IV
compagnie principali e rivoluzionare lo stesso concetto di servizio di trasporto
aereo.
I vettori no-frills (che offrono solo il servizio base del trasporto, escludendo altri
servizi accessori come il catering), orientati alla massima efficienza strutturale,
hanno interpretato le esigenze di mercato e vi si sono adattati per migliorarne la
soddisfazione.
I vettori di grandi dimensioni hanno rivisto le proprie scelte di diversificazione e si
sono concentrati sul core business per tagliare i costi e diventare più competitivi.
Tutti hanno assimilato l’ indispensabilità della globalizzazione e progettato network
sempre più estesi.
Si sono quindi sviluppate nuove forme di cooperazione, capaci di migliorare le
economie di scala e di densità, ridurre la congestione aeroportuale e incrementare
la soddisfazione del cliente.
La qualità, soprattutto quella funzionale, è diventata un attributo irrinunciabile per
qualsiasi compagnia che operi nel mercato aperto.
In quest’ ottica si colloca l’ importanza degli sforzi delle aziende di trasporto aereo
a controllare i costi e gestire i propri rischi con precisione e accuratezza, in modo
da incanalare le risorse disponibili nelle attività che possono dare il vantaggio
competitivo e portare allo sviluppo dell’ azienda.
1
PARTE I – AMBIENTE ECONOMICO E NORMATIVO
1. AMBIENTE ECONOMICO
2
1.1 Il settore del trasporto aereo
Ad una attenta osservazione, il settore del trasporto aereo può assimilarsi ad un
oligopolio differenziato
1
, tendenzialmente collusivo e non contestabile:
Un mercato si definisce contestabile
2
se:
• ogni impresa vi può liberamente accedere
• non esistono barriere per l’ entrata nei mercati esistenti e per l’ utilizzo
delle tecnologie disponibili
• i potenziali nuovi entranti accedono con gli stessi costi delle imprese già
operanti e possono uscirne senza subire perdite
Il settore delle compagnie aeree è caratterizzato da elevate barriere all’ ingresso
che assumono la forma di fabbisogni di capitale e know-how, autorizzazioni,
economie di scala, accesso agli slot e così via.
Lo sviluppo delle imprese verso una più ampia dimensione operativa avviene
principalmente attraverso fusioni e incorporazioni (o comunque tramite alleanze)
piuttosto che tramite linee interne e la tendenza all’imitazione dei comportamenti
è la regola più che l’ eccezione.
Per quanto ogni vettore tenda a presentarsi in modo differente nel mercato, la
ricerca dell’ efficienza, imperativo ormai condiviso, spinge la grande parte degli
attori al ricorso al mercato per approvvigionarsi una serie di servizi i cui costi, nel
caso in cui fossero autoprodotti, sarebbero molto più elevati. E’ questo, ad
esempio, il caso dei servizi di manutenzione e del catering a bordo, per i quali è
sempre più diffuso il ricorso a formule contrattuali di outsourcing
1
Secondo Frank (1991) si ha un regime di oligopolio differenziato quando i pochi venditori prevalenti
nel mercato (e in concorrenza fra di loro) si differenziano per l’ offerta dei propri prodotti che si
presentano comparabili ma non identici
2
Baumol, Panzar, Willig “Contestable markets and the theory of industry structure”, 1988
3
capaci di consentire dei risparmi di costi.
Analoga considerazione vale per i servizi aeroportuali; in questo caso, l’
autoproduzione potrebbe lasciare il posto all’ approvvigionamento, soprattutto in
Europa, dove la liberalizzazione dei servizi di handling comporterà verosimilmente
delle riduzioni nelle tariffe finora praticate dai gestori che operavano in monopolio
sui singoli scali.
Anche per i servizi di distribuzione e di marketing, da quando la competizione si è
inasprita e le alleanze fra i vettori si sono moltiplicate, è cominciato il ricorso ad
organizzazioni esterne, capaci non solo di distribuire i biglietti, ma anche di
effettuare analisi di mercato, attività di relazioni pubbliche, addestramento degli
agenti di viaggio e altre prestazioni professionali, il tutto a costi inferiori a quelli
dell’ autoproduzione.
L’ ambiente competitivo specifico del settore aereo è ben definito da Porter,
secondo cui i fattori capaci di identificare l’ intensità della concorrenza sono
3
:
• il potere contrattuale dei fornitori: i fornitori con cui le compagnie aeree
intessono scambi commerciali rappresentano un insieme variegato, che va
dai costruttori degli aeromobili ai fornitori dei servizi di manutenzione, dai
fornitori di carburante e oli combustibili agli erogatori dei servizi
infrastrutturali (le società di gestione aeroportuale), solo per dirne alcuni.
Alcuni di questi presentano un forte potere contrattuale (come i costruttori
di grandi velivoli da trasporto, che coprono grande parte del mercato o le
società di gestione aeroportuale, specie se in posizioni di monopolio
“naturale”, cioè in aree geografiche che non offrono una vasta gamma di
infrastrutture complementari o alternative), altri invece non godono di forti
poteri contrattuali (fornitori di catering, centri di manutenzione, erogatori di
3
Porter, “Competitive advantage”, 1987
4
servizi di marketing) per l’ alternativa che hanno i vettori di autoprodursi i
servizi accessori.
Discorso a parte meritano i fornitori della materia petrolio, il cui prezzo è
normalmente fissato sui mercati finanziari e non dipende solo dalla richiesta
del mercato aereo, e che comunque vantano un potere contrattuale elevato
in tutti i settori
• le entrate potenziali: nel trasporto aereo si considera una nuova entrata sia
l’ ingresso di una nuova compagnia nel settore, sia l’ avvio di un
collegamento precedentemente non servito da parte di un vettore già
operante.
In entrambi i casi il nuovo entrante apporta nuove capacità, nuove risorse e
il desiderio di acquisire quote di mercato. Di conseguenza, i costi dei vettori
esistenti possono aumentare (o i prezzi ridursi), il che comporta una
potenziale riduzione dei margini di profitto per quanti già operano nel
settore
• le minacce dei prodotti sostitutivi: l’ esistenza di beni e servizi sostitutivi
agisce sulla competizione del settore ponendo dei limiti ai prezzi praticabili,
imponendo uno stretto controllo dei costi e obbligando l’ attenzione a
politiche di differenziazione.
Per il caso del settore aereo, i servizi sostitutivi sono principalmente gli altri
mezzi di trasporto, e fra questi spiccano i trasferimenti con i treni ad alta
velocità e i trasferimenti automobilistici, che sono generalmente più
convenienti del trasporto aereo perché hanno tempi di percorrenza a corto
raggio molto competitivi e meno costosi, anche se è ancora incerto quale
sia l’ effettivo punto di trade-off fra i diversi mezzi di trasporto (l’
Association of European Airlines indica la convenienza dell’ aereo oltre i 350
km, per Airbus il limite è a 400 km, mentre per la International Union of
5
Railways la convenienza del treno resta indiscussa nei collegamenti fino a
800 km: le differenze dipendono dalla diversa valutazione delle componenti
che entrano nel calcolo della convenienza di una modalità di trasporto
piuttosto che l’ altra, in termini di tempi, costi e accessibilità dei servizi
4
)
Per completezza, però, a questo modello, va aggiunto un ulteriore carattere, di
definizione abbastanza recente, che vedremo più avanti: la deregolamentazione
del settore.
1.1.1 L’ intensità della concorrenza
L’ intensità della competizione tra le compagnie aeree è diversa da mercato a
mercato in quanto funzione dell’ interazione reciproca di diversi e comunque
mutevoli fattori strutturali, nonché del tipo di strategia adottato dai singoli attori
per partecipare o reagire alle mosse dei concorrenti.
Tra gli elementi strutturali, un fattore di sicuro rilievo è la domanda.
Pochi settori si sono sviluppati così rapidamente come il settore del trasporto
aereo, e sebbene ora sia prevedibile un certo rallentamento, è altrettanto
probabile che il guadagno delle compagnie per passeggero per chilometri
(Revenue Passenger Kilometers, R.P.K.) calcolato a livello mondiale continuerà a
moltiplicarsi per un verosimile incremento dei passeggeri che, per effetto della
competizione tariffaria, si inseriranno nel circuito del trasporto aereo (Grafico 1.1).
A guidare questa crescita saranno soprattutto i paesi asiatici che, pur possedendo
la popolazione più numerosa, sviluppano attualmente soltanto circa il 15% del
totale del traffico mondiale, contro circa il 33% del Nord e Sud America e il 23%
dell’ Europa (Grafico 1.2).
4
Papa, “Strategia e gestione delle compagnie aeree”, 2000
6
Grafico 1.1
Fonte: Boeing, “Current Market Outlook”, 2003
Grafico 1.2
Fonte: Boeing, “Current Market Outlook”, 2003
7
Proprio per quanto riguarda l’ Europa, poi, è prevedibile che il traffico da, per e all’
interno del vecchio continente possa continuare a crescere di una tasso medio di
circa il 5,5% annuo, in funzione dello sviluppo economico e dell’ andamento dei
prezzi reali.
La storia del trasporto aereo dimostra infatti una evidente relazione tra andamento
dell’ economia e andamento del traffico aereo, per cui un ulteriore fattore
strutturale capace di incidere sulla potenziale intensità della concorrenza è
certamente l’ andamento del P.I.L.
Questo perché aumentando il P.I.L. aumenta anche il reddito pro-capite e di
conseguenza la propensione dell’ individuo a spendere per viaggi turistici; inoltre,
l’ aumento del P.I.L. alimenta una maggiore quantità di scambi internazionali, e
quindi una maggiore domanda di trasporto business (Grafico 1.3).
Grafico 1.3
Fonte: Airbus, “Global Market Forecast 2001-2020”, 2002
Altro fattore di competizione nel settore aereo è la misura della redditività del
mercato, funzione sia dell’ andamento dei ricavi medi (yield), sia dei costi medi.
8
I ricavi medi sono in costante diminuzione dagli anni Sessanta e ancora saranno in
diminuzione negli anni a venire: questo per la maggior competizione che ha
obbligato i vettori ad abbassare i biglietti, la maggiore crescita dei collegamenti a
lungo raggio, il più rapido sviluppo di centri turistici rispetto ai centri di affari (il
che porta a passeggeri che volano a tariffe turistiche o scontate).
Anche i costi medi sono in diminuzione, grazie soprattutto alla maggiore efficienza
di gestione delle compagnie sotto diversi profili, e grazie anche allo sviluppo delle
tecnologie e alla efficienza sempre crescente degli aeromobili.
9
1.2 La deregolamentazione del settore aereo
A partire dal 1998, i Paesi della Comunità Europea hanno adottato una normativa
unitaria per la liberalizzazione dei trasporti aerei intracomunitari, dando seguito a
quanto era già accaduto in altre parti del mondo e, soprattutto, a quanto singoli
accordi bilaterali tra gli Stati della Comunità stavano già realizzando.
La maggiore spinta verso il cambiamento venne dal Regno Unito che, nel 1984,
negoziò un bilaterale con l’ Olanda che liberalizzò i servizi aerei fra i due Stati.
Libertà di ingresso per i nuovi vettori, accesso a qualsiasi scalo in entrambi i Paesi,
nessun controllo sulla capacità
5
e tariffe sottoposte alla regola della doppia
disapprovazione furono le innovazioni rispetto agli accordi siglati dagli altri Paesi
europei fino a quel momento e che avevano sempre limitato la competizione tra i
vettori.
In breve tempo molti altri governi stipularono accordi simili, anche se non
mancarono atteggiamenti diametralmente opposti.
Le azioni dei singoli governi, tuttavia, non rappresentarono che una delle spinte
alla liberalizzazione e alla deregolamentazione dei trasporti aerei.
Il processo di liberalizzazione si sviluppò in tre fasi, con l’ emanazione di altrettanti
pacchetti normativi da parte della Comunità Europea, che modificarono e
uniformarono progressivamente la struttura del mercato del trasporto aereo in
tutti i territori comunitari.
La prima fase si compì nel periodo fra il 1988 e il 1990, con l’ entrata in vigore, il 1
gennaio 1988, del primo pacchetto di norme comunitarie, che permetteva una
ripartizione dell’ offerta calcolata non più su rotte singole, ma sulla totalità delle
relazioni aeree esistenti su ciascuna coppia di Stati (Country Pair Basis), secondo
un meccanismo di progressiva flessibilità.
5
Per capacità si intende il numero di posti offerti al pubblico, su un servizio aereo, in un determinato
arco di tempo.
10
Anche l’ accesso alle rotte venne semplificato, liberalizzando i collegamenti tra
aeroporti principali e secondari situati all’ interno dei territori della Comunità.
In tema di tariffe, infine, si realizzarono grosse semplificazioni e si limitò
fortemente il diritto dei governi di respingere le tariffe ritenute non convenienti per
la sopravvivenza dei propri vettori nazionali. Si raggiunse, inoltre, anche un
accordo sulla gamma delle tariffe scontate che, senza limitazioni o impedimenti,
dovevano ritenersi ammissibili.
La seconda fase coprì il periodo fra il 1991 e il 1992, in cui fu posto, con l’
adozione del secondo pacchetto normativo, un regime transitorio che avrebbe
dovuto portare a una maggiore liberalizzazione in tema di tariffe, accesso alle rotte
e suddivisione della capacità offerta, per condurre alla definitiva liberalizzazione a
partire dal 1 gennaio 1993.
In questa fase, la novità più importante fu l’ introduzione della regola della doppia
disapprovazione, in base alla quale una tariffa poteva essere respinta solo se a
respingerla erano entrambi gli Stati interessati.
Nonostante la rilevante semplificazione della procedura di approvazione delle
tariffe scontate, furono molte le critiche a questo pacchetto, che non poneva
rimedi ai problemi concreti di congestione dei sistemi aeroportuali, alla pratica dei
prezzi predatori e ai comportamenti anticoncorrenziali destinati a bloccare le
iniziative delle aerolinee.
La terza fase nasce nel 1993, con l’ entrata in vigore del terzo pacchetto
normativo il 1 gennaio 1993, che completa il processo di liberalizzazione dei cieli
europei e rappresenta la normativa attualmente in vigore in tutti i Paesi della
Comunità Europea.
Come nelle precedenti fasi, l' attenzione del legislatore si è focalizzata sui tre
punti cardine del servizio aereo, cioè il rilascio delle licenze d’ esercizio, l’ accesso
al mercato e le tariffe.
11
Per quanto riguarda il rilascio delle licenze d’ esercizio
6
, la norma, destinata ad
armonizzare il comportamento dei vettori degli Stati aderenti all’ Unione Europea,
fissa una serie di parametri in presenza dei quali concedere la licenza per lo
svolgimento dell’ attività; tra questi, oltre ai parametri che assicurano il legame
dei vettori al territorio europeo (stabilimento delle sedi, partecipazione di
maggioranza di uno Stato aderente all’ Unione Europea, controllo sull’ impresa
effettuato da enti di Stato aderente all’ Unione Europea), ci sono anche dei
requisiti che garantiscono la qualità e la continuità del servizio (conseguimento del
Certificato di Operatore Aereo in cui si attesta l’ adeguatezza delle strutture e delle
risorse dell’ impresa per lo svolgimento del servizio, parametri di natura finanziaria
da rispettare per fornire garanzie sulla possibilità di affrontare le obbligazioni
societarie, assicurazioni obbligatorie per risarcimento danni nei confronti dei
passeggeri, per bagagli e merci trasportate).
Con l’ applicazione di queste norme, il rilascio delle licenze è divenuta un’
operazione più trasparente e non subordinata a valutazioni soggettive dagli organi
preposti al rilascio. Se l’ impresa richiedente soddisfa tutte le condizioni indicate,
la licenza deve essere rilasciata in un tempo massimo di tre mesi, o rifiutata con
provvedimento motivato, impugnabile dinanzi alla Commissione Europea.
Per quanto riguarda l’ accesso al mercato, la norma
7
riconosce ai vettori
comunitari le otto libertà dell’ aria (vedi Tabella 1.1) e liberalizza tutti i
collegamenti tra Paesi aderenti all’ Unione Europea, consentendo a ogni vettore
comunitario di collegare due scali qualsiasi all’ interno del loro territorio, anche se
posti all’ interno di uno stesso Stato, con delle uniche limitazioni per i collegamenti
tra aeroporti regionali.
6
Regolamento CEE n° 2407/92 del 23/07/1992, “Rilascio delle licenze ai vettori aerei”
7
Regolamento CEE n° 2408/92 del 23/07/1992, “Accesso dei vettori aerei della Comunità alle rotte
intracomunitarie”
12
La normativa, poi, considera le tariffe
8
, dividendole in quattro categorie:
• tariffa aerea passeggeri, cioè il prezzo pagato dai passeggeri per il
trasporto proprio e dei propri bagagli
Tabella 1.1: Le libertà dell' aria
Prima libertà Diritto di sorvolare il territorio di uno Stato estero
Seconda libertà Diritto di effettuare uno scalo tecnico in un Paese straniero
senza imbarcare passeggeri, posta e/o merci
Terza libertà Diritto di trasportare passeggeri, posta e/o merci da un aeroporto
nazionale ad uno scalo estero
Quarta libertà Diritto di trasportare passeggeri, posta e/o merci da un aeroporto
estero ad uno scalo nazionale
Quinta libertà Diritto di trasportare passeggeri, posta e/o merci tra due aeroporti
esteri, ma solo come volo di prosecuzione di un collegamento in
terza o quarta libertà
Sesta libertà Diritto di trasportare passeggeri, posta e/o merci tra due aeroporti
esteri, facendo però uno scalo intermedio in un aeroporto nazionale
Settima libertà Diritto di trasportare passeggeri, posta e/o merci tra due aeroporti
esteri
Ottava libertà Diritto di trasportare passeggeri, posta e/o merci tra due aeroporti
situati all' interno di uno stesso Paese
Fonte: Papa, “Strategia e gestione delle compagnie aeree”, 2000
• tariffa posto, è il prezzo pagato dal noleggiatore al vettore perché questi
trasporti i clienti del noleggiatore e i relativi bagagli
• tariffa charter, è il prezzo pagato dai passeggeri al noleggiatore, che offre
loro il trasporto proprio e dei bagagli
• tariffa merci, il prezzo da pagare per il trasporto merci
Ognuna di queste tariffe è liberamente fissata dai vettori aerei comunitari,
mediante libero accordo tra le parti del contratto di trasporto.
La possibilità di intervento degli Stati è limitata a quelle tariffe che, tenuto conto
dell’ intera struttura tariffaria sulla rotta in questione, della situazione
8
Regolamento CEE n° 2409/92 del 23/07/1992, “Tariffe aeree per il trasporto di passeggeri e merci”
13
concorrenziale del mercato e dei costi a lungo termine del vettore, sono troppo
elevate per gli utenti.
Le modifiche strutturali provocate dalla deregolamentazione del trasporto aereo,
hanno trasformato un settore tradizionalmente statico in uno estremamente
turbolento. Nuove imprese hanno fatto il loro ingresso nel mercato e, sebbene non
tutte siano sopravvissute al confronto competitivo, con la loro vitalità hanno
dimostrato l’ esistenza di mercati completamente inesplorati.
Le compagnie già operanti hanno perso la posizione monopolistica detenuta per
anni ed hanno, loro malgrado, dovuto fronteggiare le nuove condizioni operative
imposte dalla nuova competizione.