2
interferenza di diverse apparecchiature che dovessero
venire a trovarsi nello stesso ambiente.
L'inquinamento elettromagnetico può dare origine a
malfunzionamenti delle apparecchiature sensibili (o non
sufficientemente immuni) alle interferenze causate da altre
apparecchiature.
In quest'ottica, in questo lavoro sono presentate delle
prove sperimentali finalizzate alla verifica dei livelli dei
disturbi elettromagnetici non ionizzanti emessi da un
apparecchio di illuminazione che monta lampade
fluorescenti, in diverse configurazioni.
Le rilevazioni sono state eseguite all’interno di una
camera semianecoica e schermata focalizzando l’attenzione
sulle emissioni con frequenza compresa nell’intervallo
120 Hz ÷ 3 GHz.
Non vengono riportate rilevazioni relative alla
frequenza di rete poiché non è stato possibile isolare il
disturbo provocato dal sistema di alimentazione.
Tenendo conto delle frequenze di lavoro
dell’apparecchiatura illuminante (dai 50 Hz ai circa
3
50kHz), non sono state effettuate misure a frequenze
superiori ai 3 GHz.
La tesi si struttura in 6 capitoli: nel primo, di carattere
introduttivo, sono presentate le informazioni di base dell'
elettromagnetismo e della compatibilità, con particolare
riguardo alle metodologie e le indicazioni utili per
effettuare ed interpretare correttamente le misure dei
campi elettromagnetici.
Il capitolo 2 è dedicato all'analisi della normativa
vigente in materia di compatibilità elettromagnetica, sia
dal punto di vista generale (Direttiva Comunitaria 89/336 e
successive modifiche) che specifico per gli apparecchi di
illuminazione elettrici (Norma CEI EN 55015).
Nel capitolo 3 si illustrano il misurando oggetto delle
nostre misurazioni e la strumentazione utilizzata a tale
scopo.
Si riporta nel capitolo 4 la trattazione statistica
effettuata sui singoli dati di misura. In particolare sono
stati eseguiti test di normalità dei dati per evitare che
l'incorrere di cause speciali portasse a risultati fallaci.
4
Il capitolo 5 è dedicato all'analisi dei risultati di misura
ottenuti predisponendo il misurando in diverse
configurazioni, nell' intento di mettere in luce quali siano i
parametri che influiscono sul campo elettromagnetico
emesso e dare quindi indicazioni sulle configurazioni
preferibili dal punto di vista della compatibilità.
Nel capitolo 6 è presentato, infine, lo studio del campo
elettromagnetico emesso da una particolare configurazione
dell'apparecchio illuminante allo scopo di evidenziare
l'andamento della radiazione nello spazio ed i livelli di
campo assunti a varie distanze dall'apparecchio in esame.
Tale analisi è utile per poter prendere una decisione
corretta per il posizionamento di altri apparati elettrici o
elettronici; infatti dalla conoscenza puntuale dei livelli di
campo è possibile stabilire quale debba essere la distanza
fra i due dispositivi tale da non comportare problemi di
compatibilità.
5
Capitolo 1
Compatibilità elettromagnetica.
Emissioni radiate non ionizzanti
1.1 Il campo elettromagnetico
Una distribuzione costante nello spazio e nel tempo di cariche
elettriche libere agisce mediante delle forze sulle cariche elettriche
circostanti. Il campo di forze originato da tali cariche su una carica
unitaria posta nello stesso punto si definisce campo elettrico.
Una distribuzione di cariche elettriche libere in movimento agisce,
invece, mediante forze sulle correnti circostanti. Si definisce campo
magnetico la forza esercitata, per ogni punto dello spazio, dalle
cariche mobili (correnti) su cariche anch'esse in movimento.
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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6
Per ogni assegnata distribuzione di sorgenti, siano esse cariche
fisse o correnti, questi campi vanno intesi come strumenti per
determinare, in ogni punto dello spazio, le forze che le sorgenti
eserciterebbero su cariche o correnti in quel punto eventualmente
presenti.
Se le sorgenti restano costanti, il campo elettrico e quello
magnetico restano indipendenti tra loro, mentre nei casi dinamici non
è più possibile considerarli indipendenti.
I valori dei due campi si legano, l’esistenza dell’uno implica
obbligatoriamente l’esistenza dell’altro, e si deve quindi parlare di
campo elettromagnetico. Tale campo si propaga nello spazio a una
velocità elevata dando origine alla cosiddetta onda elettromagnetica.
I campi sono dunque stati introdotti per descrivere una
distribuzione di forze: per la rappresentazione delle forze è
necessario indicare in che punto dello spazio sono valutate, punto di
applicazione, in che direzione si esercitano, direzione, e che intensità
manifestano, la lunghezza: dal punto di vesta grafico questa
rappresentazione utilizza dei vettori.
Il campo elettromagnetico può dunque essere rappresentato dai
vettori campo elettrico e campo magnetico.
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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7
Per sorgenti dinamiche fissato un punto dello spazio, il campo
varia nel tempo: ciò comporta che, scegliendo uno dei due campi
varia almeno una componente del vettore rappresentativo.
Allo scorrere del tempo l’estremo libero appare muoversi intorno
al suo punto di applicazione. Quando tale movimenti nel tempo
seguono una regola precisa il campo si dice polarizzato.
È facile capire che correnti differenti generano campi differenti,
cioè fanno registrare forze differenti su cariche libere o correnti
circostanti. Questa proprietà è la base di un sistema di
comunicazione.
Le antenne sono delle strutture metalliche sulle quali attivare le
correnti che servono come sorgenti per la trasmissione delle
informazioni; le stesse possono essere adoperate come supporto sul
quale far scorrere le correnti indotte necessarie alla ricezione.
In genere ogni apparecchiatura elettrica o elettronica è
potenzialmente una antenna intenzionale o meno e da qui nascono i
problemi di compatibilità.
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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8
1.2 Compatibilità Elettromagnetica
Ogni dispositivo che utilizza un'alimentazione elettrica emette,
anche solo involontariamente, campi elettromagnetici. Ogni elemento
di materiale conduttore, presente nel medesimo ambiente, è in grado
di ricevere tali campi elettromagnetici.
Si definisce Compatibilità Elettromagnetica la capacità di
un’apparecchiatura, di un componente o di un sistema, di operare in
un dato ambiente elettromagnetico, senza subire disturbi che gli
impediscano lo svolgimento delle sue funzioni operative e anche
senza produrre, a sua volta, disturbi all’ambiente circostante.
Un sistema è quindi elettromagneticamente compatibile se
soddisfa i tre seguenti criteri:
ξ non causa interferenza verso altri sistemi;
ξ non è suscettibile alle emissioni elettromagnetiche di altri
sistemi;
ξ non causa interferenza verso se stesso (autoimmunità).
Lo studio della compatibilità elettromagnetica è teso a
determinare tecniche e metodologie di progetto che consentano di
minimizzare tutti i tipi di interferenza elettromagnetica e di
schermare gli apparati da campi elettromagnetici interferenti; in altre
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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9
parole il fine è quello di rendere un apparato elettrico o elettronico
elettromagneticamente compatibile con l’ambiente in cui opera.
Tali tecniche possono inoltre essere d'ausilio nel contenimento dei
campi elettromagnetici irradiati sul corpo umano e per esso
indesiderati.
La disciplina che si occupa degli effetti dei campi elettromagnetici
sugli organismi viventi è detta bioelettromagnetismo. I risultati
ottenuti da tale disciplina non sono esaustivi. Infatti, quando un
organismo interagisce con un campo elettromagnetico, il suo
equilibrio viene perturbato, ma ciò non si traduce automaticamente in
un effetto biologico apprezzabile e ancor meno in un danno.
Infatti si ha effetto biologico solo in presenza di variazioni
morfologiche o funzionali a carico di strutture di livello superiore,
mentre si può parlare di danno solo nel caso in cui l'effetto biologico
superi i limiti di efficacia di adattamento dell'organismo.
Altro aspetto estremamente interessante è la valutazione degli
effetti cooperativi tra esposizioni a campi elettromagnetici e altri
inquinanti (sia chimici che fisici) che possono portare, così come
riportato in letteratura (Scarfì, 1997), a danni ben più gravi rispetto a
quelli prodotti dall'esposizione al solo campo elettromagnetico.
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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1.3 Dimensioni elettriche
Un concetto fondamentale nelle analisi di compatibilità è quello
relativo alle dimensioni elettriche di un circuito elettronico o di una
struttura che genera o irradia campi elettromagnetici.
Le dimensioni fisiche, per se stesse, non incidono sulla capacità di
una sorgente di accoppiarsi con un ricevitore; ben più importanti
sono invece le dimensioni elettriche, perché esse determinano
l'efficienza di tale fenomeno di accoppiamento.
Le dimensioni elettriche si misurano in lunghezze d'onda. La
lunghezza d'onda si definisce come la distanza tra due creste
successive dell'onda. A stretto rigore essa è valida solo per onde
piane uniformi ma può essere generalizzata ad altri tipi di onde che
hanno caratteristiche simili.
La variazione di fase è legata al tempo di propagazione dell'onda
tra due punti. Per ora ci si limita semplicemente a determinare le
dimensioni elettriche di un circuito o di una struttura
elettromagnetica in termini di lunghezze d'onda, rappresentate
mediante il simbolo λ.
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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11
Si considereranno dapprima onde elettromagnetiche che si
propagano in mezzi non conduttivi (senza perdite). In tal caso la
lunghezza d'onda può essere ottenuta con la formula seguente:
f
v
Ο
dove υ rappresenta la velocità di propagazione dell'onda e f la sua
frequenza. Una struttura, le cui dimensioni fisiche (in metri) vengano
indicate con L, ha una dimensione elettrica (k), adimensionale, pari a
v
LfL
k
Ο
La dimensione elettrica di una struttura dipende quindi dalle sue
dimensioni fisiche, dalla frequenza e dalla velocità di propagazione
dell'onda nel mezzo in cui la struttura è immersa.
Si dice che un circuito elettronico o una struttura che irradia
campi elettromagnetici è elettricamente piccola se le sue dimensioni
fisiche L sono molto più piccole di 1 lunghezza d'onda:
Ο L oppure 1 k
Per quanto questo rappresenti un criterio approssimato, si assume
che un circuito o una struttura elettromagnetica sia elettricamente
piccola nel caso in cui: Ο
10
1
L .
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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12
La velocità di propagazione di un'onda nello spazio libero viene
indicata con c e il suo valore è approssimativamente è smc /103
8
υ .
Nello spazio libero la dimensione di 1m corrisponde a una
lunghezza d'onda alla frequenza di 300 MHz. Le lunghezze d'onda
nello spazio libero, per frequenze diverse da 300 MHz, possono
essere facilmente calcolate impostando una proporzione
(proporzionalità inversa).
Nella tabella seguente sono riportati alcuni valori significativi di
frequenza e lunghezza d'onda.
Lunghezze d'onda (in aria) a diversi valori di frequenza:
50 Hz 6000 km
3 kHz 100 000 m
30 kHz 10 000 m
300 kHz 1000 m
3 MHz 100 m
30 MHz 10 m
300 MHz 1 m
3 GHz 10 cm
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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13
È importante saper calcolare le dimensioni elettriche di un circuito
o di una struttura elettromagnetica per poter così stabilire se esso sia
o non sia elettricamente piccolo. Ad un circuito elettricamente
piccolo, infatti, si possono applicare concetti e calcoli più semplici di
quelli necessari per descrivere un circuito le cui dimensioni elettriche
siano grandi rispetto alla lunghezza d'onda.
Per esempio le leggi di Kirchhoff per le tensioni e per le correnti
così come i modelli circuitali a parametri concentrati degli elementi
possono essere applicati solo nel caso in cui la dimensione maggiore
del circuito sia elettricamente piccola! In caso contrario non si può
far altro che ricorrere alle equazioni di Maxwell (o a qualche loro
appropriata semplificazione).
Il calcolo si imposta nel modo seguente: in primo luogo si
determina il valore della lunghezza d'onda alla più elevata frequenza
di interesse, quindi si ricava il fattore k dalla relazione ΟkL ,
ottenendo così:
Ο
L
k .
Si consideri per esempio il nostro circuito come una struttura
radiante la cui dimensione maggiore e 1 m e che operi alla frequenza
di 50 kHz. Poiché nello spazio libero alla frequenza di 50 kHz
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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14
corrisponde una lunghezza d'onda di 300x10
3
/50 =6000 m, si ha che
la dimensione elettrica del circuito è:
3
1067,1
6000
1
Ο
L
k cioè <1.
1.4 Unità di misura della compatibilità elettromagnetica.
Decibel
I fenomeni di principale interesse in compatibilità
elettromagnetica sono le emissioni condotte (tensioni espresse in V e
intensità di corrente in A) a le emissioni radiate (campi elettrici
espressi in V/m, campi magnetici in A/m e induzione magnetica in
T). A queste grandezze primarie sono associate la potenza, espressa
in W, oppure la densità di potenza in W/m
2
.
L'intervallo di valori possibili per tali grandezze può essere
piuttosto ampio; per esempio i campi elettrici possono assumere
valori the variano da un 1 µV/m fino a più di 200 V/m: si tratta
quindi di una dinamica di più di 8 ordini di grandezza (10
8
).
Poiché nel settore della compatibilità elettromagnetica si
incontrano frequentemente tali ampie variazioni, le grandezze
misurate sono solitamente espresse in decibel (dB). Infatti l’utilizzo
dei decibel permette di comprimere la dinamica dei dati: per
Compatibilità elettromagnetica. Emissioni radiate non ionizzanti
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15
esempio, variazioni di tensione dell’ordine di l0
8
equivalgono a
variazioni di 160 dB.
È quindi assolutamente necessario per chi opera nel settore delta
compatibilità elettromagnetica essere in grado di trattare grandezze
misurate in dB. È inoltre importante associare un significato
concettuale ai valori espressi in dB delle varie unità di misura
utilizzate in compatibilità elettromagnetica.
Il decibel fu introdotto in telefonia per descrivere l’effetto del
rumore in un circuito telefonico. L'orecchio tende a percepire i suoni
secondo una scala logaritmica; pertanto risulta naturale descrivere
l’effetto del rumore in dB.
In generale si introduce il rapporto di due quantità elettriche in
decibel come segue:
ξ potenza
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
1
2
10
log10
P
P
dB
ξ tensione
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
1
2
10
log20
v
v
dB
ξ corrente
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
1
2
10
log20
i
i
dB