Le riforme avviate nella seconda metà degli anni '90 già indicano ciò che è possibile
realizzare: un ulteriore mezzo punto percentuale per quanto concerne la crescita, 12
milioni di posti di lavoro e una riduzione della disoccupazione strutturale di circa 40%
1
.
Ma gli sviluppi hanno dimostrato che nonostante i progressi compiuti, l'Unione è ancora
troppo facilmente portata fuori rotta dalle condizioni globali e che occorrono maggiori
sforzi per arginare le tendenze insostenibili e migliorare la coesione oltre a condividere la
prosperità in tutta l'Unione.
Le condizioni attuali sono diverse rispetto al 2000: le incertezze politiche e il protratto
rallentamento dell'economia negli ultimi tempi hanno intaccato la fiducia delle aziende e
dei consumatori. Inoltre, la vulnerabilità della nostra economia alle condizioni esterne
rafforza gli argomenti a favore di un'accelerazione del ritmo del cambiamento.
Il nostro auspicio è che la strategia di Lisbona renderà l'Unione più forte e le consentirà di
far prova di leadership globale. Essa rimane il percorso giusto per un'Unione allargata e il
suo valore aggiunto consiste nelle sue azioni coordinate, globali e che si rafforzano
reciprocamente.
I risultati del passato - dieci anni di mercato interno, cinque anni di strategia europea per
l'occupazione e il primo anniversario dell'arrivo dell'Euro - dimostrano la capacità
dell'Unione di portare avanti riforme ambiziose.
In molti ambiti queste stanno già dando impulso alla crescita e alla creazione di posti di
lavoro in mercati flessibili, forti ed aperti, ma si deve mantenere la pressione per riforme
strutturali.
La possibilità di riuscire a trasformare l'Unione entro la fine del decennio dipende anche
dal miglioramento delle potenzialità di crescita dell'Unione stessa.
Ciò richiede azioni che accrescano l'occupazione e migliorino la produttività. Anche se si
sono registrati progressi in quasi tutti gli ambiti della strategia di Lisbona, questi non sono
stati abbastanza veloci né sufficientemente coordinati per produrre i risultati che i Capi di
Stato e di Governo avevano preconizzato tre anni e mezzo addietro.
In particolare, nonostante che Conoscenza, Innovazione e Crescita delle aziende
siano fattori chiave per aprire nuove opportunità di sviluppo, stimolare la concorrenza e
1
Per ulteriori dati e statistiche, e relativi approfondimenti, di carattere economico e sociale riguardanti la
situazione attuale e le prospettive dell’Unione Europea si veda: Comunicazione della Commissione europea,
Com (2003) 5, La scelta della crescita: conoscenza, innovazione e posti di lavoro in una società coesiva
(Relazione al Consiglio Europeo di primavera, 21 marzo 2003, sulla strategia di Lisbona di rinnovamento
economico, sociale e ambientale), Bruxelles, 14 gennaio 2003, SEC (2003) 25.
individuare nuovi modi più efficaci di affrontare i problemi comuni come le malattie o il
cambiamento climatico, diverse delle industrie dell'Unione basate sui saperi sono state
duramente colpite dalle attuali condizioni e le aziende e le industrie nel loro insieme sono
ancora impastoiate da un contesto normativo talora complesso e incompleto.
Le imprese non investono sufficientemente nelle Conoscenze e nell'Innovazione: il
proposto brevetto comunitario - un banco di prova per l'impegno dell'Unione nei confronti
dell'innovazione - rimane bloccato.
Nonostante le gravi pressioni che gravano sui bilanci nazionali, gli Stati membri
dovrebbero creare le condizioni per maggiori investimenti pubblici e privati nell'Istruzione,
nella Ricerca e nell'Economia dei Saperi poiché questi sono essenziali per la crescita nel
medio termine.
Occorrono incentivi fiscali e normativi come anche un contesto competitivo per assicurare
che la spesa privata segua tali priorità.
Realizzare dei ponti tra le conoscenze e il mercato e, quindi, realizzare il giusto contesto
per l'innovazione, insieme costituiscono la nuova sfida per la competitività.
Sia gli Stati membri attuali che quelli futuri hanno accresciuto i loro sforzi negli ultimi anni
e iniziative quali E - Europe e la Carta europea delle piccole imprese, firmata dai Capi di
Stato e di Governo a Santa Maria da Feira in occasione del Consiglio europeo del 19-20
giugno 2000, stanno recando il loro contributo.
Tuttavia anche in questo caso occorre un approccio maggiormente coordinato e coerente
se si vuole che le imprese dell'Unione Europea si avvantaggino delle nuove opportunità per
contribuire appieno alla strategia di Lisbona, creare posti di lavoro e dare impulso alla
crescita.
Gli impegni della Carta incarnano il principio “Think Small First” ("Pensare anzitutto in
piccolo") e riconoscono che le P.M.I. costituiscono la spina dorsale dell'economia europea
e la chiave della nostra concorrenzialità.
Di recente, il Consiglio Europeo del marzo 2003 si è posto l’obiettivo di far acquisire a tale
istituzione comunitaria un ruolo sempre più centrale del processo politico in campo
economico, sociale e ambientale.
La sua riunione di primavera si è focalizzata al di là delle sfide e pressioni di breve termine
per concentrare l'attenzione su azioni che possono stimolare le nostre prospettive di medio
termine e assicurare che le decisioni siano coerenti con gli obiettivi di lungo termine. Esso
ha indicato la via e i tempi dei lavori futuri, in partenariato con il Parlamento europeo.
A tal fine, le istituzioni comunitarie e gli Stati membri si sono proposti di fissare le
condizioni per un miglior investimento nelle Conoscenze e nell'Innovazione realizzando e
accelerando nel contempo le riforme già concordate nel quadro della strategia di Lisbona
2000 che deve continuare a porre le fondamenta per nuove opportunità per le generazioni
future.
Il Consiglio Europeo, prendendo le mosse dalla relazione di primavera, dovrà pertanto
rafforzare il suo ruolo centrale annualmente, determinando la direzione che l'azione
economica, sociale e ambientale dovrà seguire.
La riunione svoltasi il 21 marzo 2003 ha offerto una particolare opportunità per fissare
priorità entro tre dei principali strumenti politici - gli indirizzi di massima per le
politiche economiche, gli aggiornati orientamenti per l'occupazione e la strategia
del mercato interno – utilizzati per realizzare la strategia di Lisbona e che , a partire da
quest'anno, acquisiscono una nuova prospettiva triennale.
Così facendo, il Consiglio Europeo dovrà, tra le altre cose, assicurare che venga dato
impulso ai Saperi e all'Innovazione nel senso di sostenere l'imprenditorialità,
promuovere le industrie basate sulle conoscenze e la diffusione di idee, tecnologie e servizi
nuovi, facendo in modo che questo sia corroborato da un effettivo investimento
nell'istruzione, nell'apprendimento permanente e nella ricerca: saranno chiamati a svolgere
un ruolo importante le fonti di finanziamento pubblico e privato a livello comunitario e
nazionale.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, si conclude che la Relazione del Consiglio Europeo di
quest'anno dà particolare rilievo alla Conoscenza e all'Innovazione, considerate le vere
priorità politiche e strategiche dell’Unione Europea per i prossimi anni. Nonostante la bolla
del "dotcom" ha scosso la fiducia in un'economia spinta dai saperi con effetti a cascata per
settori come quello delle telecomunicazioni, un'Unione allargata deve rafforzare gli
investimenti nelle conoscenze e creare le condizioni per cui le imprese possono
trasformare l'innovazione in crescita e occupazione. Se allo stesso tempo essa può
accelerare le riforme dei mercati dei prodotti, dei servizi, dei capitali e del lavoro, le
prospettive nel medio termine di produttività e di posti di lavoro migliori sono buone.
Promovendo tutti gli aspetti della Catena della Conoscenza dall'Istruzione di base fino alla
Ricerca avanzata, dal know-how in materia di finanza a quello in campo imprenditoriale,
l'Unione può dare impulso concreto all'innovazione.
Essa può accelerare la creazione di posti di lavoro, modernizzare industrie tradizionali
ponendo anche le basi per le industrie future - dalle scienze della vita alle tecnologie
ambientali - e può far agire idee e tecnologie in modi che rafforzino la coesione, sollevino
le pressioni ambientali e offrano maggiori opportunità di partecipare alla società.
Da ultimo, occorre ricordare che , coerentemente con l’approccio strategico sopra indicato,
la Commissione Europea – Direzione Generale Ricerca ha posto in essere il VI Programma
Quadro pluriennale di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione
attivo per il periodo 2002/2006
2
.
Tale Programma ha come obiettivo quello di contribuire alla realizzazione dello Spazio
europeo della ricerca al fine di favorire lo sviluppo, nell’ambito dell’Unione, di un’Economia
e di una Società basate sulla Conoscenza quali fattori chiave dell’Innovazione, della
Competitività, di una Crescita economica sostenibile e della Coesione sociale. Esso è rivolto
alle seguenti categorie di destinatari:
- Centri e organismi di ricerca;
- Pubbliche Amministrazioni;
- Università o Istituti equipollenti;
- Organizzazioni scientifiche e tecnologiche;
- Imprese, incluse le PMI.
Il Programma medesimo è altresì articolato in tre Programmi specifici (Azioni), quali:
1. Concentrare e integrare la Ricerca europea.
L’obiettivo specifico è di concentrare una massa critica di mezzi e rafforzare l’integrazione
degli sforzi e della capacità di ricerca in Europa in settori rilevanti per la competitività e
l’innovazione dell’industria europea o per l’impatto politico e sociale delle problematiche in
essi considerate.
1.1 Le Aree tematiche prioritarie di ricerca sono:
a) Scienza della vita, gnomica e biotecnologie della salute.
b) Tecnologie per la Società dell’Informazione.
c) Nanoscienze e nanotecnologie, materiali multifunzionali basati sulla Conoscenza,
nuovi prodotti e processi di produzione.
d) Aeronautica e spazio.
2
Si veda: GUCE L 232 del 29/08/2002.
L’istituzione referente del VI Programma Quadro 2000-2006 è la Commissione Europea – D. G. Ricerca – Rue
de la Loi, 200 B- 1049 Bruxelles. La documentazione relativa è anche disponibile su
http://www.cordis.lu/it/home.htlm.
e) Qualità e sicurezza alimentare.
f) Sviluppo sostenibile. Cambiamento globale ed ecosistemi.
g) Cittadini e governance nelle Società della Conoscenza.
1.2 Le Attività specifiche riguardanti un settore di ricerca più ampio consistono in:
a) Politiche di sostegno e anticipazione delle esigenze scientifiche e tecnologiche della
Unione Europea:
- ricerca a supporto delle politiche comunitarie;
- ricerca destinata ad esplorare problematiche e opportunità scientifiche nuove ed
emergenti.
b) Attività orizzontali di ricerca per le Piccole Medie Imprese:
c) Misure specifiche a sostegno della cooperazione internazionale nel settore della
ricerca con i PVS, i PTM compresi i Balcani occidentali, la Russia e i Nis.
2. Strutturare lo Spazio Europeo della Ricerca.
L’obiettivo specifico è quello di affrontare problematiche strutturali che caratterizzano la
ricerca in Europa e che possono pregiudicare lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione
europee.
2.1 Ricerca e Innovazione.
Le Attività a complemento delle attività relative all’innovazione svolte nell’ambito della
Sezione I sono le seguenti:
- messa in rete degli operatori e degli utilizzatori della ricerca per lo scambio di
esperienze e buone prassi;
- incentivazione della cooperazione transregionale in materia di innovazione e sostegno
alla creazione di imprese tecnologiche;
- sperimentazione di nuovi strumenti e approcci in materia di innovazione;
- servizi di informazione e assistenza per l’innovazione;
- sostegno al settore dell’”intelligenza” economica e tecnologica.
2.2 Risorse umane e mobilità.
In tale ambito sono previste misure di sostegno inerenti i seguenti interventi:
- sostegno ad Università, Centri di ricerca, Imprese e Reti per l’accoglienza di ricercatori
europei e di Paesi terzi;
- borse individuali per la mobilità di ricercatori verso Paesi europei o Paesi terzi;
- sostegno a programmi nazionali e regionali per la mobilità dei ricercatori;
- sostegno allo sviluppo di team europei di ricerca di elevata eccellenza scientifica;
- premi per lavori di eccellenza scientifica.
2.3 Infrastrutture di ricerca.
In tale contesto sono previste misure di sostegno inerenti i seguenti interventi:
- accesso transnazionale alle infrastrutture di ricerca;
- iniziative integrate per la fornitura di servizi su scala europea;
- studi progettuali per nuove infrastrutture di portata europea;
- sviluppo di nuove infrastrutture di interesse europeo.
2.4 Scienza e Società.
Relativamente a tale ambito le misure di sostegno riguardano i seguenti interventi:
- ricerca e società (scienza e governance, coinvolgimento della società della ricerca);
- uso responsabile del progresso scientifico (valutazione e gestione dei fattori
d’incertezza e rischio, applicazione del principio di precauzione nel processo decisionale
politico, etica e scienza);
- dialogo più stretto tra scienza e società (sensibilizzazione del grande pubblico,
promozione dell’interesse dei giovani per le carriere scientifiche, promozione del ruolo
delle donne nella scienza.
3. Rafforzare le basi dello Spazio Europeo della Ricerca.
L’obiettivo specifico consiste nel rafforzare il coordinamento delle attività di ricerca svolte
in Europa e promuovere lo sviluppo coerente delle politiche di ricerca e innovazione
europee.
3.1 Coordinamento delle attività di ricerca.
Il coordinamento è realizzato attraverso:
- coordinamento di attività a livello europeo;
- coordinamento di attività nazionali.
3.2 Sviluppo coerente delle politiche di ricerca e innovazione.
A tal fine sono posti in essere:
- analisi e studi, previsioni, statistiche ed indicatori scientifici e tecnologici;
- benchmarking delle politiche di ricerca e innovazione a livello europeo, nazionale e
regionale;
- mappatura dell’eccellenza scientifica e tecnologica in Europa;
- miglioramento del contesto legislativo ed amministrativo della ricerca e dell’innovazione
in Europa.
Infine, occorre ricordare che per l’attuazione del Programma sopra illustrato potranno
essere finanziati:
A) Reti di eccellenza.
Reti di Organismi di ricerca finalizzate ad integrare e coordinare le capacità e le attività di
ricerca esistenti o emergenti a livello naturale e regionale, creando in questo modo dei
centri transnazionali di eccellenza.
B) Progetti integrati.
Progetti di grandi dimensioni capaci di mobilitare una massa critica di risorse e
competenze e con obiettivi ben definiti in termini di produzione di conoscenza e di risultati
applicabili.
Reti di eccellenza e Progetti integrati sono gli strumenti principali per l’attuazione delle
attività di ricerca nell’ambito delle aree tematiche prioritarie.
C) Progetti specifici mirati.
Progetti di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, di dimostrazione, o progetti combinati di RST e
dimostrazione riguardanti settori ben definiti.
D) Progetti di ricerca specifica per le PMI.
In tale ambito rientrano:
1) Progetti di ricerca cooperativa, svolti da esecutori di RST per conto di PMI di più Paesi
o da PMI innovative in collaborazione con Centri di ricerca e d Università su temi
d’interesse comune.
2) Progetti di ricerca collettiva, svolti da esecutori di RST a beneficio di associazioni
industriali o raggruppamenti di industrie, in settori industriali in cui predominano le
PMI.
E) Partecipazione dell’Unione a Programmi di Ricerca eseguiti congiuntamente da vari Stati
membri (Art. 169 del Trattato CE).