iv
quale un fotone incidente a frequenza ω
0
può dare origine a due fotoni, a frequenze
minori di ω
0
, che soddisfino la conservazione dell’energia. I fotoni creati possono essere
entangled rispetto a diverse caratteristiche (ad esempio rispetto alla loro polarizzazione,
oppure al tempo di emissione).
La maggioranza degli esperimenti condotti utilizzano campi ottici in propagazione
libera in un opportuno cristallo non lineare: data l’inefficienza del processo di
fluorescenza parametrica, sono necessari cristalli con un elevato coefficiente di non
linearità del secondo ordine e sorgenti laser sufficientemente intense (capaci di fornire
potenze dell’ordine delle decine di mW): infatti, minore è il numero di coppie prodotte
e maggiori diventano i tempi di misura e il rapporto rumore-segnale, e quindi le fonti di
errore.
L’efficienza del processo di conversione può essere incrementata impiegando una
configurazione in guida d’onda, realizzata su cristallo non lineare, anziché la
configurazione in propagazione libera: tale soluzione permette di ottenere maggiori
densità di potenza (dal momento che il campo ottico viene confinato in sezioni di pochi
µm
2
) e di eliminare gli effetti di diffrazione che limitano la lunghezza di interazione tra i
fotoni coinvolti nel processo.
L’efficienza di un processo ottico non lineare, come la fluorescenza parametrica, è
inoltre influenzata dallo sfasamento tra i campi che interagiscono: nel caso di guide
d’onda, una tecnica assai impiegata per compensare tale sfasamento è rappresentata dal
cosiddetto QPM (Quasi Phase Matching), realizzabile per materiali in cui sia possibile
ottenere un andamento periodico della non linearità lungo la direzione di propagazione
del campo ottico.
Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato progettare, realizzare e caratterizzare una
sorgente di fotoni entangled in guida d’onda a canale. Il dispositivo è stato progettato
v
per ottenere fotoni ad una lunghezza d’onda intorno a 1550 nm, dal momento che
questo valore rappresenta uno standard per le telecomunicazioni, settore in cui i sistemi
entangled possono trovare il loro utilizzo pratico più immediato.
La sorgente è stata realizzata su un substrato di niobato di litio, materiale che presenta
un’elevata non linearità e, in conseguenza delle sue caratteristiche ferroelettriche, è ben
adatto per ottenere strutture QPM: infatti in cristalli di questo tipo la periodicità della
non linearità richiesta dal QPM è realizzabile invertendo il segno dei domini
ferroelettrici.
Il lavoro è strutturato come descritto di seguito.
Nel Capitolo 1 sono introdotte le nozioni che stanno alla base del concetto di
entanglement e viene presentata la teoria della fluorescenza parametrica.
Nel Cap. 2 è analizzata l’inversione dei domini del niobato di litio, necessaria per il
QPM, ed in particolare viene discussa la tecnica del poling elettrico, che è la più
utilizzata a tale scopo e che anche noi abbiamo adottato.
Il Cap. 3 fornisce gli elementi di base della propagazione in guida d’onda e illustra il
processo di fluorescenza parametrica in tale configurazione.
Quindi nel Cap. 4 è descritto in dettaglio tutto il processo di fabbricazione del
dispositivo, che ha richiesto la messa a punto di varie tecnologie.
Nel Cap. 5 sono presentate le misure di caratterizzazione eseguite sul dispositivo, che
hanno permesso di valutarne l’efficienza.
Infine il Cap. 6 propone degli schemi sperimentali che fanno uso dei fotoni entangled
generati dalla sorgente realizzata: al momento non è stato possibile effettuare queste
misure, che sono di carattere quantistico e necessitano di specifiche sorgenti e rivelatori
non disponibili nel nostro laboratorio. Ad ogni modo si sono presi contatti con gruppi di
ricerca che hanno la possibilità di effettuare questi esperimenti.
1
1
FLUORESCENZA PARAMETRICA COME SORGENTE
DI SISTEMI QUANTISTICAMENTE CORRELATI
In questo capitolo sarà inizialmente presentato il concetto quantistico di entanglement.
Una trattazione completa dell’argomento esula dagli scopi di questa tesi; verranno solo
accennate le nozioni di base necessarie a comprendere le conseguenze che
l’entanglement porta con sé e ad introdurre le applicazioni pratiche in cui può essere
utilizzato il dispositivo oggetto di questo lavoro.
Sarà quindi trattata la teoria della fluorescenza parametrica in cristalli ottici non lineari,
dal momento che questa rappresenta il processo fisico impiegato dalla nostra sorgente
per la produzione di coppie di fotoni entangled.
Particolare attenzione sarà dedicata alla problematica dell’adattamento di fase tra i
campi coinvolti nel processo, che riveste importanza fondamentale ai fini dell’efficienza
raggiungibile; verrà considerata in dettaglio la tecnica del “quasi adattamento di fase”
(QPM), da noi utilizzata, appunto, per avere adattamento di fase in una struttura a guida
d’onda.
Infine saranno descritte alcune configurazioni sperimentali che consentono di ottenere
specifici stati entangled per fotoni generati tramite fluorescenza parametrica.
2
1.1 “Entanglement”
Si consideri un sistema quantistico che può trovarsi in due stati distinguibili 0 e 1 ,
che costituiscono la base del suo spazio di Hilbert rappresentativo; fisicamente esso può
essere costituito, ad esempio, da un fotone per cui si prendono come base due possibili
valori della polarizzazione lineare (orizzontale e verticale) o circolare (destra e sinistra),
oppure da un elettrone del quale si considerano i due possibili valori di spin.
Dalla meccanica quantistica discende che i possibili stati fisici del sistema sono descritti
dalla sovrapposizione dei due stati base e sono rappresentabili mediante la funzione
d’onda
01
i
e
Τ
Μ ∆ Ε (1.1)
dove
22
1∆ Ε , essendo
2
∆ la probabilità di trovare il sistema nello stato 0 e
2
Ε la
probabilità di trovarlo nello stato 1 .
Quando si passa a considerare contemporaneamente due sistemi A e B di questo tipo, il
sistema globale può trovarsi non solo in uno dei quattro stati base 00
A B
, 01
A B
,
10
A B
e 11
A B
, ma, per il principio di sovrapposizione, anche in una
sovrapposizione lineare di questi.
In particolare, si dice che A e B sono sistemi entangled quando la funzione d’onda
globale è del tipo
01 10
i
A BAB
e
Τ
∆ Ε <
oppure
00 11
i
A BAB
e
Τ
∆ Ε )
3
Per uguali ampiezze di probabilità ∆ e Ε , e assumendo Τ = 0, si hanno i cosiddetti “stati
di Bell”:
1
01 10
2
A BAB
ρ
< ρ
1
00 11
2
A BAB
ρ
) ρ
Uno stato di questo tipo è detto entangled poiché non può essere fattorizzato nel
prodotto degli stati di singolo sistema
j
i (i = 0,1; j = A, B) e pertanto non è possibile
assegnare uno stato ben definito ad A e B separatamente, ma è determinato solo quello
del sistema complessivo A+B.
In linea teorica è possibile estendere il concetto di entanglement anche ad un sistema
costituito da più di 2 sottosistemi; ad esempio si parla dei cosiddetti stati Greenberger-
Horne-Zeilinger (GHZ) [1] per tre sistemi aventi funzione d’onda globale del tipo
1
000 111
2
A BC ABC
e analoghe.
1.2 Sorgenti di coppie di fotoni “entangled”
Le sorgenti finora più utilizzate per produrre coppie di fotoni entangled sfruttano due
diversi fenomeni fisici: processi di transizione atomici in cascata, oppure fluorescenza
parametrica in cristalli non lineari del secondo ordine.
Il primo tipo di sorgenti presenta un grosso inconveniente dovuto al fatto che il
decadimento atomico con emissione di due fotoni è un processo a tre corpi e da ciò
consegue l’impossibilità di determinare con precisione la direzione dei fotoni emessi:
infatti, una volta che sia stato individuato un fotone, la direzione dell’altro fotone
emesso dipende anche dalla direzione di rinculo dell’atomo, in quanto è l’impulso totale
4
del sistema che deve conservarsi. Pertanto l’efficienza raggiungibile nella rilevazione di
due fotoni correlati è estremamente bassa e comporta numerosi problemi nella
realizzazione delle misure [2].
Attualmente le sorgenti di solito impiegate sfruttano la fluorescenza parametrica, che
consente di ottenere fotoni emessi lungo direzioni fortemente correlate a causa delle
condizioni di adattamento di fase utilizzate. Nella maggior parte degli esperimenti di
questo tipo finora eseguiti si sfrutta la propagazione libera in cristalli non lineari del
secondo ordine, ma ultimamente alcuni gruppi [3-5] hanno realizzato sorgenti in guida
d’onda che, come vedremo, consentono di ottenere efficienze maggiori. Il dispositivo
da noi realizzato è, appunto, di quest’ultimo tipo.
Di seguito si riporta brevemente la teoria della fluorescenza parametrica al fine di
mettere in risalto le caratteristiche dei fotoni generati tramite essa.
1.3 Teoria della fluorescenza parametrica
1.3.1 Generalità
La fluorescenza parametrica (detta anche Parametric Down Conversion o Parametric
Scattering) è il fenomeno fisico per cui un fotone di frequenza ω
0
, incidente su un
mezzo dielettrico non lineare, può dare origine a due fotoni aventi frequenze ω
1
e ω
2,
in
modo da rispettare la legge di conservazione dell’energia:
210
Ζ Ζ Ζ hhh , ovvero
210
Ζ Ζ Ζ (1.2)
Questo processo è dovuto alla componente della polarizzazione del mezzo quadratica
rispetto al campo elettromagnetico che lo attraversa.
5
Figura 1-1: processo di fluorescenza parametrica in un cristallo non lineare del secondo ordine: con
ω e k sono indicati rispettivamente la frequenza e il momento di ciascun fotone.
Entrando nel dettaglio, un campo elettrico incidente su un mezzo dielettrico determina
una polarizzazione che può essere espressa come sviluppo in serie di potenze del campo
stesso, secondo la relazione:
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ƒƒƒ
...
)3()2()1(
0
jkl
lkjijkl
jk
kjijk
j
jiji
EEEEEEP Φ Φ ΦΗ
dove P
i
ed E
i
indicano rispettivamente l’i-esima componente del vettore polarizzazione
e del campo elettrico, ε
0
è la costante dielettrica ed il tensore χ
(n)
, di rango n + 1,
rappresenta la suscettività (lineare nel caso n = 1, non lineare per n > 1): in particolare,
per n pari, si ha 0
)(
ζ
n
Φ solamente in cristalli non centro-simmetrici (è questo il caso
del niobato di litio
a
da noi impiegato).
La suscettività quadratica (n = 2) descrive effetti del secondo ordine tra i quali, ad
esempio, la generazione di seconda armonica ed appunto la fluorescenza parametrica; in
generale la suscettività χ
(2)
è dipendente dalla frequenza dei campi, tuttavia in prima
approssimazione la si può considerare costante nell’intervallo di frequenze in cui il
materiale è trasparente.
a
Nel seguito del testo il niobato di litio verrà indicato con la sua formula LiNbO
3
Ζ
0,
0
k
χ
(2)
Ζ
1,
1
k
Ζ
2,
2
k
6
Introducendo convenzionalmente il tensore
2
)2(
ijk
ijk
d
Φ
ed esprimendo il campo
elettrico nelle forma
i
1
(, ,,) (, ,) ..
2
t
ii
Exyzt Exyze cc
Ζ
♠ ≡
← …
(dove si è indicato con la
notazione c.c. il termine complesso coniugato), le componenti della polarizzazione non
lineare al secondo ordine si possono scrivere nella forma [6]:
(2)
0
,,, 2ε
i ijk j k
jk
Pxyzt dEE
ƒ
(1.3)
Poiché nella (1.3) uno scambio di E
j
con E
k
non comporta alcun cambiamento da un
punto di vista fisico, si possono sostituire le coppie di indici cartesiani jk con un unico
simbolo secondo il seguente schema [6]:
xx = 1 yy = 2 zz = 3 yz = zy = 4 xz = zx = 5 xy = yz = 6.
Il tensore d
ijk
si riduce pertanto ad una matrice d
ij
3x6, che può essere ulteriormente
semplificata nel caso che il mezzo possieda particolari simmetrie. Nel lavoro di questa
tesi vengono impiegati per la realizzazione del dispositivo substrati di LiNbO
3
tagliato
lungo l’asse cristallografico Z; in tal caso si ha [7]:
31 22
22 22 33
31 31 33
0000
000
00 0
ij
dd
ddd d
ddd
♠ ≡
↔ ≈
↔ ≈
↔ ≈
← …
In un processo del secondo ordine la suscettività non lineare determina l’energia di
interazione tra i campi coinvolti, la quale è descritta dall’hamiltoniana [8]:
3(2) 3
11
022
(,) (,) (,) (,) (,)
I jkk
VV
Httd EtEtEtd Η Φ
≥ ≥
Pr Er r r r r r (1.4)
dove è sottintesa la somma sugli indici ripetuti per quel che riguarda le componenti di E
e l’integrale va considerato sul volume del cristallo entro il quale i campi interagiscono .
7
Supponiamo di avere onde piane che si propagano collinearmente lungo la direzione x;
l’integrale di volume nella (1.4) si riduce allora ad un integrale su tale direzione e si può
scrivere:
2
(2)
1
02
2
(,) (,) (,)
L
I ijk i j k
L
HS ExtExtExtdx Η Φ
≥
(1.5)
dove S è l’area della sezione del fascio di pompa e L la lunghezza del cristallo
Nel caso specifico della fluorescenza parametrica, il decadimento del fotone di pompa a
frequenza ω
0
nei due fotoni ω
1
e ω
2
è un evento che avviene con piccola probabilità
(<10
-6
) e può essere compreso solo ricorrendo alla teoria quantistica: in generale si
dovranno quantizzare i campi generati nel processo.
Pertanto ciascuno di essi sarà espresso tramite l’operatore hermitiano
ˆ
(,)
m
Ext(l’indice
m identifica l’m-esimo campo) che si può scomporre in una parte a frequenza positiva
()
ˆ
(,)
m
Ext
ed una a frequenza negativa
()
ˆ
(,)
m
Ext
secondo la relazione seguente:
() ()
ˆˆ ˆ
(,) (,) (,)
mm m
Ext E xt E xt
(1.6)
dove [9]:
> ≅()()
2
0
1
ˆ
ˆ
(,) ( )
2()
mm m
ik x t
m
m
m
Exti a e d
cn S
Ζ Ζ
Σ Ζ
Ζ Ζ
Σ Η Ζ
≥
h
(1.7)
e
()
ˆ
(,)
m
Ext
è l’operatore hermitiano coniugato di
()
ˆ
(,)
m
Ext
.
Nella (1.7) ħ è la costante di Planck, n(ω
m
) è l’indice di rifrazione ed
ˆ
()
mm
a Ζè
l’operatore di annichilazione per i fotoni a frequenza ω
m
.
Quest’ultimo, insieme al suo hermitiano coniugato ˆ
m
a
(operatore di creazione), consente
di definire l’operatore autoaggiunto
ˆˆˆ
mmm
naa
, il cui valore di aspettazione ˆ
m
n su di
uno stato quantistico rappresentativo del sistema fornisce il numero medio di fotoni a
frequenza ω
m
[8]
.
8
Si noti che nella definizione della (1.7) si suppone che il campo elettrico non sia
monocromatico, ma debba essere considerato su un certo spettro di frequenze (da qui
l’integrazione su dω
m
).
Dal momento che la fluorescenza parametrica è un processo altamente inefficiente, il
campo di pompa a frequenza ω
0
deve essere sufficientemente intenso ed in tal caso può
essere trattato classicamente: supponiamo che possa essere descritto da uno stato
classico di onda piana monocromatica:
> ≅
00 0
()
00
(,) ..
ik x t
Ext Ae cc
Ζ Ζ
(1.8)
dove A
0
è l’ampiezza che assumiamo costante nel tempo: per essere più precisi, tale
ipotesi, nei casi pratici, è vera qualora si usi una pompa in continua di cui si consideri
trascurabile lo svuotamento, condizione questa accettabile in tutte le situazioni in cui il
campo della sorgente laser è attenuato solo debolmente dal passaggio attraverso il
mezzo non lineare.
L’operatore hamiltoniano totale che descrive il processo di fluorescenza parametrica
consiste della somma di un termine
0
ˆ
H , che comprende le energie dei singoli modi
generati, e di un termine
ˆ
I
H , che tiene conto della loro interazione reciproca:
0
ˆˆ ˆ
I
HH H (1.9)
dove, considerando gli operatori precedentemente introdotti, si può scrivere:
1
0 2
1,2
ˆ
ˆ
()
mmm m
m
Hnd Ζ Ζ Ζ
ƒ
≥
h (1.10)
e, ricordando la (1.4),
9
11 2 2 0 0 1 2 0
2
(2)()()()
00 1 2
2
2
() ( ) () ( )
(2)
12
12 01122
2
12
2
1
ˆˆˆ
(,) (,) (,)
2
ˆˆ
(,)(,) ..
4()
L
I
L
L
ik k k x t
L
HS ExtExtExtdx
dx d d A a t a t e H c
cn
Ζ Ζ Ζ Ζ Ζ Ζ
Η Φ
Ζ Ζ
Φ Ζ Ζ
Σ
♠ ≡
← …
≥
≥ ≥ ≥
h
(1.11)
In quest’ultima espressione abbiamo supposto che il termine di non linearità χ
(2)
sia
costante nell‘intervallo di frequenze di interesse e non dipenda dalla coordinata x del
cristallo.
Se facciamo l’ulteriore ipotesi che anche i campi generati siano monocromatici, nelle
relazioni precedenti si possono eliminare gli integrali in ω
1
e ω
2
.
Se poi includiamo nella definizione degli operatori di creazione ed annichilazione le
dipendenze temporali
1
it
e
Ζ
e
2
it
e
Ζ
ed esprimiamo l’ampiezza del campo di pompa
tramite una costante complessa
0
A
%
che tiene conto dei termini di fase, l’hamiltoniana
può essere scritta nella seguente forma semplificata:
(2)
11 22 0
1,2
1
ˆˆ ˆ
ˆˆˆ
(,) (,)(,) ..
2
o
it
OI mmm
m
HH H n t Ga ta tAe Hc
Ζ
Ζ Ζ Φ Ζ Ζ
♣ •
♠ ≡
♦ ÷
← …
♥ ≠
ƒ
%
hh (1.12)
dove G comprende tutti gli altri termini costanti precedentemente introdotti.
In meccanica quantistica, per determinare l’andamento temporale di un generico
operatore )(
ˆ
tO si può ricorrere all’equazione di moto di Heisenberg:
ˆ
11
ˆˆˆ
(), () () () () ()
dO
Ot Ht OtHt HtOt
dt i i
♠ ≡ ♠ ≡
← … ← …
hh
(1.13)
Segue quindi che l’andamento dell’operatore
12
ˆˆ
() ()nt nt è dato da:
12
12 12
ˆˆ
() ()
ˆˆ
ˆˆ ˆˆ
() () () () () ()
dn t dn t
n t n t Ht Ht n t n t
dt dt
♠ ≡
← …