Introduzione
II
Il secondo capitolo invece prende in considerazione i soggetti
emittenti rilevando in questo settore la convivenza di vecchi e nuovi
soggetti.
Il mercato degli strumenti e servizi di pagamento era dominato dalle
banche che avevano un vero e proprio monopolio in questo settore, ora
compaiono nell’orizzonte nuovi players, o nonbanks, o, cybermediari.
Le banche hanno dominato il mercato grazie alla caratteristica dei
tradizionali strumenti di pagamento, cioè erano legati ad un deposito
bancario.
Lo slegare, delle nuove tecnologie, del deposito bancario allo
strumento di pagamento ha consentito l’inserirsi nel settore di soggetti che
non possono effettuare raccolta di fondi tramite deposito, ma che
emettono strumenti di pagamento dietro ricezione di fondi.
Tra questi nuovi players in Europa viene introdotta una nuova
figura, riconosciuta giuridicamente, gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL),
il loro fondamento giuridico comunitario deriva dalla direttiva
2000/46/CE riguardando l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale
dell’attività degli Istituti di moneta elettronica.
In Italia vengono introdotti con la legge 1° marzo 2002, n. 39
“disposizioni per l’adempimento d’obblighi derivanti dall’appartenenza alle
comunità europee”.
I cybermediari sono costituiti da società la cui attività primaria non
è finanziaria, quindi includiamo in questa categoria di soggetti società di
telecomunicazioni, di software e di hardware.
Il terzo capitolo introduce la problematica dei rischi, i rischi
associati agli strumenti e servizi di pagamento sono: il rischio operativo,
legale, di reputazione, strategico e altri rischi.
Tra gli altri rischi vengono compresi il rischio di credito, liquidità,
mercato e d’interesse, che sono assai sentiti dalle banche negli altri settori
della loro gestione, ma poco rilevanti in questo campo.
Introduzione
III
Il rischio operativo è il rischio che è più fortemente sentito in questo
settore e che ha costituito un deterrente all’utilizzo di questi nuovi
strumenti da parte degli utenti.
La componente del rischio operativo che è di maggiore importanza è
quello relativo alla sicurezza. Proprio sotto questo aspetto viene analizzato
il rischio operativo in questo capitolo, prendendo in considerazione prima
tutte le componenti della sicurezza a cui assegna un certo valore la Banca
Centrale Europea e poi la struttura legale che questo istituto ha previsto
per la tutela dei consumatori.
L’ultimo paragrafo del terzo capitolo introduce una serie di
documenti internazionali riguardanti la sicurezza nei servizi e strumenti di
pagamento innovativi.
Capitolo 1
1
Capitolo I
I nuovi strumenti e servizi di
pagamento
1.1.Introduzione
Sono definiti nuovi strumenti e servizi di pagamento tutte le iniziative
che utilizzano le nuove tecnologie dell’informazione e delle
telecomunicazioni nei pagamenti
1
.
Lo sviluppo di queste tecniche di pagamento è aumentato
soprattutto con lo svilupparsi dell’e-commerce.
Si intende per e-commerce la vendita o l’acquisto di beni o servizi tra
famiglie, individui, governi e altre organizzazioni pubbliche o private
condotte con l’uso delle reti telematiche aperte, Internet.
Il nascere dell’e-commerce e dei nuovi strumenti e servizi di
pagamento fa parte di un più ampio movimento che inizia con la
rivoluzione informatica prima, e telematica virtuale dopo; e che può essere
associata alla diffusione di Internet e del World Wide Web (www)
2
.
La rete Internet è definibile come un sistema di telecomunicazione
su scala globale, formato da nodi di elaborazione facenti parte di un
sistema di indirizzamento regolato da un protocollo denominato IP
1
Si veda: S. Martucelli, Obbligazioni pecuniarie e pagamento virtuale, Giuffrè, Milano,
2001.
2
Cfr., E. TOSI, I problemi giuridici di Internet, dall’E-commerce all’E-business, Giuffrè,
Milano, 2001.
Capitolo 1
2
(Internet Protocol), i quali possono scambiarsi informazioni e servizi
secondo un protocollo detto TCP (Transfer Control Protocol).
In altre parole Internet nasce dall’aggregazione spontanea di banche
dati in tutto il mondo, queste sono collegamenti di reti utilizzanti un
protocollo di telecomunicazione uniforme (IP).
Il web è una particolare applicazione di Internet, nata con lo scopo
di consentire la distribuzione sulla rete Internet di documenti
3
.
I nuovi strumenti di pagamento possono essere classificati in
quattro categorie:
1. servizi prepagati, sono riserve di valore che mirano a sostituire
il circolante;
2. portali di pagamento, sono dei siti fornitori di servizi di
pagamento collegati a sistemi di pagamento innovativi o a
strumenti tradizionali;
3. servizi di accumulo dei pagamenti, sono servizi di pagamento
per transazioni di piccolo importo su Internet;
4. m-payments, sono sistemi di pagamento che si avvalgono
dell’uso di telefoni cellulari.
I servizi prepagati sono nati in Europa per i pagamenti di piccolo
importo e si distinguono in
1. moneta elettronica;
2. pagamenti personali in linea;
3. scratch card
4
.
3
Cfr., S. CERI, P. FRATERNALI, Le tecnologie per l’electronic business sicuro, in
Internet banking: tecnologia, economia e diritto, EDIBANK, 2OOO.
4
Cfr., ECB, E-payments in Europa – the Eurosystem’s perspective, Issues paper,
september, 2002.
Capitolo 1
3
I portali di pagamento e i servizi di accumulo nascono
originariamente negli Stati Uniti, infatti è proprio in America che nascono
e si sviluppano i primi siti Internet legati all’e-commerce.
Il sistema degli m-payment nasce in Europa dove la diffusione dei
computer e dell’uso di Internet è assai meno penetrante che negli Stati
Uniti.
Capitolo 1
4
1.2.Servizi prepagati
1.2.1.La moneta elettronica
1.2.1.1.Definizioni
Molteplici sono le definizioni adottate e adottabili di moneta
elettronica. In generale definiamo moneta elettronica uno strumento di
pagamento in cui il valore monetario è memorizzato su un dispositivo
elettronico in possesso del cliente.
L’ammontare di tale valore monetario caricato diminuisce o
aumenta, a seconda dell’operazione effettuata, ogni volta che il
proprietario del dispositivo lo utilizza per un’operazione di acquisto,
vendita, carico e scarico.
Caratteristica distintiva delle operazioni effettuate tramite moneta
elettronica è la circostanza che il loro svolgimento non implica la presenza
di un conto bancario
5
. Questa è una fondamentale differenza della moneta
elettronica dalle altre carte di pagamento.
6
A definire la moneta elettronica sono intervenute diverse istituzioni
monetarie, economiche e giuridiche mondiali, per evidenziare l’importanza
che questo nuovo strumento di pagamento sta assumendo.
La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) inserisce la moneta
elettronica tra i sistemi di pagamento al dettaglio definendo “l’e-money una
riserva di valore elettronico caricata in un dispositivo simile ad una
chipcard o ad un hard drive in un computer, la quale è utilizzata per
effettuare pagamenti con il trasferimento della valuta caricata nella
memoria dello strumento ad un altro operatore. Questi prodotti sono
5
Si veda: O. OLIVIERI, La Rilevanza del tempo nei sistemi di pagamento, in Banca,
borsa e titoli di credito, gennaio febbraio, 2001.
6
Cfr., BCE, Le problematiche connesse allo sviluppo della moneta elettronica, in
Bollettino mensile della BCE, novembre, 2000.
Capitolo 1
5
strumenti di pagamento con i quali i consumatori possono effettuare
regolamenti di transazioni di importo limitato”
7
.
La Banca Centrale Europea (BCE) interviene in materia, prima con il
Report on electronic money, nel 1998, e successivamente, con la Direttiva
2000/46/CE riguardante l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale
dell’attività degli istituti di moneta elettronica, che é una parte della trilogia
di direttive adottate per accrescere la fiducia nel commercio elettronico e
promuovere lo sviluppo dell’offerta di servizi e di prodotti in Internet.
Secondo il Report on electronic money “la moneta elettronica è
genericamente definita come una riserva elettronica di valore monetario su
un dispositivo che può essere ampiamente utilizzato per effettuare
pagamenti a imprese diverse dall’emittente senza necessariamente
implicare la presenza di conti bancari nell’operazione, essendo la sua
natura quella di uno strumento prepagato al portatore”
8
.
La normativa comunitaria
9
restringe la definizione di moneta
elettronica dichiarando “si intende per moneta elettronica: un valore
monetario rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente che sia:
i memorizzato su un dispositivo elettronico;
ii emesso dietro ricezione di fondi il cui valore non sia inferiore al
valore monetario emesso;
iii accettato come mezzo di pagamento da imprese diverse
all’emittente”.
7
Cfr., BIS, Policy issues for central banks in retail payments, Committee payment and
settlement system, march, 2003.
8
Cfr., ECB, Report on electronic money, august, 1998.
9
Art. 1, comma 3, della Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2000/46/CE
riguardante l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di
moneta elettronica.
Capitolo 1
6
La Banca d’Italia prende in esame la moneta elettronica nel “Libro
bianco sulla sorveglianza del sistema dei pagamenti”, del 1999,
accogliendo la definizione di moneta elettronica data dalla Comunità
Europea.
Conformemente la Banca d’Italia
10
individua due tipi di moneta
elettronica: il borsellino elettronico e la moneta digitale. I suoi aspetti
peculiari sono:
i elevata innovazione tecnologica, che ne consente l’offerta e
l’utilizzo su reti di telecomunicazione;
ii natura prepagata, che ne permette la circolazione in forma
anonima;
iii bassi costi di transazione, che ne favoriscono l’utilizzo nei
pagamenti di basso importo in sostituzione della moneta
legale
11
.
In Italia la definizione di moneta elettronica è introdotta con la legge
1 marzo 2002, n. 39 “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti
dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria
2001”, che, agli articoli 55 e 56 apporta le modifiche all’art. 1 del Testo
Unico in materia bancaria e creditizia.
L’art 55 dichiara che la moneta elettronica è “un valore monetario
rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente che sia
memorizzato su un dispositivo elettronico, emesso previa ricezione di fondi
di valore non inferiore al valore monetario emesso e accettato come mezzo
di pagamento da soggetti diversi dall’emittente”.
10
Cfr., BANCA D’ITALIA, Libro bianco sulla sorveglianza del sistema dei pagamenti”,
novembre,1999.
11
Cfr., F.DI FONZO, La moneta elettronica confronto tra la normativa comunitaria e la
disciplina italiana, LUISS, CERALDI, luglio 2001.
Capitolo 1
7
1.2.1.2.Tipologie e caratteristiche tecniche
Sotto la definizione di moneta elettronica ricadono due differenti
tipologie di strumenti
12
:
a) prodotti basati su hardware: carta prepagata munita di
microprocessore (borsellino elettronico – smart card);
b) prodotti basati su software: moneta virtuale, costituita da valori
monetari registrati nella memoria di un elaboratore.
13
Anche se riuniti in un unica definizione questi strumenti sono
diversi per natura, finalità e modo di funzionamento.
La carta prepagata è usata nelle transazioni face-to-face per importi
limitati mentre la moneta virtuale è stata sviluppata per pagamenti su
Internet
14
.
Partiamo dall’analisi della smart-card; è costituita da una tessera
plastificata con la presenza di un microprocessore (Chip) e, a differenza
delle carte precedentemente conosciute dai consumatori, dall’assenza
della banda magnetica.
La sua particolarità consiste nel fatto di non essere legata ad un
conto bancario, infatti, è caricata dall’utente presso la banca, sportelli
automatici o via telefono con il contestuale scambio di contanti.
I soggetti coinvolti nella gestione delle smart-card sono:
1. emittenti;
2. operatori di rete;
3. fornitori di software e hardware
15
.
12
Si veda: G. STUMPO, Il quadro tecnico e normativo di riferimento degli strumenti di
pagamento ON-LINE, in Diritto del commercio internazionale, luglio settembre, 2001.
13
Cfr., BCE, Le problematiche connesse, ecc., cit.
14
Cfr., M. GIORGINO, S. CAMPODALL’ORTO, Banche: oltre l’E-trade fino all’E-
business, in Internet banking, tecnologia, economia e diritto, EDIBANK, 2000.
15
Cfr., M. VELLA, Borsellini elettronici: potenzialità ed ipotesi di sviluppo, in Mondo
Bancario, novembre dicembre 2000.