4
(105 m) e del Termo verso la Bassa Val di Magra. Quest’ultima soglia è la più
importante perché per essa e sotto di essa si sono incanalate le principali vie di
comunicazione che servono La Spezia: la statale Aurelia, le linee ferroviarie
per Pisa e per Parma, l’autostrada Sestri-Livorno.
Fig. n. 1 La città della Spezia racchiusa tra i due promontori
Fonte: sito internet Comune della Spezia
In sintesi il centro urbano è interessato a due direttrici, la longitudinale
per Genova a nord-ovest e per Pisa a sud-est, e quella trasversale per la Valle
Padana. Fino a poco tempo fa le due direttrici erano percorse dalla statale n. 1,
l’Aurelia, e dalla statale n. 62 della Cisa che porta a Parma e n. 63 del Cerreto
che si stacca dalla n. 62 ad Aulla e porta a Reggio Emilia; in tempi recenti
all’Aurelia e alla statale n. 62 si sono affiancate due autostrade. Anche le linee
ferroviarie seguono le stesse direttrici, la prima è una linea di grande
5
comunicazione nazionale, Roma-Genova-Torino, la seconda, La Spezia-
Parma, ha carattere locale
2
. Per questo secondo collegamento è stato previsto
il raddoppio e l’opera è stata inserita fra le 21 opere infrastrutturali prioritarie
con la Legge Obiettivo (linea ferroviaria Pontremolese). Un altro importante
intervento riguarda l’adeguamento e il potenziamento del corridoio
plurimodale Tirreno-Brennero (Ti-Bre) che è annoverato tra le priorità
strategiche dall’Unione Europea e per tale ragione è stato inserito nell’elenco
delle “Trans European Networks”. La Spezia diverrebbe lo sbocco a mare di
Verona e nel contempo la città scaligera, con il quadrante Europa, può
divenire “porto di retroterra” della nostra città.
Di un certo interesse si dimostra il tentativo di valorizzazione, in sede
comunitaria, della regione mediterranea che da Barcellona arriva fino a
Civitavecchia (il cosiddetto Arc Latin), regione costiera particolarmente
attrezzata per la portualità, la cantieristica e il turismo, nell’ambito della quale
La Spezia fa aggio sugli altri porti in termini di distanza sulla direttrice Parma-
Verona-Brennero. L’organizzazione dei porti e delle infrastrutture connesse
diviene un elemento di bilanciamento del grande sviluppo della portualità del
Nord Europa (Northern Range).
2
L. AXIANAS, Il territorio della Provincia della Spezia, in S. GAMBERINI (a cura di),
La Spezia. Volti di un territorio, Bari, Laterza/Cassa di Risparmio della Spezia, 1992,
pp. 132-134
6
1.2 La Provincia della Spezia: nascita, descrizione geografica e sub-aree
La Provincia con capoluogo La Spezia nasce ufficialmente il 2 settembre
1923 con decreto n. 1913 dato in Racconigi. La soddisfazione dei promotori e
della cittadinanza si accompagna alla delusione perché non è stato accolto il
disegno della Provincia della Lunigiana, che, oltre il territorio dell’attuale
Provincia inglobava tutta la Valle della Magra e lungo la linea di costa
raggiungeva i confini dell’attuale provincia di Lucca. Si proponeva un’unità
amministrativa che ricalcava gran parte dell’antica Lunigiana medioevale e
che comprendeva tutto il bacino della Magra e quindi anche il suo affluente
Vara, il golfo della Spezia, e parte della pianura costiera ai piedi delle Alpi
Apuane; il confine marittimo si sarebbe esteso da un punto fra Moneglia e
Framura fino a Marina di Pietrasanta. Una Provincia certamente più vitale ed
economicamente più equilibrata dell’attuale essendo, al momento
dell’istituzione, la Provincia meno estesa d’Italia.
Come tutte le province liguri la superficie territoriale è caratterizzata
dalla presenza di montagne e colline, le pianure hanno un’estensione esigua da
non essere statisticamente rilevabili. I dati dell’ISTAT ripartiscono gli 881,82
Km² del territorio spezzino in montagna interna per 346,61 Km², si tratta
dell’Alta Val di Vara (Comuni di Varese Ligure, Maissana, Carro, Carrodano,
Sesta Godano, Rocchetta Vara, Zignago); per 221,33 Km² si tratta di collina
interna e il rimanente come collina litoranea. La Provincia a sud-ovest si
affaccia al Mar Ligure nel tratto di costa lungo 67 Km, fra Deiva Marina e la
foce del Parmignola.
I confini terrestri misurano complessivamente 126 Km (Provincia di
Parma Km 24, Provincia di Genova Km 30, Provincia di Massa Carrara
Km 72).
7
A nord-ovest sono segnati dal crinale del contrafforte appenninico
Pollana-Velva-Bracco; a nord-est seguono il crinale dell’Appennino che, salvo
una piccola deviazione, segue lo spartiacque fra Magra e Vara e culmina col
Monte Gottero (1.640 m), punto triconfinale tra Liguria, Emilia, Toscana; a
sud-est il confine parte dal Gottero, segue per un buon tratto lo spartiacque fra
Magra e Vara, poi diventa molto irregolare e nell’ultima sezione include la
Bassa Val di Magra.
Fig. n. 2 Cartina della Provincia della Spezia
Fonte: Provincia della Spezia, Area 6, Servizio Pianificazione Territoriale
8
Le montagne e le colline del territorio sia per la disposizione, sia per
l’accentuata pendenza dei versanti, sia per l’angustia delle valli che lo
attraversano, sia per le rocce franose, hanno da sempre creato problemi di
comunicazione che sono stati risolti in tempi relativamente recenti
3
.
Il territorio della provincia della Spezia per la complessità degli eventi
tettonici che l’hanno interessato non costituisce una regione uniforme; in base
alle caratteristiche dell’ambiente fisico-climatico, l’insediamento e l’attività
dell’uomo che si imprime nel paesaggio, si possono distinguere cinque sub-
aree:
1) l’area del Golfo, comprendente il territorio dei Comuni della Spezia,
Lerici, Portovenere e in parte Ameglia (Tellaro e Montemarcello);
2) la zona costiera, nel tratto marittimo compreso fra Punta Monesteroli
e Deiva Marina;
3) l’Alta Val di Vara, comprendente i Comuni di Varese Ligure,
Maissana, Carro, Carrodano, Sesta Godano, Rocchetta Vara,
Zignago;
4) la Medio Bassa Val di Vara: Comuni di Brugnato, Borghetto Vara,
Beverino, Riccò del Golfo, Pignone, Calice al Cornoviglio, Follo,
Bolano;
5) la Bassa Val di Magra: Comuni di Sarzana, Castelnuovo Magra,
Ortonovo, Ameglia, Arcola, Santo Stefano Magra, Vezzano Ligure.
3
L. AXIANAS, Il territorio della Provincia …, cit., pp. 129-132
9
1.3 La Spezia provincia di confine
Il territorio spezzino costituisce una sorta di propaggine dell’Alta
Toscana in terra ligure ed è in posizione strategica rispetto alla Padania a cui si
accede superando la regione lunigianese.
1.3.1 La Lunigiana
La Lunigiana costituisce l’area culturale, storica, geografica cui
appartiene La Spezia
4
. Si tratta di quell’area di confine, incuneata tra
l’Appennino tosco-emiliano, ad est, e l’Appennino ligure, ad ovest, e quindi
area di passaggio tra la regione appenninica e il mar Ligure; è percorsa per la
maggior parte dal fiume Magra e dai suoi affluenti e fu abitata nell’antichità
da etruschi e liguri, a cui diede il nome la città di Luni antica.
Trascurare i luoghi dai quali la Lunigiana attuale ha avuto origine (cioè
da Luni) non ha una giustificazione valida se non per steccati politici e
amministrativi creati nel corso dei secoli e per il fatto che le città e i paesi del
litorale ligure-tirrenico hanno progressivamente acquisito una propria
specificità, contrariamente alle aree interne della valle (da Aulla a Fivizzano, a
Pontremoli) nelle quali sembrano quasi permanere i comuni caratteri arcaici
della Lunigiana altomedievale.
Il Golfo della Spezia si presenta come l’emporio marittimo della
Lunigiana, per cui nei confronti di questi territori bisogna accedere al concetto
di “bacino economico” inteso come sistema omogeneo di potenzialità e
vocazioni, rilevando un forte processo di integrazione e importanti
complementarietà. Processo più spontaneo che consapevole che ha prodotto di
fatto la formazione di un’area metropolitana che salda, in un continuo
4
P. CEVINI, La Spezia, Genova, Sagep, 1984
10
insediativo urbano, il Golfo della Spezia al litorale apuano. Tuttavia tali
valenze positive rimangono inattive, come congelate, dalle persistenti
condizioni di isolamento del comprensorio lunigianese nei confronti di quelle
regioni economiche dell’Italia settentrionale che rappresentano attualmente il
motore dello sviluppo economico. La chiave dello sviluppo è rappresentata
dalla capacità, sinergica, del comprensorio di agganciarsi alla regione
economica basso-padana attraverso la serratura di Parma, sfruttando le
potenzialità di regionalizzazione della metropoli apuo-spezzina offerte dal
sistema portuale e dei trasporti
5
.
1.3.2 Genova, Massa-Carrara e Parma
Nel caso spezzino esiste un territorio che soltanto parzialmente coincide
con i confini amministrativi della provincia. Infatti la posizione geografica
della città – lungo un’arteria di importanza nazionale quale l’Aurelia, alla
confluenza di alcune direttrici economiche interregionali rappresentate dalle
vallate della Magra e del Vara, al limite di una zona altamente industrializzata
qual è quella della pianura di Massa-Carrara e in un punto di elevatissimo
interesse turistico, all’interno di uno dei più sicuri porti naturali della Penisola
– determina attorno alla Spezia la gravitazione di carattere sociale ed
economico di un territorio assai vasto. Mentre i legami della città con la sua
regione, la Liguria, sono praticamente limitati agli allacciamenti stradali e
ferroviari, e ad una analogia di organizzazione economica con gli altri centri
liguri (Genova e Savona), il baricentro della zona d’influenza della Spezia
tende a spostarsi verso levante e verso mezzogiorno. È una realtà
5
G. GIORGETTI, Il senso (ritrovato) della ricerca, in Istituto Ligure di Ricerche
Economiche e Sociali, Il bacino socio-economico della Lunigiana, La Spezia, Cassa di
Risparmio della Spezia, 1985
11
incontrovertibile
6
. Appare chiara l’importanza dei nostri rapporti con la vicina
provincia di Massa-Carrara e il poter contare su concrete prospettive di
sviluppo soltanto orientandosi verso il naturale retroterra, verso la naturale
zona di influenza del porto mercantile, verso quell’area extra-lunigianese
rappresentata dalle province emiliane, lombarde e venete, che costituiscono le
basi territoriali naturali delle nostre linee di penetrazione ultraregionali. Le
direttrici naturali del golfo conducono, attraverso la Lunigiana, alla media
valle del Po e di qui (per la via più breve fra quanto dalla natura segnato) al
bacino del Po, a Verona, al termine alpino del Brennero, sino a spingersi nel
cuore stesso dell’Europa
7
.
Parma, Massa-Carrara e La Spezia sono tre province appartenenti a tre
regioni diverse. Ognuna di queste è geograficamente marginale ed è indubbio
il rischio di una definitiva emarginazione nei confronti delle aree forti delle
rispettive regioni. Per evitare tutto questo e realizzare condizioni di equilibrato
sviluppo su tutto il territorio si deve tendere a stimolare lo sviluppo dei
rapporti con le regioni contigue. Fondamentale è la convergenza in materia di
trasporti, in quanto centrale per lo sviluppo economico e sociale
interregionale: Pontremolese e Ti-Bre giocano, in questo senso, un ruolo
altamente strategico
8
.
6
A. LANDI, La provincia dimezzata, Sarzana, Lunaria, 1991, pp. 84-85
7
Ibidem, pp. 86-89
8
Ibidem, p. 93
12
CAP. II – CENNI SULLO SVILUPPO URBANISTICO
ED ECONOMICO DELLA SPEZIA DALLA PRIMA METÀ
DELL’OTTOCENTO AI GIORNI NOSTRI
Per inquadrare quello che oggi è La Spezia dobbiamo come minimo fare
un passo indietro di almeno centocinquanta anni, quando iniziarono i lavori
per la costruzione dell’Arsenale che ha portato ad uno sviluppo della città
molto rapido e attraverso l’industria statale, ne ha condizionato la vita,
l’imprenditoria, il costume, la cultura, il territorio, in una parola la società e ne
ha precluso le velleità turistiche dell’allora borgo che furono sacrificate
sull’altare della ragion di Stato.
2.1 Una promettente vocazione turistica
Fin dalla prima metà dell’Ottocento il Golfo della Spezia si stava
avviando ad un turismo estivo straniero, soprattutto inglese, d’élite che
sembrava apportare una speranza di nuove risorse, in un panorama economico
contrassegnato dalla presenza di poche fabbriche di pasta e qualche cantiere
artigianale e dove soltanto l’agricoltura poteva dirsi abbastanza fiorente,
specie la viticoltura, pur non essendo in grado di compensare la fatica dei
contadini
9
. La bellezza del Golfo è stata celebrata da illustri artisti e poeti,
quali Percy Bysshe Shelley
10
e George Byron
11
frequentatori della costa già
intorno al 1820, che ci hanno lasciato testimonianza del fascino ispirato da
9
C. DA POZZO, Prefazione per una lettura del territorio, in Fr. MACCIONE, Lineamenti
di storia dell’economia spezzina dall’inizio dell’Ottocento ai giorni nostri, Sarzana,
Grafiche Lunensi, 1993
10
Poeta inglese, Field Place, Horsham, Sussex 1792 – San Terenzo (SP) 1822
11
Poeta inglese, Londra 1788 – Missolungi 1824
13
questi territori. È dopo questi illustri soggiorni che fu coniata per il Golfo la
definizione di “Golfo dei Poeti”, uno dei cliché più fortunati e duraturi
12
.
La Spezia aveva la sua spiaggia; dal mare alla cinta muraria vi era una
certa distanza e, solo dopo la costruzione del primo albergo di lusso, il Croce
di Malta, nato nel 1845 per volontà del marchese da Passano, la plaga iniziò ad
essere valorizzata con costruzioni che man mano sorgevano. Posto
direttamente sul mare, laddove oggi invece corre la via Giovanni Minzoni, era
dotato di due palazzine gemelle sui fianchi, adibite a stabilimento balneare
secondo la tipologia edilizia consueta, oggi perduta in seguito alla mutata
funzione dell’edificio che, dal 1921 fino al 1995 è stato sede del Banco di
Napoli.
Nella zona che era il retroterra della spiaggia sulla riva del golfo, nella
parte a levante, sull’onda del sogno napoleonico, erano sorti i Giardini
Pubblici: “il Boschetto” vero fiore all’occhiello della città, in competizione –
si diceva allora – con quelli di Tokyo. Al suo interno, nel 1872, fu collocato il
Palco della Musica, vero gioiello liberty, emblema della mentalità modernista
che si preoccupa di progettare lo spazio urbano per rendere gradevole, allegra,
moderna la città in fase di industrializzazione. La parte più a ponente verrà
invece trasformata in un ampio giardino all’italiana, sempre verde con piante
rare decorative
13
, impiegando la terra proveniente dagli scavi dei bacini e delle
darsene arsenalizie.
La Spezia consisteva in un borgo fortificato a difesa del Levante, ancora
strutturato sul modello medioevale, con un impianto caratteristico degli
insediamenti liguri costieri: vie strette, carruggi dove in genere le abitazioni
sono poste le une accanto alle altre, case torri accorpate per necessità difensive
12
C. MUSSO, Il turismo nel Golfo della Spezia, in S. GAMBERINI (a cura di), La Spezia.
Volti di …, cit., p. 969
13
F. LENA, Dove era la spiaggia, in Foglio tematico gruppo speziacentrostorico, La Spezia,
Giacchè, n° 1 anno I maggio 2003
14
ed esigui spazi dove era possibile svolgere i commerci e la vita associativa in
genere
14
. Solo con l’abbattimento delle mura seicentesche “gli spezzini
sbucarano dal ferreo recinto per distendersi al sole meridiano”
15
e la città si
aprì al mare in corrispondenza dell’antica Piazza della Marina che costituiva
un grande spazio aperto nel quale si organizzavano fiere, feste e
manifestazioni collettive di vita cittadina
16
.
Oggi rimangono poche tracce sopravvissute alle trasformazioni del
secolo XIX e ai bombardamenti della seconda guerra mondiale: il castello di
San Giorgio, posto su un piccolo rilievo chiamato il Poggio, dominante
l’abitato antico e le mura trecentesche e seicentesche. La ligusticità è ancora
ben percepibile, sia nel tessuto urbano che nella tipologia edilizia decorativa,
la si coglie percorrendo l’asse storico medioevale di Via del Prione (carogio
drito), che venne lastricato con pietra arenaria proveniente dalle cave di
Biassa
17
, congiungendo così Piazza della Marina con il centro della città.
Il nome della strada (che abbiamo in comune con Salita del Prione a Genova),
designerebbe una grossa pietra sulla quale saliva il banditore del comune per
dare lettura dei bandi pubblici (prion in dialetto)
18
. Oggi rappresenta la
principale strada pedonale e commerciale della città.
Nel 1853 La Spezia venne scelta quale luogo per le “bagnature” estive
dalla famiglia del re Vittorio Emanuele II. La notorietà della Spezia come
luogo climatico e di villeggiatura consentì di creare alcune strutture
alberghiere che avviarono una tradizione ricettiva e di ospitalità.
14
A. MARMORI, Guida della Spezia, Assessorato al Turismo del Comune della Spezia,
La Spezia, Litografia Europa, 2001, p. 6
15
U. FORMENTINI, Itinerario storico artistico della Spezia e del suo golfo, La Spezia,
Ente Provinciale per il Turismo della Spezia, 1959, p. 17
16
A. FARA, Le città nella storia d’Italia, La Spezia, Bari, Laterza, 1983, p. 46
17
P. CEVINI, La Spezia …, cit., pp. 68-69
18
F. LENA, Mille anni nel Golfo. La storia della Spezia anno per anno, La Spezia,
Edizioni Cinque Terre, 2002, pp. 81-82
15
“Ma sarà come il canto del cigno di quella città, invero effimera, di
soggiorno e bagni prescelta da artisti e poeti europei”
19
e, mentre Comune,
imprenditori e interessi fondiari locali sembravano orientati a promuovere una
certa espansione edilizia legata al turismo d’élite, il governo piemontese
imboccò decisamente la strada della militarizzazione del territorio spezzino
20
.
19
A. FARA, Le città nella …, cit., p. 47
20
R. GORETTA, La città che vorrei, in L’Arsenale, Rivista di economia politica e cultura,
n°1/2002, La Spezia, Agorà Edizioni
16
2.2 La Spezia e l’Arsenale
All’Unità d’Italia, secondo il Dizionario di geografia antica-moderna di
Francesco Predari, edito a Milano nel 1871,
“La città di Spezia o Spezzia o Specia è parte della Provincia di Genova e conta
11.556 abitanti. Posta nel Golfo che porta il suo nome si affaccia sul Mediterraneo ed
è il più bel posto che abbia formato natura; il più vasto e sicuro che si conosca nel
mare interno. Nella città sono notevoli il Castello di San Giorgio e il vecchio
Torriglione detto La Bastiglia. Ha un Lazzaretto, un Regio cantiere navale al
Varignano e un Bagno penale sempre al Varignano. Il Governo italiano ha fatto
trasportare colà la sua Marina Militare. Ora vi si sta lavorando per farne il maggiore
Arsenale dello Stato; nel 1870 vi fu trasportato da Genova il 1° Dipartimento
marittimo d’Italia”
21
.
La collocazione della città è pertanto ritenuta altamente strategica da un
punto di vista militare e l’immagine più nitida che la città della Spezia
conserva è sicuramente quella impressa alla fine dell’ottocento: la new town
del nascente stato italiano concepita sull’arsenale, sede del Primo
Dipartimento Navale da poco trasferito da Genova, in quanto Camillo
Pallavicini decide di trasformare la Darsena di Genova in un porto mercantile,
lasciando le funzioni di base militare ad altro porto
22
.
“Le strade sono larghe e le case alte e gialle…”
23
. È La Spezia vista da
Ernest Hemingway, poche parole per un ritratto d’eccezione: la città fatta di
palazzi e di ampie vie, dalle quali emerge il calore solare degli intonaci delle
facciate.
21
L. AXIANAS, Il territorio della Provincia …, cit., p. 135
22
P. GALLUZZI, La Spezia, una città dalle immagini spezzate, in L’Universo anno LXXX
n° 4/2000, Firenze, Istituto Geografico Militare
23
E. HEMINGWAY, Che ti dice la patria? in I quarantanove racconti, Torino,
Einaudi, 1999
17
Ed è ancora questa l’impressione che si coglie visitando La Spezia,
luminose case affacciate sul mare. Proprio le dimensioni dei palazzi fan ben
comprendere come la città abbia conosciuto uno straordinario sviluppo ad
iniziare dalla seconda metà dell’Ottocento, da quando, vale a dire, il grande
Arsenale Militare Marittimo voluto dai Savoia ne mutò in gran parte il destino
e il volto
24
.
Il mutamento è forte ed impresso attraverso tre piani urbanistici (1865,
1871, 1884) e sostenuto da un forte intervento pubblico nel settore della difesa
e della residenza operaia.
Una nuova immagine concepita in piena unità formale e funzionale fra la
nuova città e l’Arsenale che viene a sostituirsi per impianto ed estensione a
quella resistita per circa due secoli.
Le radici del progetto si trovano già nelle strategie napoleoniche di
assetto della difesa. Napoleone aveva riconosciuto l’insenatura spezzina quale
“il più bel Golfo dell’universo” – son sue parole – e quindi luogo ideale per la
realizzazione della più importante base navale dell’impero che facesse capo
alla città di Napoleonia, da costruirsi nella porzione estrema occidentale della
costa, in direzione di Portovenere.
Caduto il sogno napoleonico, rimasto irrealizzato il progetto della città
imperiale, con il Congresso di Vienna (1815) i territori dell’antica Repubblica
di Genova furono incorporati dal Regno di Sardegna e l’idea di Napoleone fu
ripresa da Camillo Benso Conte di Cavour, non senza suscitare larghe
obiezioni ed ampie polemiche, che nel 1857 ottenne il trasferimento della
Marina Militare da Genova alla Spezia e il finanziamento per la costruzione di
un Arsenale Militare.
24
A. MARMORI, Guida della Spezia …, cit., p. 5