Introduzione
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organizzata, una parvenza di legalità ed una certa cultura alla
base. La contraddizione nel termine “crimine organizzato” si
evidenzia pertanto nel fatto che le organizzazioni criminali non
possono essere considerate come meri fenomeni individuali ed
isolati, ma piuttosto rappresentano una continua sfida alla
legalità, allo stato e se è possibile allo stesso sistema politico.
Ma le relazioni tra gang e le autorità sono state solo raramente
antagoniste.
Descrivendo il fenomeno nel suo libro “Organized Crime in
America”, Jay Albanese sostenne: “La criminalità organizzata
può essere identificata come un’impresa duratura che lavora
razionalmente per trarre profitto da attività illecite. La sua
continua esistenza è mantenuta tramite l’utilizzo della violenza,
della forza e della minaccia, oltre che tramite la corruzione dei
pubblici ufficiali”.
3
Differenti opinioni sono state fornite relativamente al termine
“criminalità organizzata” alcuni studiosi sostengono che essa
non sia mai realmente esistita, altri invece lo attribuiscono a
3
Albanese, Jay S., 1989, Organized Crime in America, p.6
Introduzione
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particolari forme di criminalità importate negli Stati Uniti dagli
emigranti irlandesi, italiani ed ebrei.
Proprio dagli italiani ha origine il termine “Mafia” che si è
prestato nel tempo a differenti interpretazioni.
In arabo tale termine significa “rifugio” ed indicherebbe
proprio il rifugiarsi delle prime organizzazioni anarchiche in
Sicilia per sfuggire al controllo del Governo
4
.
Una diversa interpretazione indicherebbe nel termine Mafia
l’acronimo di “morte alla francese Italia anela”
5
, in riferimento
al risentimento italiano per l’invasione francese nell’ ’800.
Essa era principalmente un fenomeno proveniente dalla Sicilia
occidentale e derivava la sua forza dall’effettivo uso della
violenza da parte di uomini spesso legati da giuramenti e da
patti di sangue per mantenere il massimo riserbo riguardo le
loro attività.
Joseph L.Albini definisce “Mafia” come una società fondata
intorno al 1800, quando il feudalesimo era stato ormai abolito.
Durante tale periodo la media borghesia emerse come classe
4
Nash R.J., 1995, The Crime Library
5
Nash R.J., 1995, The Crime Library
Introduzione
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sociale ed il “gabellotto” o anche “mafioso” forniva al
proprietario terriero protezione nel caso in cui il contadino si
fosse rifiutato di pagare per l’uso della terra.
In oltre Albini afferma: “Attraverso l’impiego della violenza,
soggiogando il contadino fino a costringerlo ad accettare canoni
d’affitto elevatissimi, minacciandolo di ledere la sua incolumità
fisica e l’integrità delle sue proprietà, il gabellotto si trincerò in
un sistema per il quale, in qualità di protettore dei proprietari
terrieri, prometteva agli stessi la soppressione dei contadini,
mentre contemporaneamente offriva a questi ultimi la possibilità
di stipulare contratti più vantaggiosi.”
6
Questa frase merita una particolare attenzione perché quanto
descritto da Albini riflette l’esatto comportamento della Mafia
nel controllo dei sindacati del lavoro negli Stati Uniti
accontentare ed eludere entrambe le parti in causa.
Quest’aspetto sarà analizzato più approfonditamente nel
prosieguo della trattazione e raggiunge la sua massima
espressione con l’utilizzo del fondo pensioni del sindacato dei
6
Albini, Joseph L.,1971, The American Mafia: Genesis of a Legend, p.133
Introduzione
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trasportatori che la Mafia fece per finanziare attività illecite
legate alla città di Las Vegas.
Fu un evento accaduto nel 1890, l’assassinio dello sceriffo della
polizia di New Orleans David C.Hennessy, che fece emergere
per la prima volta alla luce il rischio del crimine straniero in
America.
Nonostante il fatto che la polizia di New Orleans avesse una
reputazione non proprio delle migliori quanto a corruzione che
le credenziali di Hennessy fossero non proprio delle migliori, il
fatto che fu ucciso dai mafiosi scosse non poco l’opinione
pubblica. Quattordici italiani furono indagati, nove furono
processati, sei vennero scagionati e un alone di mistero copre la
sorte che toccò agli altri tre. Sicuri della colpevolezza degli
italiani e sconvolti dalle intimidazioni fatte ai cittadini e ai
membri della giuria, un gruppo di cittadini linciò undici italiani.
Una Gran Giuria giustificò l’accaduto e la stampa in tutto il
paese applaudì la violenza. Inoltre il New York Times sostenne
che la polizia aveva imboccato l’unica via possibile per fermare
la Mafia e le sue sanguinose pratiche. Altrove gli americani
Introduzione
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vennero a conoscenza di numerosi complotti per assassinare
coloro che avevano osato opporsi alla Mafia. Comunque la
possibilità che Hennessey fosse stato ucciso per cause relative al
controllo degli attracchi nel porto di New Orleans non sembrava
tanto lontana dalla realtà ma fu essenzialmente ignorata.
Durante i secoli i mafiosi furono in grado di inserirsi in tutti i
ceti sociali americani. Praticamente potevano commettere
crimini essendo sicuri di restare impuniti in quanto garantivano
“favori” a tutte le istituzioni del paese. Essi guadagnarono il
rispetto dei cittadini incutendo terrore o stabilendo una sorta di
“giustizia su misura” che era ampiamente preferibile ad una
legislazione che opprimeva gli immigrati e che si discostava
dalla concezione contadina del diritto. Pochi o nessuno osava
opporsi al capo che regnava incontrastato sul suo gruppo
chiamato “cosca”.
Non esisteva un sistema più decentralizzato di questo, non
esisteva nessun altra organizzazione capace di “governare
contemporaneamente due stati”.
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7
Cashman S.D. , 1988, America in the twenties and thirties: The Olimpian age of Franklin Delano
Roosvelt
Introduzione
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La Camorra, organizzazione criminale napoletana che si
concentrava sulla microcriminalità cittadina era anch’essa
presente negli States ma fu presto condannata al fallimento
dall’opprimente sviluppo mafioso.
I mafiosi seguivano un codice di comportamento, solitamente
indicato con “omertà”, che richiedeva lealtà incondizionata,
dedizione, riservatezza e rispetto nei confronti dell’autorità
gerarchica del leader. Nonostante ci si ritrovasse in un’
atmosfera di crescente capitalismo, il rispetto era commisurato
più all’entità dei favori dovuti piuttosto che alla ricchezza
accumulata. L’esponente principale della cosca poteva affidare
ai suoi membri i diversi business.
Solitamente i gruppi mafiosi erano rigidamente strutturati,
chiusi e agivano indipendentemente l’uno dall’altro in varie
città, spesso scontrandosi per il controllo di un particolare
settore. Per le forze dell’ordine era necessario giungere a
compromessi con un’organizzazione che lo Stato non poteva
controllare affatto. All’ordine del giorno c’erano anche casi di
corruzione verso le autorità compiacenti nel non ostacolare i
Introduzione
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differenti business tenuti dalla Mafia. L’implicita o esplicita
delineazione dei legami esistenti tra autorità e criminalità
organizzata lascia intendere che esisteva uno spazio fisico sul
quale la Mafia aveva il predominio. Tale spazio potrebbe essere
identificato tanto nel piccolo villaggio rurale in Sicilia, quanto
nella grande città di New York. Questo dovrebbe fornirci un’
idea più completa relativamente alla somiglianza tra
un’organizzazione criminale organizzata e uno Stato.
Negli Stati Uniti la Mafia era solita regolare numerosi aspetti
dell’attività economica imponendo e rafforzando la sua versione
di giustizia.
Numerose gang delle grandi città americane esaminate da
Jankowsky (1991) hanno una ben delineata struttura gerarchica
con un Presidente, un Vice-Presidente, un “signore della
guerra” e un tesoriere-contabile. In più in molti dei territori da
loro controllati le gang mettevano in atto le stesse pratiche della
mafia siciliana, esse inoltre svilupparono anche culture ed
ideologie che contribuirono alla loro coesione ed espansione.
Queste sono caratteristiche condivise con gli stati legali, i
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ricercatori hanno esplicitato tali similitudini. Mentre Bequai
(1979) afferma che il crimine organizzato è in sostanza un
governo “di fatto” con un suo corpo di difesa personale e con
leggi proprie, Jankowsky mostra come le gang si comportino
come “governi privati”.
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Ma cos’è in realtà questa “Mafia" di cui gli americano hanno
avuto tanta paura? È solo un mito o è forse vero che italo-
americani e crimine organizzato sono sinonimi? La Mafia è
esistita davvero o forse solo per gli italiani?
L’unico modo per rispondere a tali quesiti è quello di analizzare
il ruolo dell’organizzazione criminale “Mafia” negli Stati Uniti
attraverso lo studio dell’influenza che questa ha avuto nel
plasmare l’economia americana nel tempo. A tal fine la ricerca è
stata suddivisa in sei capitoli
Nel primo sarà fornita una descrizione del ruolo che la
criminalità organizzata di origine italiana ha rivestito durante il
“proibizionismo”. In particolare ci si soffermerà sull’analisi del
mercato della birra e dei prodotti superalcolici e su come
8
Bequai A., 1979, Organized Crime: The fifth estate
Introduzione
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l’intervento della Mafia ne abbia consentito la sopravvivenza
nonostante il divieto.
Il secondo capitolo invece esaminerà l’industria delle
scommesse e come esse siano servite alla Mafia per consolidare
il proprio ruolo nell’economia americana. Partendo dall’iter
legislativo che porterà alla legalizzazione delle scommesse off-
track, si dimostrerà come tale business non avrebbe attecchito
senza il controllo da parte della Mafia dell’industria delle
telecomunicazioni e dell’editoria.
Nel terzo capitolo verranno considerate le modalità
dell’espansione della Mafia e lo spostamento dei suoi interessi
dalla costa Est ad Ovest con la conquista dell’industria
cinematografica e discografica, la prima ottenuta tramite il
controllo dei sindacati del lavoro ad essa connessi, la seconda
anche tramite la completa gestione del mercato dei juke-box.
Il ruolo del gioco d’azzardo nell’ascesa della Mafia negli Stati
Uniti sarà il tema dominante del quarto capitolo. Esso sarà
analizzato partendo dallo studio del mercato delle slot-machines,
per giungere alla fondazione della città di Las Vegas. Inoltre,
Introduzione
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sempre nello stesso capitolo, verrà descritta la definitiva
internazionalizzazione della Mafia con la gestione del gioco
d’azzardo nell’isola di Cuba.
Nel quinto capitolo sarà mostrato il caso dello sfruttamento da
parte di Cosa Nostra del fondo pensioni del sindacato dei
trasportatori e di come lo stesso sarà utilizzato per completare
la costruzione della città di Las Vegas. Tale caso costituisce
proprio l’apice del controllo del mondo del lavoro da parte
della Mafia.
Nel capitolo conclusivo si è cercato di identificare le relazioni
tra l’emigrazione italiana e l’ascesa della Mafia negli Stati
Uniti. Al contrario di quanto è stato più volte supposto da diversi
studiosi, tale relazione è risultata essere inversamente
proporzionale in quanto il massimo sviluppo della criminalità
organizzata statunitense si ha proprio a ridosso di quegli anni in
cui i flussi migratori sono nettamente assottigliati.
Per condurre la ricerca si è fatto principalmente riferimento a
testi scritti da storici della letteratura americana che da tempo
tratta l’argomento “criminalità organizzata” soprattutto dal
Introduzione
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punto di vista sociologico. La connotazione economica e di
conseguenza lo studio dell’ influenza che la Mafia ha esercitato
nel plasmare l’economia degli Stati Uniti, è stata resa possibile
grazie all’apporto di numerosi articoli scritti da economisti
americani, molti dei quali pubblicati in rete, altri su riviste
specializzate. Di particolare utilità è stata poi la consultazione
di un report del FBI datato Ottobre 2000 che raccoglie
numerose informazioni relative all’ infiltrazione mafiosa nei
sindacati. Un ulteriore contributo proviene dai dati pubblicati in
internet e cioè statistiche di cui ci si è serviti nel corso della
trattazione. L’accesso alla rete è stato comunque determinante
per il reperimento della maggior parte degli articoli
precedentemente citati oltre che per la conversione di molti dati
riportati in unità di misura americane, in europee.
Si ringrazia in particolare Paul Andrews, direttore del
dipartimento di giustizia dello Stato del New Jersey, per le
preziose informazioni fornite tramite posta elettronica.
La Mafia durante il “proibizionismo”
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-CAPITOLO 1-
La Mafia durante il “proibizionismo”
La Mafia durante il “proibizionismo”
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1.1 Le origini del “proibizionismo” e l’iter verso
l’approvazione del Volstead Act
Nel primo ventennio dello scorso secolo si è assistito al boom
dell’economia americana.
Il livello dell’occupazione era alto, le nuove invenzioni e la
produzione di massa migliorarono il tenore di vita rendendolo
più sostenuto quasi per tutti. La Prima Guerra Mondiale aveva
irrevocabilmente modificato la società e l’intera popolazione
desiderava ricostruirsi una vita più dignitosa.
Il “nobile esperimento”
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del proibizionismo era proprio parte di
tutto questo si sperò infatti che, con la sua introduzione, la
violenza, la criminalità e la corruzione avrebbero lasciato il posto
ad un nuovo ordine, il “Brave New World”.
Al contrario il clima di ottimismo e rivalsa che prevaleva in quel
periodo si sposava perfettamente con il consumo di alcool
spingendo il mercato nero e quindi le organizzazioni criminali,
,prima di tutte la Mafia, a crescere per garantire l’offerta di
prodotti alcolici.
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Haskin Frederic J., 1923, The American Government-Prohibition
La Mafia durante il “proibizionismo”
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Ciò che disse Wayne Wheeler rispecchia pienamente l’opinione
comune relativa al consumo di alcolici; “L’alcool costituisce una
minaccia per il patriottismo in quanto antepone la birra alla
nazione”.
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In quest’ atmosfera furono numerosi gli sforzi legislativi orientati
al proibizionismo.
L’8 Agosto 1890 il Governo approvò il Wilson Original
Packages Act, che prevedeva che tutte le bevande “intossicanti”
importate fossero assoggettate alla legge dello Stato in cui
venivano consumate.
Il Webb Kenyon Act entrato in vigore il 1 Marzo 1913, aveva
l’intenzione di rafforzare il dettame della precedente legge
stabilendo che costituiva reato federale importare prodotti
alcolici con l’intento di rivenderli contravvenendo alla leggi
dello Stato.
Il Reed Amendment, approvato quattro anni dopo, istituiva
una multa di 1.000 dollari per l’importazione illegale di
liquori. In ogni caso, nessuna delle precedenti disposizioni
ebbe l’effetto desiderato fino a quando nel 1913 l’Anti
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1913-1933: National Prohibiton prologue and fininish (www.druglibrary.org/shaffer/library)