inghilterra nel 1815. Sempre nel 1800,
approfittando del periodo delle guerre fra la Gran Bretagna e la Francia di
Napoleone, in cui era assolutamente sconsigliato viaggiare, Mariana tornò a
scrivere per il teatro. Compose The Tournament, che altro non fu che
un’imitazione del celebrato dramma tedesco Agnes Bernauer di J.A von Torring.
Si tratta di una tragedia di ambientazione medievale che descrive, rielabora e
come vedremo modifica la vera storia di Agnes Bernauer.
9
Quest’opera fu scritta per R. Phillips e sembra non essere mai stata
rappresentata a teatro. Essa fu l’ultimo lavoro di Starke per il teatro. Nel 1811,
subito dopo essersi trasferita a Exmouth, l’autrice fece pubblicare una sua raccolta
di poesie, The Beauties of Carlo Maria Maggi, Paraphrased: to which are added
Sonnets by Mariana Starke, molte delle quali furono tra l’altro l’adattamento
dell’opera del poeta italiano Carlo Maria Maggi
1
.
In seguito, dopo la sconfitta della flotta francese a Waterloo nel 1815,
che segnò la fine del regno napoleonico e la vittoria britannica sullo stato nemico,
Starke ricominciò a viaggiare. Dal 1817 al 1819 visitò ancora l’Italia, la Francia e
la Svizzera e nel 1820 pubblicò Information and Directions for Travellers in the
Continent. Quest’opera è un raccolta sistematica di indicazioni e suggerimenti
utili per i turisti in procinto di fare un viaggio in Europa. Più precisamente si tratta
di un elenco di luoghi da visitare, strade da percorrere per raggiungere in breve
tempo una destinazione, luoghi in cui alloggiare, commenti ad opere d’arte e così
via. Essa fu ristampata diverse volte negli anni venti e fu tradotta anche in
francese nel 1826. Nel 1836 fu arricchita e pubblicata nuovamente con un altro
titolo: Travels in Europe for the use of Travelers on the Continent and likewise in
the Island of Sicily, to which is added an account of the Remains of Ancient Italy.
Questo enorme lavoro fece guadagnare a Mariana Starke una certa fama fra i suoi
contemporanei come autrice di guide turistiche.
1
Carlo Maria Maggi nacque a Milano nel 1630 e morì nel 1699. Fu autore di madrigali, ottave,
idilli, tragedie, commedie, canzoni e sonetti. Tra le sue raccolte di poesie più importanti si
ricordano Rime Varie (1688) e Rime Milanesi, pubblicate postume nel 1701. Carlo Maria Maggi
viene considerato il padre della letteratura milanese e fu riconosciuto come il maestro di tutti i
grandi letterati milanesi che seguirono.
10
Inoltre, proprio per la composizione di quest’opera Starke può essere
definita, stilisticamente parlando, l’inventrice dei manuali di guida per viaggi,
caratterizzati appunto da una scrittura schematica e da una formula impersonale ed
imperativa, e l’ideatrice del typographical rating system, corrispondente alla
nostra dicitura “ristoranti 4 stelle”, “alberghi 5 stelle” e così via. Jeanne Moskal,
parlando di quest’opera ha detto:
Stylistically, we can trace the beginnings of the guidebook to her
choices, such as organizing her advice for the traveller to Rome into
day-long excursions, anticipating the layout of some present-day
guidebooks with itinerary for ‘First Day in Rome’, ‘Second day in
Rome’ and so forth. Moreover, she writes these sections in
imperatives for the tourist, rather than the memoirist’s past tense: Set
out in the morning; drive to the Colosseum; go to the house within the
walls where there lives a Monk, who conducts Travellers safely
through the whole building - give him three or four pauls’. This
technique proved foundational for the creation of travel guidebooks by
removing the memoirist from the picture (and from the sentence) and
allowing the reader-tourist mentally to write himself or herself into
that impersonal formula. A further innovation, apparently Starke’s
own creation, is a quantified rating system, the earlier version of our
now-conventional ’four star hotel’ or ‘five –star restaurant’.
2
Mariana Starke divenne quindi molto famosa ai suoi tempi come autrice di
letteratura di viaggio e fu molto apprezzata. Per esempio, Mary Shelley nel suo
Rambles in Germany and Italy riconosce la bravura di Starke nel descrivere
Sorrento:
Mrs Starke lived for some years at the Cocumella, at Sorrento. Her
account of the place and scenery around, is both accurate and well
written, and for this part of Italy she is an excellent guide
3
.
2
J. Moskal, “Politics and the Occupation of a Nurse in Mariana Starke’s Letters from Italy”, in A.
Gilroy (ed.) Romantic Geographies, Discourses of Travel 1775-1844, Manchester University
Press, Manchester and New York 2000, pp. 150-164, pp. 151-152.
3
M. Shelley, Travel Writing, ed. J.Moskal, Pickering, London 1996, p. 370.
11
Inoltre, l’editore John Murray (1778-1843) capendo l’originalità di Direction for
Travellers in the Continent decise di inserirlo nel primo volume della sua serie
Handbooks for travellers, imitati poi da Karl Baedker in Germania. Ma con
l’apparizione della serie di Murray i meriti e la fama di Mariana Starke si
oscurarono totalmente. Ingiustamente Murray si appropriò infatti il titolo di essere
l’inventore delle guide per viaggi e riconobbe a Starke il solo merito di essergli
stata di grande utilità per i contributi dati al suo lavoro:
Paradoxically, Starke made her success by creating a genre that erased
the writer’s self, and, when the genre proved lucrative for Murray,
Baedeker, and others, Starke herself almost vanished.
4
Mariana Starke morì nel 1838 a Milano, ma le cause del suo decesso
sono sconosciute. L’unica cosa certa è che l’autrice stava terminando un viaggio e
si trovava sulla strada del ritorno da Napoli verso l’Inghilterra. Probabilmente era
in compagnia del nipote John Hughes Starke, morto anch’egli in quell’anno.
4
J. Moskal, “Politics and the Occupation of a Nurse in Mariana Starke’s Letters from Italy”, p.
153.
12
1.2 Mariana Starke e le donne nella letteratura e nel teatro
romantico.
L’epoca in cui Mariana Starke visse ed operò aveva assistito ad un progressivo
aumento della partecipazione femminile in ambito culturale. In quel periodo,
infatti, un numero eccezionale di donne era coinvolto nella letteratura sia in
qualità di lettrici che di scrittrici, le quali si cimentarono in tutti i generi letterari,
anche in quelli ritenuti i più “seri”. Le autrici, infatti, scrivevano romanzi, poesia,
testi teatrali, opere popolari, favole, canzoni folcloristiche, ballate, libri per
ragazzi, manuali per le faccende domestiche, la botanica, il giardinaggio, la
cucina, la biologia, labelli politici e religiosi, satire, mémoires, diari, giornali,
aneddoti, lettere, dialoghi e così via. L’aumento straordinario delle loro
pubblicazioni rispetto al passato, oltre che essere ovviamente la conseguenza di
una maggiore alfabetizzazione della popolazione inglese, fu principalmente il
risultato dell’entrata dell’industria editoriale in un sistema di mercato capitalistico,
che causò il passaggio da una cultura elitaria ad una cultura popolare e favorì la
professionalizzazione del mestiere dello scrittore e quindi un incremento del
numero degli scrittori stessi:
The printing-press in peacetime offered a large challenge to the
gatekeepers of high culture, by permitting all who could read and
write some possibility of access to a wider ‘public’. Printers would
take a chance on publishing works by women, by Dissenters, by men
(and sometimes women) of the lower classes, if they seemed
likelihood that others would spend their money in order to read such
works. If we often sight over the ‘commodification of culture’ we
should recognize that such commodification gave women a chance
they had lacked otherwise.
5
5
M. A. Doody, “Women Poets of the Eighteenth Century” in V. Jones (ed.), Women and
Literature in Britain 1700-1800, Cambridge University Press, Cambridge 2001, pp- 217-237, p.
217.
13
Quindi l’aumento della produzione femminile in ambito letterario non fu altro che
il risultato di un aumento generale della produzione di testi letterari. Come ha
detto Vivian Jones: “Increased numbers of publications by women, in other
words, are simply part of a more general explosion in the market for printed
texts“
6
.
L’entrata delle donne in un settore, quello culturale, che fino ad allora
era stato di dominio esclusivamente maschile portò ad un’evidente frattura con il
passato rischiando di spezzare quegli equilibri politici e sociali che erano stati fino
ad allora così gelosamente custoditi per il mantenimento dello status quo.
Quest’ingresso delle donne nel campo letterario, infatti, aveva in sé la potenziale
capacità di trascendere quel confine tra la sfera pubblica e quella privata che
garantiva la conservazione del sistema patriarcale su cui la società si fondava. La
sfera pubblica, quale insieme dei luoghi in cui il cittadino è coinvolto nella vita
politica, sociale e culturale, che permettono il confronto di diverse idee e la
formazione di un’opinione pubblica, prevedeva infatti da sempre l’esclusione
delle classi lavoratrici e delle donne:
Because of a parallel social subordination of women and the labouring
classes, both were associated with these inferior spheres and modes of
being, and seem as more limited to the body by the nature of the
‘work’- reproductive or productive - performed by their bodies,
correspondingly less intellectually reflective, accordingly more
responsive to appeals to the passions, thereby associated with disorder
of various kinds from the bodily to the political, and therefore to be
excluded from the public, political life shared by men.
7
6
V. Jones (ed.), op. cit. , p. 4.
7
G. Kelly, Women Writing and Revolution 1790-1827, Clarendon Press, Oxford 1993, p. 6.
14
Se i posti di lavoro, i clubs e le coffee-houses erano luoghi fisici in cui era facile
escludere quelle due categorie di persone, il testo stampato, invece, permetteva a
tutti, anche dall’interno delle mura domestiche, individualmente e passivamente,
di entrare in un vasto network di comunicazioni che favorivano la presa di
coscienza dei vari aspetti della realtà sociale e politica:
Nothing perhaps more precipitated this search, nor made it more
fruitful than print-capitalism, which made it possible for rapidly
growing numbers of people to think about themselves, and to relate
themselves to others in profoundly new ways.
8
Questo, naturalmente, minacciava di favorire una divulgazione di idee che
avrebbero permesso la presa di coscienza da parte delle donne della propria
condizione di inferiorità nel sistema patriarcale e la conseguente richiesta di
rivendicazione dei propri diritti, causando un sovvertimento dello status quo :
They might come into contact with new and disreputable ideas. They
might […] read unwholesome novels, or still worse, write them.
(Increasingly, of course, women did both). They might free from
supervision of husbands and fathers […]. They might cease to be
virtuous.
9
E la virtù in una donna consisteva appunto nel rispetto delle regole patriarcali.
Gary Kelly ha definito il termine in questo modo:
Since women in both upper and middle classes continued to serve the
economic function of transferring property from one man to another,
the ‘virtue’ assigned to them was predominantly private, restraint of
the erotic ‘passion’ ensuring the stability and integrity of the family as
a property trust continuing through the generations. Female ‘virtue’
meant sexual chastity guarding those subordinated within their own
class against seduction by a social superior or contamination by an
inferior. Female virtue was moral propriety concealing and defending
the material property, social interests and cultural power of ‘their’
class.
10
8
B. Anderson, Imagined Communities, Reflections on the Origin and Spread of Nationalism,
Verso, London 1983, p. 40.
9
L. Colley, Britons: Forging the Nation 1707-1837, Vintage, London 1996, p. 256.
10
G. Kelly, op. cit., pp.5-6.
15
Non bisogna dimenticare, infatti, che i primi embrioni del movimento femminista
nascevano proprio così e a partire da quel periodo. Comunque, l’ingresso delle
donne nella sfera pubblica attraverso la stampa avvenne in ambito domestico.
D’altra parte solo così esso poteva essere tollerato e giustificato in quanto non
impediva il controllo e il mantenimento dell’establishment:
Print enable women to participate in the cultural revolution and thus in
public political life, without relinquishing the feminine character of
‘domestic woman’.
11
Ma se questo era possibile realizzarlo attraverso la letteratura, era
molto più difficile farlo con il teatro. La realtà teatrale era infatti diversa e
comportava innanzi tutto una certa visibilità. Per le attrici, questo non ha bisogno
di commenti, mentre per quanto riguarda le drammaturghe, essere playwright
significava dover collaborare con un numeroso gruppo di persone, per lo più di
sesso maschile. Esse infatti dovevano cooperare con i loro managers, gli
sceneggiatori e gli attori, che con l’avvento dello star system avevano un forte
peso nella scelta degli argomenti di un’opera e spesso obbligavano addirittura
l’autore a creare un personaggio in base alle loro capacità recitative al fine di
valorizzarle. Infine dovevano avere un diretto contatto con il pubblico:
Women had a great deal at stake in writing plays , for it represented in
the composition, publication, reading, and performance widespread
and the important modes of participating in the political act of
sociability, construing this politics not in the sense of authority of
administering the state, but as Jeff Weintraub puts it : “discussions,
debate, deliberation, collective decision making and action in concert”
amounting to citizenship in the form of “participatory self-
determination, deliberation, and conscious cooperation”.
12
11
Ibid., p. 9.
12
T. C. Davis, “The Sociable Playwright and Representative Citizen”, in T.C. Davis and E.
Donkin (eds.), Women and Playwriting in Nineteenth Century Britain, Cambridge University
Press, Cambridge 1999, pp. 15-34, p. 18.