5
abbandonata, la “nuova terra”, l’“altrove” cui i personaggi aspirano e la
difficoltà di accettare la propria diversità. I personaggi di questo
romanzo, però, sembrano essere più spinti verso il nuovo che disposti a
tornare indietro. Il loro scopo è ora quello di trovare un posto nella
“nuova” terra in cui si sono trasferiti e, contemporaneamente, riuscire ad
affermarsi assumendo una nuova identità che sia il risultato di un collage
tra continui mutamenti, spostamenti e confronti tra culture diverse.
Il protagonista del terzo romanzo, Fury, appare completamente
diverso da quelli delle opere precedenti, poiché lo scrittore lo descrive
soprattutto analizzandone il profilo psicologico evidenziando le
conseguenze che il dissidio post-coloniale e la frantumazione
dell’identità possono avere sulla psiche dell’uomo contemporaneo. Il
personaggio è riuscito a trovare un posto nella società, ma ancora risente
psicologicamente del processo di mutamento cui è stato sottoposto e non
riesce ad accettare la sua condizione di outsider everywhere: “cittadino
senza patria”.
L’opera di Rushdie è fondamentale per comprendere l’evoluzione
del romanzo post-moderno e post-coloniale, poiché ha introdotto per la
prima volta tecniche narrative, non ancora utilizzate precedentemente,
basate sulle teorie di Mikhail Bakhtin che per primo ha introdotto alcuni
concetti fondamentali nell’ambito delle nuove teorie sul romanzo come,
ad esempio, il chronotope e la heteroglossia.
L’applicazione di questi concetti ha favorito la diffusione della
forma del romanzo come mezzo di affermazione culturale soprattutto
nell’ambito post-coloniale. Ciò che rende il romanzo particolarmente
adatto sono i tre fattori fondamentali che lo caratterizzano: la sua natura
rappresentativa, la struttura eterogenea e la funzione di ciò che Bakhtin
ha definito chronotope. Questi fattori non sono ovviamente applicabili ad
una forma letteraria diversa come la poesia:
To some degree, this focus on the novel reflects a
general shift of attention within literary studies away
from poetry towards narrative, but we can further
attribute the novel's predominance in postcolonial
6
studies to three factors: the representational nature of
the novel, its heteroglossic structure, and the function
of the chronotope in the novel.
1
La maggiore forza rappresentativa del romanzo rispetto a quella della
poesia permette una più ampia diffusione dell’ideologia post-coloniale,
proprio ciò che i critici e gli intellettuali chiedono ad una forma artistica
come il romanzo. Il concetto di heteroglossia si riferisce alla struttura
eterogenea del romanzo che comprende diversi discorsi sociali e
culturali, voci diverse così come sono diverse le voci post-coloniali. Il
chronotope si riferisce, invece, allo stretto rapporto esistente tra spazio e
tempo all’interno della struttura narrativa che non è preesistente al
romanzo, ma si crea contemporaneamente ad esso. L’opera di Rushdie
presenta tutte le caratteristiche della teoria di Bakhtin, poiché la
narrazione si delinea tra reale e fittizio: eventi passati o immaginari si
alternano ad altri attuali e reali. L’utilizzo di questa tecnica permette di
spostare la narrazione in una dimensione allegorica distinguendo ciò che
è reale e ciò che invece deve essere considerato da un punto di vista
diverso.
Lo scrittore applica alla sua opera anche la heteroglossia
inserendo diverse voci nella sua narrazione che danno vita ad un insieme
di elementi eterogenei. Per Bakhtin la heteroglossia si riferisce a
qualsiasi contesto sociale in cui lingue, o anche linguaggi diversi operano
contemporaneamente contrastandosi e sovrapponendosi. La differenza
non è presente solo tra lingue di paesi diversi, ma anche nell’ambito di
una stessa lingua. Ogni fascia d’età, gruppo culturale, livello sociale ha
un proprio linguaggio caratterizzato da una propria visione del mondo e
valori diversi. La mescolanza di linguaggi è ben evidente nell’opera di
Rushdie che nei romanzi introduce voci l’una diversa dall’altra.
Nelle opere di Rushdie è possibile individuare non solo il
percorso letterario e culturale dell’autore, ma anche quello di
trasformazione e formazione dell’individuo post-coloniale. Lo scrittore,
infatti, analizza la questione del migrant da punti di vista diversi. Nel
1
James Murphy, The Novel, Spring 1996
http://www.emory.edu/ENGLISH/Bahri/Intro.html
7
primo caso egli affida la sua narrazione a sezioni oniriche alternate ad
altre sezioni cosiddette “realistiche” in cui si delinea la vicenda dei due
personaggi. L’atmosfera irreale del sogno è uno stratagemma narrativo
utilizzato dallo scrittore con lo scopo di prendere le distanze dalla sua
opera. Da tutto ciò appare una visione del post-coloniale “onirica”, quindi
il sogno della migrazione e della ricerca di una nuova patria.
In The Ground Beneath Her Feet Rushdie fa uso di uno
stratagemma narrativo diverso: la visione attraverso l’occhio fotografico.
Grazie alla sua tecnica specifica la fotografia fornisce una visione
parallela della realtà e del mondo stesso, poiché capace di riprodurre
immagini bidimensionali, fedeli rappresentazioni di ciò che è tangibile e
reale. La narrazione è qui affidata al fotografo Umid/Rai Merchant che,
attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica offre una versione
“copia” del reale che diventa la visione stessa del migrant. Le immagini
fotografate da Rai hanno lo scopo di descrivere e documentare la vita dei
protagonisti: migrants alla ricerca di una nuova “patria”. Di conseguenza
la fotografia diventa mezzo di rappresentazione di una visione post-
coloniale non canonica del mondo.
In Fury, infine, Rushdie descrive la condizione sociale, ma
soprattutto psicologica dell’individuo nella società contemporanea.
Descrivendo le ossessioni della mente di Malik Solanka egli rappresenta
la condizione dell’uomo contemporaneo, ossessionato dalle “furie”. Il
protagonista di questo romanzo è anch’egli un migrant di origini indiane
trasferitosi prima in Inghilterra, dove è riuscito apparentemente a trovare
un posto all’interno della società, successivamente in America per
scappare alle ossessioni della sua mente che potrebbero portarlo alla
follia più totale.
8
Capitolo Primo
The Satanic Verses: il sogno del migrant.
9
Pubblicato nel 1988, The Satanic Verses è sicuramente il romanzo
che ha reso celebre Rushdie in tutto il mondo. L’anno successivo, infatti,
l’ayatollah Khomeini emanò una sentenza di condanna a morte contro lo
scrittore, poiché l’opera fu definita immorale e contraria ai dogmi della
religione islamica di cui offriva un’immagine ridicola e falsa. Inutilmente
lo scrittore ha dichiarato quale fosse in realtà il suo scopo: descrivere la
metamorfosi dell’uomo postcoloniale all’interno della società e riportare,
contemporaneamente, un esempio della condizione dell’uomo lontano
dalla fede e da Dio.
The Satanic Verses appare molto complesso dal punto di vista
della struttura e ricco di tematiche. Il romanzo è diviso in nove capitoli,
in cui si possono individuare due filoni separati: nei capitoli dispari la
vicenda si sviluppa in una dimensione realistica mentre in quelli pari lo
scrittore proietta il lettore in una dimensione onirica contribuendo a
creare un forte distacco tra sogno e realtà.
10
1. IL SOGNO: TEORIA E SINTOMI
Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno attribuito ai sogni un
carattere magico e soprannaturale affidandosi ad essi per interpretare il
futuro o per interrogare gli dei, mentre uno studio scientifico
sull’argomento è offerto solo, molto più tardi, dall'opera di Freud, che ha
considerato il sogno uno dei pilastri fondamentali della sua teoria della
psicoanalisi. I sogni, secondo Sigmund Freud, oltre ad essere un
elemento quotidiano, comune a tutti gli uomini, sono spesso sintomi di
malesseri psichici dell’individuo. È difficile, se non addirittura
impossibile, dare una definizione precisa di sogno di cui si possono
individuare solo le caratteristiche generali. Il sogno può essere
considerato uno stato intermedio tra vita veglia e sonno, poiché
rappresenta la vita della psiche durante il sonno:
Il sogno costituisce evidentemente la vita della psiche
durante il sonno, vita che ha certe somiglianze con quella
della veglia e che d’altra parte se ne discosta per grandi
differenze. […] Il sogno sembra quindi essere uno stato
intermedio tra sonno e veglia.
2
Durante il sonno, l’individuo abbandona ogni attività e ritira la sua
attenzione dal mondo esterno, rifiutandone ogni stimolo. La psiche però
non abbandona del tutto la sua attività della vita veglia, non si rassegna
alla momentanea sospensione, perciò residui di essa s’insinuano nella
mente del soggetto durante il sonno dando vita ai sogni che possono
essere considerati quindi il modo con cui la psiche reagisce agli stimoli,
interni ed esterni al soggetto, che agiscono durante il sonno. Durante
l’attività onirica i processi psichici seguono una logica completamente
diversa da quella della veglia:
2
Sigmund Freud, Introduzione alla psicoanalisi, Torino, Bollati Boringhieri, 1978,
p.81.
11
Nel sogno si sperimentano ogni sorta di fatti, e ad essi si
crede, mentre, in effetti, non si è sperimentato nulla
tranne forse quell’unico stimolo perturbatore. […] Non si
tratta dunque in realtà, di un’attività psichica ridotta, […]
è qualcosa di qualitativamente diverso, ma è difficile dire
dove stia la differenza.
3
Nei sogni, non esistono confini di spazio, né di tempo, il passato ed il
presente si confondono fondendosi al punto tale che qualcosa che nella
vita reale sarebbe assurdo diventa plausibile nella dimensione onirica in
cui non esistono limiti alla fantasia. Nella nostra mente, e più
precisamente nell’inconscio, sono sempre presenti emozioni, ricordi,
sensazioni, appartenenti a tutta la vita passata, che fanno parte del
patrimonio storico personale del soggetto. Questi elementi riemergono di
volta in volta nei sogni mescolandosi tra loro e sovrapponendosi: non si
può più distinguere il presente dal passato, né la realtà
dall’immaginazione. Per la varietà di elementi di cui si compone e per la
sua irrealtà che sembra proiettare l’individuo in un’altra dimensione, il
sogno pone notevoli problemi d’interpretazione. Il sogno, a volte, risulta
incomprensibile al sognatore stesso che non riesce a trovarne la logica
nonostante si tratti di una produzione della sua mente, perché rifiuta
inconsciamente il contenuto del sogno che non rispetta la sua etica
morale.
In Introduzione alla psicoanalisi, Freud delinea la sua teoria
partendo da un’analisi dei sogni, testimonianza dell’attività onirica della
mente durante il sonno, che possono diventare in alcuni casi veri e propri
sintomi di malessere psichico: è stato dimostrato che analizzando gli
aspetti più evidenti dei sogni, i significati più nascosti ed il loro
simbolismo, è possibile risalire alle origini delle nevrosi. Esistono diverse
tipologie di sogni, che si differenziano secondo l’impatto che hanno sulla
psiche. Una tipologia di sogno che può essere considerato sintomo è il
sogno d’angoscia, che si produce in momenti di particolare tensione e
condizioni particolari per il soggetto. Un sogno, in generale, rappresenta
un tentativo di appagamento di desiderio, poiché il sognatore riesce a
3
Sigmund Freud, op. cit., p. 83.
12
soddisfare un suo desiderio, in forma allucinatoria, attraverso di esso. Nel
caso in cui i desideri che si vorrebbe soddisfare nei sogni siano stati
precedentemente rimossi dalla coscienza, poiché inaccettabili per il
soggetto, si genera nel sognatore un forte conflitto interiore che la psiche
cerca di risolvere mediante la censura onirica. Questa risorsa della mente
permette di evitare l’appagamento di un desiderio rimosso modificando il
contenuto del sogno, il suo compito però non è portato a termine quando
il desiderio rimosso riesce a prevalere sul tentativo di eliminarlo. Nel
momento in cui l’azione della censura onirica è insufficiente alla psiche
non resta altro, quindi, che fare appello all’ultima risorsa a sua
disposizione: l’angoscia. Il desiderio respinto, che si sta cercando di
bloccare, diventa fonte di sensazioni tanto penose e insopportabili da
causare il risveglio del sognatore, stratagemma che evita il
soddisfacimento del desiderio respinto:
L’angoscia è l’indizio che il desiderio rimosso si è
mostrato più forte della censura, che il desiderio ha
imposto, o era in procinto di imporre, il proprio
appagamento contro la censura.
4
4
Sigmund Freud, op. cit., p. 196.
13
2. GIBREEL: UNA METAFORA METAMORFICA.
I sogni di Gibreel Farishta, protagonista del romanzo insieme a
Saladin Chamcha, costituiscono un chiaro esempio di sogni d’angoscia. Il
personaggio appare profondamente turbato e ossessionato dalla sua
condizione di crisi derivata dal contrasto tra la professione di attore di
film teologici e la perdita della fede. La sua crisi rispecchia quella del
migrant: colui che a causa di migrazioni e cambiamenti nel corso della
propria esistenza si trasferisce in una terra diversa da quella dei propri
padri, che non gli appartiene e a cui egli sente di non appartenere. Questi
cambiamenti non hanno sempre le stesse conseguenze sulla coscienza
dell’individuo, che può sentirsi accettato o rifiutato dal nuovo mondo in
cui deve vivere. Gibreel e Saladin sono entrambi migrants e vivono tale
condizione in maniera diversa l’uno dall’altro. Il primo ne risente
negativamente, poiché non accetta la coesistenza di elementi diversi
dentro di sé, il secondo, invece, cerca in tutti i modi di cancellare il
passato rifiutando le sue origini e creandosi una nuova identità, in modo
da diventare membro a tutti gli effetti della nuova comunità.
La malattia che coglie improvvisamente Gibreel ha anch’essa un
forte significato simbolico rappresentando la condizione del personaggio
e diventando manifestazione fisica del suo malessere interiore.
Appartenente al mondo islamico fin dalla nascita, egli non riesce ad
accettare la metamorfosi che si genera dentro di lui al contatto con tutto
ciò che rappresenta l’Occidente, né a far morire il vecchio dentro di sé
per dare spazio al nuovo. In Step Across This Line, Rushdie riprende a
tale proposito un’affermazione di Antonio Gramsci, secondo la quale la
relazione tra mondo islamico ed Occidente si delinea in una “terra di
mezzo” che si trova ai confini dell’uno e dell’altro:
The relationship between the Islamic world and the West
seems to be living through one of the famous
‘interregnums’ defined by Antonio Gramsci, in which the
14
old refuses to die, so that the new cannot be born, and all
manner of ‘morbid symptoms’ arise.
5
Guarito, apparentemente, dal male misterioso che lo porterà quasi
alla morte, Gibreel si ritrova in preda ad allucinazioni oniriche e reali che
diventano costituenti essenziali della sua ossessione, poiché la malattia si
trasformerà da fisica a psichica. Il sintomo più evidente di questo
malessere sono i sogni che continuamente perseguitano il personaggio. Si
tratta però di sogni molto particolari, poiché descrivono, episodio dopo
episodio, la genesi della religione islamica. Connessi l’uno all’altro, ogni
sogno comincia nel punto esatto in cui s’interrompe il precedente e
Gibreel non è solo il sognatore, ma anche protagonista e spettatore. La
sua ossessione è così forte ed insopportabile da costringerlo a resistere in
ogni modo al sonno per evitare di cadere preda dei sogni, quando, però
non ce la fa più deve rassegnarsi all’inevitabile lasciando libero corso alle
rappresentazioni oniriche della sua mente. Attraverso l’analisi dei sogni
di Gibreel e dei sintomi del suo malessere psico-fisico è possibile risalire
alla causa generatrice della nevrosi, al trauma che ha provocato disturbi
psichici nel soggetto.
La malattia di Gibreel ha come conseguenza immediata la perdita
della fede determinata dalla delusione del personaggio che, giunto quasi
in punto di morte, chiede vanamente aiuto a Dio affinché lo salvi. La
punizione per la sua incredulità è però terribile: i sogni invadono la sua
mente rendendolo incapace di distinguere la realtà dall’illusione. La
malattia non è solo metafora della crisi in cui egli si trova, ma diventa
anche punizione per la sua incredulità e si concretizza attraverso
l’ossessione dei sogni, che oltre ad essere particolari per la loro
consequenzialità, descrivono situazioni ed eventi relativi alla religione
islamica. Attraverso la dimensione onirica lo scrittore descrive, infatti, la
storia dell’islam dagli inizi fino alla spartizione del mar Arabico,
attribuendo il ruolo di protagonista al sognatore Gibreel che riveste i
panni dell’Arcangelo Gabriele:
5
Salman Rushdie, Step Across This Line, Jonathan Cape, London, 2002, p. 323
15
In these visions he was always present, not as himself but
as his namesake, and I don’t mean interpreting a role,
Spoono, I am him, he is me, I am the bloody archangel,
Gibreel himself, large as bloody life. […] ‘Point is,
Spoono, he pleaded, ‘every time I go sleep the dream
starts up from where it stopped- same dream in the same
place. As if somebody just paused the video while I went
out of the room.
6
™ Delirio di grandezza.
Gibreel sembra inizialmente guarire dalla sua malattia, che si
presenta come una patologia fisica, ma in realtà non è così, poiché essa si
trasforma semplicemente in una malattia psichica che ha tutte le
caratteristiche della paranoia schizofrenica. La causa più diffusa di questa
patologia è un trauma rimosso che, risalente ad un’epoca più o meno
recente della vita del soggetto, causa in lui dei gravi disturbi mentali. Il
trauma di Gibreel deriva dalla perdita della fede, ma per far maggiore
chiarezza sulla sua situazione mentale, bisogna andare indietro nel tempo
risalendo alla sua infanzia per verificare se e quando ci sia stato un
trauma che abbia sconvolto la sua mente. I sintomi della paranoia
schizofrenica sono palesi nel comportamento del personaggio: delirio di
persecuzione, delirio di grandezza, paranoia, sostituzione della realtà
oggettiva con quella della mente del soggetto.
Il delirio di persecuzione si sviluppa nei soggetti che, per un motivo o
per un altro, si sentono sempre al centro delle persecuzioni di tutti coloro
che li circondano. Ogni cosa che succede intorno a colui che si sente
perseguitato è considerata una persecuzione nei suoi confronti. Questa
presunta persecuzione fa sentire il soggetto al centro del mondo, una
personalità importante, oggetto d’invidia e quindi delle persecuzioni
6
Salman Rushdie, The Satanic Verses, Viking Penguin, London, 1988, p. 83. (Le
citazioni di questo capitolo si riferiscono a questa edizione e verranno indicate nel
testo).
16
altrui. Strettamente collegato al delirio di persecuzione c’è quello di
grandezza, per cui il soggetto si crede una personalità di spicco e soffre di
manie di grandezza:
A seconda del loro contenuto, le forme di paranoia
vengono descritte come: delirio di grandezza, delirio di
persecuzione, delirio erotico (erotomania), delirio di
gelosia ecc. […]l’ammalato che per inclinazione
primaria, si crede perseguitato, dedurrà da questa
persecuzione di dover essere una personalità di
particolare importanza e svilupperà il delirio di
grandezza.
7
Manifestazioni del delirio di grandezza, si possono individuare nelle
trasformazioni di Gibreel in Satana, nell’Arcangelo Gabriele e nel profeta
Mahound all’interno dei suoi sogni. La sua metamorfosi è riservata
inizialmente alla dimensione onirica, ma in seguito si estende anche alla
realtà della vita veglia, poiché nel corso del romanzo Gibreel subisce
un’altra più evidente trasformazione: da comune essere umano si
trasforma in un essere quasi divino, un’incarnazione vivente
dell’Arcangelo Gabriele.
I sintomi del delirio di persecuzione sono anch’essi manifesti sia nei
sogni, sia nella vita veglia di Gibreel continuamente perseguitato prima
dal fantasma della sua antica amante Rekha Merchant e poi dal suo
amico/nemico Saladin Chamcha. Rekha gli appare per la prima volta
durante la caduta dall’aereo:
This person had, however, no time for such ‘high
falutions’; was, indeed, incapable of faluting at all;
having just seen, emerging from the swirl of cloud, the
figure of a glamorous woman of a certain age, wearing a
brocade sari in green and gold, with a diamond in her
nose and lacquer defending her high-coiled hair against
the pressure of the wind at these altitudes, as she sat,
7
Sigmund Freud, op. cit., p. 382.
17
equably, upon a flying carpet. ‘Rekha Merchant,’ Gibreel
greeted her. (p. 7)
Le persecuzioni di Chamcha sono invece una sorta di vendetta da lui
attuate nei confronti del suo compagno di sventura che, in seguito alla
caduta dall’aereo, lo ha abbandonato al corso degli eventi. Il forte
conflitto che si genera tra i due, diventati ormai rappresentanti del bene e
del male, diventa metafora dell’eterna disputa tra bene e male. Resosi
conto della grave malattia mentale di cui è affetto Gibreel, Chamcha
cerca di sfruttarla per portare a compimento la sua vendetta. A tale scopo
egli si riavvicina a Gibreel dimostrandogli, in apparenza, tutta la sua
amicizia. Per mettere in atto il suo piano, Chamcha raggiunge Gibreel
nella casa di campagna in cui si è nel frattempo rifugiato insieme alla sua
compagna, Alleluia Cone. Dimostrandosi amico del rivale riesce a
scoprire il suo punto più vulnerabile: la forte gelosia per la compagna.
Dopo aver conosciuto nei minimi dettagli ogni aspetto della vita di
coppia, Chamcha comincia a fare una serie di telefonate anonime,
modificando la sua voce e recitando versi poetici ed osceni dedicati a lei.
La gelosia di Gibreel diventa così sempre più forte fin quasi a farlo
impazzire:
I like coffee, I like tea, I like things you do with me.
[…] I like butter, I like toast, You’re the one I love the
most. […] Rosy apple, lemon tart, Here’s the name of my
sweetheart. (p.444)
Queste telefonate contribuiscono ad aumentare in Gibreel la sensazione
paranoica di essere vittima delle persecuzioni di un maniaco che vuole
rubargli la compagna. La gran confusione della mente, causata dal delirio
e dai sogni che continuamente la popolano, diventa per Gibreel l’unica
realtà esistente, poiché egli non riesce più a distinguere la realtà oggettiva
dalla dimensione onirica.