Abstract
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favorendo la comunicazione nelle realtà collaborative interaziendali e nel
rapporto diretto con il consumatore finale.
In tale quadro di riferimento la logistica e la gestione dei servizi ad essa
connessi acquistano una valenza diversa, maggiormente orientata alla
soddisfazione del cliente intermedio e finale, divenendo da semplice
centro di costo ad elemento strategico integrante il sistema di offerta
dell’impresa. Quindi, occorre, a tal proposito, cogliere i suoi aspetti
qualitativi di lungo termine e di più vasta portata, per contribuire, in
armonia con le altre funzioni, al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Tale consapevolezza attribuisce un’importanza sempre crescente alla
valenza strategica dell’attività logistica d’impresa.
La corretta gestione della catena logistica, pertanto, rappresenta, in
questo periodo, uno dei momenti di maggiore criticità aziendale. La
gestione logistica diviene l’anello che lega i rapporti interaziendali nella
logica del supply chain management, evidenziando la necessità di
opportune collaborazioni interaziendali nell’ottica di una co-produzione del
valore tra i vari attori della catena della fornitura.
Approfondire questi aspetti è l’obiettivo fondamentale che si pone tale
lavoro, che partendo dall’analisi dell’evoluzione della gestione logistica,
prova ad analizzare tutte le implicazioni strategiche della collaborazione
lungo la supply chain, le strategie collaborative che si generano lungo il
canale, le direttive comportamentali di tali collaborazioni, il ruolo dei
gestori di servizi logistici integrati, i rapporti tra industria e distribuzione ed
i nuovi strumenti dell’Ict e dell’organizzazione aziendale in grado di
supportare le imprese – industria, distribuzione e operatori logistici – nella
gestione delle strategie collaborative nell’ottica del supply chain
management.
In tale lavoro si è cercato, inoltre, di fornire un quadro abbastanza
dettagliato della situazione in atto, anche attraverso la presentazione di
numerosi casi di diverse realtà aziendali, e della possibile evoluzione
futura della gestione strategica delle collaborazioni lungo la supply chain.
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Bruno Starace
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Nel primo capitolo, che ha uno scopo prettamente introduttivo, viene
affrontata l’evoluzione che la logistica, come funzione aziendale prima e
come attività interaziendale in seguito, ha evidenziato negli anni in cui si è
svincolata dalle altre funzioni aziendali, acquisendo una propria valenza
strategica.
Nel secondo capitolo, invece, prendendo spunto da una classificazione
proposta dal dott. R.Resciniti, si è, maggiormente approfondito il
passaggio da una logistica intesa in senso statico, cosiddetta di stock, ad
una visione più dinamica della stessa attività, denominata logistica di
flusso; per porre le basi del discorso successivo, che evidenzia i vantaggi,
gli svantaggi e le implicazioni strategiche della terziarizzazione della
logistica, partendo da una recente schematizzazione a matrice proposta
da C.Ferrozzi e R.Shapiro.
Infine attraverso i numerosi studi di due autorevoli autori americani,
D.J.Bowersox e D.J.Closs, si è posta l’attenzione sull’esigenza della
partnership strategica nella gestione logistica tra i vari attori lungo il
canale, per introdurre ed argomentare le nuove modalità organizzative di
gestione unitaria della catena della fornitura nell’ottica del supply chain
management.
Nel terzo capitolo, continuando il discorso precedente, si è introdotto un
approfondimento sulle dinamiche collaborative e relazionali che si creano,
tra fornitore, produttore, distributore e fornitore di servizi logistici, nella
gestione comune delle attività logistiche e dei servizi accessori che ad
esse si accompagnano lungo la catena della fornitura.
A tal proposito si è preferito rivolgere l’attenzione ai numerosi studi esteri
presenti sull’argomento: relazioni e collaborazioni interaziendali nel settore
logistico; tra i tanti, quello di R. M. Kanter (Collaborative Advantage: The
Art of Alliances) dell’Harvard Business Review sulle strategie
comportamentali all’interno dei rapporti di collaborazione ed un altro di G.
Persson, H. Virum (Growth Strategies for Logistics Service Providers: A
Case Study) presentato nella rivista The International Journal of Logistics
Management, maggiormente legato alle dinamiche collaborative che si
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trovano ad affrontare i fornitori di servizi logistici integrati, oltre che,
nell’evidenziare l’importanza dei servizi nelle relazioni interaziendali lungo
il canale, alle sempre attuali teorie di R.Normann, R.Ramirez, presenti
nella pubblicazione “Le strategie interattive d’impresa” del 1995.
Infine, il capitolo si conclude con un caso aziendale estrapolato da uno
studio di B. A. Wagner, D. K. Macbeth, D. Boddy, a proposito della
collaborazione tra una nota impresa produttrice di liquore irlandese (IDV
Operations Ireland, appartenente al gruppo DIAGEO) ed un suo fornitore
di confezioni in cartone ondulato (Killeen Corrugated Paper Products), con
lo scopo di evidenziare, appunto, il risvolto pratico delle virtuose strategie
collaborative sviluppate dalle due aziende irlandesi.
Proseguendo nella stesura del lavoro, nel quarto capitolo si è ritenuto
opportuno, innanzitutto, introdurre una breve descrizione dell’evoluzione e
della situazione attuale dei rapporti tra industria e distribuzione, nella
consueta contrapposizione tra cooperazione e conflitto, cercando di
elencare le principali cause di tali opposti atteggiamenti. In seguito si sono
volute enucleare, in particolare, le principali spinte alla collaborazione
interaziendale nell’ultimo anello della catena della fornitura, per introdurre
il discorso sul comitato ECR Italia, primo segno tangibile, in Italia, di
cooperazione interaziendale nell’ottica del supply chain management tra
industria e distribuzione; che dimostra come la pratica aziendale in questo
ramo di attività abbia seguito la teoria con risultati abbastanza buoni. A tal
proposito si è scelto di inserire in vari punti del capitolo dei casi aziendali
presi in prestito dalle principali riviste del settore della distribuzione
moderna, per evidenziare come i progetti di ECR e le teorie collaborative
più prestigiose siano state applicate, efficacemente, in diverse realtà
aziendali. Nel concludere il capitolo si è affrontato, ancora, il discorso di
due delle molteplici applicazioni progettuali del comitato ECR, il costumer
relationship management congiunto e lo sviluppo delle nuove tecnologie
finalizzato all’interazione continua con il consumatore finale; per dare
concretezza a quanto espresso a proposito del noto comitato
interaziendale.
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Dopo aver quindi esaurito il discorso sui rapporti tra industria e
distribuzione, da vari punti di vista, si è inserito il caso aziendale del
Gruppo PAM, una tra le principali aziende distributive italiane che,
aderente fin da subito al comitato, è stata fra le prime a rendere concreti i
progetti sviluppati proprio da ECR Italia.
Nel quinto ed ultimo capitolo, per dare concretezza e una ancora
maggiore attualità al lavoro si è sviluppata un’ampia analisi dei vari
strumenti tecnologici e organizzativi che sono maggiormente in uso per
affrontare il problema logistico ed il collegamento interaziendale nelle
moderne supply chain. Partendo da una base teorica che ha coinvolto
diverse materie come informatica e statistica, si è provato a dare una
approfondita spiegazione delle principali metodologie informatiche
utilizzate per mettere in comunicazione le diverse realtà aziendali tra di
loro. Prima è stato affrontato il tema dei sistemi ERP per arrivar fino al più
moderno ERP II, attraverso l’attenta lettura delle descrizioni dei software e
dei numerosi studi sull’argomento contenuti nelle principali riviste e nei siti
internet delle più importanti imprese del settore, oltre che dal largo spazio
dedicato all’argomento dalle pubblicazioni sul supply chain management
più recenti. In seguito, si è proseguita la descrizione, degli strumenti
informatici più usati ma anche più utili per la gestione della logistica e il
monitoraggio delle abitudini d’acquisto del consumatore, con un paragrafo
sugli strumenti di business intelligence e di decision support system.
Proseguendo è sembrato opportuno passare in rassegna gli strumenti più
specificatamente informatici di collegamento tra le aziende, come
l’electronic data interchange (Edi) e le applicazioni internet che ad esso
sono state coniugate di recente. In conclusione di questa prima parte del
capitolo, si è inserita, prima del discorso sull’Edi, la descrizione di alcune
moderne tecniche di tracciabilità della merce nei punti di vendita e nei
magazzini della grande distribuzione; come: i codici a barre, la tecnologia
l’Rfid (smart tag e radiofrequenza) ed il picking vocale, che aiutano le
imprese nel continuo monitoraggio delle scelte d’acquisto del consumatore
e nel velocizzare i processi operativi all’interno dei magazzini, e non solo.
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Bruno Starace
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Per la stesura di questa prima parte del capitolo finale sono stati molto utili
i numerosi studi consultati sul sito della Unitec e su quello di ECR Italia,
che hanno fornito una solida base teorica e tecnica sulla quale fondare la
spiegazione di argomenti di origine non esclusivamente economica; per la
rilettura in chiave economica di tali strumenti informatici e statistici, invece,
si è preso spunto dalle pubblicazioni più recenti in tema di gestione della
supply chain, come evidenziato nel testo.
La seconda metà del capitolo è stata, poi, dedicata alla descrizione delle
nuove configurazioni organizzative, molte delle quali teorizzate dai
numerosi comitati interaziendali sviluppati a tale scopo, utilizzate per una
gestione efficace ed efficiente dei rapporti di collaborazione interaziendale
lungo la supply chain. Partendo dal continuous replenishment e dal
collaborative planning forecasting and replenishment, nella spiegazione
dei quali si sono utilizzati studi specifici di settore che hanno permesso
un’analisi teorica con tangibili risvolti nella pratica aziendale, si è arrivati
all’analisi della gestione del postponement, del just in time distributivo e
della reverse logistics che analizzati congiuntamente, prendendo spunto
da una recente pubblicazione de IlSole24ore (“Rinnovare la supply chain”
del novembre 2003), hanno permesso di chiudere il quadro sia teorico che
pratico sulla gestione dei problemi logistici e collaborativi che si generano
lungo la catena della fornitura. Tutta questa parte, ma anche la
precedente ove possibile, è stata corredata dall’esposizione di altri brevi
casi aziendali, aventi lo scopo di facilitare la comprensione dei problemi
teorici calandoli nella pratica aziendale.
Quest’ultimo capitolo si chiude, infine con una breve analisi delle
problematiche che la parziale applicazione pratica delle teorie sviluppate
in questo lavoro genera nella gestione aziendale, derivante dalle
numerose riflessioni che i principali studiosi del settore inviano a tale
scopo.
Al termine del capitolo, per offrire, in ultimo, una possibile pratica
aziendale capace di risolvere i problemi generati dalle difficoltà di
applicazione delle teorie del supply chain management, si è presentato un
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VII
caso aziendale, esempio di come la rilettura in chiave strategica della
gestione dei servizi in un’impresa tradizionalmente molto più legata allo
svolgimento di “semplici” pratiche commerciali, possa aiutare lo sviluppo di
un orientamento, maggiormente consapevole, al supply chain
management.
Nell’affrontare i vari temi appena elencati si è cercato sempre di non
ampliare la distanza fra la teoria economica, organizzativa e strategica, e
la pratica aziendale; a tale scopo, quindi, si è voluto dedicare gran parte
del personale sforzo di ricerca alla stesura di due casi, emblematici degli
argomenti trattati. Infatti, per dimostrare come le metodologie strategiche
ed operative di gestione, illustrate nel presente lavoro, possano essere di
fondamentale importanza nello sforzo interaziendale di elevare la
competitività del proprio sistema di offerta è sembrato doveroso portare
degli esempi ricavati direttamente dalla pratica aziendale.
Il primo caso riguarda il Gruppo PAM, una delle principali aziende di
distribuzione in Italia che ha da subito aderito al comitato di collaborazione
interaziendale ECR Italia e che già in precedenza aveva iniziato
l’implementazione di alcuni innovativi sistemi di collegamento
interaziendali. Essa, infatti, è stata scelta come protagonista del primo
caso perché attraverso varie fonti di stampa specializzata è emerso
essere orientata verso una gestione della propria supply chain
particolarmente innovativa, ed inoltre la scelta di analizzare l’esperienza di
un’impresa della distribuzione organizzata ha permesso un appropriato
completamento del capitolo dedicato proprio ai rapporti tra industria e
distribuzione. Tale caso ha richiesto, quindi, un particolare lavoro di
ricerca di dati ed esperienze circa l’azienda e le sue pratiche strategiche
ed operative. Quando il materiale è sembrato sufficiente è bastato, infatti,
contattare via e-mail l’azienda per ottenere numerose pubblicazioni
riportanti interviste e dialoghi, offerti su riviste specializzate, riguardanti
l’indirizzo strategico adottato nel recente passato dalla nota azienda
distributrice. Più problematico è stato invece dare una rilettura
cronologicamente coerente e strategicamente univoca della gran mole di
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VIII
dati, articoli ed interviste raccolte, che sembravano dopo una prima analisi
configurare un disegno strategico a due facce, che poi si è compreso,
avevano un unico obiettivo comune, nella ricerca continua della
soddisfazione del consumatore finale. Infine per dare maggiore
concretezza ad alcune modalità di gestione di particolari servizi alla
clientela si è anche scelto di provare il servizio PAMaCASA, che ha avuto
esiti più o meno in linea con quanto promesso dall’azienda.
Altro approccio metodologico è stato dato al caso CSS che chiude tale
lavoro di ricerca. L’utilità di un’analisi pratica di una realtà commerciale
abbastanza particolare, che sviluppa diverse problematiche (gestione
della catena del freddo, clientela particolarmente polverizzata, ecc.), è
stata suggerita dal particolare svolgimento della riorganizzazione
operativa che l’azienda, sotto la guida del terzo produttore italiano di
gelati, Sammontana spa, ha portato a termine nel giro di pochi mesi;
divenendo da tradizionale impresa commerciale un vero e proprio gestore
di servizi logistici integrati.
La metodologia seguita nella stesura del caso si è basata molto di più,
rispetto al caso precedente, su di un lavoro empirico, profondamente
calato nella realtà aziendale. Infatti, la precisa descrizione del disegno
strategico a monte e della riorganizzazione attuata a valle, prende le
mosse dal mio personale lavoro come responsabile del Centro Servizi
Sammontana nella zona Salerno-sud. Questa esperienza lavorativa, che
mi ha visto coinvolto proprio dal momento in cui, insieme
all’Amm.Delegato di Sammontana, è stata decisa la riorganizzazione, mi
ha permesso di capire come un’azienda, con particolari caratteristiche e
specializzata nella commercializzazione di una determinata tipologia
merceologica, possa, gradatamente, rinnovare il proprio know-how ed
ampliare il ventaglio delle proprie competenze distintive per favorire la
realizzazione del disegno strategico più ampio dell’azienda a monte e
facilitare, migliorare e razionalizzare lo svolgimento delle attività lungo
l’intera supply chain. Inoltre, la possibilità di interfacciarsi continuamente
con l’ispettore di zona e le varie figure manageriali che sono entrate
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continuamente in contatto con il centro, hanno permesso la stesura di un
caso aziendale molto aderente all’effettiva realtà collaborativa, ancora in
atto. Proprio per questi motivi si è scelto di porre il caso in questa specifica
posizione, con lo scopo, cioè, di dare una chiave di lettura ed, anche, una
risoluzione diversa ai problemi, evidenziati nel paragrafo che lo precede,
che si generano nell’implementazione di un’ottica maggiormente orientata
al supply chain management.
Desidero, a tal proposito, ringraziare la Sammontana s.p.a., in special
modo nella persona del suo Amm. Delegato L. Bagnoli, per l’opportunità
concessami di sviluppare nuove competenze sia professionali che
relazionali in questi due anni di collaborazione lavorativa; che mi hanno
permesso, tra le altre cose, la stesura del caso aziendale, che chiude il
presente lavoro.
E’ bene specificare, però, che a queste conclusioni non si è arrivati,
semplicisticamente, effettuando una mera generalizzazione di una singola
evidenza empirica; ma anche, e soprattutto, accogliendo numerosi pareri,
che, nella dottrina economica sull’argomento, invitano all’inserimento
all’interno della supply chain di un terzo fornitore di una larga serie di
servizi logistici, e non solo, in grado di fungere da importante collante nei
rapporti interaziendali lungo il canale.
In conclusione, quindi, si comprende come il personale sforzo di ricerca è
stato prevalentemente diretto ad evidenziare, inizialmente attraverso
l’analisi delle varie fasi evolutive, successivamente con la descrizione
delle diverse configurazioni possibili ed infine analizzando alcune
situazioni tipiche di collaborazioni interaziendali fondate sulla gestione
integrata della logistica, l’importanza che il processo logistico aziendale ha
acquisito nella riconfigurazione della struttura competitiva del macro-
ambiente economico.
La modifica dell’approccio relazionale, nei rapporti lungo il canale, verso
logiche maggiormente orientate alla collaborazione, fin dalla fase di
progettazione di un network distributivo orientato al supply chain
management, ha permesso la nascita di un nuovo modo di competere,
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X
dove la creazione di valore viene vista non più nell’ottica ristretta della
singola impresa ma inquadrata nel confine più grande dell’intero canale.
In tal modo l’obiettivo ultimo della soddisfazione del consumatore viene
inseguito dall’intera catena della fornitura, unitariamente intesa, impegnata
al suo interno nell’elaborazione di una configurazione organizzativa
ottimale, finalizzata alla gestione efficace ed efficiente delle singole attività
aziendali, inserite nell’organizzazione più ampia di canale.
In questo quadro logico, la gestione della supply chain diviene uno dei
momenti chiave della pianificazione strategica d’impresa e la
collaborazione interaziendale, come esposto ampiamente in questo
lavoro, acquista una valenza determinante nella definizione dell’assetto
organizzativo dell’intera catena della fornitura.
Anche i due principali casi aziendali presentati agevolano, in tal senso, la
comprensione di come le strategie collaborative e le logiche del supply
chain management si uniscano nel ridefinire un assetto organizzativo che
trova la sua dimensione migliore nei team interfunzionali, nei comitati
interaziendali, nello scambio continuo di informazioni e nella gestione
congiunta, soprattutto delle principali attività generatrici di valore e non
solo della gestione logistica intesa in senso stretto.
In conclusione, i modelli esposti per la progettazione e l’implementazione
della partnership lungo la supply chain, gli esempi delle pratiche aziendali
più in uso e l’analisi degli attori economici e degli strumenti che agevolano
i rapporti interaziendali, vogliono essere, nel presente lavoro,
semplicemente, uno strumento complesso in grado di dimostrare
l’importanza della collaborazione sia per la gestione complessiva delle
imprese che per quella logistica e distributiva in particolare. Per
evidenziare come la maturazione della scelta collaborativa, anche se
nasconde numerosi pericoli per chi promuove un nuovo modo di
competere con l’esterno collaborando, è una strada quasi inevitabile se si
sceglie di competere nell’ottica del supply chain management, con
l’obiettivo finale di aggiungere valore al proprio sistema di offerta e
ricercare continuamente la soddisfazione del cliente sia intermedio che
Abstract
Bruno Starace
XI
finale, attraverso una gestione efficiente ed efficace del complesso delle
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