INTRODUZIONE
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Di seguito si sono trattati i criteri di classificazione e, soprattutto, le forme
organizzative delle compagini alberghiere, con un ampio spazio dedicato alle catene
alberghiere.
Si sta, infatti, assistendo ad un’elevata tendenza delle imprese alberghiere ad
operare con più unità produttive, il che sta portando ad un consistente sviluppo delle
catene. Il governo congiunto di una pluralità di unità alberghiere consente di conseguire
notevoli vantaggi (economie di scala, personale più qualificato, sviluppo di maggiori
attività, effetti positivi sui mercati finanziari, minimizzazione del rischio, immagine
coerente ed unitaria ecc.) a fronte di minori problematiche, tipiche delle strutture più
articolate (burocratizzazione ed irrigidimento del processo decisionale).
In Italia si stanno sviluppando due categorie di catene: corporate e volontarie. Le
catene corporate sono gruppi alberghieri di proprietà di una o più famiglie o (se sono
quotate in borsa) con un numero elevato di azionisti; le principali che operano sul nostro
territorio sono Sheraton, Hilton, Accor, Jolly Hotels e Gruppo Forte. Le catene
volontarie sono gruppi di albergatori indipendenti (che cioè rimangono indipendenti
sotto il profilo della proprietà del capitale) i quali si associano per ottenere una serie di
vantaggi; le principali sono la Best Western, la Supranational hotels, la Space hotels, la
Golden tulip worldwide e la Charme and Relax.
La seconda parte della tesi è dedicata a quello che è l’obiettivo principale di questa
trattazione: le strategie localizzative ed espansive delle imprese alberghiere. Dopo
un’analisi della struttura, si passa, infatti, a studiare i criteri di localizzazione di tutte le
unità ricettive, in generale, e delle catene alberghiere, nello specifico, evidenziando le
loro strategie di crescita.
La propensione all’aggregazione ed al seguente aumento delle unità ricettive è
diventato, quindi, un imperativo per ogni impresa che abbia un minimo di ambizione.
Nel caso delle catene alberghiere la tendenza in atto è sicuramente quella di allargare lo
spazio geografico in cui operare, attraverso tre modalità essenziali di crescita:
acquisizione di altre catene, contratto di franchising e contratto di management.
INTRODUZIONE
3
Nell’ultima parte viene studiato uno dei più grossi Gruppi mondiali del settore
alberghiero, la Accor, della quale, dopo una breve presentazione, vengono esposti i
criteri di localizzazione, scelti da questa come principale strategia di espansione.
Accor, presente in 140 paesi con 147.000 collaboratori, è leader europeo e gruppo
mondiale nell’universo dei viaggi, del turismo e dei servizi con due grandi attività
internazionali: hotellerie e servizi alle imprese e agli enti pubblici.
Nel settore hotellerie è la seconda compagnia al mondo come numero di alberghi,
3.654, e prima come numero di camere, 415.769, dislocate in 84 paesi; presenta tutti i
segmenti di marca, dalle zero alle cinque stelle; ha, inoltre, diversi servizi quali casinò,
agenzie viaggi e ristorazione.
Di notevole importanza è anche il settore dei servizi che serve 13 milioni di
persone, in 31 paesi, utilizzando ogni giorno una vasta gamma di prestazione che va
dall’alimentazione alla finanza passando per servizi di assistenza ai lavoratori.
Il punto focale dell’analisi dell’Accor, che chiamare semplicemente catena
alberghiera non è corretto visto che, dati tutti i servizi offerti, si deve considerare a tutti
gli effetti un Gruppo, consiste nella disamina delle sue scelte strategiche.
Si darà, infatti, particolare risalto alla scelta dell’Accor di rivolgere l’offerta
alberghiera prevalentemente ad un clientela d’affari. Il Gruppo dopo più di vent’anni
d’esperienza, prima in Francia e poi in tutto il mondo, si è affacciata sul mercato
italiano con lo scopo principale di soddisfare la domanda turistica d’affari, con
l’ambizioso obiettivo di diventare nel giro di pochi anni il leader del turismo “business”.
Per raggiungere il suo scopo l’Accor ha usato, ed usa tuttora, le stesse strategie di
espansione che le hanno consentito di svilupparsi nel resto del mondo. Il concetto di
marchio ed i criteri di localizzazione assumono, quindi, un’importanza rilevante per il
Gruppo e di conseguenza saranno analizzati nei minimi particolari affinché si possa
meglio capire quanto e come queste strategie siano efficienti.
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
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CAPITOLO 1
IL SISTEMA TURISTICO
1.1. Considerazioni preliminari
I continui cambiamenti e una rapida variabilità dell’ambiente socio- economico,
l’innovazione tecnologica e la globalizzazione dei mercati provocano dei rilevanti
mutamenti nei contenuti e nelle metodologie di ricerca di economia dell’impresa.
In tale contesto, appaiono rilevanti le innovazioni realizzate dalle imprese di
produzione di servizi turistici per adeguare il sistema d’offerta ai mutevoli ed articolati
bisogni espressi dalla domanda.
Ciò che colpisce di più è proprio il profondo cambiamento della domanda,
provocato da una evoluzione del fenomeno turistico: nell’arco di un secolo quella che
era considerata un’attività di elitè, tipica delle classi più agiate, si è trasformata in un
fenomeno di massa.
Questi cambiamenti radicali non hanno riguardato soltanto la struttura del servizio
ricettivo, affiancando al pernottamento tutta una gamma di servizi complementari, ma
anche l’organizzazione stessa dell’offerta. Sono, inoltre, apparsi sul mercato nuovi
attori: gli intermediari, che hanno progressivamente ampliato la loro sfera di influenza,
fino ad assumere una posizione di assoluto rilievo.
Ciò premesso, si può affermare che le componenti fondamentali dell’impresa
turistica sono (G. Sancetta, 1995):
- risorse naturali e ambientali;
- beni culturali;
- sistema generale dei servizi;
- servizi erogati dalle imprese turistiche.
Quando si parla di servizi erogati dalle imprese pubbliche solitamente si fa
riferimento a quattro rami di attività (S. Madonna, 2001):
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
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1) i servizi destinati al consumo;
2) servizi collaterali di produzione;
3) area della finanza;
4) servizi pubblici.
Si può, quindi, costatare che l’industria turistica non appare come un settore
autonomo e definito bensì come un insieme di attività eterogenee a carattere
multisettoriale.
Da sottolineare, infine, l’estrema vulnerabilità del settore turistico, soggetto a
diversi agenti esterni che ne modificano facilmente la struttura. Basta pensare alla
profonda crisi vissuta, ed in parte ancora non superata, in questi ultimi anni dopo
l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre che, insieme alla guerra in Iraq, ha
provocato una fobia collettiva verso il terrorismo che, a tratti, ha paralizzato i flussi
turistici.
1.2. Azioni dei pubblici poteri nel sistema
La notevole rilevanza dei benefici socio-economici associati al fenomeno turistico
rende indispensabile un intervento regolatore dei pubblici poteri.
In tutti gli Stati, infatti, i pubblici poteri sono gli artefici di linee programmatiche
fondamentali dello sviluppo turistico dove affrontare problemi quali: adeguamento
dell’offerta a una domanda in continua evoluzione, interventi promozionali,
stabilizzazione della distribuzione temporale e spaziale della domanda turistica a scopo
di non danneggiare le risorse naturali.
E’ interesse, inoltre, dei pubblici poteri sostenere lo sviluppo del fenomeno turistico
poiché contribuisce all’accrescimento dei benefici socio-economici favorendo l’accesso
alle vacanze a strati sempre più ampi della popolazione e riflettendosi positivamente
sulla bilancia dei pagamenti, sul prodotto interno lordo, sull’occupazione e sulla
redistribuzione spaziale del reddito a favore delle zone più povere.
Compito principale dello Stato è quello di massimizzare la capacità di attrazione
delle principali aree turistiche influendo sulla tutela del paesaggio, sulla valorizzazione
del patrimonio artistico, sulla realizzazione di manifestazioni artistiche e culturali, sulla
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
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salvaguardia dell’ambiente naturale e sul sistema generale dei servizi. Fondamentale,
quindi, l’attività promozionale dei pubblici poteri, soprattutto in virtù del fatto che i
turisti scelgono dapprima la località o l’area nella quale trascorrere le vacanze e,
successivamente, gli impianti e i servizi turistici dei quali avvalersi nell’area prescelta.
E’ importante, però, far notare che la scelta della località di destinazione non
dipende solamente da fattori ambientali, bensì anche dall’offerta di servizi atti a
soddisfare le esigenze dei turisti. Le risorse naturali, artistiche e culturali rappresentano
sì la ragione primaria dello spostamento, ma se la dotazione di attrezzature turistiche
non è soddisfacente in termini di trasporto, alloggio, ristorazione e servizi
complementari, le spese eventualmente sostenute dalla collettività per il mantenimento
ambientale possono non produrre sui flussi turistici gli effetti desiderati.
Oltre a questo tipo d’interventi, l’azione dei pubblici poteri si estende anche alle
imprese turistiche e riguarda, in particolare, l’introduzione di meccanismi di
incentivazione, la misura del carico fiscale e la disciplina della loro attività.
In Italia, con la soppressione del Ministero del turismo avvenuta nel 1993 con
referendum abrogativo, si è accresciuta notevolmente l’importanza del ruolo svolto
dalle regioni nello sviluppo turistico anche se all’Amministrazione centrale è rimasta
una funzione di indirizzo e coordinamento dell’attività svolta a livello locale, per evitare
così di dare all’estero un’immagine molto confusa.
Resta, però, sempre la sensazione che l’Italia non sfrutti a pieno il suo potenziale:
secondo le stime dell’Unesco, nel nostro Paese, è concentrato il 40% del patrimonio
artistico, architettonico ed archeologico del Mondo. In sostanza, l’offerta turistica
italiana presenta delle peculiarità in termini di risorse ambientali, naturali e culturali che
le conferiscono una capacità potenziale di richiamo altissima. Tuttavia, data la scarsità
del livello qualitativo del sistema generale dei servizi e delle prestazioni erogate dalle
imprese turistiche, caratterizzate da un rapporto qualità-prezzo sfavorevole per i clienti,
l’attrazione esercitata nei confronti degli stranieri non è molto forte ed i movimenti
degli italiani verso l’estero sono consistenti (G. Sancetta, 1995).
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
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1.3. Domanda turistica
La domanda turistica è l’insieme dei beni e servizi richiesti dai viaggiatori. Il
contenuto della domanda è difficilmente delimitabile in quanto è funzione delle
esigenze e delle attese di ciascun turista.
Una conoscenza approfondita della domanda richiede, quindi, un’analisi dettagliata
volta a suddividerla in differenti segmenti in funzione delle motivazioni dello
spostamento, della tipologia di viaggio prescelta, della durata del soggiorno, della
provenienza dei viaggiatori e della capacità di reddito (G. Sancetta, 1995).
Lo studio della domanda turistica è utile per orientare le scelte degli imprenditori
esercenti attività economiche rientranti nell’ambito del sistema turistico e dello Stato
che potrebbe divenire il promotore dello sviluppo di alcune zone a spiccata vocazione
turistica.
A tal fine, è necessario raccogliere informazioni sulle attese ed esigenze manifestate
dai turisti tramite indagini di mercato. Le ricerche di mercato possono essere condotte
con strumenti e frequenze diverse in rapporto agli obiettivi che si vogliono raggiungere
ed alla disponibilità di mezzi finanziari. Tali ricerche possono essere di tipo qualitativo
e quantitativo.
Le ricerche di mercato che hanno per oggetto la domanda turistica possono essere
distinte in sondaggi nazionali e locali.
Le indagini della domanda turistica a livello nazionale sono, generalmente,
condotte suddividendo i movimenti turistici nazionali e stranieri poiché le metodologie
impiegate per studiarne le tendenze sono diverse.
Al contrario, nei sondaggi a carattere locale, che integrano le analisi e le stime della
domanda turistica condotte a livello nazionale, si prescinde dalla provenienza dei turisti
e le informazioni vengono colte congiuntamente per turisti nazionali e stranieri
attraverso interviste negli alberghi, nei luoghi dove il turista trascorre la propria attività
di vacanza ovvero in locali pubblici.
E’ opportuno, inoltre, osservare che le rilevazioni di dati sulla domanda turistica
debbano essere condotte principalmente da enti pubblici in quanto la onerosità e la
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
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difficoltà di reperire informazioni sui movimenti turistici nazionali e stranieri non
consentono alle piccole aziende turistiche di procedervi individualmente.
Per cercare di ordinare una materia tanto complessa e variegata, è opportuno, anche
per approfondire i tratti principali della domanda turistica, tentare di individuare le
componenti più evidenti:
1) domanda di servizi ricettivi e di ristorazione;
2) domanda di trasporti;
3) domanda di intermediazione turistica;
4) domanda di servizi di accesso,
5) domanda di servizi derivati (sportivi, culturali e di ricreazione);
6) domanda di beni e servizi di consumo.
La domanda di servizi ricettivi consiste nell’esigenza del viaggiatore di usufruire di
ospitalità e ristoro in luoghi diversi da quelli di abituale residenza.
La domanda di trasporti riguarda l’esigenza di raggiungere, nel minor tempo
possibile, nel modo più confortevole e con costi contenuti la località di destinazione.
La domanda di intermediazione è anch’essa legata ad una visione “moderna”
dell’esperienza turistica: tale funzione è svolta dai tour operators, dalle agenzie di
viaggio e da altri attori quali associazioni turistiche, enti specializzati e così via.
La domanda di servizi di accesso concerne l’accoglienza di “supporto”. Si tratta di
elementi non strutturali ma che semplificano l’ambientamento e la piena fruizione delle
potenzialità attrattive delle località.
La domanda di servizi derivati è connessa agli interessi che il turista intende
coltivare nella località che lo ospita.
La domanda dei beni e servizi di consumo difficilmente può essere circoscritta con
precisione: si tratta, infatti, di esigenze e bisogni legati all’ordinaria quotidianità, il cui
unico elemento distintivo è la particolare circostanza in cui sorgono.
1.3.1. Segmentazione della domanda
Per poter studiare appropriatamente le peculiarità del mercato turistico in un’ottica
economico-aziendale, è necessario procedere ad un’analisi dettagliata scomponendo la
domanda in diversi aggregati, come fatto in grandi linee nel paragrafo precedente. In
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
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altri termini, è indispensabile realizzare un processo di segmentazione del mercato che
consiste nella suddivisione della domanda in gruppi di clienti con le medesime esigenze
(G. Aiello, 1991).
Un’efficace segmentazione del mercato può essere effettuata secondo i seguenti
criteri (figure 1.1 e 1.2):
- socio-demografici (età, sesso, stato civile, livello di istruzione,
professione esercitata, religione, ecc);
- economici (livello del reddito, ecc);
- geografici (paesi, regioni, ecc);
- motivazionali (scopo del viaggio, frequenza, tipo di località
visitate);
- psicografici.
Un’altra impostazione propone, come criterio di segmentazione fondamentale per le
imprese turistiche, la motivazione dello spostamento.
Tale metodo di ripartizione della domanda può consentire di individuare differenze
considerevoli nel comportamento dei turisti che dipende, in larga misura, dalle ragioni
del viaggio.
Possiamo, dunque, individuare in relazione dello spostamento:
a) una domanda turistica d’affari;
b) una domanda turistica di svago;
c) una domanda turistica orientata a soddisfare altre esigenze (cura e
riposo, cultura, religione, eventi eccezionali).
La prima componente della domanda turistica è costituita dalle richieste di beni e
servizi di coloro che si spostano per lavoro. In quest’ambito si può operare una
successiva divisione che distingue il turismo d’affari in senso stretto da quello
congressuale.
La seconda, invece, è rappresentata dalla domanda di coloro che vogliono
trascorrere un periodo di vacanza in una zona diversa dalla propria dimora abituale per
appagare esigenze di divertimento.
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
10
Fig. 1.1 Criteri di segmentazione della domanda
Socio
demografici
Economici
Geografici
Motivazioni
Psicografici
Età
Sesso
Stato civile
Istruzione
Professione
Religione
Situazione
paese
Reddito
familiare
Priorità di
altri
bisogni
Paesi
Area
urbana
Piccoli
centri
Regioni
Scopo del
viaggio
Frequenza
viaggi
Tipo di
località
Criteri di
segmentazione
della domanda
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
11
Provenienza
Motivazione
Età
Reddito
Interesse
prevalente
Grado di
Programmazione
Fig 1.2 Possibile segmentazione del mercato turistico
Totale mercato
turistico
Nazionale
Estero
Affari Privato Affari
Privato
Anziani
Media età Giovani
Alto
Medio Basso
Mare Monti Arte Divertimenti
Tutto
compreso
Viaggio
+ albergo
Solo
albergo
Completamente
libero
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
12
L’ultima componente, infine, ha natura residuale ed è costituita, essenzialmente da
turismo culturale, religioso, salutistico oppure dipendente da eventi di carattere
eccezionale.
Tale articolata configurazione obbliga le imprese turistiche a conoscere
adeguatamente le ripartizioni della domanda turistica poiché, a seconda delle
circostanze, possono essere adottate strategie di marketing differenziato o concentrato.
Elemento che incide largamente sulla capacità di implementazione delle strategia di
marketing differenziato è l’ubicazione geografica dell’impianto turistico, argomento al
quale verrà data notevole importanza nei seguenti capitoli. Ci sono, infatti, località che
presentano caratteristiche tali da poter soddisfare le esigenze di svariati segmenti di
domanda ed altre che possono servire un solo segmento. Di conseguenza le aziende
debbono conoscere la suddivisione della domanda e debbono decidere quali gruppi di
clienti soddisfare in relazione alle loro richieste (G. Sancetta, 1995).
Un aspetto distintivo ulteriore, riscontrabile nel comportamento dei turisti in
rapporto alla motivazione dello spostamento, è la differente sensibilità alle variazioni
dei prezzi dei servizi turistici. In particolare, la domanda essenziale è piuttosto rigida in
corrispondenza di variazioni nei prezzi, mentre la domanda non essenziale, al contrario,
si presenta estremamente elastica.
Un’altra suddivisione, che influisce sensibilmente sulle scelte delle aziende
turistiche e, molto spesso, condiziona gli orientamenti degli enti pubblici deputati a
supportare l’offerta turistica, è tra turismo individuale e organizzato. Di solito, infatti, il
primo acquista i singoli servizi turistici primari (alloggio, ristorazione, trasporto e altri)
mentre il secondo acquista un pacchetto integrato di servizi, in grado di soddisfare le
principali esigenze avvertite nel corso del viaggio.
Un’ultima disaggregazione della domanda turistica può essere effettuata in
funzione del periodo di soggiorno. Con riferimento alla permanenza del turista nella
località di soggiorno, generalmente, si suole distinguere:
a) una domanda per periodi lunghi (superiore ai 15 giorni);
b) una domanda per periodi medi (compresi tra i 5 e i 15 giorni);
c) una domanda per periodi brevi (compresi tra i 2 e i 4 giorni);
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
13
d) una domanda itinerante (1 giorno).
1.3.2. Caratteristiche
Osservando l’andamento dei flussi si può sintetizzare che gli elementi che
maggiormente caratterizzano la domanda turistica sono (S. Madonna, 2001):
1) stagionalità;
2) instabilità.
La stagionalità o variabilità di breve periodo riguarda l’eterogenea distribuzione dei
flussi all’interno di un intervallo di tempo considerato.
La distribuzione della domanda avviene con varianza accentuata. In altre parole, si
osservano periodi con forte concentrazione che si alternano a fasi in cui le richieste sono
ben al di sotto della media.
Quando il fenomeno si manifesta su base annuale (concentrazione estiva o
invernale), si ha la stagionalità classica; qualora, invece, si riscontri su archi di tempo
ridotti (ad esempio la settimana), si parlerà di ”microstagionalità”.
E’ possibile, inoltre, registrare casi di doppia o tripla stagionalità, quando i periodi
modali, nella distribuzione delle presenze, fossero più di uno nell’arco di tempo
considerato. In altre parole, si parla di località pluristagionali qualora i periodi di
concentrazione della domanda tendano a ripetersi nell’unità di tempo osservata.
Alcune altre volte, la stagionalità classica si può sommare alla microstagionalità
con effetti che variano a seconda del tipo di sincronia che caratterizza i fenomeni.
Considerando le destinazioni turistiche per gruppi omogenei, è possibile elaborare
alcune considerazioni sull’andamento della domanda che le interessa:
- le località marittime registrano solitamente andamenti
monostagionali, con la concentrazione delle presenze nel periodo
estivo; nei periodi primaverili e autunnali presenze intense solo nel
fine settimana;
- le stazioni montane sono, in genere, caratterizzate da una
distribuzione delle presenze nel periodo invernale ed in quello
estivo; i week end sono sfruttati prevalentemente d’inverno, nel
periodo d’innevamento;
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
14
- le zone rurali sono frequentate con andamento omogeneo anche se
la primavera, l’autunno e il periodo natalizio sono maggiormente
preferiti dai turisti; gli afflusi del fine settimana sono equamente
distribuiti in tutto l’arco dell’anno;
- i centri urbani di affari risentono dell’andamento dell’attività
produttiva, riducendo le presenze nei periodi festivi; durante la
settimana concentrazione nei giorni feriali e deflusso a partire dal
venerdì;
- le città d’arte sono visitate soprattutto nella primavera e d’autunno,
mentre l’estate si attesta su livelli leggermente inferiori; elevate
presenze nei periodi festivi e durante la settimana.
Le considerazioni svolte a proposito della irregolare distribuzione temporale della
domanda sottolineano come le imprese turistiche debbano affrontare e risolvere il
problema della concentrazione delle richieste.
Per ovviare a questo disequilibrio, il management alberghiero da tempo sta
sperimentando soluzioni gestionali che tendano ad omogeneizzare, nei limiti del
possibile, l’andamento della domanda: si tratta delle cosiddette “politiche di
destagionalizzazione”. Parallelamente si cerca di operare limitando il grado di rigidità
delle unità produttive.
La seconda peculiarità individuata è l’instabilità della domanda: si tratta,
probabilmente, della caratteristica che si rivela più critica per gli operatori turistici.
Mentre la stagionalità può essere, in qualche modo, studiata e programmata, in
quanto regolata da motivazioni naturali ed istituzionali conosciute, l’instabilità è per sua
natura, improvvisa e difficilmente prevedibile.
Questa forma di variabilità non ciclica, può essere determinata da una molteplicità
di fattori, anche molto diversi tra loro, che influenzano la domanda tramite meccanismi
non sempre noti.
In questi casi, i flussi turistici variano e fluttuano per l’azione di variabili
normalmente esogene al sistema degli operatori turistici e difficilmente controllabili. In
tale situazione, è estremamente difficile effettuare delle previsioni attendibili
CAPITOLO 1 SISTEMA TURISTICO
15
sull’andamento dei flussi turistici prospettici e, quindi, non è possibile imputare precise
responsabilità ai dirigenti delle imprese turistiche per il mancato raggiungimento di
obiettivi preventivati.
Di volta in volta gli elementi causali si individuano nei mutamenti politici, negli
accadimenti bellici, nelle perturbazioni sul mercato dei cambi, nei fenomeni
meteorologici o ambientali. Esempio dell’instabilità del settore turistico, come all’inizio
di questo capitolo evidenziato, è l’attuale situazione nella quale, dopo l’attentato alle
Torri Gemelle dell’11 settembre, la guerra in Iraq e la polmonite atipica diffusasi
nell’Estremo Oriente, si sta verificando una forte diminuzione negli spostamenti,
soprattutto per la domanda turistica con fini di svago (turismo leisure).
I fattori di instabilità possono dividersi in primari e secondari. Qualora
intervengano a mutare direttamente le condizioni socio economiche dei potenziali
turisti, saranno di natura primaria. Quando, invece, riguardano la località di
destinazione, introducendo elementi di rischio o alternandone elementi di attrattiva, si
parlerà di fattori secondari.
Naturalmente non bisogna trascurare la dimensione temporale del fenomeno di
instabilità: potrà essere congiunturale, con riflessi limitati nel breve periodo, ma anche
stabile, se gli effetti si protraggono su un effetto temporale più esteso. Nel caso estremo
in cui gli eventi determino delle alterazioni permanenti, non sarà, invece, corretto
parlare di fattori di instabilità, in quanto la nuova condizione assume carattere ordinario.
1.3.3. Complessità
I due macrosegmenti che compongono la domanda sono, come sopra detto, il
turismo leisure e quello d’affari; all’interno di questi due aggregati è possibile
individuare una molteplicità di altri profili.
Negli ultimi anni si è assistito ad una notevole evoluzione nelle caratteristiche del
consumatore turistico: ciò ha, di fatto, reso più articolata e complessa l’opera di
segmentazione della domanda. In particolare la gamma delle motivazioni si è
considerevolmente approfondita, creando non poche difficoltà ai ricercatori. E’
possibile, comunque, individuare alcuni insiemi omogenei che rappresentano le
componenti più rilevanti del complesso mosaico di motivazioni dei due aggregati.