30 Aprile 2004 Introduzione IV
Al vantaggio patrimoniale di sfruttare un mezzo già cablato, sia esternamente che
internamente all’utenza da servire, si aggiunge anche il vantaggio socio economico di
poter fornire servizi ad alto contenuto tecnologico anche in quelle zone isolate, come ad
esempio i paesi di montagna, o tecnologicamente arretrate, come la maggior parte dei
paesi in via di sviluppo, dove gli attuali operatori di telecomunicazione non investono per
il basso indice di redditività finanziaria: ovunque, infatti, è oramai diffusa una presa
terminale di un impianto elettrico. Inoltre, la tecnologia permette a persone portatrici di
disabilità di vario genere di poter usufruire di tutti i vantaggi della tecnologia moderna.
La tecnologia, che si fonda su un principio fisico noto da tempo, è ancora poco
sviluppata rispetto alle sue potenzialità in quanto il mezzo trasmissivo non risulta a
priori idoneo a trasmettere segnali ad alta frequenza, essendo stato progettato e
realizzato, e soprattutto gestito e mantenuto, per trasmettere segnali elettrici a bassa
frequenza: pertanto la maggior parte delle applicazioni, per altro diffuse più di quel che
sia lecito aspettarsi, sono state fino ad oggi sviluppate prevalentemente in ambito locale
con bassi flussi trasmissivi, quindi come alternativa alla trasmissione dei dati su cavo di
rame apposito, le cosiddette Local Area Network (LAN), in specie per remotizzare
servizi quali la telelettura dei contatori o il telecontrollo di impianti di climatizzazione e
di allarme; cioè l’accesso a Internet in banda larga in alternativa alle tecnologie xDSL.
Nel presente e nel futuro prossimo, sia per la sempre maggior diffusione anche in
Europa della deregulation nella fornitura di servizi di telecomunicazione e di
distribuzione dell’energia elettrica, sia per il naturale sviluppo tecnologico che permettono
più efficaci tecniche di sfruttamento del canale trasmissivo, sta notevolmente aumentando
la prospettiva d’impiego della tecnologia powerline con progetti caratterizzati da altissimi
flussi trasmissivi da realizzare anche fra reti locali distanti fra loro, con un’adeguata
struttura trasmissiva capace di raggiungere elevate distanze, le cosiddette Wide Area
Network (WAN), o reti geografiche, e le Metropolitan Area Network (MAN).
Powerline è una tecnologia versatile ed integrativa: la sua applicazione, infatti, non
elimina ma integra le reti di trasmissione di dati già esistenti in ambito locale,
30 Aprile 2004 Introduzione V
sfruttando la rete elettrica a bassa tensione presente in tutte le abitazioni o uffici,
combinandosi anche con quelle esistenti fra gli edifici, anch’esse prevalentemente in bassa
tensione, risolvendo in tal senso pure il problema della copertura del cosiddetto ultimo
miglio o local loop, cioè la fornitura di servizi flat nel tratto normato unbundling.
Pertanto lo scopo principale di questa analisi prospettica è di capire le effettive
potenzialità della rete elettrica in bassa tensione e le eventuali problematiche legate al suo
sfruttamento per la trasmissione di servizi di telecomunicazioni.
Per questo dopo un breve percorso storico e una presentazione dei sistemi ormai
affermati e standardizzati, analizzeremo le caratteristiche che il canale trasmissivo
presenta fino a frequenze di 30 MHz, per passare poi allo studio di eventuali problemi
di compatibilità elettromagnetica e quindi di un'adeguata tecnica di trasmissione e di un
eventuale MAC (acronimo di Media Access Control), cioè di quell'insieme di regole che
stabilisce come e quando il mezzo fisico è accessibile ad ogni nodo o elemento del sistema.
Si presenteranno, poi, gli attuali progetti in corso, approfondendo l’analisi, perché
vicino, dell’esperimento dell’ENEL a Grosseto e si analizzeranno i possibili sviluppi
sia di ricerca che di ingegnerizzazione e commercializzazione di questa tecnologia, con
particolare riferimento ai problemi normativi di standardizzazione e di interferenza.
Infine si citeranno alcuni prodotti in commercio, in parte oggetto di questo studio.
Completano la trattazione una esauriente bibliografia ad oggi disponibile.
Augurando al lettore una piacevole lettura che valga quale stimolo di interesse
nell’approfondire ciò che ancora si conosce poco, si ricorda che la presente trattazione ha
il solo scopo di riorganizzare le informazioni attualmente disponibili, ovvero reperite, per
illustrare i principi di funzionamento, le applicazioni ed i possibili sviluppi dei sistemi di
trasmissione su linee elettriche, la PowerLine Communication.
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 1
CAPITOLO 1
CENNI STORICI
1.1 Le primi applicazioni della tecnologia powerline
La storia dei sistemi di trasmissione su linee elettriche è legata al secolo
scorso ed allo sviluppo che in esso hanno avuto i dispositivi elettronici.
L'idea della tecnologia powerline si basa sul principio fisico delle onde
convogliate in modo da sfruttare la rete di distribuzione dell'energia
elettrica per la trasmissione delle informazioni, oltre che della potenza
elettromotrice: la grossa e fondamentale innovazione è sul fronte della
tecnologia applicata che può sfruttare algoritmi sempre più affinati per la
modulazione e demodulazione dei segnali, nonché una sempre crescente
capacità di calcolo dei microprocessori, oltre alla loro miniaturizzazione.
La prima applicazione significativa risale al primo ventennio, quando si
pensò di sfruttare la rete elettrica già
cablata per raggiungere aree molto
remote, sia per controllare a tali
distanze la rete distributiva, sia per
trasmettere la voce: le comunicazioni
elettriche impiegavano frequenze sotto
i 150 KHz (EN50065-1
1
) con intensità
di irradiazione così elevata da creare
forti disturbi in quanto sia le linee fra
le sottostazioni, tipicamente a 11 KV,
sia i trasformatori provocavano
altissime attenuazioni: inoltre, era
necessario non interferire con le
radiofrequenze impiegate per la navigazione aerea e la radiodiffusione.
1 La rete di distribuzione elettrica
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 2
L'uso di sistemi in bassa frequenza su linee di alta tensione, soprattutto
per la trasmissione di segnali legati al monitoraggio, al controllo remoto e
alla voce, prevedeva sistemi di accoppiamento in alta tensione installati sia
in serie che in parallelo con i circuiti di alta tensione: le bobine di blocco in
serie dovevano trasferire il carico sulle linee elettriche e sostenere il livello
di corrente; gli accoppiatori capacitivi dovevano sostenere le tensioni.
Erano disponibili sia la tecnica di trasmissione fase-fase che quella fase-
terra che garantiva minore attenuazione, migliori rapporti segnale rumore,
minori variazioni del livello di attenuazione dovute alle condizioni
atmosferiche, minor livello di segnali irradiati. Nel sistema fase-terra la
perdita del conduttore di fase produceva anche la perdita di segnale, nel
sistema fase-fase solo un leggero aumento dell'attenuazione.
Queste reti ad alto voltaggio, e con scarse discontinuità, fornivano la
più stabile struttura possibile per le comunicazioni su linee elettriche pur
presentando il difetto del rumore, principalmente generato da archi
elettrici, tale per cui il rapporto segnale rumore non permetteva di superare
distanze di circa 200 Km.
Alternativamente a questa tecnica, con lo sviluppo del Ripple Control
2
,
toni ad audio frequenza (AF) sul segnale elettrico in bassa tensione per
trasmettere solo comandi 'on/off ', si modulava la frequenza principale
con dei burst
3
di segnale ad audio frequenza, ognuno dei quali durava
diversi cicli della frequenza principale (Davos, 1929): un certo numero dei
burst in AF veniva poi unito per formare un segnale codice che poteva
essere ricevuto e decifrato lungo vari punti della rete. Era anche possibile
usufruire di diversi servizi sulla stessa linea trasmissiva utilizzando
differenti audio frequenze con circuiti accordati nel ricevitore che
rilevavano solo i segnali relativi alle applicazioni di cui erano destinatari.
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 3
Le applicazioni consistevano nel telecomandare segnali di semplice
switching quali, ad esempio, l’accensione o lo spegnimento dei lampioni
dell'illuminazione pubblica.
Essendo costoso sia il dispositivo per modulare il segnale principale
con segnali in audio frequenza, sia la manutenzione del Ripple Control,
agli inizi degli anni ’60 vennero impiegate delle tecniche per rendere la
trasmissione più economica e meno sensibile ai disturbi ed alle
interferenze, migliorando la ricezione: Peak Depression, con cui il segnale
è reso discreto attorno a zero Volt con picchi da 200/300 A che davano
origine alla codifica dell’informazione; Cyclocontrol, con cui si avevano in
34 cicli a disposizione 165 indirizzi discreti con quattro possibili istruzioni.
Non potendo lavorare in banda base per la troppa potenza necessaria a
sovrastare il rumore, furono impiegate le frequenze tra i 150 e i 450 KHz
(1936 Bell Telephone Laboratories), perché sotto questo range si avevano
problemi di accoppiamento, mentre sopra di elevata attenuazione e
interferenza dovuta alle stazioni radio: il sistema, in grado di coprire
distanze di circa 30 km, era progettato per lavorare sulla rete di
distribuzione rurale americana, composta da un conduttore monofase a 7
KV e 60 Hz, con un filo neutro in basso che di tanto in tanto era interrato.
1.2 Gli ultimi trent'anni
Negli ultimi decenni lo sviluppo si è concentrato sostanzialmente
sull'automazione delle funzioni di distribuzione, come la lettura automatica
del contatore, il controllo selettivo del carico e la gestione a distanza della
rete, sulle bande di frequenza stabilite dal CENELEC
4
. Lo scopo era
generalmente quello di sviluppare un sistema capace di aiutare gli utenti a
cambiare la forma della loro curva di assorbimento. Stabilizzando tale
curva su tutto l'arco delle 24 ore i produttori di energia elettrica potevano
ridurre i costi di produzione: picchi di richiesta, come avviene ad esempio
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 4
nell'ore dei pasti, richiedono infatti l'uso di impianti veloci nel collegarsi
alla rete ma in genere costosi da avviare come le centrali a gas. Rendere
quindi la richiesta di energia il più possibile costante e diffusa su tutto
l'arco del giorno consentirebbe l'utilizzo di impianti più economici da
gestire, giustificando così, con una diminuzione dei costi di produzione, le
maggiori complessità introdotte da questi sistemi.
Inoltre questo sistema di gestione della rete consentirebbe facilmente
l'implementazione di servizi aggiuntivi, altrimenti costosi da realizzare
singolarmente, come la lettura automatica del contatore e il monitoraggio
continuo della rete. Tutti questi studi hanno portato sicuramente ad una
migliore conoscenza della rete e delle sue caratteristiche ma, salvo rare
eccezioni, non sono sfociati in prodotti o servizi dal grande successo
commerciale, prevalentemente per il basso, se non negativo, rapporto
investimenti/benefici in termini economici.
Alcuni dei più importanti progetti:
¾ anni '70, compagnia elettrica Wisconsin (USA): realizza un
sistema sulle sue linee di distribuzione che permette una
completa gestione dei carichi ed una lettura remota dei contatori
di luce, acqua e gas mediante l’impiego di un apposito
trasponder
5
domestico;
¾ anni ’80, South Eastern Electricity Board (GB): sviluppa un
dispositivo nominato CALMS (Credit And Load Management
System) che si basa su un terminale domestico "intelligente" in
grado di utilizzare diversi mezzi di comunicazione (non
solamente le linee elettriche) per aumentare lo scambio di
informazioni tra l'utente e il gestore dell'energia. I servizi offerti
erano la misura e registrazione della domanda e del suo picco, la
selezione remota delle tariffe, le informazioni sui carichi elettrici
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 5
e sui consumi per aiutare la pianificazione e il controllo della
rete, il controllo remoto di consumi e tariffe, la lettura remota di
3 contatori, i pagamenti a distanza, la limitazione dei carichi per
rientrare in un certo tipo di tariffazione o come servizio minimo
di emergenza ed infine supplire alla mancanza di collegamenti di
terra nelle abitazioni degli utenti;
¾ anni '80, consorzio inglese THORN EMI: collauda, con circa
1000 utenti, un particolare sistema di telecontrollo basato su un
microprocessore progettato e realizzato direttamente e che
sfrutta una modulazione di tipo Spread Spectrum
6
, che fino ad
allora era stata usata quasi esclusivamente per comunicazioni in
ambito militare, per cercare di superare i problemi legati al
rumore della rete di distribuzione in bassa tensione, offrendo i
seguenti servizi: registratore multi tariffa per i contatori acqua,
gas, luce; funzioni di controllo e switch remoti per
riscaldamento acqua e ambienti; registrazione dell'assorbimento
su tutte le 24 ore, a passi di mezz'ora, per l'analisi delle variazioni
dei carichi; visualizzazione nel tempo del consumo di luce,
acqua e gas con previsione di spesa; rilevamento di
manomissioni;
¾ anni '80, ENEL: esperimento sulla propria rete per usare le linee
in bassa tensione come mezzo per la trasmissione dati,
ottimizzando l'uso delle risorse disponibili per generare energia
elettrica e controllarne il consumo da parte degli utenti,
fornendo i seguenti servizi: lettura remota del consumo
continuo degli utenti connessi; aggiornamento giornaliero dei
carichi; limitazione al limite contrattuale del consumo di energia
dell'utente; registrazione nell'arco di un mese dei picchi di
potenza; limitazione del consumo globale di energia di tutti gli
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 6
utenti per sopperire a momentanee carenze di disponibilità;
confronto tra potenza globale erogata da ogni sottostazione e
somma di tutte le potenze di ogni singolo utente per individuare
eventuali perdite sulla rete; rilevazione di eventuali tentativi di
manomissione;
¾ anni '90, Datawatt (Olanda e Svizzera) sviluppa il sistema
Robcom, basato sulla tecnica Spread Spectrum Frequency
Hopping, che lavorava sia sulle linee a bassa tensione, per la
gestione dei carichi, che su quelle a media, per automatizzare la
distribuzione, fornendo i seguenti servizi: monitoraggio del
flusso di energia lungo la rete; localizzazione dei guasti;
misurazione e controllo continuo del livello di tensione in alcuni
punti della rete; commutazione tariffe; cicli di carico; perdite di
carico; lettura remota del contatore; localizzazione guasti.
Oltre a quelli sinteticamente sopra riportati, agli inizi dell’ultimo
decennio del secolo scorso, NOR.WEB (Regno Unito), in collaborazione
con Open University, iniziò a studiare il sistema o modello cosiddetto
“PowerLine Communications”.
Lo scopo iniziale del progetto era la
fornitura di servizi interni rivolti
all’utente dell’energia elettrica che però
non giustificavano i grandi investimenti
impegnati per istallare le infrastrutture
necessarie alla loro diffusione su larga
scala; pertanto furono progettati servizi
più appetibili dai consumatori come il trasferimento di voce e dati: ma
questo richiedeva l'utilizzo di “data rate”
7
molto più elevati di quelli che le
bande di frequenza assegnate dal CENELEC consentivano. Allora
2 PLC alternativa all'utimo miglio
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 7
NORWEB, per la prima volta, iniziò a studiare la possibilità di usare
frequenze più grandi di 1MHz sulla rete a bassa tensione. In pratica, la
prima vera alternativa al segnale telefonico per coprire l’ultimo miglio.
L'avvio fu molto promettente e portò alla realizzazione dimostrativa di
una rete telefonica su linea elettrica a Manchester (GB), basata sulla
tecnologia CT2
8
e su equipaggiamenti telefonici prodotti dalla consociata
NORTEL Networks; seguì la commercializzare del servizio Internet ad
alta velocità su linee elettriche basato su frequenze più grandi di 1MHz.
Quel progetto però terminò per insolvenza delle società gestrici
intravedendo per le PLC solamente lo sbocco nel ristretto mercato
dell'home automation, vincolate come erano dalla normativa e dalla
tecnica a data rate e bande troppo piccole per realizzare quei servizi di
grande diffusione che sembravano invece caratterizzare il crescente
mercato delle telecomunicazioni.
Ulteriori progetti si sono susseguiti negli anni, alcuni perseguiti altri
abbandonati (Siemens), soprattutto per lo sfruttamento della rete in bassa
tensione, con un crescendo in termini di frequenze di lavoro e di flussi di
trasmissione: nessuno però ancora con uno sbocco economico e
commerciale sufficiente a garantire la larga diffusione delle PLC.
1.3 Ai giorni nostri
Ad oggi, con progetti pilota in corso in diverse città del mondo, si tenta
di sperimentare efficaci e vantaggiosi sistemi di trasmissione dati basati
sulle PLC soprattutto in termini di possibile alternativa per "l'ultimo
miglio" o lacal loop.
In particolare, in Europa, sono presenti:
ξ in Germania, la compagnia elettrica Rwe offre nell’Essen i
servizi del Powerline, con abbonamenti dai costi abbastanza
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 8
contenuti (25 euro al mese). Nella città di Mannheim esiste
l’estensione più ampia commercialmente rilevante di utenti (oltre
20.000) Grazie a un altro operatore tedesco, la EnBw e nel
Baden-Wüttemberg, nella Germania sud orientale, è la prima
città a essere completamente connessa con Powerline. A
Dresda, invece, Power.Com avrebbe deciso di abbandonare il
progetto;
ξ in Austria, nella città di Linz, con "Speed-Web";
ξ in Svezia, nell’isola di Gotland con il marchio "ENkom"
ξ in Polonia, nella città di Cracovia;
ξ in Scozia, nella città di Crieff e Campbeltown da "Broadband";
ξ in Francia, ove EDF, la società energetica di proprietà pubblica
ha testato con successo questa tecnologia in una scuola in
Bretagna;
ξ in Svizzera, con gli esperimenti della Ascom Powerline
Communication, che ha risolto il problema del rumore generato
dalle interferenze dell’innesco/disinnesco dei carichi domestici,
come un forno microonde, con un algoritmo che cambia in
continuazione la frequenza, sperimentato anche in un grattacielo
di Honk Kong;
ξ in Israele, ove la società Main.net, per inviare i dati
dall’abitazione alla sottostazione locale, usa prodotti che
utilizzano frequenze tra 1 e 30 MHz.
Invece gli Stati Uniti sembrano essere maggiormente attratti dall'uso di
questa tecnologia all’interno delle abitazioni ove si vedono dei piccoli
apparecchi elettronici che consentono di trasformare la rete elettrica di
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 9
casa in una rete locale, ad
esempio la stampante, collegata
alla rete elettrica, può essere
pilotata dal personal computer
installato nella stanza accanto.
Analizziamo, ora, nel seguito
alcuni progetti e sperimentazioni.
ξ 1.3.1 Il progetto Digital PowerLine di AEM a Milano
L’Azienda Elettrica Municipale di Milano, tramite la propria società di
telecomunicazioni Citytel (oggi Metroweb), ha avviato il primo test
tecnologico del genere eseguito sul territorio nazionale, in quel di Milano.
Il progetto Digital PowerLine (DPL), che è anche il nome del sistema
sviluppato da Northern Telecom United Utilities, prevede l'uso di due
periferiche all'interno dell'abitazione del cliente: una per il collegamento al
contatore elettrico; l'altra, collegata alla prima, per la connessione al
personal computer che, senza modem, deve solo essere dotato della solita
scheda di rete ethernet.
Dal contatore i dati raggiungono la più vicina cabina di bassa tensione
per essere convogliati su
fibra ottica, mediante
apposita interfaccia, fino a
raggiungere il provider di
servizi. I pacchetti di bit
viaggiano alla velocità di 1
Mbps. In realtà la velocità
effettiva è nominale e dipende molto dal carico generale della rete: più è
alto il numero di utenti collegati nello stesso istante, minore è la velocità
disponibile per il singolo accesso: comunque, all’epoca del progetto,
4 Loschema PLC di AEM
3 PLC in edificio privato o pubblico
Bruno Roberto Lazzoni PowerLine: Internet elettrica
30 Aprile 2004 Cap. 1 – Cenni storici 10
Digital PowerLine offriva il vantaggio di essere connessi ad Internet in
modo permanente ed a basso costo, giacchè utilizzava cavi già installati
risolvendo così il problema dell'"ultimo miglio".
Lo svantaggio principale, riscontrato in sede di sperimentazione, fu la
locazione del contatore elettrico del cliente perché il sistema ne richiede la
connessione diretta con la prima periferica: un requisito che restringe
molto la potenziale clientela perché nel nostro paese la maggior parte dei
contatori elettrici dei palazzi è situata nel sottoscala. In questi casi non è
possibile realizzare la conessione a meno di spostare il contatore, con
conseguente aggravio di costi, nell'appartamento del cliente; ovvero di
“riportare” una presa utente dell’impianto elettrico al vano contatori.
A settembre del 2001 United Utilities, uno dei partner del progetto
Digital Powerline, ha annunciato che, nonostante la provata capacità della
tecnologia DPL, i volumi previsti e i profitti all’interno del competitivo
mercato dell’accesso a banda larga venivano considerati insufficienti per
giustificare l’investimento richiesto: di comune accordo i partner hanno
quindi deciso di sospendere il progetto.
ξ 1.3.2 Le sperimentazioni ENEL
L'Enel, già dal 1995 esegue test di trasmissione dati rete elettrica in
alcuni quartieri di Roma, Milano, Firenze e Bologna.
I test a Roma non riguardavano il collegamento alla rete Internet ma la
trasmissione dati: i clienti della compagnia elettrica nazionale possono
controllare le proprie bollette elettriche attraverso il televisore per mezzo
di un apposito decoder collegato alla rete elettrica.
A Bologna e Firenze, invece, sono stati avviati esperimenti per la
fornitura agli utenti sia di tipo residenziale che SOHO, di servizi di
telefonia e di accesso a Internet.