2
terapia con immunoglobuline, nelle sepsi da gram + e gram �,
come terapia utile nella prevenzione dei decessi da sepsi.
3
L�INFEZIONE NEL PAZIENTE USTIONATO
L�infezione ha da sempre rappresentato una delle complicanze
piu� temute dell� ustione per l�alta percentuale di decessi ad essa
associati (Saizy et al.)
(42)
.
Rappresenta infatti, oggi, il piu� importante fattore di morbilit� e
mortalit� dell�ustionato. (Le et al. 1986, Luterman et al. 1986,
Merrel et al. 1987). Nel determinismo del quadro ultimo e piu�
pericoloso dell� infezione, la setticemia, concorrono soprattutto
tre fattori che, nel normale, regolano l�omeostasi tra uomo e flora
microbica:
difese
agenti patogeni
ambiente.
Nell�ustionato viene a mancare una delle piu� importanti barriere
contro l�infezione: l�integrit� cutanea. Contemporaneamente le
lesioni costituiscono un ottimo terreno di coltura che favorisce la
proliferazione dei microrganismi. A questo si associano le
alterazioni fisiopatologiche caratteristiche del �trauma Ustione�,
4
le quali causano una compromissione delle difese endogene per
depressione della funzione del sistema reticolo-endotelio, dei
granulociti neutrofili e del sistema immunitario in genere. In
questo modo anche i germi cosiddetti �saprofiti� assumono
potenzialit� patogena. A complicare ulteriormente la rottura di
questo dinamico equilibrio intervengono antibiotici e
chemioterapici che, selezionando ceppi resistenti, favoriscono
l�ulteriore virulentazione dei microrganismi.
Le fonti di contaminazione per l�ustionato sono di due categorie:
autoctone dalla flora resistente
ambientali
Le prime (pari al 16% del totale)
(1)
sono rappresentate dai germi
presenti sulla cute stessa (sulla quale sono rappresentati
soprattutto difteroidi, enterococchi, streptococchi, coliformi,
pseudomonas, micobatteri, sporigeni, funghi e stafilococchi, i
quali in condizioni di integrit� cutanea impediscono
l�attecchimento dei patogeni entrando in competizione con essi)
ed a livello del canale gastroenterico.
Le seconde (in causa nell�84% dei casi)
(1)
sono invece
rappresentate dai materiali di medicazione, dalla cateterizzazione
5
arteriosa, venosa e urinaria, dalle insufficienti misure di antisepsi
ed asepsi preventiva e dalla contaminazione involontaria di
personale sanitario occasionalmente portatore. Queste ultime
sono le cosiddette infezioni crociate
(30)
: si tratta della
trasmissione di batteri da paziente a paziente (mediata dalle
persone che entrano in contatto diretto con i degenti).
La porta d�entrata piu� importante nell�ustionato per la
penetrazione dei microrganismi e� la piaga da ustione. Secondo
Gelfand le infezioni del grande ustionato possono essere
classificate in :
1. invasione dell�escara (burn wound invasion, pari a 10
5
U.F.C per grammo di tessuto biopsiato) ;
2. l�infezione grave dell�escara (burn wound sepsis, che
corrisponde alla presenza di 10
5
U.F.C per grammo di
tessuto biopsiato);
3. forme generalmente secondarie alla localizzazione cutanea
(setticemia, infezioni urinarie, polmonite, tromboflebite,
endocardite, infezioni dei tessuti molli). La colonizzazione
batterica del paziente ustionato dipende largamente dalla
percentuale della superficie coinvolta: Barisoni
(8)
riporta
6
che per un�ustione media del 30%, in decima giornata, solo
nell�8% dei casi non sono presenti batteri patogeni sulla
superficie cutanea.
L�incidenza di una complicanza setticemica negli ustionati e�
pari al 9%, ed e� massima per ustionati tra il 40-70%
(8)
. Le
infezioni insorgono con frequenza massima tra il 6�-16� giorno
(1)
;
in particolare si possono distinguere quattro fasi successive
(27)
,
ciascuna caratterizzata da una diversa ecologia: inizialmente
dominano stafilococchi e streptococchi; quindi tra 4�-20� giorno
si repertano sia Gram-positivi sia Gram-negativi; tra 15�-30�
giorno prevalgono i Gram-negativi; infine, nel paziente in via di
guarigione, qualora permangono aree di granulazione, si assiste
alla ricomparsa di stafilococchi.
Gram-positivi e Gram-negativi non solo hanno diversa
cronologia di comparsa, ma anche clinicamente producono dei
quadri tipici che consentano una diagnosi presuntiva. Localmente
vi sono segni e sintomi comuni a tutti i germi (approfondimento
della necrosi, viraggio di profondit� dal 2� al 3� grado,
distruzione del tessuto di granulazione, mancato attecchimento di
7
eventuali innesti, edema, dolenza, iperemia ai margini della
piaga)
(1)
.Altri segni sono invece specifici per taluni batteri: il
Pyocianeo conferisce un caratteristico colorito verde-azzurro ed
uno sgradevole odore di �frutta marcia� alle lesioni; cos�
l�Escherichia�coli si riconosce per il tipico odore fecale. A
livello sistemico la sepsi da Gram-negativi e caratterizzata da
insorgenza rapida (in 12-36 ore), ipotermia, leucopenia, cianosi,
ipotensione improvvisa ed emocoltura positiva o negativa. Per i
Gram-positivi, invece, l�esordio e� meno brusco: la temperatura
aumenta gradualmente (in 2-6 giorni), accompagnata da un
parallelo incremento dei leucociti, ipotensione ingravescente ed
emocoltura sempre positiva
(1)
. Tale divergenza si spiega con la
diversa patogenesi per l�una e l�alta categoria di batteri. Mentre
per i Gram-positivi l�azione lesiva e� legata alla presenza in
circolo del microrganismo (batteremia), per i Gram-negativi ci�
non e� necessario potendo questi agire generando una tossiemia
generalizzata, in assenza di corpi batterici nel sangue.
L�interessamento delle vie urinarie e� essenzialmente dovuto
all�applicazione del catetere uretrale con il quale inevitabilmente
penetrano anche i germi. Per questo motivo il paziente viene
8
costantemente controllato con colture dell�urina, ed il catetere
viene sostituito ogni dodici giorni. Le manifestazioni cliniche
dell�infezione del tratto urinario poco si discostano dal quadro
setticemico, ma chiaramente la sintomatologia e� nel complesso
meno eclatante. Una trattazione separata merita la candidemia. In
tal caso l� invasione sistemica pu� partire dal canale digerente,
ma un contributo certamente piu� significativo e� dato da cateteri
endovenosi dai quali pu� originarsi una tromboflebite micotica
(1)
.
La setticemia fungina pu� essere sospettata quando il trattamento
antibiotico non sortisce l�effetto atteso. Per concludere questa
rapida panoramica sugli aspetti clinico-microbiologici dell�
infezione nell�ustionato vanno ricordati i fattori predisponesti e
favorenti l�instaurarsi di un quadro setticemico: le et� estreme
(1)
,
la percentuale e la profondit� delle lesioni, le patologie
concomitanti o pregresse (diabete, malnutrizione,
immunosoppressione congenita, acquisita e farmacologia,
etilismo), il mancato controllo dell�infezione locale (per
insufficiente profilassi antibiotica e antisettica topica).
9
EVOLUZIONE DELL�EZIOLOGIA NELLE
INFEZIONI DELL�USTIONATO
All'inizio del secolo l�eziologia delle infezioni nell�ustionato era
rappresentata per 80% dallo streptococco pyogenes (Dumbar,
1934; Cruickshank,1935; Wilson, 1938; Harkins,1942).
Con l�avvento della penicillina gia� dagli anni quaranta tale
percentuale diminu� drasticamente (Colebrook e collaboratori nel
1974 mediante penicillina e sulfatiazole topici ridussero
l�incidenza di tale batterio al 5%). Quindi dal 1950-60 il
patogeno piu� importante divenne lo stafilococco aureus :
Moncrief e Tepliz lo isolarono nel 75% dei pazienti setticemici,
Colebrook
(13)
nel 60-70%.
Lo Pseudomonas aeruginosa nello stesso periodo era in causa per
una piccola percentuale (secondo Colebrook pari all�8%). Ma
con l�introduzione di antibiotici efficaci contro lo stafilococco
aureus si verific� un progressivo aumento dei Gram-negativi
(specialmente dello Pseudomonas e tra i coliformi, in ordine
10
decrescente, dell�E-coli, Enterobatteri, Citrobacter, Serratia,
Aeromonas), nonch� delle infezioni micotiche.
Progressivamente sino al 1985 le incidenze relative di
Stafilococco aureus, Pseudomonas aeruginosa e gram-negativi si
sono stabilizzate senza variazioni negli ultimi anni.
Da un�analisi della letteratura piu� recente, l�eziologia delle
infezioni viene cosi� ripartita: Stafilococco aureus 25%-70%,
Pseudomonas aeruginosa 25%-45%, Escherichia coli 4%-30%,
Proteus mirabilis 15%-20%, Klebsiella 4%-10% , Enterobacter
cloacae 5%-10%, Enterococchi 4%-20%
(11, 24, 27)
. Alla base di
queste continue oscillazioni nell�ambito delle percentuali relative
dei diversi microrganismi sta la pressione selettiva operata dagli
antibiotici sui ceppi batterici resistenti, costringendo alla
continua ricerca di farmaci nuovi e sempre piu� efficaci.
Numerosi sono i dati in letteratura su tale argomento; gia� tra il
1976 ed il 1979 De Negri et al. avevano notato un netto calo
della sensibilit� dello Pseudomonas aeruginosa verso
carbenicillina, neomicina, kanamicina, gentamicina, tobramicina,
rifampicina, ac-nalixidico, cloramfenicolo (mentre si manteneva
elevata per la colimicina).
11
Tra il 1976 ed il 1988 Donati et al. ottennero i seguenti risultati:
tutti i microrganismi isolati erano resistenti alla penicillina,
ampicillina, carbenicillina, ad eccezione dello Pseudomonas e
dell�E-coli che rispondevano alla carbenicillina e degli
Enterococchi sensibili all�ampicillina. Le cefalosporine
mantenevano un�elevata attivit� verso tutti i batteri tranne lo
Pseudomonas, e l�E-cloacae, Stafilococco aureus, Pseudomonas
aeruginosa, Enterocochi e Proteus mirabilis rimanevano
altamente resistenti alla gentamicina. Infine nel 1988 sono
comparsi ceppi di Pseudomonas e la Klebsiella resistenti
all�amikacina (Pandit 1988). Per questo motivo vi e� stata una
continua sperimentazione di farmaci sempre diversi con
l�obbiettivo di contrastare di volta in volta le resistenze
emergenti. I migliori risultati nel Centro Ustioni di Padova, sono
stati ottenuti, contro lo Pseudomonas, con aminoglicosidi
(soprattutto amikacina e netilmicina), cefalosporine dell� ultima
generazione (ceftazidime, ceftizoxima, cefoperazone), ed
aztreonam. Per lo Stafilococco aureus la sensibilit� maggiore era
conservata nei confronti di cefomandolo, vancomicina e
12
netilmicina. Per gli Enterococchi l�ampicillina rimaneva
l�antibiotico di elezione
(23)
.
I dati piu� recenti (Signorini 1989 -1998) mostrano una
situazione favorevole per i Gram-negativi (ad eccezione di
Pseudomonas e Citrobacter). Un�attivit� superiore agli antibiotici
classici rivelano aztreonem, pefloxacina, imipenem, teicoplanina,
anche se ultimamente forme resistenti hanno cominciato ad
apparire.
13
CENNI DI IMMUNOLOGIA
L�organismo, in condizioni normali, e� dotato di un sistema
difensivo basato su due principali meccanismi: quello non
specifico del sistema infiammatorio e quello specifico del
sistema immunitario.
Esistono complesse interazioni tra i due sistemi, ed entrambi
sono compromessi in pazienti con gravi ustioni.
Le conoscenze riguardanti l�organizzazione e la funzione del
sistema immunitario si sono enormemente sviluppate negli ultimi
decenni. Mentre inizialmente prevaleva l�opinione che l�attivit�
del sistema immunitario fosse limitata a riconoscere ed eliminare
virus, batteri e tossine, oggi si ritiene che il sistema immunitario
sia un complesso con funzioni di autoregolazione, in connessione
con il numero rilevante di altri sistemi.
L�equilibrio all�interno del sistema immunitario, e quindi
�l�omeostasi�, attraverso interazioni reciproche tra i suoi
componenti. Le reazioni immunitarie contro strutture del proprio
organismo e contro antigeni esterni, cos� come le reazioni
14
infiammatorie, vengono controllate in modo da rimanere
localizzate
(35,36)
. Le immunoglobuline hanno una funzione
chiave attraverso il legame idiotipo - anti idiotipo e l�iterazione
con i recettori su vari tipi di cellule; quindi un sistema di
regolazione per ricomporre l�equilibrio immunitario. Secondo gli
Autori queste conoscenze hanno modificato il nostro modo di
pensare circa le propriet� farmacologiche delle immunoglobuline
endovena che acquistano un significato sempre maggiore come
sistema di regolazione per ricomporre l�equilibrio
immunologico.
(3,17)
Non sempre il sistema immunitario si trova nella possibilit� di
mantenere il naturale equilibrio o di ricomporlo dopo una
disfunzione.
Questa situazione caratterizzata da uno squilibrio immunologico
si rende manifesta, da un punto di vista clinico, in caso di
infezioni batteriche gravi e di malattie autoimmuni.
Le gravi infezioni batteriche inducono due situazioni
fisiopatologiche contrapposte: il processo infiammatorio
generalizzato e la paralisi immunitaria
(22)
.
15
Attraverso le eso ed endotossine il processo infiammatorio
generalizzato pu� aumentare l�attivazione dei monociti, dei
macrofagi, dei granulociti e delle cellule endoteliali.
La conseguenza di tutto ci� e� una incrementata produzione e una
liberazione in circolo di citochine proinfiammatorie come ad
esempio IL1, IL6, IL2, TNFα, prostaglandine, leucotrieni, PAF,
fattori del complemento
(43)
.
La risposta immunitaria sistemica scatenata da questa situazione
pu� portare a disturbi del microcircolo, alla formazione
generalizzata di edemi, a vasodilatazione ed ad un abbassamento
di pressione
(9)
. Una attiva reazione infiammatoria sistemica
induce una controregolazione. Vengono prodotte citochine
antinfiammatorie come l�antagonista del recettore per
l�interleuchina-1 (IL-1RA), l�interleuchina-4 e l�interleuchina-10.
In tale situazione, il sistema immunitario non � pi� in grado di
reagire ad una infezione batterica con una adeguata risposta.
L�alterazione coinvolge non solo il sistema immunitario ma
anche quello del complemento, il sistema della coagulazione, il
sistema chinina-callicreina.