Capitolo I
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Dal lato oggettivo, si fa riferimento ad una pluralità di caratteristiche
insite nella merce ed atte a soddisfare dei bisogni. Valutare la qualità di un
determinato bene può significare, infatti, “caratterizzare”, cioè identificare
le prerogative presenti nel prodotto e la loro intensità, anche se esse mutano
di significato in relazione al soggetto da cui sono considerate. Dal lato
soggettivo qualità indica invece l’eccellenza o superiorità di qualche cosa e
può implicare un giudizio di merito su quanto sia buono, adatto, utile per
un determinato scopo. Il giudizio espresso sulla qualità dipende
dall’importanza che il soggetto assegna all’interno del suo ordinamento
delle preferenze ad ogni attributo del bene.
Queste valutazioni soggettive sulla qualità mutano spesso
radicalmente nel tempo e talvolta anche nello spazio. In chiave soggettiva
quindi qualità non è un concetto assoluto ma, al contrario, un giudizio di
valore di natura evolutiva.
In campo agro-alimentare, questa diversità di impostazione è
evidenziabile anche tra i diversi Paesi europei. In quelli mediterranei
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(Francia e Italia in particolare), infatti, vi sono norme di qualità che
sottintendono un giudizio di valore e portano a distinguere tra prodotto
ottimale e prodotto corrente privilegiando il primo
1
.
Nei paesi centrosettentrionali, invece, si privilegia la tutela di un
prodotto medio di base in relazione ad uno standard di produzione, ad una
normativa tecnica. Ciò spiega anche i diversi atteggiamenti verso le
politiche di qualità.
Mentre i paesi del Nord, la Gran Bretagna in particolare, generalmente
considerano le diverse forme di protezione della qualità una barriera
monopolistica senza reale fondamento, i paesi del Sud, e in prima fila la
Francia, le promuovono, contro il progresso di un’agricoltura senza qualità.
I consumatori dimostrano oggi una maggiore attenzione nella ricerca
delle caratteristiche che definiscono la qualità degli alimenti, grazie ad una
maggiore disponibilità di spesa ed a un contesto culturale più sensibile a
questi problemi.
1
Tale logica è stata fatta propria dalla Comunità Europea con i Regolamenti 2081/92 e 2082/92.
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Gli attributi cui fanno maggior riferimento i consumatori sono quelli
igienico-sanitari
2
, che possono essere classificati senza ombra di dubbio
come i più importanti, seguiti dagli attributi nutrizionali e organolettici.
Seguono gli attributi che il consumatore ricerca quando i precedenti sono
soddisfatti: le caratteristiche o qualità derivanti dall’ambiente geografico
(la c.d. tipicità dei prodotti, cioè la stretta relazione con un territorio, una
cultura ed una tradizione)
3
, il gusto, la consistenza, l’aroma, il contenuto in
servizio, il packaging, etc.
2
La qualità igienica garantisce la conservabilità degli alimenti, mentre quella sanitaria è correlata alla
assenza di microrganismi in grado di provocare fenomeni alterativi che possono provocare nocumento
alla salute dei consumatori.
3
Da una analisi antropologica, il tentativo di ricostruire l’identità di un alimento, attraverso le etichette e
le certificazioni (come le DOP-IGP), sono visti come il tramite per ricostruire l’identità dell’individuo.
Per il principio di incorporazione, infatti, l’uomo è ciò che mangia e attraverso l’alimento l’uomo è
incorporato in una cultura [Fonte, 1999b].
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1.2. La normazione internazionale
Nel lontano 1947 per facilitare gli scambi di beni e servizi e per
sviluppare, a livello mondiale, la collaborazione nei campi: intellettuale,
scientifico, tecnico ed economico, viene fondato l’ISO (International
Standard Organization; il nome ISO deriva dal greco isos, cioè uguale), con
lo scopo di promuovere la normazione nel mondo.
I componenti erano gli enti normativi nazionali di 90 paesi e dovevano
occuparsi di Norme internazionali, applicabili su base volontaria in tutti i
settori, ad eccezione di quelli: elettrico ed elettronico facenti capo all’IEC
(lnternational Electrotechnical Commission).
Nel 1961, in Europa, venne fondato il CEN (Comitato Europeo di
Normazione) con lo scopo di promuovere l’impiego delle norme
internazionali (ISO) ed armonizzare le norme su scala europea, per
facilitare lo sviluppo degli scambi dei prodotti e dei servizi, mediante
I’eliminazione degli ostacoli creati da requisiti di natura tecnica.
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I componenti erano Enti di normazione di 18 paesi membri della CEE
e dell’EFTA (Associazione Europea del Libero Scambio) e dovevano
occuparsi di tutti i settori ad eccezione di quello elettrico e delle
telecomunicazioni di pertinenza del CENELEC (Comitato Europeo di
Normalizzazione Elettrotecnica) e dell’ETSI (Istituto Europeo delle Norme
di Telecomunicazione).
Il CEN prepara le norme europee mediante procedure che
garantiscono il rispetto dei seguenti principi:
• apertura e trasparenza,
• consenso (accordo volontario delle parti),
• impegno nazionale: l’adozione formale delle norme europee viene
decisa con il voto e vincola i membri nazionali del CEN,
• coerenza tecnica a livello europeo e nazionale: le norme nazionali in
contrasto devono essere obbligatoriamente ritirate.
Nel 1921 fu fondato, con il nome UNIM, l’Ente Nazionale Italiano di
Unificazione UNI, con lo scopo di elaborare, pubblicare e diffondere
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norme, costruire archivi di norme nazionali ed estere, promuovere
iniziative culturali nel settore normativo, mantenere i rapporti con i
corrispondenti organismi a livello europeo e mondiale e concedere il
marchio UNI ai prodotti conformi alle proprie norme.
I componenti erano: Ministero dell’Industria, Commercio e
Artigianato, Ministero degli Interni, Ministero dei Lavori Pubblici,
Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, Ministero della Difesa,
Ministero dell’Ambiente, CNEL, CNR, ENEA, ecc.; il settore di attività,
tutti eccetto i settori elettrico/elettronico, informatico e
telecomunicazionale, dove operano rispettivamente: il CEI, il comitato
UNI-CEI-ISPT, il CONCIT.
Le attività dell’UNI sono pertanto:
• produzione, pubblicazione e diffusione delle norme tecniche,
• collaborazione con gli enti esteri di normazione ISO e CEN,
• promozione e diffusione della cultura normativa,
• promozione e coordinazione di studi e ricerche.
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In seno a questo Ente, la Commissione qualità e affidabilità svolge
attività aventi come effetto:
• assicurazione della qualità e connizione aziendale per la qualità:
terminologia, S.Q. e tecnologie di supporto,
• prescrizioni o guide per l’applicazione dei S.Q. alle aziende di
produzione e servizi,
• prescrizioni o guide su tecniche di carattere generale quali ad
esempio: le verifiche ispettive, la formazione del personale, il
miglioramento della qualità e il project management,
• analisi del valore: terminologia e principi fondamentali,
• affidabilità: terminologia e prescrizioni,
• piano della qualità.
Il 7 maggio 1985 il Consiglio delle Comunità Europee approvò la
Risoluzione, nota come “Nonvelle Approche” (New Approch). in base alla
quale le direttive emesse dalla Comunità. e pertanto l’armonizzazione
legislativa. si limitavano a stabilire solo i requisiti essenziali relativi alla
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sicurezza. affidabilità ed altri aspetti di carattere generale da rispettare
prima di immettere i prodotti sul mercato.
Era previsto, inoltre, che le specifiche tecniche venissero elaborate da
organi competenti della normazione, pur conservando, dunque, il carattere
di norme volontarie, che la conformità alle specifiche tecniche potesse
essere provata da un organismo di certificazione o da una dichiarazione del
costruttore. I prodotti quindi per poter circolare in Europa, dovevano essere
muniti di un documento di accompagnamento, ottenibile in tutto il territorio
della Comunità con le stesse regole della Comunità di qui la necessità di
creare norme-quadro, cui fare riferimento e strutture di accreditamento, di
certificazione e di prova che riconoscessero il modo di operare di strutture
analoghe di altri paesi.
Il corpo di norme-quadro (serie EN 45000), per le strutture della
certificazione, è predisposto dagli organismi di formazione europea, il
CENELEC, per il settore elettrico, e il CEN, per tutti gli altri settori che
hanno anche fattivamente collaborato per elaborare le norme relative ai
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sistemi di qualità (serie EN 29000) e le norme per i singoli prodotti per
soddisfare i requisiti enunciati dalle direttive.
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1.3. Una visione strategica della qualità per l’Europa
La realizzazione di questa politica è basata su di una visione strategica
della qualità per l’Unione Europea in cui:
• i cittadini, i consumatori e i clienti sono soddisfatti,
• il personale è ben addestrato e motivato e sviluppa il proprio
potenziale,
• le imprese vengono efficientemente gestite,
• l’ambiente è rispettato,
• le risorse disponibili sono adeguatamente utilizzate,
• l’occupazione è rafforzata sulla base di una totale competitività,
innovazione e creatività.
Perché quest’immagine dell’Europa e questa cultura della qualità
possano essere accettate e assimilate gli operatori europei dovranno tener
conto della diversità di cultura e di economia.
Essa dovrà, di conseguenza, contribuire alla creazione di una filosofia
di riferimento coerente con le diverse dimensioni qualitative dei paesi
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europei e nello stesso tempo capace di costruire un tramite tra operatori e
autorità pubbliche.
Questa politica europea di promozione della qualità si propone di
rafforzare la competitività generale delle aziende per mezzo di due
importanti linee di ricerca della qualità:
- la prima, focalizzata su obbiettivi esterni, mirata alla soddisfazione
della clientela e al rispetto dell’ambiente (secondo una filosofia generale
basata sulla qualità della vita);
- la seconda, focalizzata su obbiettivi interni, mirata ad un più
efficiente adempimento delle varie funzioni strategiche e gestionali e allo
sviluppo delle risorse umane.
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1.4. I Sistemi di Qualità EN-ISO 9000 e Vision 2000
La qualità, intesa come offerta di prodotti standard, deve essere tale da
soddisfare i clienti nelle loro diverse preferenze, essere conforme alle leggi
e ai disciplinari, e deve avere prezzi competitivi.
Perché questi obiettivi della qualità siano perseguibili è necessario che
essi vengano definiti da precisi standard quantitativi e misurabili.
L’azienda può ottenere questi obiettivi solo attuando un sistema di
qualità, cioè realizzando un sistematico controllo dei fattori produttivi,
delle tecniche, delle attrezzature e degli uomini che hanno la responsabilità
della produzione.
Il Sistema Qualità, è quindi la concretizzazione del concetto di qualità,
ed assume come riferimento, da un lato, tutto il contesto aziendale e,
dall’altro, la soddisfazione dei clienti e, in genere, del mercato, all’infuori
di precise richieste di legge e/o di requisiti definiti per contratto.
In questo caso il Sistema Qualità, non è imposto dal committente, ma
viene implementato come libera scelta della direzione aziendale nella
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convinzione che sia opportuno tenere sotto controllo tutte le attività
che influenzano, in qualche misura, la qualità del prodotto/servizio
immesso sul mercato.
All’interno di questa logica aziendale orientata al sistema qualità, uno
sviluppo particolare hanno assunto le procedure relative alla certificazione
ed alla dichiarazione di conformità.
Gli scopi della certificazione possono essere molteplici, ma
sinteticamente dal punto di vista aziendale possono essere riassunti in:
• desiderio di rassicurare il consumatore sempre più distante, sia dal
punto di vista fisico che culturale, dalla produzione;
• ridurre i costi di adeguamento a legislazioni assai diversificate e
di controllo da parte di enti diversi;
• ridurre i costi relativi all’informazione all’interno del mercato.
Per la definizione di un Sistema Qualità, possono essere adottate
procedure diverse, tutte condivisibili purché conducano alla definizione di
standard in grado si interpretare le preferenze dei consumatori e trovare
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riscontri oggettivi a livello di processo produttivo. Lo strumento
metodologico per la definizione di Sistemi di Qualità più utilizzato in
campo agro-alimentare è il sistema ISO 9000.
Tra i vari modelli che consentono di gestire un’azienda con criteri
volti alla qualità del servizio e del prodotto, a livello europeo ed
internazionale è largamente diffuso il modello dei Sistemi di Qualità,
codificato nelle norme internazionali della serie ISO 9000 (in Italia UNI
EN ISO 9000).
Il Sistema Qualità ISO 9000 è un modello di organizzazione e
gestione aziendale che delinea un sistema di strutture, risorse e regole tali
da assicurare che un’azienda è in grado di fornire prodotti con
caratteristiche definite e costanti nel tempo. La norma ISO 8402 precisa
che per “Qualità” s’intende “l’insieme delle proprietà e delle
caratteristiche di un prodotto o di un servizio che conferiscono ad esso la
capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite”.