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di telecomunicazioni, ripercorre le tappe salienti dello sviluppo
del mercato sia fisso che mobile in Italia.
L’analisi delle telecomunicazioni mobili è stata effettuata dando
grosso rilievo all’evoluzione regolamentare europea e quindi a
quella di recepimento italiana, prestando particolare attenzione
agli asset della Omnitel e della Wind secondo e terzo gestore.
Ci sì è, poi, soffermati sull’evoluzione tecnologica in atto nella
fonia mobile individuando la convergenza come direttrice di
sviluppo degli standard di riferimento.
La telefonia fissa è stata analizzata tenendo conto dell’elevata
pressione competitiva in atto, valutando l’offerta dei principali
competitors. Anche nella fonia wired, si è prestata particolare
attenzione alla convergenza.
Il caso Wind è stato analizzato nei suoi aspetti strategici e
gestionali, ponendo particolare attenzione:
• al marketing,
• all’evoluzione tecnologica;
• all’approccio strategico.
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Dopo aver tracciato, le caratteristiche distintive dell’offerta di
Wind rispetto ai concorrenti, ci sì è soffermati sulle leve del
marketing mix.
Le conclusioni, racchiuse nell’ultimo capitolo, delineano il
mutato approccio strategico delle imprese nelle
telecomunicazioni. Tale approccio, oramai, è multisettoriale, nel
senso sia geografico che concorrenziale. Le ragioni di tale
cambiamento sono rintracciabili:
- nell’ipercompetizione, che ha ampliato l’arena concorrenziale
di riferimento;
- nella successione di quantum leap che hanno ridotto la
rilevanza dei confini intersettoriali.
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Capitolo I
Il marketing dei servizi High Tech
Per molti anni il concetto di marketing è rimasto legato ai
mercati di massa, nei quali vi erano aziende con prodotti
difficilmente differenziabili, che facevano della customer
satisfaction l’unica chiave per superare l’agguerrita
concorrenza. Negli ultimi anni, si è assistito ad un progressivo
trasferimento dei principi e delle tecniche del marketing
management verso altri settori: quello bancario, quello sportivo,
quello dei servizi, del non profit, del territorio ecc.
Il marketing, negli ultimi tempi, si sta affermando anche nel
settore dei servizi “high tech”, ad alto contenuto tecnologico, nel
quale operano imprese culturalmente portate a fare della
ricerca e sviluppo, il loro asset più importante. Tali imprese
hanno verificato che basarsi su un prodotto tecnologicamente
all’avanguardia non basta più a conquistare il mercato. Il punto
è trovare un prodotto che, oltre ad essere innovativo, crei valore
attraverso un rapporto equilibrato tra costi sostenuti e vantaggi
percepiti dal cliente finale. Si è finalmente compreso, che
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l’unico indicatore sicuro dell’eccellenza aziendale è
l’atteggiamento della domanda. Un buon servizio creato in
laboratorio per il 90% dei casi non ha mercato, mentre uno
plasmato su misura delle esigenze del cliente è un probabile
successo.
Sebbene le attività terziarie abbiano assunto un peso rilevante
in tutte le economie moderne, il concetto di servizio non è
ancora del tutto chiaro.
1.1. I servizi high tech
Il termine “servizi”, pur nella sua apparente semplicità
d’interpretazione può prestarsi, infatti, frequentemente ad
ambiguità ed erronee denominazioni. La letteratura economica
aziendale ha proposto molteplici definizioni, in funzione
dell’ottica dalla quale si osservava il fenomeno, una delle più
condivise è quella proposta da Kotler che considera il servizio
come: “una qualsiasi attività o vantaggio che una parte può
scambiare con l’altra, la cui natura sia essenzialmente
intangibile e non implichi la proprietà di alcunché. La sua
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produzione può essere legata o meno ad un prodotto fisico”.
Tale definizione, esaustiva nella formulazione, può dare l’idea
di quanto ampia sia la gamma dei servizi esistenti e
dell’importanza che essi stanno assumendo, a discapito dei
prodotti. È chiaro, infatti, che i servizi stanno assumendo rilievo
sempre maggiore sia come comparto specifico (si parla in tal
senso di “terziarizzazione” dell’economia), sia all’interno di altri
settori. Essi stanno diventando una parte importante dell’offerta
di ogni azienda. Oramai il sistema produttivo si sta spostando
su prodotti “multidimensionali”, cioè verso beni arricchiti da un
servizio, sempre più specifico per ogni singolo cliente, o verso
servizi nei quali si esalta la componente tangibile (merci,
personale, supporti fisici…).
Ciò è tanto più vero, se l’azienda produttrice, considera il bene
come mezzo per soddisfare un bisogno, che quindi deve
presentare determinate caratteristiche complementari alla sola
materialità dello stesso. È evidente, perciò, che tra beni e
servizi la distinzione non sia tanto netta, come si soleva
affermare nel passato, ma anzi si possa parlare di un
continuum che lega (senza soluzioni di continuità) i due estremi
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prodotto e servizio. In alcuni casi il prodotto si arricchisce del
servizio, in altri il servizio non può essere erogato senza il
supporto di alcuni prodotti. Questo è ancora più vero se ci
spostiamo nel comparto dei servizi high tech, nei quali la
materialità dell’hardware e la volatilità del software, sono un
tipico esempio di prodotto-servizio inteso come continuum.
Proprio il comparto dei servizi high tech è quello che negli ultimi
tempi è in maggior fermento, basti solo ricordare le
telecomunicazioni, l’Information Tecnology, il mondo della
multimedialità ecc.
Ciò che impressiona di più è l’alta velocità delle innovazioni che
si integrano e si sostituiscono a ritmi sempre più rapidi. In
particolare i fattori che sembrano aver maggiore ricaduta sul
mercato e sulla società, nel forte sviluppo dell’high tech sono:
• l’aumento straordinario della capacità di elaborazione
elettronica e la riduzione progressiva del suo costo. È
ipotizzabile che tale sviluppo trovi un suo limite fisico, ma
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fino ad oggi esso ha palesato una crescita esponenziale
come preannunciato dalla legge di Moore
1
;
• la digitalizzazione di tutte le informazioni. Essa permette di
immagazzinare in linguaggio binario e trasmettere mediante,
oramai, ogni tipo di supporto sia fisso che mobile tutti i tipi di
informazione;
• il consistente aumento della capacità trasmissiva di tutti i
collegamenti in telecomunicazione attraverso il normale
“doppino” telefonico, le fibre ottiche, il satellite. Sul versante
normativo la deregulation che avanza in molti paesi
soprattutto europei può accelerare tale soluzione;
• la miniaturizzazione delle batterie e degli elaboratori
consente la realizzazione di molti prodotti ad alto contenuto
elettronico e tecnologico;
• i progressi nella tecnologia a commutazione digitale e del
networking, permettono la trasmissione di tutte le
informazioni (audio, video, dati, voce) tra diversi tipi di
terminali situati in tutte le parti del mondo.
1
Gordon Moore, uno dei fondatori della Intel, aveva previsto nel ‘65 il raddoppio della
capacità dei chip ogni anno. Dieci anni dopo annunciò che il raddoppio si sarebbe
verificato ogni due anni.
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La convergenza tra la terziarizzazione dell’economia e il rapido
progresso tecnologico hanno contribuito alla crescita del settore
dei servizi high tech.
Un definizione specifica dei servizi high tech non è di facile
individuazione, possono però esser tracciati i parametri distintivi
che contraddistinguono un impresa high tech, dai quali poter
ricavare tale concetto.
Un impresa di servizi ad alta tecnologia è caratterizzata da:
• elevatissima propensione all’innovazione, grossi investimenti
in R&S, gestione e struttura fortemente “tecnologicizzate”;
• operatività in settori fortemente evolutivi, con scenari futuri
difficilmente ipotizzabili, perché caratterizzati da continui
cambiamenti tecnologici;
• contesti geografici e temporali “in continuo fermento”, nei
quali, il prodotto è high tech fino a che non emerge una
nuova tecnologia sostitutiva.
In sostanza, la definizione di servizi ad alta tecnologia può
essere formulata integrando tutto ciò che si è detto finora e
cioè: “si parla di servizio high tech quando si è di fronte ad un
prodotto qualificato principalmente dalla sua componente
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intangibile, creato grazie a strutture con forte componente
tecnologica, commercializzato in un mercato caratterizzato
dalla capacità di adattare l’offerta alle esigenze della domanda,
della concorrenza e dell’innovazione tecnologica”.
Dopo aver individuato il concetto di servizio ad alta tecnologia,
è importante tracciarne le caratteristiche distintive che incidono
maggiormente sull’attività di marketing e devono esser tenute in
debita considerazione per la formulazione della strategia. In
particolare, per i servizi high tech, il marketing management
deve attentamente valutare, sia le specificità proprie dei servizi,
sia le caratteristiche peculiari dei prodotti ad alta tecnologia.
I servizi sono, infatti, caratterizzati da:
- Intangibilità. Essa si connette con la mancanza di fisicità
del bene (la non percettibilità al tatto), ma anche, in senso
lato, nell’impossibilità di concepire chiaramente ed in
maniera univoca di cosa si tratta;
- Non immagazinabilità. Essa impedisce all’erogatore del
servizio di fare delle scorte, per far fronte ai picchi di
domanda. Tale caratteristica, impone all’impresa di servizi, la
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massima capacità d’incontro simultaneo tra domanda ed
offerta;
- Interazione produttore/consumatore. L’interazione è
un'altra peculiarità dei servizi, che per essere generati
necessitano, della presenza fisica del cliente. In alcuni casi,
poi, lo stesso cliente deve effettuare delle prestazioni per
fruire del servizio, partecipando egli stesso all’erogazione
(self-service, bancomat….);
- Frequenza contatto fisico/importanza del front-line. Il
front-line, cioè il fattore umano, è uno degli asset più
importanti per un’impresa che opera nel campo dei servizi.
Nell’offerta di un servizio, il personale “di contatto” assume
un’importanza cruciale per la conclusione stessa della
prestazione;
- Contestualità della produzione/fruizione. Normalmente il
servizio, deve essere goduto nello stesso luogo di
erogazione, essendo difficilmente trasportabile altrove, il che
genera non pochi problemi di rigidità strutturale al sistema
produttivo e al mercato di riferimento;
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- Impossibilità di trasporto. Scaturisce dalla contestualità tra
produzione e consumo;
- Valutazione soggettiva post consumo. Deriva dalle
caratteristiche sopra citate, che la valutazione del servizio, è
prevalentemente soggettiva, essendo connessa o alla
partecipazione del cliente nell’erogazione o comunque
all’intangibilità del servizio (non vi sono elementi oggettivi su
cui basare il proprio apprezzamento);
- Difficoltà di controllo della qualità/difficoltà di
standardizzazione. Dalla contestualità e dall’intangibilità,
deriva che il servizio è difficilmente standardizzabile, nel
senso che, essendo connotato da un legame molto stretto
col fattore umano, presenta delle caratteristiche di specificità
e di difficile controllo della qualità che fanno di ogni singola
prestazione un unicum difficilmente ripetibile;
- Varietà nella valorizzazione. È complesso parlare di
valorizzazione del servizio, che non è univocamente definita
dal prezzo, come per i prodotti, ma è indicata di volta in volta
con i termini: canone, pedaggio, onorario…, contribuendo in
qualche modo a generare confusione nel consumatore;
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- Imitabilità. Essendo disponibile al pubblico, il servizio è
facilmente imitabile dai concorrenti, il che genera problemi
nel renderlo altamente distintivo sul mercato;
- Regolamentazione. Data la complessità del servizio, esso è
sottoposto ad una stringente regolamentazione, che ne
garantisce, sia la libera fruizione a tutti, sia i termini
d’erogazione (temporali, geografici, modalità di
erogazione…).
Il marketing dei prodotti ad alta tecnologia si focalizza in
particolare su:
- gli ingenti investimenti iniziali, che rappresentano costi fissi
non facilmente comprimibili;
- il coordinamento e l’integrazione tra la funzioni di marketing,
R&S e produzione;
- la necessità di prevedere lo sviluppo tecnologico futuro, per
quanto riguarda gli standard adottabili e gli investimenti
ipotizzabili;
- la difficile previsione degli scenari futuri e per la domanda e
per le vendite, data l’elevata dinamicità del mercato sia dal
punto di vista dei bisogni che della tecnologia;
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- l’imprevedibilità del ciclo di vita dei prodotti high tech, che in
alcuni casi possono esser del tutto “effimeri”;
- la criticità del fattore tempo (time to market), come capacità
dell’impresa di saper cogliere i bisogni latenti del mercato e
soddisfarli;
- la necessità di educare i consumatori per l’uso e il post-uso;
- la maggiore complessità intrinseca ai prodotti ad alta
tecnologia, che implica un forte impegno in comunicazione;
- l’inserimento in un sistema complesso e complessivo,
influenzato da fornitori, distributori ed anche imprese di
prodotti complementari;
- l’esigenza di stimolare il mercato alla scoperta di nuovi
bisogni e all’appagamento di quelli esistenti.
Nel settore dei servizi high tech, l’interazione tra tutte le
caratteristiche sopra elencate, rende molto complessa la
gestione aziendale, anche alla luce di altri elementi che
provengono dal mercato.
I consumatori, infatti, sono particolarmente interessati, nella
fruizione dei servizi ad alta tecnologia, alla componente
emozionale o di “status” connessa al consumo pubblico di
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alcuni servizi. È emerso, in particolare per alcune tipologie di
servizi, che spesso la leva che induce maggiormente
all’acquisto è proprio la necessità di ostentare il proprio “status”,
di comunicare all’esterno mediante l’uso di un determinato
servizio la propria ricchezza, importanza, senso di onnipotenza
e anche il proprio senso di appartenenza ad una determinata
categoria. La Fortunati
2
scrive, a proposito del telefonino
(propaggine visibile del servizio di fonia mobile) che esso
richiama l’immaginario fantascientifico di molti film visti e dà
all’utente l’illusione di avere un po’ di “futuro in mano”. Esso
rimanda –continua la sociologa – alle dimensioni primarie e
“primitive” del gioco e dell’oggetto “magico” capace di scacciare
gli influssi malefici della solitudine metropolitana.
2
L.Fortunati, Gli italiani al telefono, Franco Angeli 1995.