iniziarono ad usare le terre colonizzate per la coltivazione di prodotti
destinati al commercio estero, le merci con i prezzi inferiori divennero
pi� appetibili rispetto al mercato dei prodotti artigianali provenienti
dal lavoro dei coloni. Questi prodotti erano tutto ci� che rimaneva di
una variet� immensamente ricca di tradizioni, di arte popolare e
artigianato che avrebbe potuto, potenzialmente, sviluppare un proprio
approccio all�industrializzazione.
Le aspirazioni espansionistiche e �aggressive� di molti Paesi
verso quelli extra-europei sono giustificate � afferma lo storico A.
Brancati � da una progressiva tendenza del mercato ad assumere
dimensioni mondiali, per ragioni d�ordine politico, economico e
scientifico.
Dall�inizio del Ventesimo secolo ad oggi le condizioni in cui
versava l�assetto economico internazionale non mutarono in modo
rilevante rispetto ai secoli precedenti. Resta da evidenziare che, in
termini economici e sociali, le vicende di vari secoli sono sfociate in
una divisione informale tra Nord e Sud del mondo.
Il nostro mondo � incomparabilmente pi� ricco di quanto sia mai
stato prima, ma il nostro � anche un mondo di forti disuguaglianze e di
privazioni terribili.
La contemporanea presenza di opulenza e agonia nel nostro
pianeta rende difficile evitare di pensare a interrogativi fondamentali
sull�accettabilit� etica dell�organizzazione economica e sociale
prevalente, sulla rilevanza e sulla portata dei valori della nostra
societ�.
L�inguaribile ottimista tende a sperare che le cose possano
migliorare abbastanza presto: la combinazione di processi che, come
lo sviluppo dell�economia di mercato, hanno portato prosperit� a una
parte del mondo presto condurr� a un analogo benessere per tutti. In
questa prospettiva cos� luminosa, chi nutre qualche dubbio, sia esso di
animo nobile o meno, tende ad apparire sciocco.
D�altro canto, il pessimista cronico riconosce e sottolinea che la
miseria continua ad essere presente nel mondo. E� anche scettico sulla
nostra capacit� di cambiare il mondo in maniera significativa.
Il pessimismo porta ad accettare pacatamente molti mali.
I punti di vista opposti confluiscono comunque nella stessa
direzione, nella rassegnazione.
Persuasi e confortati dalla nostra supposta incapacit� di opporci
alle condizioni attuali (sia perch� non � necessario sia perch�,
comunque, non farebbe alcuna differenza) possiamo vivere le nostre
vite, badare ai nostri affari senza vedere nulla di moralmente
problematico nella pacifica accettazione delle iniquit� che
caratterizzano il nostro mondo (A. SEN, 2002).
L�etica pu� essere messa a tacere dalla prematura rassegnazione.
I movimenti di protesta anche se spesso risultano scomposti,
umorali, semplicistici, frenetici ed esagitati e, a volte distruttivi,
svolgono la funzione di mettere in discussione e rifiutare l�acritica e
soddisfatta accettazione del mondo in cui viviamo.
Protestando contro lo status quo e contestando la rassegnazione e
l�acquiescenza, i dubbi globali possono contribuire ad ampliare il
raggio della nostra attenzione e la portata dei dibattiti politici.
La globalizzazione � considerata un correlato del predominio
occidentale, per� l�esame storico pu� aiutarci a concepire la possibilit�
che il processo si svolga nel verso contrario.
Attorno all�anno Mille la diffusione globale della scienza, della
tecnologia e della matematica stava cambiando la natura del vecchio
mondo e la disseminazione seguiva una direzione opposta a quella
attuale.
La carta, la stampa, la polvere da sparo, l�orologio, il ponte
sospeso a catene di ferro, l�aquilone, la bussola magnetica, il carro su
ruote e la ventola erano note e ampiamente utilizzate in Cina e
sconosciute altrove.
La globalizzazione le ha diffuse nel mondo, Europa compresa.
Identica cosa accadde per la matematica. Il sistema decimale nacque e
si svilupp� in India tra il secondo e il sesto secolo e, poco pi� tardi
venne impiegato anche dagli arabi. Verso la fine del decimo secolo le
innovazioni matematiche raggiunsero l�Europa e cominciarono ad
avere un impatto consistente all�inizio dello scorso millennio
ricoprendo una parte fondamentale nella rivoluzione scientifica che ha
favorito la trasformazione dell�Europa.
Rifiutare la globalizzazione della scienza e della tecnologia
significherebbe sminuire i contributi provenienti da ogni parte del
mondo che sostengono saldamente la scienza e la tecnologia
occidentali e sarebbe pure una decisione piuttosto insensata
considerata l�entit� dei benefici che il mondo intero potrebbe trarne.
Non dobbiamo sottovalutare la relazione fra alcuni aspetti della
globalizzazione e altri dell��imperialismo occidentale� (la storia delle
conquiste, del colonialismo, e della dominazione straniera influisce sul
presente in molti modi differenti), ma sarebbe sbagliato concepire la
globalizzazione in primo luogo come una componente
dell�imperialismo.
La storia scientifica, economica e culturale dell�umanit� sarebbe
molto limitata se avessimo vissuto come chiusi in un pozzo. La tesi
dell�importanza dell�interazione e dei contatti su scala globale si
applica anche alle relazioni economiche (A. SEN, 2002)
Se si dovesse far ricorso ad un artista per tentare di trasporre
figurativamente l�idea di globalizzazione, la migliore possibilit�
sarebbe quella di far ricorso al cinquecentesco pittore Arcimboldo,
abile a far affiorare forme riconoscibili da una miriade di componenti
singolarmente diversi dalla forma collettiva finale. E� possibile quindi
affermare che con il termine globalizzazione si suole indicare un
fenomeno di progressivo allargamento della sfera delle relazioni
sociali sino ad un punto che potenzialmente arriva a coincidere con
l�intero pianeta. Da questo punto di vista la globalizzazione delle
relazioni economiche e finanziarie e la globalizzazione delle
comunicazioni (compresa l�informatizzazione del pianeta)
rappresenterebbero due chiare esemplificazioni dell�idea pi� generale
di globalizzazione.
Interrelazione globale significa anche interdipendenza globale,
per cui sostanziali modifiche che avvengono in una parte del pianeta
avranno, in virt� di questa interdipendenza, ripercussioni (di vario
segno) anche in un altro angolo del pianeta stesso, in tempi
relativamente brevi.
Con la globalizzazione il processo di messa in discussione di una
delle principali componenti dello sviluppo moderno, lo stato-nazione,
viene sempre pi� accelerato quanto pi� importanti sono le decisioni a
carattere economico, politico, comunicativo o ambientale prese
all�esterno della consueta cornice istituzionale dello stato; se ci� pu�
significare che comunque gli stati pi� forti detengono in ogni caso un
forte potere di condizionamento sulle decisioni, dall�altro � innegabile
che la regolazione (o deregolazione) globale di alcuni ambiti - si pensi
al commercio internazionale e al WTO/OMC - � in una fase
estremamente avanzata.
D�altro lato, la rivoluzione digitale e lo sviluppo delle
telecomunicazioni, anche satellitari, hanno accelerato in maniera
drammatica la diffusione di informazioni attraverso il pianeta,
portando con s� anche le basi di una straordinaria omologazione
culturale sulla stessa scala.
La moderna societ� globale dei consumi, fortemente standardizzata,
ha spinto la sua sfida ai limiti ecologici del pianeta sino a configurare
problemi che per portata ed intensit� sono assolutamente definibili
come nuovi e globali
(HTTP://WWW.COCIS.IT/DIZIONARIO/PAGE39.HTML).
2. L�economia al servizio dell�uomo
Proprio in questa fase di globalizzazione del mercato e di crollo
delle alternative storicamente determinatesi, c�� come un vuoto di
punti di riferimento, un nonsense che colpisce tanto il lavoratore
quanto il consumatore occidentale, che ha spinto le stesse imprese a
porsi di fronte a domande che hanno a che fare con i nostri
orientamenti e comportamenti. Si pensi che nei campus nordamericani
si tengono attualmente oltre 500 corsi di etica. Secondo l�Harvard
Business Review�, ormai almeno il 90% delle business schools negli
Stati Uniti fa formazione in quest�area. Ci sono in materia pi� di 25
testi e 3 riviste accademiche. Sono in attivit� almeno 16 centri di
ricerca sull�etica negli affari e in numerose business schools di
prestigio, come Georgetown, Virginia e Minnesota, � stata istituita una
cattedra di business ethic.
Se analizziamo quanto accade all�interno delle imprese ci
appaiono pi� chiare le modalit� con cui questo sistema tenta di
recuperare e riciclare il bisogno di eticit�. Oramai lo stesso successo
d�impresa si fonda sempre pi� sulla risorsa umana, sulla capacit� non
solo tecnica, ma anche soprattutto motivazionale delle maestranze.
Il primo capitalismo usava soprattutto la forza-lavoro, l�energia
muscolare dell�uomo; il capitalismo fordista aveva bisogno anche
dell�intelligenza umana per mandare avanti le megaimprese, per
organizzare la produzione e la distribuzione delle merci; il capitalismo
della rivoluzione informatica abbisogna dell�anima dei lavoratori, dei
quadri, dei dirigenti per vincere la sfida su scala mondiale.
Uno dei pi� prestigiosi studiosi di organizzazione aziendale, F.
Butera, sostiene che � necessario passare ad un�altra filosofia
dell�agire imprenditoriale, e quindi dell�organizzazione delle imprese,
che si fondi su questi quattro principi:
a) la risorsa umana � strutturante l�organizzazione e non
viceversa;
b) i rapporti tra sociale ed economico sono capovolti, nel senso
che solo una razionalit� adatta e non astratta assicura il successo
economico;
c) il concetto di sociale subisce un capovolgimento: �dal sociale
quantitativo al sociale, anzi all�umano qualitativo�;
d) il management rimane l�arte del calcolo, nell�ambito per� di
sistemi complessi aperti, incerti, dai molteplici parametri (T. PERNA,
2000).
Lo sviluppo dell� impresa moderna ha portato a un punto in cui,
nell�arena della competizione globale, la differenza la fanno i valori
culturali e quindi le motivazioni profonde.
Ci� che conta, dice Michel Crozier, non sono pi� le finalit�
superiori o i principi da realizzare, bens� la pratica di una filosofia
basata sulla fiducia. Senza fiducia non si ha partecipazione, e senza
partecipazione non c�� contributo attivo da parte di un personale, il cui
impegno diventa oramai indispensabile. Questo tipo di morale non �
in contrasto con la razionalit� economica, anzi ne condiziona lo
sviluppo. Ecco perch� la dimensione morale, l�appello ai valori
acquistano un�importanza cos� grande.
Si cerca la partecipazione totale del personale impiegato senza
modificare l�obiettivo che rimane sempre lo stesso: la
massimizzazione/privatizzazione del risultato (cio� del profitto). Per
superare questa contraddizione si vanno sperimentando diverse
soluzioni: dalla partecipazione agli utili, agli incentivi graduati per
livello di responsabilit�, ai circoli di qualit�, ecc. Esperienze queste
che stanno dando alcuni risultati, ma non sembrano per lo pi� essere
risolutive. I lavoratori, soprattutto i pi� giovani, non cercano solo
maggiori gratificazioni economiche, cercano altres� il senso del
lavoro, cercano uno spazio in cui sentirsi realizzati.
Qualunque tentativo di razionalizzare e canalizzare questa spinta
ai fini di una maggiore produttivit� rischia il fallimento se non mette
in discussione il potere stesso all�interno dell�impresa.
RISULTATI
Nella Tavola 1 abbiamo riportato la suddivisione per sesso degli
acquirenti intervistati nelle Botteghe del Mondo.
Le donne rappresentano il 63 %.
I clienti tra i 20 e i 29 anni e quelli tra i 30 e i 39 anni sono
rispettivamente il 48,8 % e il 22,5 % ed insieme costituiscono la parte
pi� consistente, il 71,3 % dei frequentatori.
Gli appartenenti alla classe d�et� 40-49 sono l�11,5 %
(Tavola 2).
L�et� media � pari a 32,4 anni.
La Tavola 3 riporta invece i risultati inerenti lo stato civile ed
anche qui una parte consistente dei clienti, il 71 %, � composto da non
coniugati (39,2 % celibi e 60,8 % nubili). I coniugati sono invece il
25,2 %.
Il grado d�istruzione � molto elevato. Il 56,3 % possiede un
diploma di scuola media superiore e il 30,8 % � laureato (Tavola 4).
Nella Tavola 5 sono riportate le informazioni riguardanti le attivit�
svolte dagli acquirenti. Il 42,1 % svolge un�attivit� lavorativa, a cui si
potrebbe aggiungere un 2,7 % di studenti-lavoratori. Solo il 4,8 % �
disoccupato.
TAVOLE E GRAFICI
Tavola 1 - Distribuzione degli acquirenti delle Botteghe del Mondo
della provincia di Bari, per sesso
VALORE ASSOLUTO VALORE PERCENTUALE
Maschi 138 37
Femmine 235 63
TOTALE 373 100,0
Grafico 1 - Distribuzione degli acquirenti delle Botteghe
del Mondo della provincia di Bari, per sesso
Maschi
37%
Femmine
63%
Maschi
Femmine
Tavola 2 - Distribuzione degli acquirenti delle Botteghe del
Mondo della provincia di Bari, per classe d'et�
VALORE
ASSOLUTO
VALORE
PERCENTUALE
CLASSE
D'ETA'
M F TOT. M F TOT.
Meno di 20
anni
7 15 22 1,9 4,0 5,9
Da 20 a 29
anni
68 114 182 18,2 30,6 48,8
Da 30 a 39
anni
34 50 84 9,1 13,4 22,5
Da 40 a 49
anni
20 23 43 5,3 6,2 11,5
Da 50 a 59
anni
4 19 23 1,1 5,1 6,2
Da 60 anni in
su
5 14 19 1,3 3,8 5,1
TOTALE 138 235 373 37,0 63,0 100,0
Grafico 2 - Distribuzione degli acquirenti delle Botteghe
del Mondo della provincia di Bari, per classe d'et�
5,9%
48,8%
22,5%
11,5%
6,2%
5,1%
Meno di 20 anni
Da 20 a 29 anni
Da 30 a 39 anni
Da 40 a 49 anni
Da 50 a 59 anni
Da 60 anni in su