4
Confrontando infatti il criterio medico-psichiatrico con quello giuridico,
si constater� che non tutte le perversioni sessuali comportano la
commissione di reati e che, reciprocamente, non tutti i delitti a sfondo
sessuale hanno la loro matrice in una parafilia. Lo stesso ragionamento
verr� esteso anche al modello sociologico in quanto vi sono
comportamenti che le norme di costume censurano, non considerandoli
reati, o che rientrano nell�ambito di interesse psichiatrico.
Una volta chiarite le differenze tra i comportamenti sessuali normali,
perversi, deviati e criminosi, verr� fatto un accenno sulla fenomenologia
del reato sessuale; esaminando i dati emersi dagli annuari di statistiche
giudiziarie penali dell�ISTAT sui reati sessuali commessi dal 1995 al
2000, verr� fatta una comparazione dei valori tra quelli a livello
nazionale e quelli a livello regionale con riferimento a quelli lombardi.
Prima di giungere all�esposizione dei dati emersi dalla ricerca,
verranno affrontate le varie teorie ed ipotesi trattamentali applicabili, o
applicate in alcuni paesi dell�Europa e negli Stati Uniti d�America, nei
confronti dei sex offenders. Il difficile argomento verr� approfondito
sotto l�aspetto medico-psicologico e sotto l�aspetto giuridico. Nel primo
saranno considerate le ipotesi del trattamento chirurgico, come la
castrazione fisica o chimica, poi quelle farmacologiche e psicologiche
attraverso i metodi cognitivi-comportamentali accompagnati da terapie
di prevenzione delle ricadute (relapse prevention); il secondo aspetto,
quello giuridico, avr� l�obiettivo di analizzare la tipologia di trattamento
inframurario ed extramurario prevista dall�ordinamento giuridico,
accennando, in conclusione, ad un progetto dell�Amministrazione
Penitenziaria per la regione Lombardia che offre l�opportunit� agli
operatori del settore penitenziario di conoscere e sperimentare una
modalit� di intervento che, sia dal punto di vista teorico che operativo,
potr� favorire l�adempimento dei rispettivi mandati istituzionali in ordine
alla promozione del reinserimento sociale dei condannati per reati
sessuali.
5
A fronte di quanto verr� esposto nella prima parte della tesi, saranno
analizzati, nella seconda parte, i dati della ricerca che evidenzieranno
uno spaccato della situazione lombarda sulla tipologia di trattamento
inframurario ed extramurario adottata nei confronti dei condannati per
reati sessuali con particolare attenzione alle misure alternative alla
detenzione che sono state concesse sul campione esaminato, ai
trattamenti accompagnatori offerti e agli esiti che tali misure hanno
dato.
6
CAPITOLO 1
I COMPORTAMENTI SESSUALI TRA CONFORMITA’,
PERVERSIONE, DEVIANZA E REATO
1.1 Il problema definitorio delle perversioni sessuali
L�argomento che sempre pi� sta attirando l�attenzione del mondo
scientifico (giuristi, criminologi, medici, psicologi, sociologi ed educatori)
e dell�opinione pubblica, � quello delle perversioni sessuali.
Da un punto di vista storico la perversione sessuale ha rappresentato
un problema di difficile soluzione per coloro che hanno cercato di
determinare il confine tra normalit� e anormalit� nel campo del
comportamento sessuale.
L�origine di queste condotte, dal punto di vista psicoanalitico, viene
individuato nella difficolt� a superare determinate fasi dello sviluppo
della sessualit� creando, in certi casi, alcuni traumi psicologici
1
.
Determinati disturbi che riguardano la sfera sessuale sono catalogati
dalla scienza psichiatrica
2
come parafilie o perversioni sessuali. Il
termine parafilia indica una deviazione (para) dall�oggetto fonte di
attrazione (filia). Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali
(DSM IV) stabilisce determinati criteri per la valutazione delle
perversioni dandone una specifica classificazione.
Diversi studi effettuati tra il 1960 e il 1985 hanno evidenziato che,
alcuni comportamenti perversi, possono essere stimolati da fattori
ambientali e psicologici e che le stesse perversioni sarebbero il prodotto
1
LALLI N.: Psicodinamica delle perversioni, in GILLIERON E. e BALDASSARRE M. (a cura di):
Abusi sessuali: perversione e psicoterapia. Quaderni di Psicoterapia I.R.E.P., Edizioni
Universitarie Romane, Roma, 2000.
2
INVERNIZZI G.: Manuale di psichiatria e psicologia clinica. Edizioni McGraw-Hill Libri Italia,
1996.
7
delle condizioni sociali che hanno bloccato l�acquisizione di normali
abitudini
3
.
Un altro criterio fondamentale nella qualificazione dei comportamenti
sessuali, � quello caratterizzato da un giudizio di valore
4
; in questo caso
non � la scienza medica che stabilisce se un comportamento rientra o
meno in un canone di normalit� ma � la societ� stessa che interviene
riconoscendo o meno, secondo le norme morali o del costume, tale
condotta.
Con l�evolversi della societ� e delle norme che regolano le condotte di
vita sociale, � emersa l�esigenza che taluni valori sessuali meritassero
una maggiore protezione e che per la loro osservanza fosse necessario
adottare norme giuridiche specifiche. Attraverso tale opera di estrazione
concettuale si pu� tentare di definire i delitti sessuali quei
�comportamenti motivati dall�impulso genesico proibiti dalla legge�
5
.
Si pu� in sostanza considerare che il comportamento sessuale possa
essere valutato anormale secondo tre parametri di riferimento
6
:
A) Medico-psichiatrico: attraverso questo parametro si ricercano le
cause sotto l�aspetto medico e psicoanalitico, inquadrando le
condotte sessuali abnormi secondo una prospettiva biologica
definendo come parafilie (o perversioni) quei comportamenti che
hanno la caratteristica essenziale di conseguire l�eccitazione
sessuale attraverso comportamenti che vanno oltre agli abituali
schemi naturali;
B) Sociologico: questo parametro inquadra come devianti quelle
condotte sessuali che, indipendentemente dall�essere intese come
abnormi, vengono considerate contrarie alle norme del costume e
della morale e quindi censurate dalla societ� stessa;
3
FERRACUTI F., BRUNO F., GIANNINI M.C.: Criminologia e psichiatria forense delle condotte
sessuali normali, abnorme e criminali. Vol.8 del Trattato di criminologia, medicina criminologica
e psichiatrica forense, a cura di FERRACUTI F. editore Giuffr�, Milano, 1988 p. 15
4
PONTI G.: Compendio di criminologia. Raffaello Cortina editore, Milano, 1990. p. 348
5
PONTI G., op. cit., p. 349
6
PONTI G., op. cit., p. 347
8
C) Giuridico: questo parametro inquadra come reati sessuali quei
comportamenti che sono motivati da un particolare impulso
sessuale proibito dalla legge. Tali sono le violenze sessuali (anche
se non sempre motivate solo da impulso sessuale, ma spesso da
una mera e brutale aggressivit� e prevaricazione verso la donna o
di soggetti pi� deboli), il ratto di libidine, gli atti osceni, l�incesto.
Come verr� approfondito nei paragrafi successivi, la disciplina
penale in tale materia ha subito rilevanti modifiche attraverso la
Legge n. 66 del 1996 sulla violenza sessuale, e la Legge. n. 296
del 1998 sullo sfruttamento della prostituzione, della pornografia,
del turismo sessuale in danno di minori.
Prima di passare all�esposizione delle tre prospettive nei paragrafi
successivi, � opportuno soffermarsi brevemente sulla dinamica della
sessualit� umana.
1.2 Studi sull�origine della sessualit�
Volendo riflettere in merito all�origine della sessualit�, alcuni Autori,
tra cui Freud
7
, per arrivare a dare un significato al concetto di
perversione sessuale, sono partiti dall�origine della sessualit� e
dell�istinto libidico, questo ultimo inteso come �forza delle pulsioni
sessuali.�
8
Secondo principi psicoanalitici si ritiene che fin dalla nascita il bambino
possiede una dimensione libidica che lo porta alla ricerca di un oggetto
in grado di soddisfare i propri bisogni fondamentali. Per bisogno si
intende una tensione interna che spinge il bambino alla ricerca di calore,
7
FREUD S.: Tre saggi sulla Teoria Sessuale, opera completa, Vol. IV, Boringhieri, Torino, 1978,
in LALLI N., op. cit.
8
VEGETTI FINZI S.: Storia della psicanalisi, Arnoldo Mondadori editore, Milano, 1978, p. 49
9
di contatto, di cibo, di sicurezza cio� di tutte quelle necessit� che
sorgono con l�abbandono del mondo intrauterino e che si possono
riassumere nel concetto di vitalit� e di istinto alla sopravvivenza.
9
Il bisogno insorto, quindi, deve essere soddisfatto ed il
soddisfacimento comporta un�esperienza di piacere, che � un elemento
costituente della sessualit�
10
, come verr� di seguito spiegato. La teoria
freudiana
11
si fonda sul concetto di pulsione: la mente � un apparato
per scaricare gli stimoli che premono su di essa. Ci sono due variet� di
stimoli: quelli esterni, che possono essere evitati, e quelli interni, che
continuano ad accumularsi. La mente si struttura in modo da contenere,
controllare e, se possibile, scaricare gli stimoli interni. Di grande
importanza tra gli stimoli interni sono le pulsioni sessuali, le quali si
presentano sotto forma di una vasta gamma di tensioni provenienti da
diverse parti del corpo, rendendo necessaria un�attivit� per scaricarsi.
Cos�, ad esempio, la libido orale sorge nella cavit� orale, crea il bisogno
dell�attivit� di suzione e si dirige verso un oggetto necessario per il
soddisfacimento, attaccandovisi; in genere si tratta di un oggetto
esterno alla persona, come il seno. Tale oggetto viene scoperto
attraverso l�esperienza. Cos� nel nutrimento a scopo di
autoconservazione, il neonato scopre che il seno � fonte di piacere
libidico; di conseguenza, attraverso l�esperienza, il seno diventa il primo
oggetto libidico.
In tal maniera, secondo Freud
12
, il neonato instaura una dinamica
relazionale che ha molti punti in comune con il rapporto sessuale; il
bambino al seno raffigura un duplice rapporto: quello fisico e quello
psichico, in quanto il neonato ha bisogno del calore, del contatto, ma
anche della presenza affettiva dell�altro; tutto ci� lo ritrova nella madre
9
LALLI N., op. cit., p. 15.
10
LALLI N., op. cit.
11
MITCHELL S.A., BLACK M.J.: L’esperienza della psicoanalisi, Bollati Boringhieri, Torino, 1996,
p. 37
12
FREUD S., Tre saggi sulla Teoria Sessuale, in MITCHELL S.A., BLACK M.J., p. 37
10
che lo sostiene, lo nutre e contemporaneamente lo investe
libidicamente �in un reciproco investimento sessuale�
13
. Freud ha
sostenuto che �il rilassamento che il bambino mostra alla fine della
poppata � simile al rilassamento dell�adulto dopo un rapporto
sessuale�
14
. In questa reciprocit� si trovano le basi del rapporto
sessuale: il piacere, il desiderio, la seduzione, l�erotismo.
Il soddisfacimento del bisogno ed il conseguente piacere sono
pertanto possibili soltanto attraverso una relazione interumana
considerata valida e soddisfacente, trasformando cos� il bisogno in
desiderio
15
.
L�evento nascita rappresenta il �momento in cui si costituisce l�Io che
lo rende capace, attraverso la presenza dell�istinto libidico e di morte
(elemento, quest�ultimo, che sorge con il distacco dal mondo
intrauterino e la presenza di una realt� nuova detta materiale), di
rapportarsi con la realt� al di fuori di lui intesa come realt� sia materiale
che non materiale o psichica�.
16
.
Secondo Lalli
17
�proporre il rapporto del neonato al seno come matrice
o prototipo della sessualit�, � giusto ma, comunque, riduttivo� perch� la
modalit� del rapporto si arricchisce e cambia con il passare del tempo. Il
primitivo piacere si basa esclusivamente sul soddisfacimento del
bisogno e, di conseguenza, con il passare del tempo subentra un gioco
di sguardi e riconoscimenti che possono essere considerati come inizio
della seduzione e dell�erotismo. Il desiderio si struttura non per il solo
soddisfacimento del bisogno, ma sulla base di un rapporto soddisfacente
che si ripete attraverso il ricordo della situazione vissuta
precedentemente.
13
LALLI N., op. cit., p. 17.
14
LALLI N., op. cit., p. 18.
15
LALLI N., op. cit.
16
LALLI N., op. cit., p. 17
17
LALLI N., op. cit., p. 18.
11
S. Freud nei �Tre saggi sulla teoria sessuale�
18
divide lo sviluppo della
sessualit� infantile in tre periodi: 1) dalla nascita allo svilupparsi della
sessualit� infantile (verso il terzo fino al quinto anno d�et�); 2) il periodo
di latenza (dal quinto anno fino all�adolescenza); 3) la pubert�, dove la
sessualit� raggiunge la forma definitiva.
Questa teoria si basa sull�affermazione che le zone corporee che
forniscono sensazioni sessuali (dette zone erogene) sono quelle verso
cui si concentra l�interesse affettivo del bambino. In questo modo la
sessualit� infantile � inizialmente associata ad attivit� e piacere orali, ed
in seguito la stessa attenzione viene riservata alla zona anale per
arrivare, infine, a quella genitale.
Freud
19
sostenne che i bambini, specie nei primi quattro anni di vita,
siano dei �perversi polimorfi� in quanto ogni zona del loro corpo pu�
essere disponibile come fonte di piacere. Con il crescere ed il maturare,
il bambino aumenta l�interesse sessuale per le sole parti genitali fino al
completo raggiungimento della fase edipica. Nel periodo della pubert�
l�equilibrio, stabilitosi inizialmente, si sconvolge per cause biologiche ed
� proprio nella fase dell�adolescenza che si concentra un impulso
genitale eterosessuale.
Partendo dalla visione del bambino al seno, Lalli
20
ha cercato di
spiegare lo sviluppo psichico e sessuale evidenziando alcuni punti
essenziali; fin dai primissimi giorni di vita, il bambino svilupperebbe un
particolare processo (di umanizzazione, secondo l�autore) che gli
consentirebbe di avvertire, oltre che i propri, anche gli altrui affetti e le
altrui emozioni. Successivamente la passivit�-dipendenza originaria
cede il passo ad una costruzione di una primordiale identit� che porta il
bambino a percepire la propria autonomia (frutto della separazione) ed
il proprio Io-altro rispetto all�adulto. Come gi� accennato
18
FREUD S.: Tre saggi sulla Teoria Sessuale, Boringhieri, 1975, in FERRACUTI F., BRUNO F.,
GIANNINI M.C., op. cit.
19
FERRACUTI F., BRUNO F., GIANNINI M.C., op. cit., p. 16.
20
LALLI N., op. cit., pp. 21-22.
12
precedentemente, il desiderio, differenziandosi progressivamente dal
bisogno, comporta la possibilit� di posticipare il raggiungimento del
piacere. Sorge successivamente la dinamica dell�intersoggettivit�,
attraverso cui il soggetto attua un riconoscimento reciproco, in base al
quale non solo diventa consapevole dell�investimento libidico dell�altro,
ma diventa anche capace di attivare l�interesse e suscitare nell�altro il
desiderio. Continue dinamiche di rapporto-separazione che il bambino
attua e sperimenta, arricchiscono quella fantasia la quale, a sua volta,
comporta creativit� e ricchezza d�immagini tali da poter dare luogo a
modalit� relazionali sempre nuove e diverse che, nella loro mutevolezza
ed imprevedibilit�, si costituiscono sempre pi� come rapporti veri e
reali.
Le pulsioni sessuali infantili, parziali ed incontrollabili, sono destinate a
recedere di fronte alle barriere del pudore, del disgusto e della moralit�
che la societ� innalza nei loro confronti.
21
Per quanto concerne i residui
di sessualit� infantile (cio� quelle componenti sfuggite al processo
evolutivo) essi saranno organizzati sotto il primato della genialit�, alla
quale faranno da supporto. Ove questo non accada la sessualit� si
organizza in modi devianti. Nel caso in cui la sessualit� infantile abbia
resistito ai processi inibitori, si esprimer� attraverso le perversioni; ove
invece la rimozione sia stata eccessiva emerger� sotto forma di nevrosi.
La nevrosi risulterebbe, quindi, il contrario della perversione
22
.
Nel successivo paragrafo sar� meglio affrontato il discorso relativo alla
psicodinamica delle perversioni sessuali e alla prospettiva medico-
psichiatrica delle parafilie.
21
VEGETTI FINZI S., op. cit., p. 70.
22
VEGETTI FINZI S., op. cit., p. 70
13
1.3 La prospettiva medico-psichiatrica: le parafilie
Dopo aver analizzato alcuni punti essenziali sull�origine della sessualit�
umana dal punto di vista psicoanalitico, � possibile riprendere l�analisi
del comportamento sessuale anormale secondo le predette tre
prospettive: medico-psichiatrica, sociologica e giuridica.
Come gi� anticipato brevemente nel primo paragrafo di questo
capitolo, determinati disturbi che riguardano la sfera sessuale sono
catalogati dalla scienza psichiatrica
23
come parafilie o perversioni
sessuali.
Per parafilia si intende �che l�anormalit� (para) riguarda ci� da cui il
soggetto � attratto (filia)�.
24
I comportamenti parafiliaci consistono in
condotte abnormi che hanno come caratteristica essenziale il conseguire
l�eccitazione sessuale attraverso fantasie o atti che vanno al di l� di
quelli che sono gli abituali schemi naturalisticamente intesi
25
, ma � bene
sottolineare ed anticipare che dal punto di vista criminologico �avere dei
problemi sessuali non vuol dire essere folli, essere cio� privi della
capacit� di intendere e volere. Moltissime persone hanno disturbi della
psicosessualit�, ma sono rarissimi fra di loro quelli che si trasformano in
delinquenti sessuali.�
26
Riprendendo l�argomento sotto l�aspetto medico-psichiatrico
27
, le
fantasie, i comportamenti o gli oggetti vengono considerati parafiliaci
soltanto quando comportano disagio, difficolt� nelle relazioni sociali,
disfunzioni sessuali, fino al coinvolgimento di persone non consenzienti,
con conseguenze legali. In altre parole, ci sono pratiche erotiche
distorte dove il piacere � raggiunto attraverso l�utilizzo di oggetti
23
INVERNIZZI G.: Manuale di psichiatria e psicologia clinica. Edizioni McGraw-Hill Libri Italia,
1996.
24
FERRACUTI F., BRUNO F., GIANNINI M.C., op. cit., p. 4.
25
PONTI G.: Compendio di criminologia. Raffaello Cortina editore, 1999, p. 478
26
PONTI G., FORNARI U.: Il fascino del male: crimini e responsabilità nelle storie di vita di tre
Serial killer. Raffaello Cortina editore, 1995, p.24
27
INVERNIZZI G., op. cit.
14
inanimati, umiliazioni e sofferenze inflitte a s� o al partner, a bambini o
comunque a persone non consenzienti.
La nosografia psichiatrica (DSM IV � Manuale Diagnostico e Statistico
dei Disturbi Mentali) ha specificato determinati criteri, anche temporali
(�� atteggiamenti che si manifestano per un periodo di almeno 6
mesi��)
28
, per stabilire quando un comportamento � considerato
parafiliaco, classificandoli come segue:
Esibizionismo: esso consiste nell�esibizione dei propri genitali davanti a
estranei, nel tentativo di generare nell�altro una forte reazione emotiva
e nel raggiungere l�orgasmo con la masturbazione;
Feticismo: � il caso in cui il soggetto utilizza oggetti inanimati (feticci)
come metodo preferito o esclusivo per il raggiungimento dell�orgasmo
spesso masturbatorio. I feticci possono essere associati ad oggetti
utilizzati dal corpo (calze, scarpe con tacco alto, biancheria intima
particolare ecc.) oppure parti del corpo umano (detto parzialismo:
capelli, piedi, natiche ecc.);
Feticismo da travestimento: consiste nell�indossare abiti dell�altro
sesso come mezzo per eccitarsi. Il travestitismo si differenzia dal
transessualismo, dove, in questo caso, c�� un�alterazione dell�identit�
personale in ordine al proprio sesso;
Frotteurismo: con tale termine si intende toccare o strofinarsi contro
una persona non consenziente. Tale processo di eccitazione pu� essere
diretto in senso sia omo che eterosessuale;
Pedofilia: esso riguarda le fantasie e le pratiche erotiche che
coinvolgono i bambini in et� prepubere. Il pedofilo deve avere pi� di
sedici anni e essere almeno cinque anni pi� anziano del bambino;
Masochismo sessuale: consiste in una pratica di eccitamento sessuale
che viene raggiunto mediante la sofferenza, le costrizioni e le
umiliazioni, percosse e altre attivit� che minacciano l�integrit� fisica. In
28
INVERNIZZI G., op. cit., pp. 251-252.
15
alcuni casi si arriva agli estremi, come per esempio l�ipossifilia,
mediante strangolamento o soffocamento;
Sadismo sessuale: contrariamente al precedente, questa pratica
comporta l�inflizione ad altri, consenzienti o meno, di sofferenze fisiche
o mentali allo scopo di eccitarsi;
Voyeurismo: in tale parafilia il piacere � legato alla visione, osservando
persone ignare mentre sono nude o si stanno spogliando o impegnate in
attivit� sessuali. Solitamente l�atto del guardare viene accompagnato
dalla masturbazione;
Parafilia non altrimenti specificata: in tale categoria rientrano le
parafilie che si incontrano meno frequentemente. Tra queste possono
identificarsi l�oscenit� telefonica, la necrofilia (cadaveri), il parzialismo,
la zoofilia (animali), la clismafilia e l�urinofilia.
Ampliando il discorso sulla psicodinamica delle perversioni sessuali,
Lalli
29
, partendo dalle fasi precedentemente elencate dello sviluppo della
sessualit�, cerca in modo speculare di sottolineare i punti essenziali
dello sviluppo che, non risolti o traumatizzanti, tendono a costituire la
perversione.
Il primo di questi � la disumanizzazione. Essa � una forma di difesa
che il bambino adotta quando si trova a confrontarsi con una madre
ostile e seduttiva, o con una madre fredda ed impenetrabile. Il bambino
vive una passivit� nei confronti di una madre recepita come ostile,
violenta e imprevedibile; di fronte a questa esperienza traumatica, il
bambino tende a negare o rifiutare i rapporti umani.
29
LALLI N., op. cit.