2
Nel corso degli anni Trenta – quando Pound giunge a metà della propria
carriera letteraria, nonché della composizione dei Cantos – il rilievo della figura
di Odisseo e dei temi ad essa connessi sembra diminuire progressivamente
all’interno della sua poetica.
L’autore inizia a spostare la propria attenzione dalle tematiche letterarie a
quelle storiche, socio-politiche ed economiche, come dimostrano sia i Cantos
che la sua produzione saggistica.
Alla fine della seconda guerra mondiale, con l’arresto di Pound da parte
dell’esercito americano per collaborazionismo e l’esperienza della prigionia,
nascono i Pisan Cantos.
In questa meditazione intima e sofferta sul passato e sul presente la figura
di Odisseo torna a comparire e viene investita di nuovi significati; è evidente in
particolare un’identificazione più intensa che mai del poeta stesso con l’eroe
omerico e le numerose difficoltà che quest’ultimo dovette affrontare prima di
giungere alla sua meta.
Questa complessa fase finale dell’attività del poeta richiederebbe, però,
una lunga introduzione per essere presentata e inquadrata in modo
comprensibile, e non sarebbe comunque possibile analizzare la figura di Odisseo
nell’opera di questo periodo in modo esaustivo. Per questo motivo,
concentreremo la nostra attenzione sulla prima parte della vita e dell’opera di
Pound, senza andare oltre gli anni Trenta, non mancando comunque di riservare
alcuni cenni agli sviluppi posteriori, sia nel corso del lavoro che in una apposita
sezione finale, e cercando di non perdere di vista l’intero arco della sua lunga
attività di letterato.]
3
[“E. P. Ode pour l’Election de son Sépulchre” – e l’intero Mauberley –
presenta la struttura di un viaggio : quello del letterato nell’era moderna, alla
ricerca del proprio ruolo. Il poeta deve affrontare un’età impoetica –
come Odisseo dovette attraversare i mari tempestosi – per arrivare all’arte
ideale, la sua Penelope.
Ma l’impresa di resuscitare “the dead art of poetry” in un ambiente ostile
all’arte – “a half savage country” – è destinata a fallire fin dall’inizio, è come
spremere gigli dalla ghianda. Prima che a Odisseo, il poeta viene infatti
accostato a un altro eroe della mitologia greca, Capaneo, che partecipò alla
spedizione dei Sette contro Tebe e si lanciò verso le mura della città per scalarle,
ma fu colpito dai fulmini di Zeus, mostrando coraggio “ma anche ira impotente
e suicida”.
2
Vengono poi introdotte le immagini omeriche:
Ϊδµην γάρ τοι πάνθ’,οσ’ενί Τροίη
Caught in the unstopped ear;
Giving the rocks small lee-way
The chopped seas held him, therefore, that year.
His true Penelope was Flaubert,
He fished by obstinate isles;
Observed the elegance of Circe’s hair
Rather than the mottoes on sun-dials.
“E. P.” si era posto come obiettivo ultimo l’espressione esatta, il mot juste
flaubertiano – si è visto nel capitolo precedente che negli ultimi anni Pound
aveva iniziato ad interessarsi alla prosa realista – ma si è sempre lasciato sviare,
così come Odisseo si fa distrarre dalle Sirene e da Circe.
2
M. Bacigalupo, Ezra Pound. Hugh Selwin Mauberley, ediz. cit., pag. 32.
4
Le parole delle Sirene – delle quali l’ “Ode” riporta un verso direttamente da
Odissea, XII 189 – sono percepite da Odisseo, che a differenza dei compagni
non si era tappato le orecchie. Il canto poetico e ammaliante delle Sirene e
l’eleganza dei capelli di Circe possono rappresentare la tentazione
dell’abbandono a un’arte esclusivamente estetica, fine a sé stessa, lontana dalla
banalità e dalle dissonanze della realtà:
the poet […] prefers to admire and actively love beauty for itself however dangerous
(“Circe’s hair”) rather than applaud the banalities inscribed on sundials or the clichés
of public action summarized by “the march of events”;
3
un’arte che, diversamente da quella flaubertiana, perde di vista il reale e, da
quanto l’intero poemetto lascia intendere, porta l’artista del XX secolo
all’alienazione dal mondo circostante. Le figure omeriche delle Sirene e di Circe
raffigurano dunque il rischio per un letterato di chiudersi in sé stesso.]
3
“Il poeta […] preferisce ammirare ed amare attivamente la bellezza per sé stessa, per quanto
pericolosa (i capelli di Circe), piuttosto che applaudire alle banalità incise sulle meridiane o ai
cliché dell’attività pubblica riassunti dal ‘corso degli eventi’”. John Espey, Ezra Pound’s
Mauberley. A Study in Composition, Faber and Faber, Londra 1955, pag. 85. Trad. mia.
5
[Il canto 1 definitivo inizia dunque direttamente con la voce di Odisseo che
rievoca la propria discesa nell’oltretomba:
And then went down to the ship,
Set keel to breakers, forth on the godly sea, and
We set up mast and sail on that swart ship,
Bore sheep aboard her, and our bodies also
Heavy with weeping, and winds from sternward
Bore us out onward with bellying canvas,
Circe’s this craft, the trim-coifed goddess.
4
Il canto – e l’intero poema –
begins as epics are supposed to, in madias res, in the midst of an ongoing story, in
the midst of a sentence, “And then…”.
5
Molti critici ritengono che la decisione di eliminare tutto ciò che precedeva
il passo omerico non sia l’unica ragione per cui esso si trova ad essere, nella
redazione definitiva dei Cantos, in posizione iniziale. Per Alan Holder un
motivo si può ricercare nella convinzione di Pound riguardo all’antichità
dell’episodio in questione, di cui si è parlato nel capitolo 2:
4
“Poi scendemmo alla nave
E la chiglia tagliò il mare divo,
Drizzammo l’albero e le vele della nave negra,
A bordo portammo pecore e i corpi nostri
Carchi di lacrime, e il vento in poppa
Ci avviò con panciute vele,
Di Circe benecomata arte fu questa”.
E. Pound, The Cantos, ediz. cit., pag. 3. Trad. di Mary de Rachewiltz in Ezra Pound. I Cantos,
ediz. cit.
5
“inizia come si suppone che inizino i poemi epici, in medias res, nel mezzo di una storia che
procede, nel mezzo di una frase, “E poi…”. George Kearns, The Cantos, Cambridge
University Press, Cambridge 1989, pag. 35. Trad. mia.
6
Pound believes that this is the oldest portion of Homer’s epic, which in turn, is
generally regarded as one of the oldest pieces of Western literature extant. By
assigning this material so prominent a place in his poem, Pound seems to be saying
that he is intent on recovering the past and wishes to start from scratch.
6
Lo stesso Holder aggiunge:
Moreover, the Nekuia episode, in which Odysseus descends into Hades to consult
with the prophet Tiresias so that he may discover how to further his attempts to
reach Ithaca, is itself an example of a man’s tapping the wisdom of the past in order
to meet the problems of the present, an act which Pound (who seems to think of
himself as a modern Odysseus) will perform repeatedly as the poem unfolds.
7
Se già nei Three Cantos la discesa agli Inferi e il dialogo con le ombre dei
defunti potevano rappresentare le ricerche di Pound tra le antiche tradizioni
letterarie europee, solo in apparenza morte, per rivitalizzare la cultura della
propria epoca, ora si tratta appunto di risolvere i problemi del presente. Come si
è detto nei due capitoli precedenti, Pound ritiene ormai che i valori stessi della
società in cui egli vive debbano essere rifondati, e per questo sia necessario
ricercare e proporre dei modelli diversi, non solo letterari ma in tutti i rami dello
scibile. L’argomento dei canti successivi sarà proprio questo: l’illustrazione dei
risultati delle sue intraprendenti ricerche tra le culture più remote, del suo
tentativo di riportare nel presente quei modelli che egli ritiene ideali, accostarli e
6
“Pound crede che questa sia la parte più antica del poema epico omerico, che a sua volta è
generalmente considerata come una delle opere più antiche della letteratura occidentale che si
sono pervenute. Assegnando a questo materiale una posizione così prominente all’interno del
suo poema, Pound sembra voler dire che intende recuperare il passato e vuole iniziare dal
principio.” A. Holder, op. cit., pag. 217. Trad. mia.
7
“Inoltre, l’episodio della nekuia, in cui Odisseo discende nell’Ade a consultare il profeta
Tiresia in modo da scoprire come facilitare i propri tentativi di raggiungere Itaca, è esso stesso
un esempio di un uomo che carpisce la saggezza del passato per affrontare i problemi del
presente, un atto che Pound (che sembra immaginare sé stesso come un moderno Odisseo)
eseguirà ripetutamente con il dispiegarsi del poema.” Ibid., pag. 217.
7
contrapporli, nella speranza che essi possano indicare alla cultura del XX secolo
le vie da seguire. ]
[ E’ evidente che su tutto questo l’Ulysses, incentrato su un personaggio
moderno le cui azioni ricalcano le vicende di Odisseo, ha la sua influenza,
considerato anche il fervore con cui Pound accoglie il romanzo joyciano e
l’attenzione che rivolge ad esso nei suoi saggi. Ma se il poeta riscrive i primi
canti della sua opera principale avendo in mente Odisseo e lo schema
dell’Odissea, la sua intenzione non è comunque quella di imitare Joyce:
Ulysses is, presumably, as unrepeatable as Tristam Shandy; I mean you cannot
duplicate it; you can’t take it as a ‘model’, as you could Bovary; but […] it does add
definitely to the international store of literary technique.
8
Inoltre, del romanzo di Joyce egli ammirava il realismo con cui veniva
analizzata la mentalità contemporanea, tale da farne “a report on the state of the
human mind in the twentieth century”
9
; ma egli stesso aveva già fatto qualcosa
di simile, se si considera il commento fatto da Eliot nella sua introduzione ai
Selected Poems poundiani (1928) riguardo a Mauberley:
the poem seems to me […] to be a positive document of sensibility […] It is a
compact of the experience of a certain man in a certain place at a certain time; and it
is also a document of an epoch […] it is, in the best sense of Arnold’s worn phrase, a
‘criticism of life’.
10
8
“Ulysses, probabilmente, è altrettanto irripetibile che Tristam Shandy; voglio dire che non si
può farne un duplicato, non si può prenderlo come modello, come può farsi con Madame
Bovary; ma esso […] apporta un deciso contributo alla provvista internazionale di tecnica
letteraria”. E. Pound, “Ulysses”, Literary Essays, ediz. cit., pag. 405.
9
“Un resoconto dello stato della coscienza umana nel secolo ventesimo”. Ibid., pag. 408.
10
“Il poema mi sembra essere una testimonianza positiva di sensibilità […] E’ un condensato
dell’esperienza di un certo uomo in un certo luogo in un certo momento; ed è anche una
testimonianza di un’epoca […] è, nel senso migliore dell’espressione usurata di Arnold, una
‘critica della vita’ ”. T. S. Eliot, introduzione a E. Pound, Selected Poems, Faber and Faber,
Londra 1959, pag. 20. Trad. mia.
8
Ora Pound non intende limitarsi a descrivere certi aspetti e certe problematiche
della modernità, come è avvenuto nella narrativa di Flaubert e Joyce e come ha
fatto egli stesso in opere come Homage e Mauberley, ma vuole anche e
soprattutto realizzare un’opera propositiva, che indichi delle vie per un
cambiamento per quanto riguarda tali problematiche.
In particolare, Pound non vuole creare un nuovo Leopold Bloom. Come si è
detto all’inizio del capitolo, egli considera il protagonista dell’Ulysses come
“the goat”
11
, la vittima di una società, quella dell’inizio del XX secolo, basata
su falsi ideali. Evidentemente, in Bloom egli riconosce sé stesso quando, in
Inghilterra, avvertiva la presenza di un potere pubblico mistificatorio e di un
clima opprimente; egli sente quindi delle affinità col personaggio joyciano e lo
vede come una figura senz’altro attuale. Ma essendo “the man in the street”,
“the man who believes what he sees in the papers”, Bloom rappresenta per
Pound colui che non sa reagire e opporsi a tutto questo; colui che, in ultima
analisi, rispecchia questo sistema e non si discosta dalle altre persone:
Non seulement il est un “moyen” littéraire […] apt à ramasser ce qu’on dit et pense
partout, ce que les gens quelconques disent et ramâchent cent fois par semaine, mais
les autres personnages sont choisis pour l’aider, pour ramasser les vanités des
milieux autres que le sien.
12
Pound è invece in cerca di figure esemplari, che si distinguano dalla massa
che le circonda e mostrino di poter superare gli ostacoli e raggiungere i loro
obiettivi.
11
Cfr. nota 138.
12
“Non soltanto egli è un ‘mezzo’ letterario […] adatto a raccattare ciò che si dice e pensa
dappertutto, ciò che le persone comuni dicono e ricevono cento volte a settimana, ma gli altri
personaggi sono scelti per aiutarlo, per raccattare le frivolezze degli ambienti diversi dal suo”.
Pound, “James Joyce et Pécuchet”, in Pound / Joyce, ediz. cit., pag. 249. Trad. mia.
9
Ciò che gli occorre non è quindi un Odisseo calato nella modernità e nella
mediocrità, come Bloom e i personaggi di Mauberley, dove l’unione dell’epico
col quotidiano crea un effetto eroicomico, ma una figura che abbia una sola
dimensione, quella eroica: una figura come il “vero” Odisseo, quello omerico,
dotato di qualità indiscutibilmente superiori al comune – in un saggio Pound
definisce Odisseo “the live man among duds”.
13
Anziché creare un nuovo
personaggio a tutto tondo, con un nuovo nome e in un contesto moderno, come
fa Joyce, egli si limita a ripresentare nella sua opera alcune vicende
dell’Odissea.
Ma se l’Odisseo che apre i Cantos resta quello distante ed epico del poema
omerico, e non può quindi essere universalizzabile in “Everyman”, esso
rappresenta comunque, come si è potuto finora notare, una coscienza moderna:
quella del poeta stesso, irrequieto e mai appagato, che deve intraprendere un
difficile nostos.]
13
“l’uomo vivo fra esseri inerti”. Pound, “Hell”, 1934, in Literary Essays, ediz. cit., pag. 212.
Trad. in Saggi Letteari, ediz. cit.
10
[ Alla luce dell’analisi compiuta in questo lavoro, si può notare che la figura
di Odisseo compare con una certa frequenza nell’opera del primo Pound. La sua
presenza non è però fitta come quella di altri personaggi: nei Cantos non si trova
una sezione dedicata appositamente a Odisseo, come invece avviene per John
Adams (c. 62-71), Sigismondo Malatesta (c. 8-11) e altri; né si possono trovare
saggi, tra i numerosi che Pound ha scritto, che hanno come argomento specifico
la figura dell’eroe omerico. Le sue comparse sono invece isolate e piuttosto
brevi: Odisseo è protagonista in alcuni singoli canti (c. 1, 39, 47), altre volte ha
un ruolo meno centrale, come nel c. 20, dove viene nominato dai Lotofagi, o
viene accostato ad altri personaggi come Sigismondo Malatesta, Niccolò d’Este,
l’esteta in Hugh Selwin Mauberley e via dicendo.
Pur essendo una figura meno esibita di altre, essa compare però in punti
cruciali della sua opera, che corrispondono a momenti della sua vita altrettanto
importanti. In Hugh Selwin Mauberley – opera che segna il distacco dell’autore
da Londra e la sua percezione di una crisi etica e non solo più artistica nel
presente – l’autore si vale di immagini omeriche per mostrare la vanità
dell’isolamento estetico. Nell’inizio dei Cantos – che coincide con l’inizio
dell’apertura della poetica poundiana a tematiche extra-letterarie – il viaggio
nell’oltretomba di Odisseo rappresenta la volontà dell’autore di cercare nel
passato letterario, storico, politico, il modo per far fronte a questa crisi. Sua
intenzione è fondare una “civilization” nuova e cosmopolita, composta da
elementi presi dalle migliori tradizioni.
Sulla nekuia si è insistito in modo particolare, dal momento che il bisogno
di interrogare il passato non viene mai meno nel corso dell’attività del poeta.
L’immagine di Odisseo che intraprende il viaggio nell’oltretomba torna infatti
nei c. 39 e 47. Come è stato evidenziato, poi, l’intero poema può essere
considerato come un dialogo con i morti, dopo che si è mostrato, all’inizio
dell’opera, l’arrivo di Odisseo all’Ade; come il luogo in cui Pound, nel tentativo
di rifondare i valori del presente, si confronta col passato, il luogo in cui cerca
delle rivelazioni come Odisseo davanti a Tiresia e alle altre anime.
11
Dall’analisi svolta, infine, risulta evidente il fatto che i temi e le figure
ricorrenti nelle opere poundiane – l’idea di rinascimento americano, i vari
esempi di principe-guida, l’illustrazione delle teorie economiche douglasiane, le
immagini di città ideali, di metamorfosi, dei cicli naturali etc. – possono essere
tutti ricondotti a un unico tema principale, quello dell’esigenza di un
rinnovamento – letterario, etico, socio-economico. L’esigenza di un
rinnovamento non è soltanto il tema basilare e il filo conduttore dei più
importanti scritti poetici e critici di Pound; è la ragione stessa che giustifica la
sua attività di letterato, il suo impegno non sempre efficace e saggiamente
indirizzato ma perseverante. Ed è in questa ricerca di un rinnovamento che si
inserisce a pieno titolo anche il tema di Odisseo.]