II
analizzare il "fenomeno" Lega Nord nei suoi rapporti
con gli aspetti pertinenti al complesso universo
sindacale, il tutto senza alcuna presunzione di
completezza o esaustivita' ma nel tentativo, si spera
riuscito, di portare in luce la linea strategica della
Lega verso il mondo del lavoro, attraverso una
presentazione sistematica delle proposte e delle tesi
sostenute da questo movimento politico.
Per affrontare al meglio gli specifici argomenti
della presente ricerca e' necessario avere chiari i
contorni della vicenda da cui essa prende l'avvio. Per
questo motivo, nella prima parte, un capitolo e'
dedicato alla ricostruzione della nascita della Lega
Lombarda, del suo sviluppo e della trasformazione in
Lega Nord. Si prosegue poi con l'illustrare, nella loro
evoluzione, le posizioni del movimento su alcuni punti
nodali del settore in esame, con particolare attenzione
alle affermazioni che maggiormente ne rivelano
l'aspetto strategico.
Nella seconda parte, viene affrontato il processo di
penetrazione del movimento nel settore sindacale. Si
descrivono le vicende che vedono la nascita di tre
nuovi soggetti delle relazioni industriali: il
III
sindacato Autonomista Lombardo (S.A.L.), l'Associazione
Liberi Imprenditori Autonomisti (A.L.I.A.), e la
Confederazione dei sindacati autonomisti dei
lavoratori ( CONFEDERSAL ) .
Si procede dunque ad analizzare questi soggetti
partendo dai loro atti costitutivi, statuti e
dichiarazioni d'intenti; la' dove e' possibile -data la
brevissima vita delle organizzazioni in esame- si
cercano i riscontri delle affermazioni programmatiche
nelle proposte di carattere piu' pratico e nelle prese
di posizione politiche.
L'ultima parte del presente lavoro, viene dedicata
all'esame dell'atteggiamento della Lega Nord verso il
sistema normativo che regola l'ambito sindacale. In
quest'ottica emergono le tesi del movimento sul
cosiddetto "rinnovamento istituzionale" ed in
particolare le proposte avanzate dal prof. Miglio, da
qualche anno assurto al ruolo di "eminenza grigia"
della Lega, sulla possibile riscrittura degli articoli
della Costituzione dedicati all'ordinamento economico.
Come si sara' potuto notare gia' da questa sommaria
introduzione, le singole parti della trattazione
contengono elementi tali da meritare ricerche puntuali,
IV
ma il fine stesso del presente lavoro pone dei limiti
all'approfondimento.
Scopo dell'elaborato e', infatti, di riuscire a dare
una visione d'insieme dell'argomento, tale da
permettere di risalire alla strategia del movimento in
questo campo. Spingono in tale direzione la carenza di
analoghe indagini e l'importanza che riveste la
coscienza dei fondamenti ideologici e culturali di
un'organizzazione, per la migliore comprensione delle
singole prese di posizione. Un'indagine piu' specifica
su determinati punti del programma o delle proposte
della Lega rischierebbe, allo stato attuale, di fare
l'effetto di un puzzle non assemblato, le cui parti,
pur se ben definite, non sono in grado di dare valide
indicazioni oltre a quelle che gia' contengono.
Fuor di metafora, la speranza e' di riuscire a
fornire, sull'argomento, una chiave di lettura per la
comprensione di atteggiamenti apparentemente
disomogenei ed un'utile base di partenza per ulteriori
approfondimenti.
L'oggetto della presente ricerca e' un movimento che
si trova ancora in una fase iniziale di violenta
espansione, la magmaticita' del cui procedere comporta
V
anche bruschi cambiamenti di rotta; queste
caratteristiche parrebbero sconsigliare una indagine
che rischia di vedersi scavalcata dagli eventi. Con la
consapevolezza di cio', si e' ugualmente proceduto per
diversi motivi.
Innanzi tutto un'analisi "a caldo" come questa
mantiene una giustificazione in qualita' di
testimonianza di un evento nel suo divenire; inoltre il
fine stesso della ricerca, puntando ad evidenziare il
progetto di lungo periodo della Lega, dovrebbe -se
correttamente raggiunto- mettere al riparo le
conclusioni da improvvisi mutamenti "tattici" di breve
respiro.
Infine, e' l'eccezionalita' di una formazione
politica la quale, unica tra i partiti di recente
formazione, punta con decisione a penetrare nell'ambito
sindacale, a fungere da fortissimo stimolo per chi
desideri non essere colto di sorpresa dai nuovi
fermenti che agitano il mondo del lavoro.
1
CAPITOLO 1°
BREVE STORIA DELLA LEGA NORD
§1 La descrizione dello sfondo storico-politico da
cui si staccano gli specifici temi sindacali, dei quali
si trattera' piu' oltre, parte dalla figura di Umberto
Bossi. Non e' possibile affrontare il tema Lega Nord
senza fare i conti con l'uomo che e' all'origine di
questo movimento. Conoscere la storia personale del
massimo esponente leghista non e', quindi, espressione
di curiosita' biografica, bensi' strumento di
comprensione dei caratteri che ha assunto e assumera'
l'organizzazione di cui si tratta. Se tutti i leaders
politici danno la loro impronta ai propri partiti, cio'
e' ancora piu' vero nel caso di coloro i quali, come
Bossi, ne sono assieme fondatori e capi carismatici.
Come spesso accade nel caso di personaggi cosi'
discussi, gli scritti sulla vita del senatur, e quelli
sulle sue idee politiche, si dividono perlopiu' in due
gruppi: i "santini" agiografici, e le opere scritte
dagli avversari.
2
Non e' quindi facile una ricostruzione obiettiva dei
fatti, ci si limitera' qui ad indicare le vicende meno
controverse, rilevando le piu' importanti discrepanze
tra le diverse versioni.
La nascita (a Cassano Magnago, in provincia di
Varese, nel 1941) da una famiglia di contadini, piccoli
proprietari terrieri, e l'infanzia vissuta nell'epoca
in cui la residua economia rurale della provincia
lombarda stava per essere soppiantata dall'espansione
industriale, segnano profondamente il giovane Umberto
1
,
che avra' sempre vivo il rimpianto per quella societa'
arcaica, i cui valori richiamera' spesso ad esempio
nell'elaborazione del suo pensiero. Diciottenne, e'
costretto -per un incidente stradale il cui
risarcimento aveva causato la vendita dei terreni di
famiglia- a trasferirsi a Verghera di Samarate, una
delle tante periferie industriali di cui si stava
allora riempiendo la Lombardia. Nel frattempo il futuro
senatore aveva gia' portato a termine il ciclo delle
scuole medie "regolari", al contrario dei suoi ex
compagni d'infanzia i quali avevano tutti scelto la
via, piu' breve, dell'avviamento professionale.
1
U. Bossi, "Vento dal Nord", Sperling & Kupfer, 1992.
3
Ed e' a questo punto che la biografia si fa piu'
incerta. Secondo Bossi
2
, al periodo della scuola media
seguono alcuni anni di esperienze lavorative, fino alla
scelta di riprendere gli studi iscrivendosi ad un liceo
scientifico privato, all'eta' di 23 anni; conseguito il
diploma in soli tre anni, prende la decisione di
iscriversi alla facolta' di Medicina dell'Universita'
di Pavia, senza tralasciare il lavoro che spazia da
un'impiego all'A.C.I. all'attivita' di tecnico di
apparecchiature sanitarie presso l'Istituto di
patologia chirurgica di Pavia. Secondo altri
3
, invece,
il giovane Umberto avrebbe avuto (il condizionale e'
d'obbligo) un rapporto decisamente conflittuale con gli
impegni continuativi. Dopo le medie si dovrebbero
quindi contare un paio di tentativi falliti di prendere
un diploma, mentre in campo lavorativo i vari impieghi
si sarebbero susseguiti caoticamente con durata massima
di qualche mese; quanto alla <occupazione alla clinica
di patologia chirurgica come esperto di elettronica
applicata alla sala operatoria>
4
, si tratterebbe non di
2
Ibid. , pagg.16-24.
3
S. Bertolini e M. Soncini, "Umberto Bossi, i suoi uomini, le sue
donne. Luci ed ombre del leghismo", Sogedi, 1992, pagg. 11-36
4
D. Vimercati, "I lombardi alla nuova Crociata", Mursia, 1990,
pag.6.
4
vero lavoro bensi' di servizio volontario svolto nel
periodo universitario.
Di certo vi e' che, ottenuto il diploma, Bossi si
iscrive alla facolta' di Medicina dell'Universita' di
Pavia e va incontro ad un periodo molto importante
della sua vita, segnato da un matrimonio fallito, nel
merito del quale preferiamo non addentrarci, ma
soprattutto dall'inizio di un interesse per la politica
che ben presto si trasformera' in impegno totalizzante.
§2 Pare certo che, nei primi anni del suo impegno
universitario, il futuro leader leghista venne attratto
dalle idee dei gruppi di sinistra, cosa nient'affatto
strana per un giovane studente dei primi anni settanta.
Su questo fatto pero' c'e' una notevole discrepanza tra
quanto affermato da Bossi: <<Ad un certo punto mi diedi
da fare per una manifestazione dell'Arci ...
Un'iniziativa estemporanea che non ebbe seguito.>>
5
, e
quanto, invece, risulterebbe da alcuni documenti
comprovanti un suo maggiore coinvolgimento nella
politica, sino all'iscrizione al P.C.I. nel 1975
6
.
5
U. Bossi, op. cit., pag.31.
6
S. Bertolini e M. Soncini, op. cit., pagg. 12-17.
5
E' comunque sicuro che, proprio a Pavia, avviene il
contatto dell'ormai trentasettenne Umberto con le idee
autonomiste; tralasceremo qui i particolari, spesso
romanzati, dell'incontro con Bruno Salvadori,
personaggio di spicco dell'Union Valdotaine, fatto sta
che Bossi nel 1979 distribuisce nella zona di Varese
manifesti per questo movimento. La collaborazione ha un
seguito: nell'autunno del '79 i due, cui si aggiunge
Roberto Maroni -attuale deputato, allora bancario e
laureando-, danno il via alla pubblicazione di "Nord-
ovest", foglio nato con l'ambizione di attirare
l'attenzione di varesotti e comaschi sulle proposte
autonomiste, e che vede come partners i piemontesi
dell' Unione ossolana per l'autonomia (Uopa) di Roberto
Gremmo
7
. La morte di Salvadori, oltre ad interrompere
l'avventura editoriale, causa anche seri problemi
economici a Bossi, ma non gli toglie la passione per la
politica. Infatti, in occasione di un incontro tra
autonomisti settentrionali, svoltosi nell'autunno del
1980 con la partecipazione dei movimenti veneti e
piemontesi, il futuro senatore da' vita all'Unolpa
(Unione nord occidentale laghi per l'autonomia) che
7
S.Bertolini e M.Soncini, op.cit., pag. 40.
6
avra' sede ufficiale in via Sant'Imerio a Varese;
un'iniziativa che, pero', non sara' in grado di
catalizzare l'attenzione degli ambienti politici e
culturali della citta'.
Nel contempo, nonostante l' impegno con l'Unolpa, il
futuro senatore coltiva un'altra grande passione: il
dialetto. Entra cosi' in contatto con Edoardo Speroni,
poeta dialettale varesino impegnato nella riscoperta
della cultura locale; nasce il progetto di elaborare un
dizionario bosino e viene creato un vero e proprio
Circolo filologico. L'interesse per la politica non si
e' comunque sopito, tant'e' vero che Bossi, sempre nel
1981, aderisce al Partito federalista europeo.
Ma la vera avventura politica ha inizio tra il
gennaio e il marzo 1982 quando, con gli amici di
sempre, Maroni su tutti, e alcuni nuovi seguaci -tra i
quali Giuseppe Leoni e Manuela Marrone, sua attuale
compagna nella vita- fonda la Lega autonomista lombarda
(Lal). Colpito dalla vicenda storica del giuramento di
Pontida e della battaglia dei Comuni padani contro
l'egemonia del Barbarossa, Bossi trae spunto da questo
fatto per immedesimarsi in un moderno Alberto da
Giussano, in lotta contro il centralismo. Il richiamo
7
alla battaglia di Legnano e' reso figurativamente nello
stemma del movimento, disegnato dallo stesso leader,
che raffigura la sagoma della Lombardia sovrastata dal
bozzetto del comandante la "Compagnia del Carroccio"
8
.
Come gia' accaduto nella precedente esperienza
autonomista anche in questo caso l'iniziativa e'
accompagnata dalla pubblicazione di un foglio:
"Lombardia autonomista", che restera' poi l'organo di
stampa ufficiale della Lega Nord, sul primo numero del
quale viene pubblicato il manifesto del movimento ed il
primo programma politico che punta decisamente alla
<conquista dell'autonomia integrale della Lombardia>
9
.
L'anno seguente viene redatto il programma definitivo
della Lega Lombarda, articolato in 12 punti, che segna
l'inizio di un graduale passaggio dai richiami
autonomistici alla richiesta di <un moderno Stato
Federale>
10
. La collaborazione con le altre forze
autonomiste italiane non cessa, anzi Bossi si presenta
alle elezioni politiche del 1983 nella Lista per
Trieste e, alle europee dell'anno successivo, nella
lista Lv-Europa federalista, assieme a piemontesi e
8
S.Bertolini e M.Soncini, op.cit., pag. 48.
9
D. Vimercati, op. cit., pag. 151.
10
Ibid., pag. 153.
8
veneti
11
. Si tratta pero' dell'ultimo tentativo
politico al di fuori del progetto Lega; ormai incalzano
le amministrative del 1985 ed e' una sfida nella quale
i leghisti gettano tutte le loro forze.
§3 Finalmente l'impegno dei, non certo numerosi,
"fedelissimi" viene premiato: la Lega conquista un
seggio alla provincia di Varese e due consiglieri
comunali a Varese (Leoni) e Gallarate (Pierangelo
Brivio, cognato di Bossi ed ora suo avversario
politico). Il computo totale dei voti assegna al nuovo
movimento solo lo 0,5% dei suffragi in Lombardia ma il
risultato principale e' raggiunto: l'opinione pubblica
si accorge di questo nuovo soggetto politico, gli
attivisti aumentano e persino la stampa degna di
qualche attenzione -anche se generalmente ironica- il
fenomeno Lega.
I nuovi adepti portano il loro impegno personale ma
anche economico: la sede di Milano, in piazza Massari,
e' messa a disposizione da Sergio Pegreffi senza alcuna
contropartita economica.
11
S. Bertolini e M. Soncini, op. cit., pag. 53.