1. Alfred Kubin
1.1 La vita
Alfred Leopold Isidor Kubin nasce il 10 aprile 1877 a Leitmeritz (oggi Litomerice), in
Boemia. Il padre, Friedrich Franz Kubin, è geometra; la madre, Johanna Kletzl, pianista.
Nel 1879 la famiglia si trasferisce a Salisburgo. Nel 1881 nasce la sorella Maria. Nel
1882 la famiglia si trasferisce di nuovo, a Zell am See. Dalla sua autobiografia Aus mei-
1
nem Leben. Dämonen und Nachtgesichte (Demoni e visioni notturne. Monaco, 1911)
apprendiamo che Alfred era un bambino infelice ed emotivo e che il suo rapporto con il
padre era problematico.
Racconta che avrebbe voluto vivere libero, che la disciplina scolastica gli causava soffe-
renza, e che questa voglia di libertà lo rendeva crudele, tanto che per un breve periodo si
è divertito a torturare piccoli animali (DN 5-6); inoltre parla di sé come di un bambino
«selvaggio» che «procurava molto dolore» alla madre (DN 5). La scuola e la religione
però lo cambiano, «riescono a domare la giovane bestia», sostituendosi alla famiglia
nella sua educazione; infatti la madre è troppo debole e malata per punirlo, e il padre è
spesso lontano da casa a causa del lavoro (DN 7). In quegli anni nasce in lui l'amore per
la natura che molti anni dopo gli farà decidere di vivere a Zwickledt; i ricordi di Zell am
See sono anche il materiale su cui si basa il racconto Aus halbvergessenem Lande, com-
1
A. KUBIN, Aus meinem Leben. Dämonen und Nachtgesichte, Dresden, Reissner, 1926. Riferimenti a
quest'opera nel testo» contrassegnati dalla sigla DN seguita dal numero di pagina; a Die andere Seite pure
nel testo, contrassegnati dalla sigla DAS seguita dal numero di pagina dell'edizione a cura di Walter Bo-
hlich, Hamburg, Rowohlt (rororo), 1994.
4
2
posto nel 1926. Nel 1887 Alfred entra al ginnasio di Salisburgo, che frequenta fino al
1888; nello stesso anno nasce la sorella Friederike e muore la madre; il futuro artista ha
allora dieci anni, e questo primo contatto con la morte segnerà la sua arte, come lui stes-
3
so ammette, facendogli realizzare molte immagini di cadaveri e moribondi. Il padre si
risposa con la cognata Rosa, vedova Rohrich, nata Kletzl, che morirà nel 1888 dopo la
nascita della figlia Rosalie. Dopo la morte della seconda moglie, il padre diventa cattivo
con Alfred, lo picchia, gli rende la vita insopportabile e riversa l'affetto sulle altre figlie;
il ragazzo, esasperato, cova propositi omicidi, non solo verso il padre ma anche verso
tutta l'umanità, e si rifugia nella fantasia (DN 8-9).
La sua attrazione verso la morte continua; è incuriosito dai cadaveri, in particolare quel-
li ripescati da un amico di famiglia che fa il pescatore e il becchino, e dal lavoro del ma-
cellaio e dello scorticatore, ma ora non prova più piacere come ai tempi in cui torturava
gli animali, bensì solo curiosità (DN 9-10). E' attratto anche da temporali, incendi e ris-
se, ha visioni di esplosioni e cataclismi, e ammira i militari, affascinato dalla loro
«grandezza possente»; addirittura considera Napoleone «un semidio» (DN 9). A undici
anni e mezzo, è coinvolto da una donna in giochi erotici; nella sua autobiografia cita
questo episodio senza scendere in particolari, afferma però che ha profondamente se-
gnato la sua vita fino all'inizio dell'età adulta (DN 8). L'episodio è comunque descritto
da Muller-Thalheim, che spiega che non si è trattato di un vero e proprio gioco erotico,
ma semplicemente di manipolazione genitale; la donna era nuda e in stato di avanzata
2
H. BISANZ, Alfred Kubin, Zeichner, Schriftsteller und Philosoph, Salzburg, Residenz Verlag, 1977, p.
7.
3
ibidem.
5
4
gravidanza, e l'impressione riportata da essa sul giovane Kubin è confermata dal gran-
de numero di gestanti presenti nei disegni dell'artista, per esempio in Das Ei o Unser al-
5
ler Mutter Erde. Il giovane Kubin non è uno studente modello; i risultati del suo primo
anno al ginnasio sono buoni, ma quelli del secondo sono più scarsi perché il ragazzo
perde l'interesse allo studio, in particolare non gli piacciono matematica e latino. Lascia-
to il ginnasio, Alfred frequenta dal 1888 al 1891 la scuola comunale di Zell am See, poi
nel 1891, l'anno del terzo matrimonio del padre con Irene Kühnel, torna a Salisburgo,
dove frequenta per un anno la scuola di arti e mestieri, per accontentare il padre che
vuole che impari una professione, ma fallirà anche in questo: nella sua autobiografia ri-
6
corda «gli sguardi severi del padre e il ghigno spaventoso dei professori». Poi fa l'ap-
prendista fotografo a Klagenfurt dal 1892 al 1896 presso uno zio adottivo, il fratello di
Irene. Qui si sente libero per la prima volta nella sua vita, e trascorre le ore di svago fre-
quentando locali pubblici, per bere e cercare donne; ma queste lo deludono, rendendolo
ancora più introverso. Quanto al lavoro, afferma di «non aver imparato niente del me-
stiere di fotografo», e di avere invece «approfondito la conoscenza della natura umana».
Negli anni di Klagenfurt poi legge molto, ma non specifica cosa, parla solo di «romanzi
emozionanti» a cui dedica «notti intere» (DN 11); solo riferendo dell'ultimo anno cita
Parerga di Schopenhauer (DN 12), ed è il suo primo contatto con questo autore che sarà
poi una delle fonti principali di Die andere Seite. In quegli anni nasce in lui anche l'a-
more per il mare, l'Italia e l'Oriente, sollecitato dalle fotografie che lo zio gli mandava a
4
W. K. MÙLLER-THALHEIM, Erotik und Dämonie im Werke Alfred Kubins, München, Nymphenbur-
ger Verlag, 1970, pp. 11-12.
5
Ivi, p. 31.
6
H.BISANZ,op.cit.,p.8.
6
sviluppare dai suoi giri del mondo (DN 10-11). Nell'ottobre del 1896 Kubin è sull'orlo
dell'esaurimento nervoso, a causa delle notti trascorse a divertirsi, della lettura di Scho-
7
penhauer e anche della frequentazione di ipnotizzatori: una crisi di nervi più profonda
delle altre gli fa tentare, senza successo, il suicidio sulla tomba della madre, e il padre lo
rimanda a Klagenfurt, dove però non è più il benvenuto. Nel 1897 si arruola nell'eserci-
to, dove si sente felice, ma ben presto ha un attacco di delirio ed è ricoverato all'ospeda-
8
le militare di Graz, dove trascorre quattro mesi che poi rievocherà in Die andere Seite, i
primi tre di cura, l'ultimo di convalescenza, durante il quale svolge piccole mansioni
come prendere temperature e scrivere cartelle cliniche, e intanto di nuovo osserva malati
e morti. Una volta dimesso, torna a casa e trova un ambiente confortevole, e il padre fi-
nalmente gli dimostra affetto (DN 15-16).
Nella primavera del 1898, su consiglio di un amico di famiglia che ha visto i suoi di-
segni, ispirati a quelli della rivista Die Gartenlaube, Alfred si reca a Monaco per studia-
re disegno alla scuola di Ludwig Schmidt-Reutte, e ben presto la sua situazione psicolo-
gica migliora. Visita la Alte Pinakothek e ne è incantato:
Als ich am zweiten Tage meines Münchener Aufenthaltes zum erstenmal im Leben eine
grosse Galerie, die alte Pinakothek, betrat, war das ein bedeutendes Ereignis für mich. Ich
war wie aufgelost vor Seligkeit und Erstaunen und wagte nur auf den Fusspitzen von einem
Saal in den anderen zu gehen. Ich war ganz fassungslos vor einer solchen ungeheuren Betäti-
gung und Ausstrahlung des menschlichen Geistes und blieb, ohne etwas zu essen oder zu er
7
P. RAABE, Alfred Kubin. Leben, Werk, Wirkung, Hamburg, Rowohlt, 1957, p. 14.
8
P. H. RHEIN, The Verbal and Visual Art of Alfred Kubin, Riverside/Califomia, Ariadne Press, 1989, pp. 7-8.
7
müden, von morgens neun bis zum abendlichen Schluss um sechs Uhr in diesen Räumen, die
mir wie der Himmel selbst erschienen. [...] Endlich musste ich mich trennen, konnte aber die
9
ganze nacht nicht schlafen.
(DN 17)
Vi torna spesso ed assimila l'arte di Goya, de Groux, Reps, Munch, Ensor e Redon. Si
unisce al gruppo Die Sturmfackel, il cui quartier generale è il Café Élite nella Schellin-
gstrasse, legge intensamente Schopenhauer e Nietzsche, e nel 1900 inizia a frequentare
le lezioni di Nikolaus Gysis all'Accademia di Arti Figurative; in realtà si è iscritto a
questa scuola solo per accontentare il padre, che vuole che lui frequenti un istituto stata-
le, ma vi si reca raramente (DN 16). A Monaco è felice, si sente libero, non ha più la
sensazione di essere una persona «superflua e inutile» (DN 17). E' di questo periodo la
vista dell'opera di Max Klinger Fund eines Handschuhs (1881), che lo porta a spostare
l'obiettivo della propria arte in un senso più soggettivo, più interiore. Nel 1900-01 in-
contra Max Dauthendey e Hans von Weber; Dauthendey lo introduce in un altro circolo
10
culturale famoso all'epoca, il Kreis der Kosmiker di Stefan George. Nel gennaio del
1902 Bruno Cassirer espone le opere di Kubin nella propria galleria di Berlino, renden-
dolo così famoso, e nel 1903 Hans von Weber gli pubblica una serie di disegni con il ti-
9
«Quando, il secondo giorno della mia permanenza a Monaco, sono entrato per la prima volta nella mia
vita in un grande museo, la Alte Pinakothek, è stato per me un fatto importante. Ero come sconvolto dalla
felicità e dalla sorpresa e trovavo il coraggio di andare da una sala all'altra solo in punta di piedi. Ero as-
solutamente senza parole davanti ad una simile enorme occupazione e manifestazione dello spirito umano
e sono rimasto, senza mangiare ne stancarmi, dalle nove del mattino fino all'ora di chiusura, le sei di sera,
in queste stanze, che mi sembravano il paradiso stesso. [...] Alla fine me ne sono dovuto separare, ma poi
non ho potuto dormire per l'intera notte». Salvo diversa indicazione, le traduzioni dal tedesco sono del-
l'autrice del presente lavoro.
10
A. NIGRO, Alfred Kubin profeta del tramonto, con un saggio di M. Cacciari, Roma, Officina, 1983,
pp. 75-76.
8
tolo Fünfzehn Faksimiledrucke nach Kunstblättern. Questa fortuna, anche finanziaria, è
però breve, e Kubin si trova di nuovo a vivere un periodo difficile, di «terribile dispera-
11
zione». Nel 1903 si reca a Berlino e nei Balcani. Nel frattempo si è fidanzato con
Emmy Bayer, che ama «di vera e profonda passione» (DN 24), ma non è sicuro di vo-
lerla sposare, per paura di perdere la libertà; quando infine decide di farlo, la situazione
precipita di nuovo: Emmy si ammala, il 1° dicembre 1903 muore, e Alfred «perde la
voglia di vivere», gli sembra di «non avere più nessuno scopo nella vita», la sua esisten-
za gli sembra di nuovo «vuota» (DN 24). I suoi tristi sentimenti sono bene documentati
12
da una lettera, datata 20 febbraio 1904, alla sorella Maria. Ma tutta la vita di Kubin è
un susseguirsi di momenti felicissimi e momenti tristissimi, e così ben presto arriva un
altro momento felice: l'incontro, avvenuto nel febbraio del 1904, contemporaneamente a
quello con Max KIinger, con la vedova Hedwig Gründler, nata Schmitz, che poche set-
timane dopo, alla fine di marzo, diventa sua moglie, n matrimonio influisce positiva-
mente sulla sua arte, rendendo i suoi disegni più armoniosi e più colorati, ma questo sta-
to di grazia dura solo pochi mesi: Hedwig si ammala, di nuovo Alfred si sente solo e i-
13
nutile, e la sua ispirazione ne risente. Per reagire, si reca a Vienna, dove è conquistato
14
dai dipinti di Brueghel, e dove impara da Koloman Moser una nuova tecnica di pittura
ad acquarello, che lo appassiona tanto da fargli produrre, dopo il ritomo a Monaco, una
nuova serie di opere a colori.
11
P.H. RHEIN, op. cit., p. 11.
12
P. RAABE, op. cit., p. 26.
13
P.H. RHEIN, op. rit., pp. 11-12.
14
H. LIPPUNER, in Alfred Kubins Roman "Die andere Seite" (Bem-Mùnchen, Francke, 1977), insiste
molto sulle influenze bruegheliane nell'opera di Kubin.
9
Nell'autunno del 1905 si reca nella Francia meridionale e in Italia; durante l'inverno fa
visita a Odilon Redon a Parigi. Nel 1906 si trasferisce con la moglie da Monaco a Zwi-
ckledt presso Scharding am Inn, dove inizia un periodo di sperimentazione teso a risol-
vere il dilemma fra l'arte grottesca che gli è congeniale e un tipo di pittura più tradizio-
15
nale e quindi più commerciale: il risultato è una serie di paesaggi sottomarini. Parlan-
done nella propria autobiografia, cita Gauguin come fonte d'ispirazione (DN 29); ma è
stato ispirato anche dalle ore trascorse in riva al lago a Zell am See, affascinato dal sole
che illuminava l'acqua rivelando pesci, salamandre ed insetti acquatici sotto la superfì-
16
cie del lago, fra le piante e le pietre. Poi abbandona la sperimentazione e si reca, nel-
l'autunno del 1907, in Bosnia e Dalmazia, per fare chiarezza dentro di sé; tornato a Zwi-
ckiedt, apprende la notizia della morte del padre, avvenuta il 2 novembre, e poco dopo
la moglie si ammala. Rhein da molte notizie sulla signora Kubin e sul suo rapporto con
il marito: ci informa che Hedwig era una tossicomane, che Kubin aveva sposato «in co-
erenza con il proprio senso del bizzarro e del tragico», e che la tossicodipendenza era la
causa di frequenti soggiorni di lei in ospedale, separazioni deleterie per la vita della
coppia.
Forse il loro rapporto era basato più sulla comprensione e sull'amicizia che sulla passio-
ne, ma non risulta che Kubin fosse un marito infedele, a parte una passione tardiva per
una giovane artista. Hedwig era la sua ispiratrice, condivideva i suoi interessi, rispettava
la sua personalità e si prendeva cura di lui con affetto materno, per non farlo distrarre
15
P.H. RHEIN, op. cit.,p. 12.
16
A. KUBIN, Aus halbvergessemem Lande, in O. BREICHA (ed.), Weltgeflecht. Ein Kubin-
Kompendium, München, Ellermann, 1978, pp. 123-129 (p. 127). Prossimi riferimenti nel testo, HVL e
numero di pagina.
10
17
dal lavoro. La malattia della moglie deprime Kubin fino a far «spegnere il desiderio di
lavorare» in lui (DN 30-31); per liberarsi da questa apatia, nell'autunno del 1908 l'artista
parte per l'Italia settentrionale e Venezia con l'amico Fritz von Herzmanowsky-Orlando.
Al ritorno da questo viaggio, sente fortissimo l'impulso di lavorare, ma non riesce a
tracciare un solo disegno coerente; per darsi sollievo, si mette a scrivere, e nasce così
Die andere Seite, composto in sole dodici settimane.
Nel 1909 Kubin si reca nei Balcani con Karl WolfskehI, si unisce alla Neue Kün-
stlervereinigung di Monaco, di cui fanno parte fra gli altri Kandinsky, Javlensky, Ga-
briele Münter, e diventa amico di Franz Marc; nello stesso anno inizia a fare l'illustrato-
re, lavorando su opere di Poe, Nerval, Hoffmann, Dostoevsky, oltre che sul Golem del-
l'amico Gustav Meyrink. Di questo periodo è anche il ciclo di disegni Sansara, per cui
l'artista scrive anche un saggio introduttivo in cui parla del proprio lavoro. Nel 1910
18
Kubin diventa amico di Hans Carossa e Paul Klee. Nell'autunno del 1911 si reca a
Praga, dove incontra Franz Kafka e si unisce al gruppo DerBIaue Reiter. il 1911 è anche
l'anno del primo libro sulla sua opera, Der Künstler und sein Werk, di Hermann Es-
swein. Nel 1912 esegue i primi disegni per il Simplicissimus ed inizia la corrispondenza
con Lionel Feyninger. Nel 1913 partecipa alla mostra nel salone autunnale dello Sturm a
Berlino. Nel gennaio del 1914 si reca a Colmar e Parigi. Nel 1916 ha una «crisi buddi-
sta», conseguente alla morte di Franz Marc in guerra e di un'amica francese, di cui non
17
P.H. RHEIN, op. cit., pp. 13-14.
18
In realtà «non è possibile stabilire con esattezza a quando risalga il primo incontro fra i due artisti. Nel
1907, Klee annota nei diari che Karl Scheffler aveva detto, riferendosi alle sue opere, "che anche Kubin
vale poco, ma almeno ha fantasia", ma non è possibile chiarire se a questa data Klee conosca già di per-
sona l'artista boemo» (A. NIGRO, op. cit., p. 84).
11
19
fa il nome, suicida con veleno. Questa crisi dura dieci giorni, durante i quali Kubin si
isola da amici e parenti, perfino dalla moglie; fa testamento, pensando che la sua pro-
prietà gli è diventata «estranea e indifferente», come la sua arte; dorme in una stanzetta
arredata solo con un pagliericcio e un catino, che chiama «cella»; si alza molto presto,
riordina la cella e lava i propri panni; mangia pochissimo, evitando il più possibile la
carne; trascorre molte ore camminando all'aperto, con qualunque tempo. Ha momenti di
estasi, visioni, e più che dormire è «avvolto da un piacevole dormiveglia»; infine, il 12
marzo, tormentato da palpitazioni, torna alla vita normale (DN 42-44). Nel buddismo
Kubin trova una concezione della vita che condivide, come divenire e dolore, e insieme
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scopre un modo di raggiungere la pace interiore.
Nel 1918 esce il libro del profeta Daniele, che Kubin ha illustrato nell'àmbito di un
progetto del Blauer Reiter sulla bibbia. Kandinsky illustra l'Apocalisse, Marc il primo
libro di Mosè: Kubin sceglie Daniele perché questo libro è «drammaticamente visiona-
rio», intonato al suo stato d'animo. Il progetto, avviato nel 1913, non è ultimato a causa
della guerra; Kubin è l'unico a completare il lavoro, tredici tavole pubblicate non da Pi-
21
per, l'editore che le aveva commissionate, ma da Georg Müller. Nel 1921 Kubin parte-
cipa alla prima mostra collettiva presso Goltz a Monaco. Nel 1922 trascorre una setti-
mana presso Wolfgang Gurlitt a Berlino; nello stesso anno s'innamora di una giovane
artista di cui non dice il nome, ma Hedwig si comporta «con tatto ed intelligenza in que-
sta delicata circostanza», tanto da «spegnere l'incendio» e riconquistare l'affetto del
19
P. RAABE, op. cit., p. 41.
20
A. NIGRO, op. cit., p. 38.
21
Ivi, pp. 81-82.
12
marito. Nel 1923 Kubin si reca a Karlsruhe, dove fa visita ad Hans Thoma. Nel 1924 va
in Svizzera, dove fa visita a Ludwig Klages a Kirchberg presso Zurigo. Nel 1926 espo-
ne ad Amburgo, nella galleria Hans Götz; il dottor Kurt Otte fonda l'Archivio Kubin ad
Amburgo. Nel 1927 Kubin espone nella collezione grafica della Alte Pinakothek di
Monaco e compie un viaggio a Leitmeritz. Nel 1929 è nominato membro d'onore della
Secessione di Praga ed inizia la corrispondenza con Ernst Jünger e Karl Rössing. Nel
1930 è nominato membro dell'Accademia Prussiana delle Arti di Berlino, espone ad
Hannover ed inizia la serie dei soggiorni estivi a Böhmerwald, che continuerà fino al
1940. Nel 1931 espone ad Amburgo, Monaco e alla Neue Galerie di Vienna. Nel 1932
espone al Bauhaus di Dessau. Nel 1933 fa la conoscenza di Anton Steinhart. Nel 1937,
in occasione del sessantesimo compleanno, espone all'Albertina di Vienna, ottiene il ti-
tolo di professore e riceve in autunno la visita di Ernst Jünger. Nel 1938 inizia la corri-
spondenza con Horst Lange ed espone a Monaco nel gabinetto grafico di Günther Fran-
ke. Negli anni della seconda guerra mondiale Kubin illustra le prose di Georg Trakl, un
autore, come gli altri su cui lavora come illustratore, che gli somiglia per biografia e te-
mi. Nel 1947 è nominato cittadino onorario della città di Linz ed espone di nuovo al-
l'Albertina in occasione del settantesimo compleanno. Il 15 agosto del 1948 la moglie
muore; Raabe riferisce il discorso funebre pronunciato nell'occasione dal parroco Sam-
haber di Wernstein, amico della coppia da anni, che loda Hedwig per l'aiuto dato al ma-
rito nel diventare un artista famoso. Successivamente muoiono tutti gli amici dell'artista,
che trascorre così gli ultimi anni della propria vita in grande solitudine, appena alleviata
13
22
da pochi visitatori e curiosi. Nel 1949 Kubin è nominato membro dell'Accademia Ba-
varese di Belle Arti. Nel 1951 espone all'Accademia di Arti Figurative di Vienna e al
museo Wolfgang Gurlitt di Linz, e riceve il premio dello Stato austriaco per le arti figu-
rative. Nel 1952 riceve il premio Ulisse alla XXVI Biennale di Venezia. Nel 1955 rice-
ve il premio internazionale di disegno alla Biennale di São Paulo. Nel 1957 riceve la
Grande Onorificenza di Arti e Scienze della Repubblica Austriaca e la targa Gustav
Klimt della Secessione Viennese. Il 20 agosto del 1959 muore a Zwickledt.
1.2 L'arte
1.2.1 Le opere. La doppia attitudine artistica di Kubin si mostra presto. Disegna fin da
23
bambino, e già allora ama il fantastico, come la «mucca con quattro corna» di cui par-
la nella sua autobiografia (DN 7); da ragazzo continua a disegnare, copiando i disegni
della rivista Die Gartenlaube e tentando anche il paesaggio. Un amico di famiglia che
vede i suoi disegni gli consiglia di studiare pittura a Monaco; lui segue il consiglio, ma
l'accademia sta un po' stretta alle sue fantasie scurrili e spettrali, e così cerca conforto
nella lettura di Schopenhauer e Nietzsche. Ma le sue insicurezze si sciolgono solo alla
vista dei disegni di Klinger. A Monaco Kubin produce le sue prime opere «apertamente
e spaventosamente impressionanti», e nel 1902 espone a Berlino presso Cassirer; la cri-
tica lo stronca. Intanto, nel 1901, Kubin ha conosciuto a una festa Max Dauthendey e
sono diventati subito amici: Dauthendey stima Kubin come uomo e come artista.
22
P. RAABE, op. cit., pp. 62-64.
23
Ivi, p. 12.
14
Ma è Hans von Weber, editore e collezionista, che aiuta Kubin a diventare famoso: dal
loro carteggio emerge quanto l'artista gli sia riconoscente. Il giovane Kubin sembra es-
sere travolto dal successo, ma impara con dolore che fortuna e fatalità sono diabolica-
24
mente legate: i suoi disegni mostrano sempre situazioni estreme. Un disegno che si
presta particolarmente bene alla spiegazione di questo 'legame diabolico' è Das Ei, del
1901, che raffigura una donna in stato di avanzata gravidanza accanto ad una fossa
scavata, pronta per accogliere un cadavere. Secondo Rhein, «quando il grembo della
donna sarà svuotato dalla nascita del figlio, la fossa sarà riempita dal corpo morto di
25
lei»; la nascita è fortuna, la morte è fatalità.
La lettura di questo disegno fatta da Rhein è valida perché trova riscontro nei fatti della
vita di Kubin; tanto la madre quanto la prima matrigna dell'artista morirono dando alla
luce figli, quando il giovane Alfred era nella difficile età di passaggio dall'infanzia all'a-
dolescenza, e ciò che si prova in quell'età lascia il segno per sempre. Raabe definisce la
vita di Kubin «un esempio affascinante di come la creatività possa nascere dalla dispe-
26
razione».
Kubin non è versato solo nelle arti figurative: è un lettore avido, sia di narrativa che
di filosofia, e come tutti i lettori si diverte a scrivere. La sua opera in prosa più impor-
tante è il romanzo Die andere Seite (L'altra parte, Monaco 1909), che racconta una fan-
tasia visionaria ambientata in una città di sogno. Lo stile narrativo di Kubin è una com-
posizione di elementi formali romantico-surreali ed espressionisti, che esprime una vi-
24
Ivi, p. 17-26.
25
P. H. RHEIN, op. cit., p. 72.
26
P. RAABE, op. cit., p. 27
15
27
sione del mondo mitico-pessimista.
Nel 1911 Kubin pubblica per la prima volta la propria autobiografia, aggiornandola
poi nelle edisioni successive del 1917, 1926, 1931, 1946 e 1952, parallelamente alle ri-
stampe di Die andere Seite. Rhein fa notare che Kubin racconta la propria vita sceglien-
do e sistemando gli episodi in modo da dare ai lettori una certa immagine di sé, cioè in
modo da far sembrare l'evoluzione della sua arte una conseguenza naturale delle sue
esperienze. A seconda degli scopi che si è prefisso, minimizza alcuni eventi e ne enfa-
28
tizza altri: inconsciamente o intuitivamente, privilegia il proprio sviluppo interiore ri-
spetto ai fatti esterni. Per esempio, parlando delle sorelle, dice solo che «lo irritavano
molto» perché gli erano proposte dai genitori come «modelli di comportamento» (DN
7). Nigro afferma invece ripetutamente che all'autobiografia bisogna prestare fede con
29
cautela; infatti Kubin potrebbe aggiungere particolari inventati per colorire il raccon-
to, come quando afferma di essere stato curato dal dottor Gudden, il medico di Luigi II
di Baviera (DN 22), che in realtà all'epoca era già morto.
Gunhild Roggenbuck fa notare che è difficile riassumere l'opera grafico-pittorica di
Kubin senza compilare nient'altro che uno sterile catalogo, ma si sforza di farlo, e rias-
sumendola la divide in: fogli singoli, cartelle e volumi di disegni, illustrazioni per libri,
30
scritti, stampe, disegni a matita, dipinti, raccolte.
27
J. FREUND, Alfred Kubin (voce) in W. KILLY (ed.), Literaturlexikon, München, Bertelsmann, 1990,
vol. 7, pp. 51-52.
28
P. H. RHEIN, op. cit., pp. 3-4.
29
A. NIGRO, op. cit., p. 29 (in relazione alla reazione di Kubin alla vista di Fund eines Handschuhs di
Klinger), p. 38 (in relazione alla crisi buddista), p. 39 (in relazione al tentativo di suicidio) e p. 47 (in re-
lazione alla composizione di DAS). A p. 39 Nigro afferma che l'autobiografia «valica spesso i confini
della credibilità» e che perciò è d'obbligo parlare dei fatti in essa contenuti al condizionale.
30
G. ROGGENBUCK, Das Groteske im Werk Alfred Kubins, Hamburg, Lüdke, 1979, p. 12.
16
I fogli singoli, disegni fatti a penna, sono la parte più ampia e più varia dell'opera di
Kubin e accompagnano l'autore per tutta la vita, sono composti cioè in un arco di tempo
dal 1897 al 1957, due anni prima della morte. Si dividono per forma in schizzi, studi e
31
abbozzi; per tecnica in disegni a penna semplice, che a volte mostrano ancora tracce di
abbozzo a matita sotto l'inchiostro, e acquarelli. Sono per lo più firmati «A. Kubin» e
qualche volta datati. Molti hanno un titolo dato da Kubin e scritto personalmente da lui,
altri un titolo scritto da un'altra mano, a volte su indicazione di Kubin e a volte inventa-
to liberamente dallo scrivente. Ad alcuni è stato cambiato il titolo in occasione di pub-
blicazioni. I materiali che Kubin usa sono penne, matite, pennelli, inchiostro di china,
acquarelli, retini e spazzolini da denti; la carta è quella delle mappe catastali ereditate
dal padre, che Kubin usa sulla facciata libera. Per cartelle e volumi s'intendono le rac-
colte di disegni che Kubin ha compilato personalmente e i cicli di disegni considerati
unità artistica. Malgrado legami tematici, cronologici e di atmosfera interni alle varie
raccolte, ogni disegno è abbastanza autonomo. Questi disegni si distinguono da quelli
singoli per la tecnica, per lo più semplice disegno a penna. Spesso un tema è ripetuto in
molti disegni, con variazioni. Il terzo grande gruppo di opere di Kubin consiste in illu-
strazioni di libri, soprattutto di autori del diciannovesimo secolo, fra questi in particola-
re i romantici, e di suoi contemporanei. Fra questi spiccano Poe, Dostoevsky, Hof-
fmann, Nerval, Strindberg e l'amico Meyrink; Kubin illustra anche (1913) il libro del
profeta Daniele nell'ambito di un progetto del Blauer Reiter sulla Bibbia.
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G. ROGGENBUCK (ivi, p. 13) usa i termini Skizze, Studien e Entwürfe; quest'ultimo è tradotto con
«abbozzi» per distinguerlo da «schizzi»
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Le sue prime illustrazioni pubblicate sono quelle per Die andere Seite. Si può dire
che Kubin illustratore scelga di lavorare su autori simili a lui per biografia e tematiche,
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amanti come lui dell'«insolito, fantastico, avventuroso, pauroso, fatale e grottesco».
L'editore viennese Otto Kallir-Nierenstein, che ristampa nel 1937 presso la sua Neue
Galerie Tschandala, il «romanzo razzista» di Strindberg, incarica «per un caso intelli-
gente» Kubin di illustrarlo, in modo da sviluppare al meglio le potenzialità di un libro
«ambiguo» ed «eccessivo» (aggettivi applicabili d'altronde anche a Die andere Seite);
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Kubin traduce le parole di Strindberg in segni «ironici, corrosivi e lancinanti». Esisto-
no due modi di illustrare i libri: un illustratore può semplicemente prendere la storia e
tradurla in immagini, senza preoccuparsi di rispettarne lo spirito, o può invece tentare di
catturarne l'atmosfera. Kubin segue il secondo metodo, prima di illustrare un libro si
immerge nel mondo immaginario dell'autore, come mostrano soprattutto le sue illustra-
zioni per i racconti di Edgar Allan Poe, di cui tenta di cogliere l'aspetto bizzarro e ambi-
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guo.
L'opera letteraria è strettamente connessa a quella di illustratore. Die andere Seite, un
romanzo fortemente autobiografico, è l'unico grande prodotto letterario di Kubin. Esi-
stono comunque altri suoi scritti: saggi, racconti, diari, lettere, e l'autobiografia Aus
meinem Leben. Dämonen und Nachtgesichte.
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Ivi, p. 15.
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F. PERRELLI, prefazione a A. STRINDBERG, Ciandala, traduzione di F. Perrelli, Milano, SugarCo,
1984, p. 20. Perrelli non dà i nomi dell'editore e della casa, che sono tratti dalla lettera di Kubin del 3
marzo 1938 a Helma de Gironcoli (in A. KUBIN, Lettere a un'amica, edito da H. De Gironcoli, con 28
disegni di Kubin, traduzione di F. De Gironcoli, Milano, All'insegna del Pesce d'Oro, 1969, p. 14). Nella
lettera Kubin definisce Tschandala un romanzo «folle».
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A. HORODISCH, Alfred Kubin Book Illustrator, New York, Aldus, 1950, p. 12.
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