4
Da tempo i quotidiani italiani e spagnoli hanno aperto un dibattito sul fenomeno
immigrazione al quale hanno partecipato tutte le testate; ogni giornale ha
chiaramente trasmesso ai lettori il proprio punto di vista a proposito della questione,
dichiarandosi, favorevole o meno all’accoglienza degli stranieri, a seconda
dell’impostazione politica. Divisioni, spaccature e strumentalizzazioni, sono solo
alcune delle manifestazioni esibite dalle diverse testate giornalistiche coinvolte
nell’intricato dibattito dell’immigrazione.
Il presente studio pone al centro il dibattito sull’immigrazione dal punto di vista El
País e La Repubblica nell'arco degli anni novanta. Si tratta di due quotidiani che fin
dalla loro nascita hanno sempre dimostrato attenzione per le questioni nodali della
nostra contemporaneità.
Entrambi sono nati nel 1976, come portavoce di una società che guardava al futuro e
voleva rompere i legami con vecchie concezioni appartenenti ad un passato ormai
troppo lontano e di stampo tradizionalista, ancorato a vecchi schemi che frenavano il
progredire della società.
Considerata tale loro tipica impostazione, è d’obbligo che abbiano dato largo spazio
al ventaglio delle problematiche aperte dai flussi immigratori. Il criterio di
impostazione seguito è quindi partito dalla lettura incrociata degli articoli pubblicati
da El País e La Repubblica durante gli ultimi dieci anni. Secondo le previsioni è
emerso un approccio analogo al problema. Sulle colonne di El País e La Repubblica
non c'è spazio per il pregiudizio, né preoccupazione di una "invasione". I due
quotidiani hanno affrontato l'immigrazione da un punto di vista positivo; in tutti gli
editoriali è costante l'esortazione alle istituzioni a creare le giuste regole per
governare il fenomeno nell'ottica dell'integrazione. Spesso dai loro articoli affiora la
cruda realtà nella quale sono costretti a vivere gli immigrati irregolari; talvolta il
giornalista di turno ha dato voce ad uomini e donne raccontando piccole storie di
cronaca.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
5
1. El País e La Repubblica : due quotidiani affini
1.1 El País , un quotidiano per la Spagna democratica
Madrid. Primavera 1976. E’ martedì 4 maggio e la calle Miguel Yuste, nella periferia
est della città, è piena di persone che aspettano fin dalle prime ore del mattino. Una
calca silenziosa di studenti, professori, intellettuali ancora poco conosciuti. L’attesa è
lunga, dura fino alle quattro del pomeriggio. Alla fine ecco materializzarsi il primo
numero di El País. Costa dieci pesetas, ha il formato tabloid, 48 pagine di cui 16 di
pubblicità, disegnato su cinque colonne, e benchè si identifichi come un “giornale
indipendente della mattina, per qualche settimana uscirà ancora nel tardo
pomeriggio.
“Como saldrà, como saldrà el niño?”. Se lo chiedono decine di giovanissimi
giornalisti, qualche autorevole veterano e una schiera di professionisti, politici
progressisti e conservatori aperturisti.
Il niño, il bambino di tutti quegli entusiasti, è El País, il nuovo giornale che dovrà
farsi portavoce del desiderio di svolta della società spagnola:
1
“C’era una grande attesa e al progetto si stava lavorando fin dal 1971. E’ stata la morte del generale
Franco ad accelerare l’iniziativa. C’era una grande attesa, al giornale si stava lavorando fin dal 1971.
La morte improvvisa del generale Franco accelerò l’ iniziativa. Si era consapevoli di essere ad un
bivio, che la Spagna poteva inoltrarsi nella strada delle democrazie europee. Mancava però uno
strumento guida, un canalizzatore della cultura laica. Il pomeriggio del 4 maggio 1976, quando uscì El
País, tutti gli studenti che avevano fatto parte della generazione del ’68 si ritrovarono tutti insieme. E’
vero che l’editore, Jusùs de Polanco, colui che ci credette fin dall’inizio, non appena ne ebbe in mano
la prima copia disse: “E abbiamo sprecato il nostro tempo, tutte le nostre energie, solo per questo ? “ .
Però è altrettanto vero che tutti noi sentivamo che ci aspettava un grande futuro, che quel giornale
rappresentava un grande avvenire attorno a noi.”
2
Il nuovo quotidiano madrileno è apparso fin dall’inizio come il prodotto finito
dell’evoluzione della stampa spagnola dal regime autoritario a quello della libertà.
Dopo una lunga gestazione che coincise con l’ultima fase del regime franchista,
l’équipe giornalistica, guidata dal giovane Juan Luís Cebrián e quella manageriale
hanno fabbricato e gestito un giornale che, in poco tempo, si è rivelato vincente su
1
J. Maffeo, E’ un giornale, solo un giornale, in “Prima Comunicazione, 1986, aprile, p.80.
2
G. Salemi, El País,le ragioni di una svolta. Analisi storico politica del primo quotidiano spagnolo
dal 1976 ad oggi.Milano, FrancoAngeli, 1999, p 145 .
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
6
tutta la linea: come impresa editoriale e come formula giornalistica e politica. El País
non è diventato soltanto il miglior quotidiano spagnolo ma è considerato uno dei più
interessanti e moderni dell’ Europa occidentale.
3
Il 20 novembre 1975, con la morte del generale Franco, il paese si risvegliò
improvvisamente da un brutto sogno. Un incubo durato quasi quarant’ anni.
Il desiderio della maggior parte degli spagnoli era quello di ricostruire il loro stato, di
restaurarvi la democrazia, di rilanciare la Spagna in Europa. Per fare questo
occorreva una base da cui partire, un progetto che, prima ancora che politico, fosse
culturale. Per questo nacque El País: per consegnare agli spagnoli un giornale del
tutto nuovo, senza commistioni con il passato regime e con il quale confrontarsi.
Nato con il compito di traghettare il paese dalla sponda del regime alla sorgente della
democrazia
4
, divenne il foglio della transizione spagnola, riuscì ad interpretare al
meglio il sentimento nazionale, lo spirito con il quale doveva risorgere il paese.
Attorno al quotidiano si coagula un gruppo di giovani con ideali altrettanto giovani.
Il direttore del giornale, Juan Luis Cebriàn, ha solo 31 anni ed incarna la filosofia dei
giovani che sognano la democrazia e che sentono di avere nelle mani un mezzo per
raggiungerla.
C’è tutta una società che vuole respirare a pieni polmoni liberandosi delle cinture di
castità, le gogne e le forche caudine installate in un quarantennio. El País ha il merito
di aver dato voce alla parte laica della società spagnola. A tutta quella cultura liberal
democratica socialista, comunista, che non trovava spazio negli altri periodici di
informazione.
Uno tra i punti fondamentali che hanno reso possibile la svolta
5
è rappresentato
sicuramente dall’appoggio ai governi socialisti che hanno guidato il paese dal 1982
al 1996. Durante questo arco di tempo la Spagna è risorta, si è modernizzata.
El País è cresciuto insieme al paese, si è imposto come leader della stampa
nazionale. Contributi a tale sviluppo sono sicuramente da ricercarsi nella fondazione
di basi giornalistiche in tutti i principali capoluoghi e nella nascita e sviluppo di El
País Digital.
3
E. Bustamante, El País: le lotte per il potere dietro lo smagliante successo in “Problemi
dell’informazione”, 1986, gennaio, p.61.
4
Ibidem, p 145.
5
Ibidem ,p 146.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
7
In El País la teoria dell’attenzione allargata
6
sembra divenire realtà:
“un giornale deve rinunciare a essere un settimanale di varietà, e diventare austera e attendibile
miniera di notizie su tutto ciò che avviene nel mondo; non parlerà cioè solo del colpo di stato
avvenuto ieri in un paese del terzo mondo, ma avrà dedicato agli eventi di questo paese un’attenzione
continua , anche quando i fatti a venire erano in incubazione, riuscendo a spiegare al lettore perché
(per quali interessi economici o politici, anche nazionali) si doveva essere attenti a quanto avveniva
laggiù. Però, questo tipo di stampa quotidiana richiede una lenta educazione del lettore.”
7
Infatti El País, fin dal suo esordio è stato un attento e scrupoloso scavatore di notizie,
è stato capace di “educare” gli spagnoli indirizzandoli verso un nuovo concetto di
giornalismo. Finalmente gli spagnoli aprono gli occhi, occhi che per troppo tempo
erano rimasti chiusi a causa del regime di Franco.
Il fondatore, Josè Ortega Spottorno, figlio del filosofo e scrittore Josè Ortega y
Gasset, proveniva dalla direzione della Revista de Occidente, Spottorno spiegava
cosi’ le ragioni che lo portarono a credere in questo progetto:
“l’idea di fondare il giornale si è avuta per la prima volta nel 1971. Sentivamo la necessità di dar vita a
un foglio indipendente che difendesse la libertà e la democrazia che erano prossime a venire”
8
Accanto a Spottorno troviamo due giovani giornalisti, Carlos Mendo e Darío
Valcàrel che nel 1972 fondano la società editrice Prisa (Promotora de Informaciones,
Sociedad Anónima).
Nel gennaio del 1976 venne nominato nuovo direttore il trentunenne Juan Luis
Cebriàn che si occupò soprattutto dello sviluppo della politica interna aprendo il
giornale al dibattito sui temi delle riforme costituzionali, sul problema del terrorismo,
sul ruolo della monarchia e il sistema elettorale, Cebrián fu direttore fino all’anno
1998 quando lasciò l’incarico al nuovo direttore Joaquin Estefania che mantenne la
carica fino al 1993 per poi essere sostituito dall’attuale direttore del quotidiano, Jesùs
Ceberio.
Le tappe fondamentali in cui si può circoscrivere l’esperienza del quotidiano sono
quattro. La prima abbraccia la transizione politica spagnola, dalla morte del generale
Franco avvenuta nel 1975 fino alla definitiva approvazione della Costituzione nel
6
Umberto Eco, Apocalittici e Integrati, Milano, Bompiani,1996.
7
Ibidem.
8
Una aventura que mereció la pena, in “El País”, 20 giugno 1984.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
8
1978, che pone le basi del nuovo sistema democratico. La seconda fase corrisponde
ai governi costituzionali dell'’Unione di Centro Democratico guidati da Adolfo
Suàrez che concluderanno la loro esperienza nel 1981, con il fallito tentativo del
colpo di stato militare del comandante Tejero. Un anno dopo si apre la fase più
lunga, con l’avvento dei socialisti alla guida del Paese.
9
E’questo il passaggio che vede la crescita e la maturazione definitiva del quotidiano,
ma anche allo stesso tempo il proliferare di nuove accuse come quella di essere
diventato un giornale governativo, accuse mosse dal giornale monarchico Abc che in
poco tempo si vide superato nelle vendite, perdendo il primato che aveva conquistato
fin dai primi del Novecento. Accuse che verranno in seguito rilanciate da El Mundo
negli anni novanta quando la battaglia politica tra sinistra e destra diventa
incandescente.
Nel 1996, si chiude l’era socialista e arriva l’ultima tappa del giornale, con la nascita
del governo di centrodestra guidato da Josè María Aznar. Nel 1996 El País ha
compiuto venti anni e per l’occasione anche La Repubblica dedica spazio all’evento
intervistando il direttore Juan Luis Cebrián:
“Ma per quali motivi per i democratici spagnoli El País è stato più che un giornale, praticamente da
quando è nato?
Primo, perché eravamo giovani, non avevamo passato e tutti gli altri giornali dell’epoca dovevano
pagare il prezzo di aver collaborato con il franchismo. E secondo perché, pur essendo un giornale che
si richiamava al liberalismo di Ortega y Gasset, abbiamo deciso fin dal primo giorno di aprire le nostre
pagine alla sinistra (…) ero convinto che il vero modo di essere liberale era proprio quello di
permettere di esprimersi a coloro che altrove non potevano farlo.”
10
Il nome El País fu scelto per segnalare un progetto che riguardasse appunto il paese.
Si cerca di esaltare la libertà di pensiero che sotto il regime franchista era stata
usurpata.
El País è stato un modello economico intelligente che adottava le nuove tecnologie
per consentire un buon controllo dei costi, un’alta redditività e quindi indipendenza
economica.
9
José Luis Comellas, Historia de España moderna y contemporáne , Rialp, Madrid, 1970.
10
C. Elordi, Siamo il simbolo della nuova Spagna in “La Repubblica”, 5 maggio 1996, intervista
rilasciata da Juan Luis Cebrián.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
9
Inoltre le decisioni editoriali erano prese dai giornalisti stessi; si tratta quindi di un
giornale fatto da giornalisti.
11
Durante un’ intervista rilasciata in occasione del decennale dalla fondazione, Juan
Luís Cebrían sottolineava il fatto che da sempre il suo quotidiano ha cercato di
evitare ciò che reputava un difetto di certi quotidiani italiani che si comportano come
partiti- con il direttore che sembra il segretario politico- e che, pertanto modificano la
linea editoriale quando cambiano le alleanze di governo o quando avvengono
divisioni e accordi congiunturali.
Cebrían afferma che le relazioni tra il suo quotidiano e il potere politico sono sempre
state allo stesso tempo buone e cattive fin dall’inizio.
El País è sempre stato difensore del sistema democratico assumendo un ruolo
istituzionale che non significa appoggio a un settore politico.
12
Non si tratta quindi di
un giornale governativo ma indipendente sia politicamente che economicamente.
Nasce quando non c’è ancora democrazia in un paese privo di stampa “laica”, si
pone da subito come giornale europeista pronto ad aiutare il Paese ad uscire
dall’isolamento. Un giornale di grande rigore professionale.
Nel 2001 El País festeggia i suoi primi 25 anni di vita. Jesús Ceberio, l’attuale
direttore del quotidiano commemora l’evento con tali parole :
“Hay un núcleo compacto, estable, que nos sigue desde los tiempos de la transición. Con ellos
compartimos la satisfacción de haber contribuido al alumbramiento de la etapa democrática más
estable de nuestra historia. (…)
Queríamos, sí, una democracia para este país, porque sólo desde el ejercicio pleno de la libertad se
podía hacer el periódicos que soñabamos. (...) Estoy convencido de que El País gozarà de buena salud
siempre que se mantenga fiel a sí mismo, a su esquema de valores y a sus exigencias profesionales. ″
13
11
J. Maffeo, E’ un giornale, solo un giornale,cit., p.81.
12
Ibidem, p. 82.
13
C’è un gruppo forte, compatto che va avanti così fin dai tempi della transizione. Con loro
condividiamo la soddisfazione di avere contribuito alla nascita del periodo democratico più stabile
della nostra storia.(…) Volevamo una democrazia per questo paese, perché solo a partire dal totale
esercizio di libertà si sarebbe potuto ottenere il giornale che sognavamo. (…) Sono convinto che El
País continuerà a essere stabile e forte fino a quando rimarrà fedele a se stesso, al suo nucleo di valori,
alle sue pretese professionali. (J. Ceberio, Parece que fue ayer,in “1976-2001 El País de nuestras
vidas”, 2001, 6 maggio, p. 12).
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
10
1.2 Il modello di El País : La Repubblica
El País nasce cinque mesi dopo il giornale italiano La Repubblica.
Entrambi i quotidiani si identificano con un pubblico di centrosinistra, vogliono
colmare un vuoto e si propongono di spronare i governi conservatori che guidavano
Spagna e Italia.
In particolare durante gli anni Ottanta si assiste ad un accordo finanziario tra i due
quotidiani dettato dall’importanza di oltrepassare i confini nazionali.
Entrambi i quotidiani hanno cercato di indirizzarsi a uomini di affari, docenti
universitari, studenti, persone che quotidianamente vogliono essere informate in
modo costante e rigoroso. Importante è lo spazio che negli ultimi anni hanno
dedicato all’universo femminile e al campo artistico (musica, cinema, letteratura,
teatro), attraverso l’introduzione di supplementi settimanali.
Esistono tuttavia alcune differenze tra i due quotidiani, ad esempio le differenti
personalità che all’inizio guidano i due periodici:
“Scalfari è sempre stato un vero intellettuale, vicino alla sinistra, con il piacere per lo scrivere bene,
con una prosa preziosa. Una specie di faro per gli uomini della sinistra italiana. Dall’altra parte c’è
Cebrían, un giornalista puro e duro, il cosiddetto uomo/macchina, che punta ad un giornalismo
anglosassone, dove la notizia primeggia e calpesta il commento.”
14
Una seconda differenza risiede nella collocazione politica, come ricorda Salemi nel
suo recente volume:
La Repubblica nasce principalmente per dare una voce ad una certa borghesia e al popolo di sinistra
che non si sentiva rappresentato dai giornali di partito. Da subito diventa una piattaforma laica, che
indaga e conosce il mondo comunista che fino a quel momento era stato assente sia nel campo
dell’economia sia in quello politico.
El País invece, in politica va alla ricerca di una apertura democratica. Di una transizione, non di una
rivoluzione. Sia in Italia che in Spagna c’era il bisogno di dare spazio alle nuove realtà sommerse : il
mondo laico italiano da una parte e l’attuazione della democrazia dall’altra.
Quindi Scalfari fa quasi un giornale politico e Cebrián punta ad un periodico che nella fase della
transizione da spazio e libertà di parola a tutte le voci, escluse ovviamente quelle estremiste.
15
14
G. Salemi, El País, le ragioni di una svolta, cit., p. 31 (intervista rilasciata all’autore da Carlos
Elordi Dentici, corrispondente di Repubblica a Madrid).
15
Ibidem, p. 31.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
11
Alla nascita dei due quotidiani si assiste ad un comportamento differente da parte dei
cittadini spagnoli e italiani. Infatti, mentre El País diventa da subito il nuovo giornale
popolare per eccellenza, La Repubblica inizialmente ha alcune difficoltà per quanto
riguarda la diffusione.
La causa va sicuramente attribuita al fatto che, mentre in Italia La Repubblica nasce
in un contesto in cui il panorama della stampa quotidiana è molto ricco; El País
nasce in un contesto del tutto differente: la Spagna usciva da anni di informazione
succube del regime, condizione molto favorevole per la diffusione di un nuovo
quotidiano che ha quindi più possibilità di divulgazione:
Scalfari pensa di creare un giornale con lo stile del settimanale. Il suo sarà un pesce-pilota per tutti gli
altri periodici.
Dà vita alla tematizzazione, all’argomento del giorno, sembra un giornalismo basato
sull’interpretazione della notizia . Un giornalismo-guida. E tutto questo all’inizio è difficile da
assimilare, soprattutto per quei lettori abituati a leggere l’Unità e ad accettare per oro colato tutto ciò
che viene pubblicato.
Cebrián invece inventa un giornale che apre sempre con dieci , dodici pagine dall’estero, cercando di
abbracciare le problematiche europee. Questo per mostrare agli spagnoli cosa succede nel mondo, ma
anche per far diventare da subito El País un quotidiano europeo.
16
Joaquín Estefania Moreira, direttore delle pagine editoriali di El País, a proposito
della relazione tra i due giornali pone l’accento sul ruolo preminente esercitato dai
due direttori:
Credo che la fase di maggiore splendore sia stata quella tra Scalfari e Cebrián, perché erano due
uomini soli al comando, due grandi personaggi , entrambi molto peculiari. Fino a metà degli anni
Ottanta, quindi , l’unione è stata molto forte anche perché sono nati praticamente insieme, La
Repubblica a gennaio e noi a maggio del 1976. E’ anche vero che noi copiammo molto lo stile di
Repubblica , nel modo di dare l’informazione. Ad esempio , la nostra sezione staccata dell’economia
fu interamente assimilata dalla loro formula .
Poi, quando il foglio di Scalfari è diventato più politicizzato, ha virato più a sinistra, i rapporti si sono
allentati.
17
La Repubblica ha costruito una sua identità netta, riconosciuta e riconoscibile
attraverso la storia irripetibile ed unica di vent’anni passati sotto la guida del suo
fondatore Eugenio Scalfari.
16
Ibidem, p. 32.
17
G.Salemi, El País, cit., p.73 (intervista rilasciata da joaquín Estefania Moreira, direttore delle pagine
editoriali di El País ).
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
12
Nei vent’anni, questo giornale ha raccontato la storia del nostro paese, senza mai
rinunciare a quello che è il compito primario di un giornale: informare i lettori,
aiutandoli a conoscere e a capire, fornendo così loro gli strumenti per partecipare ed
esercitare davvero il diritto di cittadinanza. La Repubblica ha creduto e non ha mai
smesso di credere nella possibilità di un Paese più civile, nel diritto-dovere dei
cittadini di reclamarlo e di pretenderlo e dunque nella possibilità del cambiamento.
Un cambiamento possibile anche in Italia.
18
Nel corso degli anni Settanta in Italia siamo in una situazione dominata da accese
tensioni e da notevoli mutamenti sociali e anche i lettori di quotidiani appaiono più
esigenti e più partecipi.
Nasce La Repubblica e segna un accrescimento della funzione di intervento politico
e di orientamento che fino a quel momento aveva sempre caratterizzato i quotidiani
di informazione.
Scalfari dichiara di aver cominciato a lavorare al progetto di Repubblica già
nell’inverno- primavera del 1975 anche se in realtà l’idea di fondare un nuovo
quotidiano l’aveva già in mente da vent’anni prima, cioè da quando fu fondato
L’Espresso
19
.
L’Espresso, fondato nel 1953, ebbe il compito di gridare gli scandali,di aprire gli
occhi agli italiani per metterli di fronte a tutto ciò che accadeva attorno a loro. Fu poi
compito di Repubblica costruire la coscienza dei sui lettori, unire le sensibilità degli
aderenti al partito dei democratici cristiani, giovani comunisti e laici.
A differenza dell’Espresso, La Repubblica non gridò gli scandali, il mezzo che
utilizzò fu la denuncia sociale.
Il proposito fin dall’inizio fu quello di rinnovare la stampa italiana attraverso un
nuovo linguaggio, una nuova grafica, una nuova struttura dei contenuti e un’etica e
un approccio culturale innovativo.
Con Repubblica si voleva dare voce alla giovane classe dirigente italiana e
contribuire a formare i quadri educando i giovani e preparandoli all’adempimento dei
loro doveri e alla rivendicazione dei loro diritti. Giovani uomini e giovani donne:
questi erano i protagonisti che si stavano già da qualche tempo affacciando sulla
18
E. Mauro, Cambiare restando noi stessi in “La Repubblica”, 6 maggio 1996.
19
E. Scalfari, Giovani e donne, partimmo da loro in “La Repubblica”, 11 gennaio 2001.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
13
scena italiana e questi furono i destinatari del nuovo progetto.
20
Il nuovo quotidiano volle inoltre recuperare il vasto settore della società che aveva
scelto la sinistra e in particolare il Pci come strumento politico per portare avanti i
loro propositi di rinnovamento. Questa area politica e culturale si era autosegregata
dal resto della società nazionale ma in parte aveva anche dovuto subire un processo
di ghettizzazione.
Il nuovo quotidiano puntava ad una democrazia compiuta nella quale anche la gente
di sinistra avesse un ruolo e una voce e si distogliesse dalle ideologie leniniste e
staliniste che ne avevano inceppato una piena integrazione democratica.
La Repubblica voleva essere un giornale capace di rappresentare la generazione
emergente nei suoi valori di innovazione, efficienza, laicismo, rigore morale, senza
alcuna discriminazione ideologica, religiosa, politica.
Il linguaggio utilizzato, l’angolazione e la selezione dei temi hanno obbedito ad un
canone che fin dall’inizio è stato quello di dichiarare onestamente ai lettori quale era
la posizione del giornale rispetto ai fatti e ai problemi che erano affrontati.
Il successo di Repubblica modificherà la mappa dei quotidiani nazionali.
14 gennaio 1976, primo numero di Repubblica. Al progetto, sognato da Scalfari da
molto tempo, si associa la Mondadori, la maggiore casa editrice italiana. La società
editrice del nuovo quotidiano viene costituita a parità di quote, con una dotazione a
fondo perduto che consente di pubblicare per tre anni un quotidiano di qualità ma
non molto costoso.
21
Scalfari pensa ad un giornale molto diverso da quelli esistenti, i destinatari sono tutti
coloro che si interessano di cultura, spettacolo e politica, un giornale che dia poco
spazio allo sport , il formato adottato è il tabloid.
Nell’articolo di presentazione del primo numero, Scalfari è molto chiaro nel
delineare le caratteristiche del suo giornale:
Questo giornale è un po’ diverso dagli altri: è un giornale di informazione il quale , anziché ostentare
una illusoria neutralità politica, dichiara esplicitamente di avere fatto una scelta di campo. E’ fatto da
uomini che appartengono al vasto arco della sinistra italiana.
22
20
Ibidem.
21
P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano,Bologna, Il Mulino,1985, p. 254.
22
Ibidem, p. 255.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
14
Riguardo ai giornalisti più noti che partecipano all’iniziativa vanno ricordati Giorgio
Bocca, Sandro Viola, Miriam Mafai, Fausto De Luca, Barbara Spinelli, Giuseppe
Turani, Natalia Aspesi. Tra i commentatori è doveroso citare il nome di Giorgio
Forattini, autore della vignetta satirica collocata in prima pagina.
Le sue vignette hanno avuto molto successo in Repubblica, e altri giornali hanno
pubblicato a loro volta vignette, così che si è creato un nuovo genere satirico nella
stampa quotidiana.
23
La redazione era costituita da un nucleo centrale, composto di amici e collaboratori
di Scalfari e da giornalisti provenienti da vari giornali, in prevalenza di sinistra.
Chi legge La Repubblica si trova di fronte ad un quotidiano di qualità dove può
trovare interpretazioni e spiegazioni degli eventi e soprattutto la denuncia dei
problemi. Questa è una delle grandi novità.
Repubblica aspirava a diventare il primo quotidiano nazionale, letto da un pubblico
delle classi medio alte in ogni parte d’Italia. Non aveva pagine locali, si definiva “il
giornale delle due capitali” Milano e Roma.
In quanto alla formula e al target Scalfari li definisce con queste parole:
Finora si sono fatti dei giornali omnibus, buoni cioè per tutti i lettori. Noi, invece, vogliamo ritagliare
dalla massa del pubblico una fetta: la classe dirigente, prendendo come riferimento non il reddito ma i
ruoli esercitati nella società. La classe-guida, per noi, sono gli studenti, i quadri sindacali, gli
imprenditori, i funzionari, gli insegnanti, i politici locali e nazionali.
Sulla scelta di campo è altrettanto chiaro:
I giornali tradizionali di informazione non possono che essere liberali, dovrebbero cioè riportare
oggettivamente i fatti ovunque si producano. Pregiudizialment, dunque, non rendono esplicita una
scelta di campo. Noi però, dichiariamo subito che vogliamo essere un giornale della sinistra italiana.
Tuttavia, non essendo legati a gruppi, partiti o notabili, dobbiamo cercare di recuperare anche quella
importantissima funzione di informatori. Come è possibile? Possiamo farlo giudicando i fatti, positivi
e negativi, anche se si producono in quell’area di sinistra in cui si è scelto di militare.
24
La pagina dei commenti è da subito il punto di forza del nuovo quotidiano.
23
P. Ottone, Preghiera o bordello. Storie, personaggi, fatti e misfatti del giornalismo italiano, Milano,
Longanesi &C., 1996, p. 352.
24
P. Murialdi, La stampa italiana dalla liberazione alla crisi di fine secolo, Roma- Bari, 1995, p. 195.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
15
Nel primo anno la vendita media è sulle 80.000 copie (11.000 a Roma e 10.000 a
Milano)
25
: l’esordio fu faticoso dopo una prima fiammata di curiosità.
Il pubblico doveva abituarsi alla nuova testata. Inoltre il quotidiano era nazionale e
non apparteneva a nessuna città, esercitava una forza di attrazione di tipo
intellettuale.
Il successo arrivò a poco a poco.
Di giorno in giorno Scalfari faceva Repubblica e di giorno in giorno la trasformava,
allontanandosi sempre più dal progetto iniziale. Bisognava correggere gli errori di
partenza. Nel 1982 si aggiungevano sezioni di cronaca e di sport, in ottemperanza ai
gusti del pubblico ai quali Scalfari era sensibile.
La filosofia del giornale divenne quella di accelerare il ricambio della classe politica,
Repubblica alza la voce e giorno per giorno diventa giornale gridato che grida per
attirare l’attenzione dei lettori per spingerla verso l’obiettivo politico, che era il
ricambio al vertice.
Titoli più vistosi, più numerose le fotografie, introduzione della politica dei regali a
scopo promozionale (regalare qualche cosa con ogni copia), sono solo alcune delle
caratteristiche della nuova struttura di Repubblica.
Repubblica diventa il giornale delle nuove generazioni, come lo diventava El País
Spagna , il giornale di chi ha aspirazioni e inclinazioni cosmopolite .
In data 11 novembre 1990, su El País troviamo la pubblicazione di un articolo dal
quale trapela in modo rilevante la grande stima che il quotidiano spagnolo nutre nei
confronti di Repubblica:
El mayor elogio que se ha hecho de La Repubblica es que se trata de un diario que “no puede dejar de
comprar”, desde la “gente que piensa”hasta los que no comparten sus ideas.
26
Le capacità di Scalfari e della sua équipe hanno fatto di Repubblica un quotidiano di
prima lettura e di notevole diffusione.
25
Ibidem, p.256.
26
Il più grande elogio fatto a La Repubblica è che nessuno, che ne condivide o meno la sua linea, può
smettere di comperarlo. (J. Arias, El diario líder de Italia in “ El País”, 17 novembre 1990).
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
16
Ciò che rese La Repubblica un grande quotidiano è soprattutto da ricercarsi nella
grande passione, vitalità e vigore che giorno per giorno Scalfari seppe infondere tra
le pagine del giornale. Il quotidiano diventa sempre più vivace, aggressiva, a
immagine e somiglianza del suo fondatore
27
.
Il 6 maggio 1996 Ezio Mauro assume la direzione di Repubblica dopo venti anni
trascorsi sotto la direzione di Scalfari.
La notizia rimbalza anche sulle colonne di El País:
Eugenio Scalfari anunció ayer que está a punto de dejar la dirección de La Repubblica, el diario que
él mismo fundó en el 1976 y que ha dirigido con fuerte personalidad hasta haora. Como sucesor de
Scalfari se ha mencionado Ezio Mauro, hasta ahora director de La Stampa. (…)
28
Nel suo primo articolo Ezio Mauro sottolinea che ciò che la direzione di Scalfari
lascia è soprattutto un patrimonio di identità che è stata la radicedel quotidiano, La
Repubblica ha un’anima che è cresciuta con Scalfari e che il nuovo direttore è
convinto a far crescere e portare avanti nel tempo. La Repubblica resterà Repubblica
con il suo carattere, sarà rispettata l’identità. Lo stesso impegno di identità che ha
aiutato Repubblica ad attraversare venti anni travagliati e confusi di storia italiana.
Il proposito delineato da Ezio Mauro è quello di: (…) voltare pagina restando noi stessi,
restando Repubblica.
29
27
P. Ottone, Preghiera o bordello, cit .,p 348.
28
Ieri Eugenio Scalfari ha annunciato che lascerà la direzione di La Repubblica, il quotidiano che lui
stesso fondò nel 1976 e che ha diretto con forte personalità fino a questo momento. Come successore
di Scalfari è stato fatto il nome di Ezio Mauro, attuale direttore de La Stampa.
(P. Egurdibe, Scalfari dejará en breve la dirección de “La Repubblica”,in “El País”, 19 aprile 1996).
29
E. Mauro, Cambiare restando noi stessi in “ La Repubblica",6 maggio 1996.
1.El País e La Repubblica:ricostruzione storica di due quotidiani affini
17
1.3 I lettori di El País e de La Repubblica
Il tabloid madrileno ha una utenza che viaggia su un doppio binario: da una parte
coloro che vanno all’edicola tutti i giorni , dall’altra parte coloro che si avvicinano
alla lettura solo la domenica , grazie all’inserto El País Semanal, che spinge le copie
vendute oltre il milione.
30
Colui che legge tutti i giorni El País è in prevalenza un uomo, sposato, capofamiglia,
classe sociale medio-alta, età compresa tra i 33 ed i 44 anni, preferibilmente laureato.
Gente estremamente democratica, moderatamente progressista, uomini e donne
militanti del laicismo, lettori profondamente antidogmatici e pluralisti.
Da tali dati emerge che il quotidiano è diretto all’establishment, alla classe dirigente
spagnola.
La conferma a tali dati si ritrova nelle parole di Emilio Gallego Romero, responsabile
della produzione della pubblicità:
“La persona che va in edicola dal lunedì al sabato è generalmente l’uomo d’affari, il docente
universitario, lo studente che ambisce ad avere un ruolo futuro nella società. Colui cioè che ha bisogno
di un’informazione costante, ma soprattutto seria e rigorosa. Questo tipo di lettori non tollera gli
errori, non è affezionato alle smentite, quello che legge sul giornale deve corrispondere quanto più
fedelmente possibile con la verità dei fatti”.
31
El País si è occupato in modo considerevole di coinvolgere nella lettura giovani e
donne.
In particolare è riuscito a raggiungere l’universo femminile dedicando molta
attenzione al mondo delle donne. Purtroppo però in Spagna ancora oggi , nei vari
settori della politica , dell’economia , del sociale, della cultura esiste una netta
prevalenza di uomini .
Di conseguenza anche i giornali sono fatti e diretti soprattutto dalla sfera maschile.
Tale dimensione sociale ha sicuramente contribuito all’insorgere di ostacoli
all’avvicinamento delle donne al quotidiano madrileno.
30
G. Salemi, El País,cit, p.95.
31
Ibidem, p. 95.