Introduzione
PARTE PRIMA. LE OPERE GIOVANILI DI ROTTURA.
Introduzione.
La prima fase della carriera letteraria di Catherine Breillat
coincide con le opere pubblicate tra il 1968 e il 1971, ovvero i due
romanzi L’homme facile (1968) e Le Silence, après…(1970) e la
raccolta di teatro in versi intitolata Les Vêtements de Mer (1971); visto
che l’autrice, in quegli anni, era poco più che adolescente, è molto
interessante indagare come la scrittura sia diventata per lei un
importante mezzo di comunicazione.
Affermando che “pour moi l’écriture est poésie”
2
, la scrittrice
lascia intendere che l’essenza della sua scrittura è imprescindibile dal
legame con la poesia, il genere che più l’ha affascinata nel suo
percorso letterario.
L’amore per la scrittura è nato come un bisogno di fuga e di
libertà dalla famiglia, che l’aveva costretta a trascorrere gli anni della
pubertà rinchiusa in un ambiente puritano e, per questo, poco incline
alla modernità. Un grido spontaneo e naturale come quello emesso da
un neonato nel suo primo istante di vita, la prima parola di un
bambino che si avvia a formare la propria personalità: si racchiudono
in queste immagini i motivi che hanno spinto la giovane Catherine ad
impugnare per la prima volta la penna e a riempire di parole una
pagina bianca.
Il suo lavoro nasce in modo spontaneo e naturale, quasi
istintivo perché, scrivendo, desidera scavare profondamente dentro di
sé per confessare segreti e sensazioni altrimenti impossibili da
esprimere; infatti, davanti ad un foglio bianco o ad una pagina di
computer attende che le parole giungano alla sua mente senza alcuna
forzatura, evitando di pensare prima al tema da affrontare e alla forma
migliore in cui concretizzarlo e rifiutandosi di costruire frasi o concetti
in modo troppo artificiale e razionale.
Partendo da questi presupposti, si intuisce facilmente come il
primo contatto diretto di Catherine con la letteratura abbia prodotto
opere per molti aspetti innovative, come specchio di un disagio
personale difficile da colmare e di un profondo desiderio di rompere
gli schemi, dopo averli dovuti subire negli anni trascorsi a Niort.
Per quanto riguarda i due romanzi d’esordio, la loro originalità
riguarda tanto il soggetto quanto la forma attraverso cui la scrittrice dà
voce alle sue riflessioni; infatti, sia L’homme facile che Le Silence,
2
Questa informazione è stata raccolta nel corso di una conversazione telefonica tra me e la scrittrice
avvenuta il 24 maggio 2002.
Introduzione
après…, mettono in primo piano un tema “non così favorito dal
mondo della scrittura
3
come l’analisi della sessualità femminile e
l’importanza dell’erotismo e della passione nella vita di una donna. A
questo, si aggiunge la scelta di uno stile narrativo piuttosto originale,
basato su frequenti giochi di parole, interruzioni di riga e accostamenti
metaforici azzardati, a cui si aggiungono espliciti riferimenti ad
immagini sessuali; tutto ciò fa sì che la Breillat venga considerata “più
che romanziera, […] poeta. Soprattutto la Breillat a vent’anni”
4
.
Per quanto riguarda Les Vêtements de Mer, l’intento della
scrittrice di rovesciare i canoni stilistici e narrativi diventa ancora più
evidente, in quanto l’opera, , presentandosi come una raccolta di
poesie e pièces in versi che spaziano dalla tragedia classica a
rappresentazioni più frivole e divertite, mescola generi letterari
diversi.
All’inizio della sua carriera, la Breillat cerca di osare il più
possibile non soltanto per scandalizzare l’opinione pubblica e
assicurarsi la sua attenzione
5
, ma anche per irrompere con violenza nel
panorama letterario dell’epoca con un tema difficile come l’amore
fisico.
3
L.MOULLET, op.cit., p. 78
4
Ibid., p. 80
5
Malgrado i tentativi di entrare a far parte del mondo della letteratura francese, la scrittrice ammette che
le riviste letterarie più prestigiose degli anni Settanta non si sono quasi mai interessate alle sue prime
opere; a questa delusione, si aggiunge quella di non aver mai trovato un produttore teatrale disposto a
rappresentare une delle pièces contenute in Les Vêtements de Mer.
Introduzione
PARTE SECONDA. DAL ROMANZO INTIMISTA ALLA
PORNOCRAZIA.
Introduzione.
Mentre la prima parte della carriera letteraria di Catherine
Breillat può considerarsi concentrata nelle opere giovanili, come
L'Homme facile e Les Vêtements de Mer, scritte nei primi anni
Settanta, i romanzi successivi coprono il ventennio che va dal 1979,
anno della pubblicazione di Tapage Nocturne, al 2001, anno in cui è
uscito il suo ultimo lavoro, intitolato Pornocratie
6
. Rispetto alle prime
esperienze, si nota il passaggio di un lasso di tempo maggiore tra un
romanzo e l’altro, giustificato dal suo impegno sempre più importante
nel mondo del cinema, in qualità di regista.
Anche negli argomenti affrontati e nei generi risulta evidente
una maggiore varietà, in quanto si spazia da un romanzo intimista e
dalle atmosfere quasi claustrofobiche come Tapage Nocturne a uno
poliziesco come Police che, peraltro, resterà l’unico esempio di
letteratura di genere nella sua produzione narrativa. Il fatto che
entrambi questi romanzi siano stati concepiti per essere poi trasposti al
cinema
7
conferma, da un lato, la necessità di sperimentare tematiche
sempre diverse per non creare un’eccessiva ripetitività e, dall’altro,
sottolinea l’importanza del cinema nella vita di Catherine. Il
compromesso che le permette di coniugare le due carriere, portandola
ad effettuare qualche cambiamento stilistico rispetto alle opere
giovanili, non le impedisce però di continuare un discorso incentrato
sull’analisi delle problematiche legate alla sessualità femminile e al
difficile rapporto tra i sessi: ad esempio, è per questo che, anche in un
romanzo poliziesco come Police, non manca lo sviluppo di una storia
di passione ed erotismo tra i due protagonisti.
Dopo 36 fillette, trascorrono più di dieci anni in cui la Breillat
tralascia completamente la scrittura, tanto che l’opera che segna il suo
ritorno risale al 2000: si tratta di Le Livre du plaisir, una sorta di
antologia di testi erotici che hanno contribuito alla formazione
culturale dell’autrice e che vengono suddivisi in una serie di capitoli,
ognuno dei quali è dedicato ad un tema riguardante la sessualità.
Riferendosi ai vari tipi di piacere raggiungibili attraverso il sesso, la
Breillat riunisce una grande varietà di autori molto diversi tra loro,
6
Di questo periodo, fanno parte anche due romanzi dedicati al tema dell’adolescenza, Une vraie jeune
fille (1974) e 36 fillette (1988), che saranno analizzati in modo specifico nella terza parte della tesi.
7
Entrambi hanno infatti la loro origine nella scrittura cinematografica, in quanto sono stati concepiti
inizialmente come sceneggiature.
Introduzione
come Jean Genet, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Tennessee
Williams fino ad arrivare a Virginie Despentes e Michel
Houellebecq
8
.
Ce livre je l’ai fait comme un rêve éveillé pour ceux qui,
comme moi, se laisseront guider, glisser d’émois en mots dans les
catacombes du plaisir.
Je ne l’ai pas fait, je l’ai commis.
Tout ce qui est écrit dans ce livre appartient à ma vie intime. Lectrice,
ces pages se sont emparées de moi, je n’étais plus dans mon état
normal.
Vous comprendrez alors que ce livre est le mien, conçu comme un
collage. Des pages écrites qui se sont confondues en moi jusqu’à faire
partie de moi-même. (LDP, p. 9)
Malgrado l’interesse che un’opera del genere può suscitare, il
fatto che non sia una creazione originale dell’autrice, ma frutto di una
composizione di testi scritti da altri, fa rimandare ancora il vero
ritorno della Breillat al romanzo, che giunge nel 2001, anno dell’uscita
di Pornocratie, un’opera che ha fatto discutere per il tema trattato,
ovvero la decisione di una donna di pagare un omosessuale per
obbligarlo ad osservarla nei suoi gesti più intimi e privati. Pornocratie
non smentisce comunque il rapporto ormai intrinseco ed inscindibile
tra letteratura e cinema nella produzione di Catherine Breillat: infatti,
è in corso la realizzazione dell’omonimo film, che verrà
probabilmente presentato in anteprima al Festival di Cannes 2003
9
.
8
La prima è autrice del romanzo Baise-moi (1996, tr.it. Edizioni Giulio Einaudi, 1999) e regista del film
omonimo, mentre Houellebecq ha ottenuto successo soprattutto con il romanzo Plateforme (Flammarion,
2001)
9
Nel mese di febbraio 2003, il film è ancora in fase di post-produzione, dato che la regista è
costantemente impegnata in sala di montaggio. Questa informazione è stata raccolta nel corso di una
conversazione telefonica tra me e la stessa Breillat, avvenuta il 10/02/2003.
Introduzione
PARTE TERZA. IL TEMA DELL’ADOLESCENZA TRA
NARRATIVA E CINEMA.
L’importanza dell’adolescenza nell’opera di Catherine Breillat.
Nel corso della sua carriera, Catherine Breillat ha dedicato
notevole spazio al tema dell’adolescenza femminile e del disagio di
un’età in cui emergono la difficoltà di accettare i cambiamenti del
proprio corpo e l’affermarsi di una sessualità più complessa. Dal
punto di vista letterario, i romanzi che trattano questo soggetto sono
Le Soupirail del 1974, ripubblicato nel 2000 con il titolo Une vraie
jeune fille, e 36 fillette del 1987, entrambi portati al cinema dalla
stessa Breillat. Il cinema ha accolto anche l’ultimo tassello di quella
che può essere considerata una trilogia quando, nel 2001, la regista ha
presentato il film À ma soœur!, sguardo delicato sulla perdita della
verginità e sul rapporto simbiotico tra due sorelle.
Le ragioni per cui questo tema è diventato quasi una costante
nell’opera della Breillat vertono sulla profonda convinzione che
l’atteggiamento di una donna nei confronti del proprio corpo e della
sessualità in generale abbia le sue basi proprio nel periodo
adolescenziale. Per la complessità delle reazioni nei confronti della
famiglia, dell’altro sesso e dei cambiamenti più intimi del corpo,
l’autrice considera la figura della ragazzina quasi mitica e al di sopra
di qualsiasi imposizione sociale o mentale; in essa, vede “toute
l’illusion et tout le rêve chimerique du monde
10
, come se il segreto di
ogni donna fosse da ricercare nella fase adolescenziale.
Uno degli aspetti più problematici è il rapporto
dell’adolescente con il proprio corpo, che diventa estremamente
conflittuale in quanto sospeso tra ostentazione e rifiuto, desiderio e
vergogna; di solito, l’autrice mette in evidenza la difficoltà della
protagonista ad accettare lo sviluppo dei propri organi sessuali, il
timore che gli sguardi amichevoli di persone conosciute si trasformino
in sguardi sessuali, provocatori e interessati.
Parallelo a questo problema, che viene vissuto con nervosismo e
ritrosia, risulta l’inevitabile e sconvolgente bisogno di approfondire la
conoscenza fisica di se stessi, la curiosità per alcune parti del corpo da
cui si trae un piacere sconosciuto e, forse, peccaminoso.
10
Questa citazione è tratta da una dichiarazione di Catherine Breillat pubblicata sul sito Internet
www.ifrance.com/websith/Cine/catherine_breillat.htm
Introduzione
Le rêve de la jeune fille c’est de ne plus l’être, celui de l’homme
qu’elle ait une mémoire de putain. […] C’est en tant que jeune fille
que le sentiment d’opprobre de soi-même peut atteindre son
maximum. L’hymen est une tentative d’infibulation complètement
ratée. (LDP, p. 88)
11
In questa dicotomia di reazioni e sentimenti, risiede
l’attaccamento della fanciulla alle regole e alle costrizioni imposte
dalla chiusura mentale di una famiglia che nega il processo di crescita
e tenta di reprimere la volontà di mostrare un corpo adulto
imprigionato nella personalità comunque fragile di una ragazzina.
Visto che la Breillat è convinta che le influenze sociali in grado di
annientare l’individualità di una donna adulta derivino da proibizioni
subite all’interno della propria famiglia nel periodo della fanciullezza,
è nella cosiddetta“trilogia dell’adolescenza” che si riscontrano i
riferimenti più dettagliati al contesto sociale, all’ambiente in cui
avviene la crescita del personaggio e al rapporto con i genitori. Delle
tre opere, quella che si sofferma maggiormente su queste tematiche
risulta essere Une vraie jeune fille perché la giovanissima età della
protagonista, che frequenta ancora il “collège”, la rende più
vulnerabile all’influenza e alle restrizioni imposte dai genitori.
Il periodo della pubertà diventa ancora più cruciale quando la
scoperta della propria sessualità lascia progressivamente posto
all’ossessione e alla curiosità per il corpo maschile, considerato ancora
una realtà sconosciuta e misteriosa.
La sfrontatezza di quest’ultima fase adolescenziale viene
affrontata soprattutto in 36 fillette, il secondo romanzo della trilogia,
in cui l’ebbrezza per le prime fantasie erotiche che sconvolgevano la
piccola Alice in Une vraie jeune fille si trasformano nella ricerca della
prima esperienza sessuale da parte della quattordicenne Lili. Per lei
non conta più l’accettazione del proprio corpo, ma diviene essenziale
mostrarsi per sedurre, offrirsi allo sguardo altrui per accendere il
desiderio carnale di un uomo.
Oltre alla scoperta del sesso, nelle adolescenti della Breillat è
racchiuso anche l’aspetto forse più importante e complesso della
personalità femminile, ovvero la ricerca del primo amore, di un
sentimento che può restare puro solo nel breve periodo della pubertà,
in quanto l’età adulta lo sottomette a troppe varianti caricandolo
spesso di cinismo e di superficialità; non a caso, alcuni personaggi
femminili creati dall’autrice, come Solange in Tapage Nocturne, pur
essendo adulti da un punto di vista biologico, sviluppano un
11
Un’ulteriore conferma dell’importanza accordata dall’autrice a questo tema è il fatto che ritorni a
parlare di adolescenza in uno dei capitoli di Le livre du plaisir, intitolato “Du plaisir et des vierges”.
Introduzione
atteggiamento tipicamente adolescenziale ricercando con affanno, ma
senza risultato, l’innocenza di un amore che sembra ormai
irraggiungibile.
La société veut que les gens soient adultes. Mais on reste
éternellement adolescent, on ne change pas. C’est à la fois merveilleux
et pathétique
12
.
La ricerca di un sentimento esclusivo e tangibile, che coincide
con un tortuoso percorso iniziatico, diventa ancora più ardua quando
all’ingenuità e alla verità interiore della fanciulla fanno da contraltare
l’egoismo e il calcolo di uomini che approfittano della sua
inesperienza per ottenere il loro piacere. La chiave di volta per
comprendere meglio l’analisi della sessualità femminile proposta
dall’autrice risiede nell’impossibilità di realizzare il sogno d’amore
nella fase adolescenziale, nel fallimento di una ricerca che produrrà
effetti anche sull’atteggiamento della donna adulta verso l’altro sesso:
infatti, le esperienze sessuali delle protagoniste di Une vraie jeune
fille, 36 fillette e À ma soœur! si scontrano con la negazione della loro
individualità da parte degli uomini che reagiscono annientando le loro
speranze di romanticismo, i loro sogni di bambine.
12
S.GOUDET, C.VASSÉ, Catherine Breillat. Une âme à deux corps, “Positif”, n°481, 2001, p. 26
Introduzione
PARTE QUARTA. ELEMENTI DEL CINEMA DI CATHERINE
BREILLAT.
Introduzione al cinema di Catherine Breillat.
Nonostante una carriera letteraria piuttosto intensa e composta
da dieci romanzi pubblicati nell’arco di un trentennio, il nome di
Catherine Breillat continua ad essere associato soprattutto ad un modo
di fare cinema che coniuga provocazione e riflessione. Iniziato in
sordina nel 1976 col film Une vraie jeune fille, tratto dal suo romanzo
Le soupirail, il cammino della Breillat nel mondo del cinema non ha
mai prodotto grandi successi né di pubblico né di critica
13
, a causa
della sua predilezione per le varie sfaccettature di una stessa tematica,
quella della rappresentazione esplicita della sessualità femminile e
delle problematiche del rapporto tra i sessi.
In linea con le sue tendenze narrative, la regista ha diretto
soprattutto film tratti da suoi romanzi o sceneggiature, come nel caso
di Tapage Nocturne e 36 fillette (1988), anche se non sono mancati
esperimenti più originali come il poliziesco Sale comme un ange, del
1990, e Parfait amour! (1995)
14
, messa in scena di una storia d’amore
sospesa tra erotismo e tragedia. La svolta per la Catherine Breillat
cineasta avviene nel 1999, quando l’uscita di Romance provoca
scalpore in ambito internazionale, a causa di una scena di sesso non
simulato tra due attori; questo elemento di rottura con il cinema
tradizionale accende un interesse inaspettato nei confronti di una
regista già abituata ad un tema così disturbante, ma per la critica e il
pubblico Romance diventa il punto di partenza per una scoperta, forse
in parte voyeuristica, del cinema della Breillat. I successivi film, da À
ma sœur! (2000) fino a Sex is comedy (2002) sono stati oggetto di una
rivalutazione da parte di una critica attenta non solo all’intento
provocatorio della regista, ma soprattutto all’importanza comunicativa
di un cinema intimista nella semplicità della messa in scena e della
cornice scenica
15
, ma universale nella scelta esplicita di un soggetto
tenuto, forse, troppo a lungo ai margini della settima arte.
13
Ad esempio, Tapage Nocturne (1979) è stato snobbato dal pubblico e duramente attaccato dalla critica.
Per ulteriori informazioni, rimando al primo capitolo della seconda parte della tesi.
14
Per informazioni sulle vicende di questi film, si può consultare il capitolo successivo.
15
Cfr. L. BARISONE, B. FORNARA, A. SIGNORELLI (a cura di), op. cit., p. 13. “La messa in scena
buñueliana di Une vraie jeune fille, l’aspetto sfasato, marginale, dei personaggi di Tapage Nocturne […]
hanno lasciato il posto nei film successivi a una realtà più comune: dal camping alla discoteca, passando
attraverso il commissariato e i bar arabi.”. Le ambientazioni della Breillat non si discostano mai da una
realtà comune, ma descritta in modo superficiale, a dimostrazione di come il contenuto sociale e
geografico occupi una posizione di secondo piano rispetto all’analisi psicologica dei personaggi.
Introduzione
[…] il cinema della Breillat è salubremente scandaloso: esso racconta
come, all’insaputa dei personaggi stessi, sopraggiunga un sentimento
dimenticato, la passione, nella sua bellezza, nella sua verità, nella sua
forza e nella sua impossibilità. La sua storia si svolge davanti a noi
nella sua intensità istantanea, senza mistificazioni e soprattutto senza
promettere alcuna Salvezza
16
. Solo una vertigine nasce dalle
profondità che attesta che si è sempre vivi, talvolta fino a morirne. La
sua cattura e la sua restituzione sullo schermo giungono a ricordarci
che cosa la vita può essere
17
.
16
Il termine “salvezza” è presente nel testo con l’iniziale maiuscola.
17
Cfr. L. BARISONE, B. FORNARA, A. SIGNORELLI (a cura di), op. cit., p. 13
Introduzione
PARTE QUARTA. CAPITOLO 1. IL CASO
CINEMATOGRAFICO DI ROMANCE.
1.1 Caratteri generali dell’opera.
1.1.1 Presentazione del film.
Romance è il film sceneggiato e diretto da Catherine Breillat
nel 1999 che le ha permesso di varcare i confini del cinema francese e
farsi conoscere dalla critica internazionale; preceduto da una
campagna pubblicitaria che lo dipinge come “il primo porno d’autore”
a causa di alcune scene in cui i rapporti sessuali tra due attori non sono
simulati, si è subito preannunciato come una sorta di sfida destinata a
far discutere e scandalizzare, ad essere acclamata o rifiutata dal
pubblico. Presentato alla “Quinzaine des Réalisateurs”, la sezione più
innovativa del Festival di Cannes, e apparso come film d’apertura
all’Edinburgh Film Festival, Romance ha infiammato le platee di
giornalisti ed esperti che assistevano alla proiezione, provocando una
netta divisione tra coloro che accusavano la regista di essersi spinta
oltre i limiti della decenza pur di far parlare di sé e coloro che
giudicavano con entusiasmo il coraggio mostrato nell’infrangere
l’ultimo tabù del cinema, quello della finzione nelle scene erotiche.
1.1.4 L’intreccio.
La struttura del film è di per sé piuttosto semplice, visto che la
vicenda viene narrata in prima persona dalla protagonista, una maestra
elementare ventitreenne di nome Marie, attraverso la sua voce fuori
campo che scandisce i momenti cruciali e prepara gli eventi a cui lo
spettatore assisterà nelle scene successive; considerato fondamentale
dalla regista, che sostiene anche che “la voix-off a été enregistrée
uniquement sous le coup de l’émotion des scènes”
18
, tale espediente
risulta utile per esternare le emozioni più segrete della protagonista
senza doverle inserire nei dialoghi con gli altri personaggi. Per quanto
riguarda l’organizzazione della storia, prevale sempre una certa
linearità, in quanto la regista segue cronologicamente Marie in una
serie di relazioni carnali più o meno importanti, ognuna delle quali
caratterizzata dalla presenza di un personaggio maschile diverso.
Il racconto parte dall’osservazione della coppia formata dalla
protagonista e dal suo convivente Paul, un modello pubblicitario
18
T. JOUSSE, S.TOUBIANA, Le ravissement de Marie. Dialogue entre Catherine Breillat et Claire
Denis, “Cahiers du Cinéma”, n°534, 1999, p.44
Introduzione
colpito da un’inspiegabile forma di impotenza psicologica che gli
provoca il rifiuto di avere rapporti sessuali con lei: malgrado l’amore
che la donna dichiara di provare per lui, la frustrazione per una
relazione divenuta ormai puramente platonica la spinge ad esternare la
propria collera dedicandosi ad un’estenuante e violenta ricerca del
piacere fisico con uomini tanto diversi tra loro quanto sconosciuti e
insignificanti. Mentre Paul resta una figura costante nel corso del film,
in quanto la condivisione abituale di uno spazio privato con Marie lo
designa come una sorta di marito, i tre personaggi maschili che si
susseguono nella vita sessuale della giovane occupano il breve spazio
dell’episodio di cui la regista li rende protagonisti.
Il primo a porsi sulla sua strada è Paolo, un italiano dai modi
gentili incontrato per caso in un bar, che le offre una notte di sesso in
cui il raggiungimento di un piacere fisico ormai insperato non riesce
comunque a colmare il senso di vuoto che la attanaglia e che distrugge
lentamente il suo equilibrio. La consapevolezza di voler riscoprire gli
angoli più reconditi della propria sessualità per ritrovare se stessa e
tornare da Paul finalmente disposta ad attenderlo sembra farle
comprendere che il piacere può nascondersi anche in un rapporto che
esula dalla carnalità di un’avventura frettolosa per addentrarsi in una
dimensione più metafisica e astratta.
Tale presa di posizione conduce Marie a cercare conforto in
Robert, il maturo e disinibito preside della scuola dove insegna che
l’aiuta a scoprire un piacere insospettabile attraverso pratiche sado-
masochistiche; la giovane accetta il processo d’iniziazione al quale
egli la sottopone in modo passivo, ma cosciente facendosi legare e
offrendo al suo sguardo un corpo privato della libertà, sottomesso e
reso schiavo
19
. Mentre Paolo, con la sua tenerezza e le sue premure, è
stato protagonista di un solo incontro, il preside diventa la seconda
presenza costante, oltre a Paul, nella vita dell’irrequieta Marie perché
pare l’unico uomo in grado di comprendere i suoi desideri più intimi
senza ridurre la loro relazione a rapporti sessuali consumati di
nascosto o nel silenzio dell’incomunicabilità.
Oltre alla freddezza dell’amore carnale sperimentato con Paolo
e a quello estremo, ma cerebrale offertole dal preside, Marie diviene
protagonista di una breve scena, che precede il ritorno della donna dal
compagno e l’epilogo tragico dell’intera vicenda, in cui accetta di
essere trattata come una prostituta facendosi pagare duecento franchi
per un amplesso violento con uno sconosciuto incrociato sulle scale
del suo palazzo.
19
Cfr. C.BREILLAT, R, p. 54: “MARIE, à travers ses larmes: Non, ça va. C’est un problème avec moi.
Tu sais, personne ne m’a jamais attachée, je l’ai jamais fait.”
Introduzione
Ritornata a casa, la donna deve affrontare l’ira di Paul che,
avendo intuito il tradimento subito, decide di dimostrare la propria
virilità possedendo Marie, anche se la gelosia non cancella la sua
incapacità di gioire della comunione dei loro corpi; in un amplesso da
cui traspare la reciproca indifferenza e una mancanza di passione che
uccide in modo definitivo il loro legame, Marie rimane incinta “sans
aucune jouissance, même de sa part” (R. p.64).
Da questa scena, comincia a delinearsi un finale abbastanza
rapido in cui Marie, ormai distrutta da una relazione che nega
l’esistenza della coppia, lascia di nascosto e in piena notte la propria
casa, non prima di aver attuato un’atroce vendetta sull’uomo che l’ha
costretta a diventare prima una “prostituta” e poi una madre: apre,
infatti, i condotti del gas per far esplodere l’appartamento e uccidere il
compagno. In seguito, lo spettatore assiste contemporaneamente alla
nascita del bambino di Marie e all’incidente domestico di cui Paul
rimane vittima e grazie al quale la donna conquista la libertà di
iniziare una nuova vita, stringendo fra le braccia la sua innocente
creatura.
1.1.5 La scelta degli attori.
Visto che l’intera vicenda narrata in Romance ruota intorno al
personaggio di Marie e alla sua disperata quanto perentoria ricerca
della soddisfazione sessuale, la regista ha ritenuto fondamentale, per
la credibilità del film, la scelta di un’attrice la cui espressività e il
linguaggio del corpo si adattassero al ruolo interpretato.
Anche se la sceneggiatura originale prevedeva che la protagonista
dovesse avere tra i ventidue e i trent’anni, attraverso una lunga serie di
provini la Breillat si è resa conto che una donna matura avrebbe tolto
l’innocenza e l’ingenuità tipiche dell’adolescenza su cui avrebbe
voluto sviluppare il personaggio
20
; in questo modo, la scelta è caduta
sulla ventiduenne Caroline Ducey, in grado di trasmettere un certo
“angélisme”
21
e abbastanza coraggiosa da accettare di girare esplicite
scene di sesso senza censura dopo aver ricevuto, da parte della regista,
la certezza che il film non sarebbe stato classificato come
20
Cfr. L. BARISONE, B. FORNARA, A. SIGNORELLI, op. cit., p. 61. “Secondo la sceneggiatura lei
deve avere tra i ventidue e i trent’anni ed essere una maestra. Poi però sto rendendomi conto di avere
delle idee più precise. Ad esempio, ieri, durante il casting, ne ho vista una che è magnifica, ma ha ventisei
anni, e per me è troppo vecchia. Non è veramente questione d’età; però occorre che lei abbia qualcosa
dell’infanzia sul viso.”
21
T. TOUSSE, S. TOUBIANA, op. cit., p. 44.
Introduzione
pornografico
22
.
Una scelta che ha provocato molto rumore intorno a Romance
è stata la scritturazione dell’italiano Rocco Siffredi, un famoso attore
di film pornografici, per il ruolo di Paolo, il primo uomo con cui
Marie tradisce il compagno; ad una decisione che di per sé potrebbe
risultare rischiosa a causa dell’inesperienza dell’attore nel mondo del
cinema tradizionale, si aggiunge il fatto che al personaggio di Siffredi
venga affidata proprio la scena dell’amplesso non simulato con
Caroline Ducey
23
, l’interprete della giovane Marie. Se, da un lato, la
presenza di un attore porno in un film dichiaratamente “d’essai”
contribuisce a creare un inevitabile alone di curiosità e voyeurismo da
parte dell’opinione pubblica, dall’altro fa nascere il sospetto che la
regista non l’abbia scelto soltanto perché “tiene carisma y una voz
preciosa”
24
, ma soprattutto per garantire al suo film un forte impatto
con il pubblico.
A chiunque le faccia notare quanto utile possa risultare ai fini
della riuscita commerciale di Romance l’inattesa presenza di un attore
a luci rosse, la Breillat risponde giudicando la scelta di Siffredi del
tutto involontaria e dettata dalla necessità di sostituire il primo attore
scritturato per la parte.
La directora asegura que su elección
25
no ha sido una cuestión de
marketing. “No era la idea inicial. […] Le enviamos el guión a Rocco
diez días antes de empezar a rodar, estábamos a punto de firmar con
otro actor y nos llamó diciendo que sí. […] Fue una decisión del
último momento
26
.
Malgrado le smentite, ciò che rafforza ancora di più l’idea di
una provocazione in parte volontaria della regista e di un rapporto
abbastanza stretto tra Romance e il cinema pornografico è la scelta di
mostrare immagini sessuali in modo esplicito e, a volte, piuttosto
duro: per analizzare e comprendere la reale essenza dello scandalo, si
22
Ibid., p.44. Infatti, il film ha effettivamente evitato la classificazione come “film X”, ma ha comunque
ricevuto il veto per i minori di diciotto anni.
23
La carriera di attrice della giovane Caroline Ducey, oggi venticinquenne, inizia all’età di otto anni in
teatro e prosegue nel periodo dell’adolescenza con vari ruoli in fiction televisive. È innegabile però che il
suo lancio definitivo nel mondo del cinema avvenga con il ruolo di Marie in Romance (1999). In seguito,
ha girato alcuni film drammatici come La Chambre obscure, adattamento del Decamerone di Boccaccio,
e Carrément à l’Ouest di Jacques Doillon.
24
M.MARTIN-LUNAS, El cine pornográfico es algo degradante, “El Mundo”, 1999. Tratto dal sito
Internet: www.sudinero.elmundo.es/1999/06/29/cultura/29N0126.html
25
L’aggettivo possessivo “su” si riferisce a Rocco Siffredi.
26
M.MARTIN-LUNAS, op. cit. “La regista assicura che la sua scelta non è stata una questione di
marketing. «Non era l’idea iniziale». […] Abbiamo inviato il copione a Rocco dieci giorni prima di
iniziare a girare, eravamo sul punto di firmare con un altro attore e lui ci ha chiamato dicendo che avrebbe
accettato. […] È stata una decisione dell’ultimo momento.”
Introduzione
possono citare, tra le altre, la scena dell’amplesso tra Marie e Paolo,
quella dello stupro subito sulle scale, una scena onirica in cui la
protagonista immagina di trovarsi in un bordello e la nascita del figlio
che prelude al tragico epilogo del film.