______________________________________________________________Prefazione________
VII
delle prime forme di espansione, non è ugualmente realizzabile in un’impresa
alberghiera, vincolata spesso da una rigidità logistico-strutturale. Le forme
aggregative permettono invece all’albergo di aumentare le proprie potenzialità ed
i propri margini, senza dover procedere ad una modifica sostanziale della
struttura.
Proprio per questo, e per il fatto che la formazione dei gruppi aziendali non
è più riservata a poche società multinazionali o di grandi dimensioni, con il
presente lavoro ho voluto analizzare le caratteristiche che contraddistinguono tale
particolare forma aggregativa, le modalità con cui si possono formare e le
differenti tipologie esistenti in base all’esame di diverse variabili. Ho descritto le
varie forze che spingono all’aggregazione e ho preso in esame anche le forze che
operano verso la disaggregazione di combinazioni economiche gestite
unitariamente, considerando che il gruppo è l’unica forma aggregativa che può
crearsi senza presupporre l’esistenza ex-ante delle unità economiche da cui è
costituito. Un’attenzione particolare è dedicata alle motivazioni per cui proprio la
forma a gruppo viene preferita alle altre, evidenziando i vantaggi e gli svantaggi
correlati alla scelta di questa struttura.
Sono quindi passato all’analisi dei caratteri dell’informazione prodotta dal
gruppo, individuando i soggetti ad essa interessati e lo strumento attraverso il
quale è resa disponibile per i destinatari: il Bilancio consolidato, cui è dedicata
interamente la seconda parte di questo lavoro. Ho preso in esame le diverse teorie
sul gruppo e sui metodi di consolidamento che sono state elaborate nel corso del
tempo dalla dottrina; benché non si identifichino completamente né con le
previsioni normative né con quelle professionali che regolano la materia, esse
rappresentano un importante riferimento per l’interpretazione di una realtà
complessa come quella dei gruppi. Quindi, ho presentato le fonti – non solo
normative – del Bilancio consolidato, prime fra tutte il D.Lgs.127/91, attuativo
della VII Direttiva CEE, rivolgendo l’attenzione anche al processo di
armonizzazione contabile in atto tra i diversi ordinamenti nazionali, a livello
europeo e internazionale, la cui realizzazione migliorerebbe di certo la chiarezza
sia per gli operatori che per gli stessi organi di vigilanza.
Una premessa necessaria riguarda la natura e l’utilità del Bilancio
consolidato, che è l’unico documento contabile che può rappresentare la reale
situazione patrimoniale-finanziaria ed il risultato economico di gruppo,
______________________________________________________________Prefazione________
VIII
permettendo una gestione più consapevole dell’intero complesso aziendale.
Accanto agli aspetti positivi, vengono messi in luce anche i suoi limiti, che vanno
ad incidere sui caratteri dell’informazione fornita e che derivano in parte dallo
stesso processo di redazione. I valori del Bilancio consolidato non consistono in
una semplice sommatoria delle poste dei singoli Bilanci d’esercizio delle unità
consolidate, ma sono il risultato di una serie di rettifiche, eliminazioni e
compensazioni, che comunque mettono in evidenza un risultato complessivo
“medio”. L’operazione descritta, non è l’unica e nemmeno la prima da compiere
per giungere alla redazione dei documenti di sintesi che compongono il Bilancio
di gruppo. Proprio per la complessità della procedura, ad ogni fase è stato
dedicato un capitolo della seconda parte.
Tutta l’analisi svolta in questo lavoro, trova concreta applicazione in un
caso aziendale, trattato nella terza parte. Ho avuto la possibilità di effettuare uno
stage presso l’Ufficio Amministrativo di Hotel Together S.p.A., un gruppo
aziendale che opera nel settore dell’ospitalità dal 1993 e che si presenta come
società di management e gestione alberghiera. È la dimostrazione lampante di
come questo tipo di aggregati sia un fenomeno recente nel comparto turistico e di
come “gruppo” non significhi solo grande dimensione, dato che HT è attualmente
composta da 8 società, ma ha già programmato una serie di acquisizioni, le quali,
se saranno rispettate le scadenze, porteranno il gruppo ad notevole aumento
dimensionale.
Durante il tirocinio ho partecipato al processo di redazione del Bilancio
consolidato HT 2001 affiancando il Direttore Amministrativo, nelle varie fasi
della procedura. La parte tabellare (Stato patrimoniale consolidato e Conto
economico consolidato) è riportata nella terza parte; non è stato possibile
completare la Nota integrativa, vista la durata limitata dello stage, ma ho
comunque evidenziato le informazioni principali che dagli schemi non possono
essere desunte ed inoltre, ho descritto analiticamente tutto il processo per
evidenziare il diverso significato che i valori di un Bilancio consolidato hanno
rispetto al Bilancio d’esercizio. A completamento, ho riportato anche la
riclassificazione dello Stato patrimoniale consolidato e del Conto economico
consolidato HT per il calcolo degli indici, evidenziando soprattutto le particolarità
che gli stessi assumono nell’ambito di un Bilancio di gruppo.
Molti vedono le cose così come sono e
si domandano il perché,
io sogno di cose che non sono mai state e
mi domando: perché no ?
G.B. Shaw
Parte Prima
I gruppi: una realtà emergente
2
1. CONCENTRAZIONI E AGGREGATI AZIENDALI
Ogni azienda è alla ricerca di migliori condizioni operative per
promuovere fattori di sviluppo e contrastare forze negative. Per questo ha una
tendenza naturale ad istituire delle relazioni economiche con le altre che operano
nello stesso ambiente, in modo da ottenere combinazioni più ampie ed efficaci di
quelle che da sola potrebbe attuare. Non si tratta solo di concentrazione di mezzi
produttivi, ma di rapporti di integrazione, collaborazione e mutuo sostegno in
forza di interessi comuni, che riguardano affari singoli, determinati gruppi di
operazioni o l’intera gestione.
Prende forma così, un insieme di attività economiche realizzate in una
logica unitaria dalle diverse aziende, collegate da legami stabili, la cui intensità
condiziona notevolmente la autonomia decisionale di ognuna, in particolare
quando ci troviamo di fronte ad un legame “forte” che non riguarda solamente un
semplice rapporto di scambio ovvero di acquisto e vendita. Questi molteplici
rapporti associativi, che caratterizzano notevolmente il mondo imprenditoriale
moderno, possono essere indicati con il generico termine di aggregati aziendali, e
differiscono di molto sia riguardo all’ampiezza e alla durata dei vincoli di
congiunzione, che agli scopi che si prefiggono e al tipo di legame unificatore. La
loro creazione o il loro scioglimento, inoltre, possono essere determinati da
diverse forze:
- forze di tipo economico, che rendono più conveniente l’aggregazione
(economie di scala, di scopo, di transazione) o la disaggregazione (la
distinzione dei rischi, il fabbisogno di differenziazione, l’ultracomplessità
organizzativa);
- motivazioni personali degli agenti decisionali, il cui orientamento al
dominio, o l’avversione alla pressione competitiva possono portare
all’aggregazione di attività economiche, mentre in direzione opposta opera
il loro orientamento all’indipendenza o la realizzazione di operazioni
speculative;
- caratteristiche di alcune istituzioni, che incidono notevolmente
sull’effettiva realizzazione e sui costi di operazioni di aggregazione o
disaggregazione. Ne sono un esempio la struttura del mercato dei capitali
_____________________________________1. CONCENTRAZIONI E AGGREGATI AZIENDALI________
3
e la normativa economica, il sistema dei trasporti e le reti di
comunicazione.
In base al configurarsi di diverse variabili (distinzione giuridica delle
aziende, unitarietà del soggetto economico, grado di formalizzazione delle
relazioni esistenti e intensità dei vincoli giuridici stabiliti tra le diverse
combinazioni economiche), le varie aggregazioni aziendali possono essere distinte
in quattro classi:
1. aggregati informali: hanno il solo requisito della distinzione giuridica
delle aziende che costituiscono l’aggregato;
2. aggregati formali: si caratterizzano per la mancanza di un soggetto
economico unitario, per la distinzione giuridica della pluralità delle
aziende e la formalizzazione dei legami;
3. gruppi economici: presentano un soggetto economico unico, la
formalizzazione dei legami tra le aziende e la distinzione giuridica delle
stesse;
4. aggregati intra-aziendali: hanno le stesse caratteristiche dei gruppi
economici, ma differiscono per l’unitarietà dal punto di vista giuridico che
li caratterizza.
1.1 Le aggregazioni informali
In particolare, riprendendo la classificazione data dal Passaponti
1
, le
aggregazioni informali sono quelle i cui legami non sono resi espliciti da strutture
convenzionali, amministrative o giuridiche, ma sorgono da rapporti che si
instaurano tra le varie combinazioni produttive. In altre parole l’unione tra le varie
aziende deriva da negozi contrattuali non specifici, cioè che non hanno come
oggetto la costituzione di un aggregato ma che si determinano, ad esempio, in
seguito a decentramento produttivo di un’azienda di grandi dimensioni o riguardo
ad un finanziamento di entità rilevante o anche tramite la stipula di un contratto,
che però ha come oggetto uno scambio di natura produttiva o finanziaria (e non il
collegamento tra unità produttive).
1
Si veda al riguardo: PASSAPONTI B., I gruppi e le altre aggregazioni aziendali, Giuffrè,
Milano, 1994, p.16 e segg.
_____________________________________1. CONCENTRAZIONI E AGGREGATI AZIENDALI________
4
Fanno parte di questa categoria:
- i collegamenti su base produttiva o finanziaria;
- i collegamenti su base personale;
- i gentlemen’s agreement.
Tutti, anche se possono unire le aziende per l’intera gestione, presentano
un alto grado di precarietà, poiché se viene a mancare il vincolo su cui si basano,
la relazione cessa di esistere.
1.2 Le aggregazioni formali
Le aggregazioni formali, a loro volta si distinguono a seconda che abbiano
base contrattuale o base patrimoniale.
Nella prima fattispecie si trovano quei rapporti associativi derivanti da un
negozio contrattuale specifico, che nasce comunque dalla volontà delle parti, le
quali determinano una struttura convenzionale che serve a dare maggiore
sicurezza al rapporto e a delineare in maniera più decisa il suo contenuto. La
volontarietà che caratterizza tali legami, infatti, implica l’esistenza di un
vantaggio in capo ad ogni contraente, senza il quale nessuno sarebbe stato indotto
a vincolarsi. L’impegno che ogni parte si assume non è standard ma può
estendersi dalle operazioni di acquisto e vendita da realizzare in comune allo
svolgimento congiunto di tutta la gestione, anche se è sempre previsto un termine
di scadenza diretto o indiretto. Si hanno due tipi di convenzioni: quelle che danno
vita ad aggregazioni a carattere particolare, in cui sono eliminati i rapporti
concorrenziali tra le aziende esclusivamente rispetto alle materie individuate, e
quelle che determinano aggregazioni a carattere generale, in cui viene eliminato
qualsiasi rapporto competitivo precedentemente in essere. L’azienda, però non
viene privata né della sua autonomia giuridica, né di quella economica, neanche
quando il legame è talmente forte da coinvolgere l’intera attività. In questo tipo di
aggregazioni rientrano:
- i contratti di affitto di azienda
- i contratti di dominio;
- le associazioni in partecipazione;
- i cartelli e i consorzi;
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5
- il Gruppo Europeo di Interesse Economico – GEIE;
- le associazioni temporanee tra imprese;
- le joint-venture contrattuali – Contractual joint-venture;
- le unioni volontarie e i gruppi di acquisto;
- il franchising.
I motivi per cui si creano questi rapporti sono molto vari, e tra i tanti si
possono citare: acquisti di materie o fattori di difficile reperimento, svolgimento
sincronizzato di certe fasi di lavorazione, sviluppo in comune di attività di ricerca,
promozione e pubblicità per il sostegno di determinati prodotti, aggregazione di
risorse produttive, conseguimento di un obiettivo, limitazione e disciplina della
concorrenza, creazione di un’organizzazione comune per operare insieme e
risolvere determinati problemi dei partecipanti.
Le aggregazioni formali su base patrimoniale, individuate in precedenza
come gruppi economici, realizzano la coesione massima tra le imprese, poiché la
congiunzione tra le aziende è rappresentata da partecipazioni di capitale (Equity
Agreement). Hanno «un contenuto più profondo ed intenso rispetto [allo schema
associativo] su base contrattuale perché, soprattutto nei gruppi, il legame riguarda
l’intera attività aziendale ed ha normalmente carattere permanente»
2
. La non
temporaneità deriva, comunque, dalle caratteristiche delle partecipazioni che
devono essere di controllo o di comando. Queste ultime non sono costituite
necessariamente dalla totalità delle azioni o quote o dalla maggioranza assoluta,
ma corrispondono alla maggioranza di fatto in assemblea e non rappresentano
«semplici investimenti a carattere del tutto contingente»
3
, ma danno la possibilità
di influire sugli indirizzi di fondo della gestione delle partecipate.
Il raccordo tramite partecipazioni di controllo può avvenire per le aziende
con gestioni affini, che quindi operano in uno stesso settore, e in questo caso
l’aggregazione si presenta più compatta, oppure il vincolo patrimoniale può
riguardare aziende di settori completamente diversi, in cui non esistono legami
operativi tra le combinazioni produttive. In ogni caso, ognuna mantiene la propria
autonomia giuridica, mentre dal punto di vista economico le diverse aziende si
2
Cfr. MANCINI D., L’azienda nella “rete di imprese” – La prospettiva del controllo relazionale,
Giuffrè, Milano, 1999.
3
Cfr. PASSAPONTI B., op. cit., p.57.
_____________________________________1. CONCENTRAZIONI E AGGREGATI AZIENDALI________
6
presentano come un unico complesso, vale a dire che sono rette da un unico
soggetto economico. Rientrano in questo tipo di aggregazioni:
- I trust;
- I konzern;
- I gruppi
4
.
In particolare, quest’ultimo tipo di aggregazione è l’espressione della
massima concentrazione aziendale intesa in senso stretto , che si ha «quando due
o più imprese si combinano tra loro in modo da costituire un’unica entità
economica, gestita unitariamente»
5
. Questa concezione, coincide con il contenuto
dell’art.5 della L.10 ottobre 1990, n.287 (Norme per la tutela della concorrenza e
del mercato), che comprende anche la fusione per incorporazione o unione.
1.3 Cause e finalità delle concentrazioni aziendali
Il fenomeno delle concentrazioni viene studiato in relazione alle cause che
lo determinano, e alle finalità che si vogliono conseguire.
Le cause o fattori che originano le concentrazioni possono essere:
- extra-aziendali: costituiti dalle relazioni che il sistema azienda intrattiene
con l’esterno (con i concorrenti, i clienti, i fornitori, le istituzioni
politiche);
- interni: legati all’ottimale utilizzo dei fattori produttivi, e che riguardano
problematiche economico-organizzative.
Le finalità si ripartiscono in specifiche (o immediate) ed ultime (o
mediate). Le prime sono molteplici e vanno dalla diminuzione dei costi al
sostenimento o miglioramento dei prezzi di vendita, dall’integrazione industriale
alla specializzazione in una o più produzioni, dalla limitazione dei rischi,
all’acquisto del controllo di un’impresa o alla liquidazione delle partecipazioni.
4
Si tratta dei “gruppi aziendali” detti anche “gruppi di imprese” o più raramente “gruppi di
società”, termini in questo contesto spesso usati indistintamente seppure l’economia aziendale ha
evidenziato le differenze formali e sostanziali tra azienda, impresa e società. Si veda ZATTONI
A., Economia e governo dei gruppi aziendali, Egea, Milano, 2000, p.18.
5
Cfr. SARCONE S., I gruppi aziendali – strutture e bilanci consolidati, Giappichelli, Torino,
1999, p.8.
_____________________________________1. CONCENTRAZIONI E AGGREGATI AZIENDALI________
7
Le finalità ultime possono distinguersi in:
- speculative: sono operazioni con cui si vogliono conseguire
esclusivamente vantaggi finanziari (conferimenti o fusioni di aziende e
conseguente emissione di azioni delle quali viene gonfiato
artificiosamente il valore di scambio e che vengono successivamente
vendute, operazioni di leveraged buy out ecc.);
- manageriali: rispondono a motivazioni del top management che punta,
con l’aumento delle dimensioni conseguente all’aggregazione, ad avere
una maggiore influenza sull’intera concentrazione;
- economiche: sono concentrazioni per conseguire, mantenere o ristabilire
l’economicità delle imprese coinvolte, economicità che può intendersi
come aziendale o super-aziendale. Quest’ultima si distingue in:
economicità dentro al gruppo o in funzione del gruppo. Si rientra nel
primo caso quando l’azienda raggiunge l’equilibrio reddituale poiché non
opera da sola, ma riesce ad essere autosufficiente solo all’interno del
gruppo, svolgendo una particolare funzione tecnica, amministrativa
(specialmente il servizio di contabilità), commerciale, o sia la fornitrice di
un prodotto che possa essere venduto solo all’interno del gruppo. Si parla,
invece di economicità in funzione del gruppo quando l’equilibrio
reddituale non viene raggiunto autonomamente, ma l’azienda resta in vita
in quanto funzionale per le altre aziende del gruppo stesso, in termini di
vantaggi e opportunità (formazione del personale, promozione). Vengono
mantenute anche le aziende che sono in perdita, che viene considerata
come costo per il gruppo per il raggiungimento dell’equilibrio economico.
Ciò dimostra come venga meno il peso delle aziende singolarmente
considerate e assuma rilevanza l’insieme da esse costituito, per il quale
valgono le condizioni di equilibrio aziendale. La creazione e lo sviluppo
di un gruppo, quindi, dipende dalla convenienza economica delle sole
imprese che lo hanno costituito e ne hanno assunto la guida come
soggetto economico.
Nel settore turistico si sta passando da una logica di micro-competitività,
basata sullo sfruttamento passivo della domanda, ad una logica orientata alla
_____________________________________1. CONCENTRAZIONI E AGGREGATI AZIENDALI________
8
ricerca dell’impegno congiunto tra le diverse imprese, in modo che ognuna
migliori la propria posizione competitiva, organizzando risorse e competenze che
non provengano esclusivamente dal proprio interno. Quindi le relazioni
cooperative coesistono con quelle competitive, sviluppando attività gestibili in
modo congiunto e che possono collocarsi a diversi stadi della catena del valore
dell’azienda alberghiera. Questo avvicinamento ad altre imprese appartenenti
all’industria turistica è determinato da diversi motivi generici (tecnici,
commerciali e finanziari) e specifici.
Le motivazioni tecniche possono riassumersi nella razionalizzazione dei
metodi di produzione, nell’ottenimento di una produttività più elevata grazie al
conseguimento delle economie di scala, nel riuscire ad acquisire attrezzature più
efficienti (convenienti solo dopo aver raggiunto un certo volume d’affari) e nel
miglioramento delle attività di ricerca e sviluppo.
Il continuo intensificarsi della concorrenza e l’allargamento dei mercati
impongono all’impresa alberghiera il miglioramento del prodotto offerto, e la
capacità di acquisire informazioni relative ai mercati e alla clientela. Questi motivi
commerciali spingono verso l’aggregazione, perché raggiungibili difficilmente in
modo isolato da ogni impresa. Lo stesso si può dire per la gestione finanziaria,
che vede nell’aggregazione la possibilità di aumentare i mezzi finanziari e una
maggiore capacità di negoziazione delle condizioni d’acquisto.
Tra gli obiettivi specifici, invece, rientrano:
- l’aumento di capacità ricettiva e un suo migliore sfruttamento, in caso di
un eccesso di domanda delle altre imprese con cui si collabora,
localmente, ma anche a più ampio raggio;
- la destagionalizzazione della domanda e la stabilizzazione del tasso di
occupazione;
- l’allargamento del prodotto alberghiero, che risulta di per sé un insieme
di servizi, a cui vengono aggiunti componenti complementari dovuti ai
rapporti associativi;
- la creazione di un database di clienti e l’inserimento in reti di
comunicazione e di informazione di livello nazionale e internazionale.
2. I GRUPPI AZIENDALI: MODALITÀ DI FORMAZIONE E
TIPOLOGIE
2.1 Le caratteristiche distintive
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2.1.1 La comunanza del soggetto economico
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