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considerate un tempo subalterne rispetto ad altre aree della gestione
aziendale, assumono ora progressivamente un ruolo centrale
nell’organizzazione aziendale. Oggi si è consapevoli della loro
importanza nella ricerca e difesa di un vantaggio competitivo sulla
concorrenza, impatto rafforzato dalle nuove tecnologie
dell’informazione e comunicazione le quali hanno anche rivoluzionato
le modalità di conduzione delle aziende contribuendo ad affermare una
vera e propria rivalutazione della risorsa “logistica”.
Queste considerazioni trovano una nuova e ulteriore conferma nel caso
esaminato in questo lavoro. I supermercati on-line infatti, sono
caratterizzati da alcune particolarità che rendono la risorsa “logistica
ancora più determinante per il loro successo. Il cliente on-line è molto
esigente, fa ordini di modesto valore e la merce ordinata deve essere
consegnata in molteplici destinazioni (senza che venga alterata
l’integrità e la freschezza dei prodotti) cercando di rispettare gli orari
per la consegna. Quest’ultima prerogativa risulta essere determinante
per la qualità del servizio offerto, considerato che si consegna la spesa
e non altri prodotti per i quali sarebbe più tollerato un eventuale
ritardo.
Mettere a disposizione più fasce orarie e più disponibilità di ore per la
consegna significa offrire un servizio migliore al cliente ma nello
stesso tempo aumentare i costi logistici. Le imprese di questo tipo
devono prestare quindi particolare attenzione alla progettazione del
sistema logistico il quale, nei supermercati on-line, viene a mancare
della classica distinzione fra logistica di produzione e distributiva a
favore di una visione unitaria. Una particolare attenzione deve essere
prestata alla tempestività e affidabilità delle consegne, sempre nel
difficile bilanciamento con i costi logistici proporzionalmente
collegati.
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2.La logistica
Prima di precisare come è cambiata la logistica nell’economia e di
indagare le principali problematiche, vogliamo precisare il significato
del termine logistica.
Questa precisazione è resa necessaria dalla realtà attuale differente
rispetto a quella passata quando la maggior parte degli operatori
considerava con il termine logistica la sola attività di trasporto.
Da una recente ricerca del Censis [1] su più di seicento imprese
manifatturiere e commerciali è stato messo in luce il significato del
termine per gli imprenditori italiani. Il 9% identifica la logistica con il
trasporto delle merci, il 13% con il trasporto delle merci e qualche
servizio aggiuntivo, il 49% con la gestione integrata degli ordini, delle
scorte e della produzione, mentre solo il 29% delle imprese intervistate
definisce la logistica come quella funzione aziendale che integra
l’attività dell’impresa con l’ambiente esterno riconoscendole così una
valenza strategica determinante. Nonostante la maggior parte degli
imprenditori abbia compreso che la logistica non attiene solo al
trasporto delle merci, esiste ancora poca chiarezza sul significato del
termine.
Esistono diverse definizioni di logistica, ognuna delle quali differisce
per l’ampiezza di visione con cui viene considerata questa materia. Il
Council of Logistics Management (il CLM è una associazione
professionale senza fini di lucro per consentire ai logistici di sviluppare
e migliorare le loro conoscenze logistiche) definisce la logistica ed in
particolare il Logistics Management come “Il processo di
pianificazione, implementazione e controllo dell’efficiente ed efficace
flusso e stoccaggio di materie prime semilavorati e prodotti finiti e
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delle relative informazioni dal punto di origine al punto di consumo
con lo scopo di soddisfare le esigenze dei clienti”. (AILOG02).
In altre parole il sistema logistico è l’unione delle infrastrutture, delle
attrezzature e del personale e la loro interazione. Il suo problema
chiave è rappresentato dall’ottimizzazione del flusso dei materiali che
devono rispettare le diverse scadenze di consegna, la successione delle
operazioni, con la riduzione al minimo dei costi connessi al trasporto e
ai tempi di lavorazione o di attesa. Da qui si può immaginare il ruolo
fondamentale giocato dal fattore tempo, chiave di volta insostituibile
delle soluzioni logistiche e oggetto di studio di questa nostra analisi.
Il Tecnical Committee del CEN ha definito la logistica con una
definizione che può essere tradotta in italiano come “Progettazione,
esecuzione e controllo della movimentazione e posizionamento delle
persone e cose e delle attività di supporto relative ai movimenti e
posizionamenti, all’interno di un sistema organizzato, al fine di
raggiungere specifici obiettivi”. Questa definizione è poco chiara per
cui preferiamo la definizione dell’AILOG02.
Prima della comparsa della funzione logistica nessuno in azienda si
interessava dei magazzini, dei trasporti e delle scorte e le imprese non
si interessavano dei processi logistici concentrate come erano solo sul
produrre e vendere. La situazione cambia quando la concorrenza
diventa più intensa e il maggior livello di servizio richiesto dai clienti
spinge le imprese ad una maggiore attenzione all’economicità della
gestione. Attorno al 1975 arriva in soccorso alle imprese la logistica
che produce immediatamente una riduzione dei costi e un
innalzamento del livello di servizio. Si verifica in pratica un paradosso:
si migliorano le prestazioni del sistema e nello stesso tempo si
riducono i costi. L’enorme successo della logistica deriva almeno in
parte dall’utilizzo in ambito gestionale della rivoluzione informatica
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che allora stava investendo le imprese. Infatti, ha stimolato le imprese
a sviluppare dei sistemi informatici a supporto della gestione delle
scorte, degli ordini, dei trasporti dei magazzini, della programmazione
e delle previsioni, facendo capire cosa significa prendere una decisione
in azienda correlando il livello di servizio con i costi totali e poiché è
una funzione trasversale ha trovato i maggiori problemi e le migliori
soluzioni nell’area della interfunzionalità. I direttori della logistica si
sono dovuti scontrare con quelli della produzione delle vendite e della
finanza per ridurre i costi totali. La logistica non ha avuto successo da
subito ma si è sviluppata cominciando ad occuparsi di magazzini e
trasporti, poi affrontando il più complesso tema delle reti distributive e
successivamente della gestione delle scorte, arrivando ad oggi ad
uscire dai confini dell’impresa per gestire tutta la catena di fornitura
come se appartenesse ad un singolo proprietario, che non svolgerebbe
mai attività inutili, doppie e senza valore aggiunto, non dimenticando
che la logistica è stata la prima funzione ad evidenziare i vantaggi che
derivano dalla gestione del flusso dei materiali dell’azienda in maniera
unitaria. Questa capacità della logistica di coordinamento del flusso di
materiali e informazioni è ancora più importante nell’attuale contesto
economico caratterizzato dall’emergere di reti di imprese. Questa
tendenza alla iperspecializzazione delle imprese, necessaria a causa
dell’inasprimento della concorrenza e delle maggiori richieste dei
clienti, ha determinato l’outsourcing di molte attività logistiche e non,
trasformando un problema di coordinamento interno della catena del
valore in una problematica più complessa di gestione della catena di
fornitura di una rete di imprese. La logistica riteniamo conseguirà
risultati importanti se saprà fare breccia nell’alta dirigenza, la quale
dovrà appoggiarla nel ridisegnare i processi e nel coinvolgere le
imprese partner verso una relazione più collaborativi.
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3. Internet e i costi di transazione
Il concetto di costi di transazione è stato introdotto per la prima volta
da Coase nel 1937 per spiegare l’esistenza delle imprese, anche se
questo tema è stato sviluppato soprattutto da Williamson dalla seconda
metà degli anni Settanta.
Contrapposti ai neoclassici che sostengono il ruolo del mercato come
miglior allocatore di risorse sono i teorici dei costi di transizione che
rispondono al problema innanzitutto affermando che “le imprese
esistono perché grazie alla loro struttura e organizzazione coordinano
meglio un certo numero di transazioni” [2] che se coordinate dal
mercato comporterebbero costi più elevati dovuti soprattutto alla
carenza di informazioni. Perciò possiamo distinguere due modalità
alternative di governo delle transazioni: il mercato e l’organizzazione
interna (o gerarchia).
Le teorie sui costi di transizione si pongono l’obiettivo di ricercare
quale sia la modalità di governo migliore che permetta la riduzione dei
costi di transazione, avendo come fine ultimo la massimizzazione
dell’efficienza. Il costo totale di una transazione è costituito da due
componenti, il costo di produzione e il costo di transazione, che è dato
dalla somma dei costi di contatto, contratto e controllo.
Secondo Williamson i costi di produzione sono più bassi nel mercato
per le economie di scala difficili da raggiungere nell’ambito della
singola impresa. Ma se la transazione avviene sul mercato l’impresa
deve affrontare dei costi aggiuntivi per il controllo delle attività svolte
all’esterno, e per la gestione del rapporto contrattuale e del relativo
contenzioso.
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In generale il mercato consente di ridurre i costi di produzione ma
presenta degli alti costi di transazione, mentre con la gerarchia la
situazione è capovolta.
Se esaminiamo i costi di transizione alla luce di internet le possibilità
di una loro riduzione sono enormi avendo le imprese a disposizione in
rete numerosi intermediari virtuali, che permettono di ridurre
notevolmente i costi di ricerca ma anche quelli di transazione relativi
alle attività di controllo e di regolazione rispetto ai termini del
contratto, ma che richiede uno sforzo delle parti coinvolte nella
transazione in un’ottica di maggiore collaborazione.
Vogliamo sottolineare gli effetti della tecnologia, internet come primo
strumento nel ridurre i costi di transizione, rendendo più conveniente il
ricorso al mercato
Fig.1- Matrice sulla convenienza delle forme di coordinamento
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Se il prodotto è complesso richiede una elevata specificità delle risorse
e si andrà a produrlo internamente (attraverso la via gerarchica),
viceversa se c’è una bassa specificità delle risorse e il prodotto è
semplice si potrà reperirlo sul mercato. Diversamente la scelta
dipenderà dal fattore più determinante. Le nuove tecnologie hanno
influenzato entrambe le dimensioni generando uno spostamento dalla
gerarchia al mercato. Infatti, lo sviluppo dei grandi database e della
comunicazione elettronica ha ridotto la complessità di prodotto
determinando uno spostamento verso l’alto della linea tra bassa e alta
complessità. Inoltre, la tecnologia della produzione flessibile permette
un rapido cambiamento da una produzione ad un’altra e perciò sono
diminuite le problematiche connesse agli investimenti specifici: ciò
può essere visto sul grafico (Fig.1) con uno spostamento verso destra.
Dal grafico emerge che entrambi questi spostamenti allargano la
regione nella quale il coordinamento tramite il mercato è favorito a
scapito delle gerarchie.
Molte imprese grazie alle nuove tecnologie stanno ridimensionando
l’organizzazione interna, sfruttando i nuovi sistemi di
interconnessione per ottenere i vantaggi della gerarchia interna anche
nelle relazioni di mercato con i fornitori. Questa struttura non è né il
mercato né la gerarchia ma è una organizzazione a rete.
Le reti di impresa possono nascere da una disgregazione verticale, per
cercare di ridurre le inefficienze causate dalle eccessive dimensioni
della gerarchia attraverso l’ousourcing, o anche da rapporti di
collaborazione orizzontale nelle piccole imprese alla ricerca di alleanze
strategiche che, per competere sul mercato, stringono relazioni molto
forti con le altre imprese lungo la rete del valore.