La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.3
1.1 Definizione di sostenibilità e sviluppo
sostenibile
Per comprendere il concetto di sostenibilità nelle costruzioni
è necessario partire dalla definizione di “sviluppo sostenibi-
le”. Questo termine è stato introdotto dalla dott. Gro Harlem
Bruntland
1
, primo ministro della Norvegia che nel 1987, du-
rante i lavori della World Commission on Environmental
Development alle Nazioni Unite, come [...] the development
that meets the need of the present without compromising
the ability of future generations to meet their own needs
[...]
2
.
In particolare come espone Basiago
3
questo report [...] is
representative of global awareness in the second half of the
century of the enormous environmental problem for the
planet, and of a growing shift towards global environmental
action. As the report observes, humankind saw the earth
from space for the first time only a few decades ago, and
yet this has had a profound impact on the way in wich we
perceive the earth and our place on it.
The Commission’s brief was to re-examine the critical
environment and development problems on the planet and
to formulate realistic proposals to solve them; to create a
‘global agenda for change’. It was to work within the principle
of Environmentally Sustainable Development (ESD).
The report represents a collective call to action, involving all
nation states as participants in finding solutions to the
‘tragedy commons’.
In the words of Bruntland, one of its goals was: “to help
define shared perceptions of long-term environmental issues
and appropriate efforts needed to deal successfully with the
problem of protecting and enhancing the environment, a
long-term agenda for action during the coming decades,
and aspirational goals of the world community”.
The report approaches the environmental and development
issues wich were (and still are) facing the world as one
common challenge, to be solved by collective multilateral
action rather than through the pursuit of national self-interest.
It examines population and human resources, food security,
species and ecosystems, energy, industry, and the ‘urban
challenge’ of humans in their built environment.
Importantly, it approaches these common concerns with a
holistic persespective. For example, the report illustartes how
the problems of poverty and population are interconnected.
By examining the interactions between the problems facing
the world, the report develops common approaches to peace,
security, development and the environment.
The report makes institutional and legal recommendations
for change in order to confront common global problems.
Critically amongst these recommendations is the call for the
Fig. 1
Simbolo delle Nazioni Unite.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.4
development and the expansion of the international
institutions for co-operation, and legal mechanisms to
confront common concerns.
The report was effectively calling for international action on
issues of common concern. The Bruntland report has often
been subject to criticism, on the grounds that many of its
‘forecast’ did not come true.
However such criticism are perhaps missing the significance
of the report and the fact that despite inaccuracies in
forecasting, the Bruntland’s report premise of the need for
global environmentl action has not invalidated.
The Bruntland report must, as with any other historical
document, be seen as a product of its time.
Viewed in the historical context of the late 1980’s, the
Bruntland report can be viewed as a landmark document in
terms of furthering environmentalism in following decades.
Tangible results have flowed from the Bruntland report, such
as the emergence of Internationals Agreements such as the
Montreal and Kyoto Protocols
4
, [...] wich further enshrined
the concept of environmentally sustainable development [...].
Nel 1992 con la World Commission on Environmental
Development The Earth Summit a Rio De Janeiro dove le
nazioni del mondo ipotizzarono un’azione pianificata per il
secolo successivo, l’Agenda 21
5
, nella quale si definiva che
[...] with the goal of establishing a new and equitable global
Fig. 2 Alcuni temi fondamentali
dell’Agenda 21.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.5
partnership through the creation of new levels of co-operation
among States, key sector of societies and people, working
towards international agreements wich respect the interests
of all and protect the integrity of the global environmental
and developmental system, recognizing the integral and
interdependent nature of the Earth, our home, proclaims
that [...]
6
e si riconosceva che [...] humans depends on the
Earth to sustain life; there are linkages between human
activity and environmetal issues; global concerns require local
actions and people have to be involved in planning
developments for their own communities if such
developments are to sustainable [...]
7
.
Infine nel 1997 l’European Union Amsterdam Treaty defini-
sce lo sviluppo sostenibile come un’azione con lo scopo di
[...] determinated to promote economic and social progress
for their peoples, taking into account the principle of
sustainable development and within the context of the
accomplishment of the internal market and reinforced
cohesion and environmental protection, and to implement
policies ensuring that advances in economic integration are
accompanied by parallel progress in other fields [...].
8
1.2 Il concetto di sostenibilità nelle
costruzioni
La ricerca dello sviluppo sostenibile nell’ambiente costruito
e nell’industria delle costruzioni assume un particolare rilie-
vo, infatti proprio quest’ultima deve essere considerata una
della aree maggiormente strategiche per la concreta tra-
sformazione delle attività produttive.
La crescente necessità da parte della popolazione mondiale
di abitazioni, infrastrutture per i trasporti, per la comunica-
zione, per il rifornimento di acqua ed energia, ecc. pone in
primo piano il problema della sostenibilità dello sviluppo,
Fig.3 Grafico sui consumi di fonti di
energia non rinnovabili in edilizia
(fonte Enea).
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.6
questo poiché gli edifici sono tra le maggiori fonti di consu-
mo di energia e di produzione di rifiuti, pur essendo, per
contro, la maggior fonte di impiego nell’Unione Europea: le
costruzioni rappresentano, infatti, il 10÷ 12% del prodotto
interno lordo, con 30 milioni di lavoratori impiegati.
In particolare, secondo i dati della Eurostat New Cronos
Construction, l’industria delle costruzioni è responsabile, in
Italia come in Europa e negli Stati Uniti, di circa un terzo dei
consumi totali di energia pari a 175 milioni di tonnellate equi-
valenti di petrolio, di cui l’80% importate
9
.
[...] Il consumo d’energia è indispensabile alla nostra so-
pravvivenza ed al nostro benessere. Ma prodotto del consu-
mo d’energia è, purtroppo, anche l’inquinamento [...]
10
.
Al settore delle costruzioni è imputabile, in Italia, il 30÷ 40%
delle emissioni di CO2, quindi [...] rendere un edificio più
efficiente dal punto di vista energetico significa quindi non
solo risparmiare denaro e ridurre eventuali effetti negativi
sullo stato di salute dei suoi abitanti, ma anche ridurre con-
sumi ed emissioni [...]
11
.
In questo senso il CIB (International Council for Research
and Innovation in Buiding and Contruction), organizzazione
Fig. 4
Logo del CIB redattore dell’Agenda
21 sulle Costruzioni Sostenibili.
Fig.5
Strategie ed Azioni dell’Agenda 21
sulle Costruzioni Sostenibili.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.7
internazionale di studi e ricerca nel settore delle costruzioni,
unitamente al CERF (Construction Engineering Research
Foundation), al RILEM (International Union of Testing and
Research Laboratories for materials and Structures), allo IEA
(International Energy Agency Implementing Agreement on
Energy Conservation in Building and Community Systems) e
all’ISIAQ (International Society for Indoor Air Quality and
Climate) nel 1998
12
ha fatto proprio l’impegno di redigere
una Agenda 21 sulle Costruzioni Sostenibili internazional-
mente riconosciuta.
Tale studio, pubblicato nel luglio del 1999, è stato pensato
[...] come punto d’incontro, di sintesi e di coordinazione di
varie esperienze sovranazionali (Bruntland Report, 1987 e
Habitat II Agenda, 1996
13
) e regionali/locali: la sua struttura
concettuale vuole definire i legami tra il generale concetto di
“sviluppo sostenibile” e la realtà del settore delle costruzio-
ni.
I principali obiettivi che l’Agenda 21 sulle Costruzioni
Sostenibili si prefigge sono tre: creare una terminologia e
delle direttive di riferimento generali utili ad accomunare e
guidare tutte le Agende per iniziative riguardo alla
sostenibilità; coordinare più efficacemente le attività di stu-
dio, ricerca e scambio informativo nel campo della
sostenibilità edilizia; fornire una guida per nuove attività di
ricerca e di sviluppo [...].
14
Il costruire sostenibile adotta quindi differenti approcci in
sintonia con le peculiarità di ogni singolo paese, questo per-
ché le interpretazioni sono spesso divergenti, soprattutto
fra i paesi con economie di mercato molto sviluppate e quel-
li in via di sviluppo.
Infatti mentre le economie mature si trovano a poter inve-
stire molte risorse nell’uso di nuove tecnologie, con lo scopo
di migliorare la sostenibilità nelle costruzioni, le economie in
via di sviluppo, focalizzano le loro risorse nella ricerca della
uguaglianza sociale e della sostenibilità economica.
Pur nel rispetto delle bio-diversità e delle peculiarità econo-
miche, politiche e socio culturali, per [...] the creation and
responsible management of a healthy built environment
based on resource efficient and ecological principles [...]
15
si
deve ricercare un New Approach in a Global Context.
Fig. 6
New Approach in a Global Context
dell’Agenda 21 sulle Costruzioni
Sostenibili.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.8
In particolare questo nuovo approccio, che sintetizza i vari
aspetti della costruzione sostenibile, può essere esplicitato
nella riduzione dell’uso delle fonti di energia e delle risorse
minerali in esaurimento, nella conservazione delle aree na-
turali e delle bio-diversità, nel perseguimento della qualità
ambientale degli edifici e della salute degli ambienti indoor.
Ad un maggiore livello di dettaglio possono essere identifi-
cate le seguenti caratteristiche intrinseche ed estrinseche
del processo di approccio globale quali le proprietà di valore
e qualità, il rispetto dei bisogni futuri, della flessibilità e della
adattabilità, l’utilizzo di risorse locali, il processo costruttivo,
l’efficiente uso del suolo, il rispetto dell’acqua, l’utilizzo di
by-products, la distribuzione di informazioni rilevanti sulla
decision making, i servizi immateriali, lo sviluppo urbano e la
mobilità, le risorse umane e le economie locali.
La principale caratteristica del settore delle costruzioni è il
largo numero di soggetti che si occupano del processo delle
attività.
Il recente IDS Project
16
Integrated Delivery System propone
un’analisi dei principali collegamenti fra i vari soggetti ed
alcuni adempimenti, di loro competenza, ricorrendo ai fatto-
ri chiave di riuscita della sostenibilità sopraccitato.
Se da una parte le istituzioni internazionali ed i governi na-
zionali devono impegnarsi a ridurre il riscaldamento globale
della terra e a sviluppare politiche di pianificazione per uno
“sviluppo pulito”, dall’altra anche i progettisti ed i clienti de-
vono impegnarsi a ridurre i consumi energetici negli edifici.
Sono quindi da interpretare in questo senso gli obiettivi della
Agenda 21 sulle Costruzioni Sostenibili che intendono gesti-
re ed organizzare le varie sovrapposizioni ed interrelazioni
fra i soggetti partendo, soprattutto, dalla progettazione, che
richiede una maggiore integrazione delle varie professiona-
Fig. 7
Attori del processo con gli obiettivi
che ciascuno persegue.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.9
lità, visto l’aumento dell’importanza e della complessità del-
le fasi di progetto.
Altri ostacoli da superare non sono solo la ricerca di standard
ambientali, la re-ingegnerizzazione dei processi (quali ad
esempio la ridefinizione dei processi di gestione dei sistemi-
qualità, l’incremento di strumenti informatici di coordinazio-
ne, la specializzazione dei settori di mercato, l’innovazione
di sistemi produttivi), l’introduzione di un nuovo concetto di
edificio, problematiche squisitamente a carattere tecnico dei
progettisti e degli operatori del settore, ma anche l’educa-
zione dei clienti, la consapevolezza politica dei processi de-
cisionali ed il rispetto delle risorse umane.
Fig. 8
Gli obiettivi dell’Industria delle
Costruzioni.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.10
1.2.1 L’apporto della trattatistica storica nell’attuale
concetto di sostenibilità nelle costruzioni
L’interpretazione e la comprensione del concetto di
sostenibilità degli edifici e delle costruzioni, è cambiata si-
gnificativamente negli ultimi decenni.
Nei primi anni, particolare enfasi era data al controllo delle
risorse non rinnovabili, volto a limitare i consumi di energia
e l’impatto dell’operato umano sull’ambiente.
Più recentemente è stata data maggiore importanza agli
aspetti tecnici della costruzione quali la scelta dei materiali,
dei componenti, di tecniche, di tecnologie e di aspetti
progettuali legati all’orientamento, alla salubrità del luogo,
all’uso dell’energia, dell’acqua, delle risorse naturali. Oggi
tuttavia si nota un apprezzamento crescente per le
problematiche di tipo non strettamente tecnico quali la
sostenibilità economica, sociale e le implicazioni culturali,
come aspetti preminenti della sostenibilità delle costruzioni.
Il concetto di sostenibilità tuttavia, non è, nell’attuale acce-
zione, un frutto della modernità, ma risulta essere “ante
litteram” il principio del “buon vivere” e del “ ben costruire”.
Infatti, già il popolo cinese, poneva alla base della propria
filosofia di vita e di conoscenze, la perfetta armonia tra uomo
e ambiente: l’uomo si inseriva con rispetto nella struttura
energetica della natura così come si evince anche da molti
scritti di matrice araba che presentano teorie simili. Per que-
sto motivo, la presente ricerca ha voluto porre le proprie
basi nel passato, cercando nella trattatistica storica gli spun-
ti che hanno portato alle moderne teorie sulla sostenibilità.
Sono stati analizzati, quindi, alcuni scritti che vanno dal 460
a.C., partendo da Ippocrate, fino a metà dell’800 con l’archi-
tetto Giovanni Rondelet: tutti evidenziano la necessità di tro-
vare un luogo salubre per le costruzioni, sottolineando le
caratteristiche di orientamento e di esposizione ai raggi so-
lari, la presenza di acqua, di ventilazione ecc. come fonda-
mentali per una ‘edilizia sostenibile’ e per una qualità am-
bientale e sociale. Per quanto riguarda il periodo più antico
accanto ad Ippocrate altri due pensatori si sono interessati
all’argomento: Platone ed Aristotele pongono infatti alla base
di una giusta società, un corretto rapporto uomo-ambiente
facendo, inoltre, un preciso riferimento ai diversi caratteri
dei popoli in correlazione all’ambiente circostante. Lo stesso
Ippocrate facendo del rapporto uomo-ambiente una precisa
e dettagliata analisi, considera la salubrità un carattere indi-
spensabile. Un apporto significativo è quello di Vitruvio. Con
questo architetto si entra, infatti, in modo più specifico nella
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.11
stretta relazione tra edificio ed ambiente, e quindi al concet-
to di salubrità del costruire con uno specifico riferimento ai
prodotti ed ai materiali da costruzione. Gli scritti di Vitruvio
saranno un punto di riferimento, molti degli autori che lo
seguiranno partiranno, infatti, dalle sue concezioni per inte-
grarle con le conoscenze del loro tempo.
Il periodo medioevale è quello che ha presentato maggiori
difficoltà: un primo ostacolo è stato rappresentato dalla dif-
ficoltà di reperimento del materiale, infatti proprio a causa
di questo, molti spunti che si rivelavano interessanti, non si
sono potuti approfondire; un secondo ostacolo è stato lo
scarso interesse che il periodo ha serbato per l’argomento
in particolare, e per l’architettura in generale. Inoltre un con-
tributo che si pensava potesse essere importante, cioè quel-
lo degli Statuti Urbanistici, in realtà si è rivelato di scarso
interesse, perché più rivolti a questioni di igiene pubblica
piuttosto che ad una corretta impostazione del rapporto edi-
ficio-ambiente.
Gli altri autori considerati nella ricerca, che vanno dalla metà
del ‘400 fino alla fine del ‘700, presentano caratteri di omo-
geneità con tematiche e metodologie di analisi molto simili
fra loro. Le uniche due figure che spiccano per originalità
sono Leon Battista Alberti e Vincenzo Scamozzi. La tratta-
zione portata avanti dal famoso architetto quattrocentesco
ha come spunto l’opera di Vitruvio e si allarga attraverso il
sapere del suo periodo. Nell’Alberti vi è una completa con-
sapevolezza del rapporto causa-effetto tra le azioni dell’uo-
mo e l’ambiente e viene posta alla base delle considerazioni
che riguardano l’attività edificatoria. Il trattato di Vincenzo
Scamozzi si è rivelato il più approfondito: l’autore si occupa
della salubrità dell’ambiente, inteso come luogo in cui sor-
gerà l’edificio, approfondendo le tematiche della bontà del-
l’aria, dell’acqua, del terreno, del percorso dei venti, e dei
climi delle diverse città.
Il periodo, invece, che va dalla metà dell’Ottocento e si esten-
de fino a metà del Novecento non è certo stato preso in
considerazione per mancanza di spunti, ma per la vastità,
infatti l’evoluzione del rapporto uomo-ambiente di questo
periodo presenta elementi molto complessi, poiché viene ad
intrecciarsi con un evento di forte impatto come la rivoluzio-
ne industriale. La definizione di sostenibilità come consape-
volezza in ogni intervento sul territorio ed azione progettuale,
rispecchia pienamente le conoscenze espresse dagli autori
analizzati: in particolare, di ogni autore sono stati citati i
brani testualmente, secondo un criterio di catalogazione cro-
nologico e critico.
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.12
1.2.1.1 Il periodo tardo antico
IPPOCRATE
Ippocrate, medico greco, nasce a Coo nel 460 a.C. E’ consi-
derato il fondatore della medicina scientifica, a lui vanno
ascritte circa settanta opere costituenti il cosiddetto Corpus
Hippocratum, anche se recentemente la critica ha ricono-
sciuto la presenza di un pensiero sostanzialmente omoge-
neo, in un gruppo di circa venti opere. Particolarmente signi-
ficativo è il pensiero espresso in una delle sue opere più
famose, il trattato “Arie acque luoghi” in cui è definita una
stretta correlazione fra le malattie e le condizioni climatiche
e geografiche.
Ippocrate inizia il suo discorso dettando i principi primari
dell’indagine medica, e così facendo viene ad interessarsi
indirettamente dei requisiti fondamentali di una “costruzio-
ne sostenibile”:
Fattori che determinano la salubrità del luogo
“Perciò, quando si arriva in una città di cui non si ha espe-
rienza, si deve fare attenzione alla sua posizione, a come è
orientata rispetto ai venti e al sorgere del sole. L’orienta-
mento a settentrione o a mezzogiorno, a levante o a occi-
dente comportano influssi diversi. L’esame deve essere il più
possibile preciso, ed estendersi alla qualità delle acque: si
deve vedere se le acque usate sono stagnanti e tenere, o
dure e provenienti da luoghi alti e rocciosi, oppure salmastre
e difficili da digerire. Quanto al suolo si deve vedere se è
spoglio e privo d’acqua, se è infossato e afoso, oppure ele-
vato e fresco. Quanto al modo di vita degli abitanti, si deve
vedere che cosa preferiscono: se bevono molto, mangiano
spesso e sono pigri, oppure se fanno molti esercizi fisici,
amano la fatica, mangiano molto e bevono poco.”
17
1.IP
Città esposte ai venti caldi
“Prendiamo in esame una città esposta ai venti caldi e cioè
quelli che spirano fra il sorgere e il tramonto del sole d’inver-
no; se questi venti la investono costantemente e ci sono
ripari dai venti settentrionali, in questa città le acque saran-
no senz’altro abbondanti, salmastre, superficiali, calde d’esta-
te e fredde d’inverno. Gli abitanti avranno la testa umida e
piena di flegma, i visceri frequentemente scossi dal flagma
che scorre giù dalla testa; saranno per lo più cadenti nel-
l’aspetto, non grandi mangiatori e bevitori.”
18
2.IP
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.13
Città esposte ai venti freddi
“Passiamo ora alle città che, al contrario, sono esposte ai
venti freddi (quelli che spirano fra il tramonto e il sorgere
del sole d’estate). Se i venti sono persistenti e ci sono ripari
dal vento del Sud, presentano le caratteristiche che ora dirò.
Le acque sono dure e, per lo più, fredde e dolci; gli uomini
saranno necessariamente tesi e asciutti nella parte della ca-
vità, più scorrevoli nella parte bassa; saranno più biliosi che
flemmatici, presenteranno la testa sana e asciutta, saranno
soggetti a lacerazioni in un numero notevole di casi...........
Tali costituzioni sono necessariamente portate a mangiare
molto e bere poco.”
19
3.IP
Città esposte ad oriente
“Ora parliamo delle città esposte ai venti che spirano tra il
sorgere estivo del sole e quello invernale, e di quelle che
hanno esposizione opposta, e vediamo come sono. Le città
esposte a oriente è naturale sono più salubri di quelle volte
a Nord e di quelle esposte ai venti caldi, anche se le separa
solo uno stadio di distanza. Anzitutto perché il caldo e il
freddo sono più moderati; le acque poi - quelle esposte a
oriente - saranno necessariamente limpide, fragranti, tene-
re; e non ci potrà essere nebbia in queste città perché il
sole, che risplende al suo sorgere, lo impedisce. Gli uomini
saranno di un bel colorito e fiorenti d’aspetto più che
altrove,........saranno di intelligenza più pronta rispetto a chi
vive in città esposte a Nord, così come sarà migliore ogni
altra cosa che qui vive. Una tale città assomiglia in modo
particolare alla primavera per il caldo e freddo temperati.”
20
4.IP
Città esposte ad occidente
“Abbiamo parlato delle città volte a oriente. Le città che in-
vece sono esposte a occidente, con ripari dai venti che spi-
rano da oriente, e che sono sfiorate dai venti caldi e da
quelli settentrionali necessariamente si trovano in una posi-
zione assai insalubre. Le acque non sono limpide, a causa
della nebbia che di primo mattino si diffonde, quasi sempre,
e mescolandosi all’acqua ne offusca la limpidezza. Il sole
infatti non risplende prima di essere alto nel cielo. D’estate,
all’alba, spirano brezze fredde e cadono rugiade. Infine il
sole riscalda gli abitanti per lo più quando volge al tramonto,
e perciò è naturale che siano pallidi e deboli...... Una tale
posizione della città, tenuto conto dei mutamenti durante il
giorno, assomiglia in modo particolare all’autunno: grande
infatti è la differenza fra il mattino e la sera.”
21
5.IP
E’ interessante notare come Ippocrate contrapponga l’orien-
tamento ad Est con quello ad Ovest, parafrasando così la
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.14
contrapposizione fra il Bene ed il Male e razionalizzando gli
elementi del mito quali l’Oriente luminoso e l’Occidente te-
nebroso, ove alle Porte del sole, era collocato l’accesso al-
l’oltretomba.
Dopo aver dibattuto sul diverso orientamento della città,
Ippocrate analizza la natura delle acque, dando origine ad
una vera e propria classificazione delle stesse indicando i
diversi effetti sulla salute dell’uomo.
Importanza della salubrità delle acque “Voglio ora trattare
delle acque, quelle malsane e quelle sane, e di quanti danni
e benefici possono derivarne: l’acqua infatti ha una grande
importanza per la salute.”
22
6.IP
Acque palustri e salmastre
“Tutte le acque palustri, ferme e stagnanti, sono necessaria-
mente calde, dense, puzzolenti d’estate, in quanto non scor-
rono per l’aggiungersi poi di sempre acqua piovana e per il
calore del sole sono di brutto colore, malsane e stimolanti la
bile. D’inverno sono gelide, fredde e intorpidite dalla neve e
dal ghiaccio.......; chi la beve avrà la milza ingrossata e
muscolosa, il ventre duro, stretto e caldo; le spalle, le clavi-
cole e il viso ne risulteranno assottigliati e magri....... Le
acque sopra descritte io le ritengo nocive in ogni caso.”
23
7.IP
Acque di origine rocciosa
“Dopo di queste vengono quelle che scaturiscono da rocce
(e che sono necessariamente dure) o da terreno ove non ci
siano acque calde, ferro, rame, argento, oro, zolfo, allume,
bitume, soda. Poiché queste sostanze si formano per la vio-
lenza del calore, non è possibile che un tale terreno produca
acque buone; saranno invece dure, provocheranno infiam-
mazioni,.......”
24
8.IP
Acque di sorgente
“Sono ottime le acque che scorrono da luoghi elevati e da
collinette terrose, perché sono dolci, limpide; si possono
mescolare con poco vino; d’inverno sono calde, d’estate fred-
de: così è quando provengono da sorgenti assai profonde.
Raccomando in modo particolare le acque il cui corso va alla
sorgente verso il sorgere del sole, soprattutto il sorgere esti-
vo, perché saranno senz’altro più limpide e leggere; invece
le acque salmastre, crude e dure sono tutte non buone da
bere.....”
25
9.IP
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.15
Ippocrate definisce un’ulteriore classificazione delle acque
di sorgente a seconda dell’orientamento delle sorgenti stes-
se.
“........In sintesi: tutte le acque le cui sorgenti sono rivolte a
oriente sono le migliori; seconde vengono quelle che stanno
fra il sorgere estivo del sole e il tramonto (in particolare
verso il sorgere del sole); terze quelle tra il tramonto estivo
e quello invernale; scadentissime sono le acque rivolte ver-
so Sud e quelle che stanno fra il sorgere e il tramonto del
sole d’inverno. Queste ultime poi, se esposte ai venti meri-
dionali, sono pessime; migliori se esposte ai venti setten-
trionali.”
26
10.IP
Acque piovane
“Quelle piovane sono le più leggere, dolci, sottili e limpi-
de.... Queste acque sono anche le più rapide a indurire e
hanno un cattivo odore perché sono composte di moltissime
acque mescolate, e così imputridiscono rapidamente...... Dob-
biamo dunque aspettarci che queste acque siano le migliori;
bisogna però farle bollire e purificarle, altrimenti hanno un
cattivo odore e chi le beve è colpito da raucedine, tosse,
voce roca.”
27
11.IP
Acque derivanti da neve e ghiacci
“Le acque che si formano dalla neve e dal ghiaccio sono
tutte nocive, perché una volta gelate, non tornano più alla
loro originaria natura. La loro parte limpida, leggera, dolce
si separa nel congelamento e scompare, mentre rimane la
parte più torbida e pesante......... Per questo dunque io ri-
tengo che queste acque - quelle che si formano dalla neve,
dal ghiaccio e le altre di questo tipo - siano le peggiori per
qualsiasi uso.”
28
12.IP
La parte finale del trattato esamina le differenze dei diversi
popoli rapportandole a diversità di natura e di costume.
Ippocrate arriva quindi alla seguente tesi finale, che si avrà
l’occasione di ritrovare anche in molti autori che verranno
trattati in seguito.
Diversità di carattere delle popolazioni in rapporto alla collo-
cazione geografica
“Dove si hanno mutamenti di stagione frequenti e diversi
l’uno dall’altro, troverai che anche l’aspetto, i caratteri e le
nature sono differenziati al massimo. Queste differenze di
natura sono le più importanti; ad esse si devono aggiungere
il territorio, dove uno vive, e le acque. Troverai infatti che, in
generale, l’aspetto e i costumi degli uomini sono conformi
alla natura del territorio. Dove il suolo è grasso, molle, ricco
d’acqua, con acque molto superficiali (sì da essere calde
La sostenibilita’ nelle costruzioni Pag.16
d’estate e fredde d’inverno), con un buon clima, anche gli
uomini saranno di norma carnosi, senza articolazioni, umidi,
poco portati alla fatica e d’animo vile. Si può notare in essi
indolenza e sonnolenza; riguardo alle arti sono ottusi, non
sottili e acuti. Dove il territorio è spoglio, aperto, aspro, af-
flitto dall’inverno e bruciato dal sole, troverai abitanti duri,
asciutti, ben articolati, tesi e irsuti; nella loro natura troverai
capacità di agire, vigilanza; saranno, quanto a carattere e
temperamento, orgogliosi e indipendenti nel giudicare, più
vicini alla selvatichezza che alla mitezza, riguardo alle arti
saranno più acuti e intelligenti, in guerra migliori. E troverai
che anche tutto il resto che vive in quel territorio sarà simile
al territorio.”
29
13.IP
PLATONE
L’opera che testimonia l’interesse del filosofo greco (Atene
428-347 a.C.), per l’argomento trattato, è rappresentata da
“LE LEGGI”, forse l’ultimo dei dialoghi scritti da Platone. An-
che in questo caso il dialogo è costituito da una tesi aperta,
che si sviluppa durante la conversazione, mentre
l’interlocutore formula continuamente le sue opposizioni di
volta in volta che una verità si afferma. Dopo aver disquisito
sulla collocazione della futura città, che dovrà essere posta a
circa 80 stadii dalla costa segue il dialogo:
L’ATEN: Il paese è dunque più montuoso che piano?
CLIN: Si. L’ATEN: S’è così, non è interamente impossibile
che i suoi abitanti siano virtuosi.
30
14.P
Il discorso descrive inoltre le dimensioni che la città dovrà
avere:
“La città per quanto si può, deve essere situata al centro
dello Stato, e si sceglierà quel luogo che riunisca tutti i co-
modi desiderabili; il che è facile ad intendersi non men che a
spiegarsi......, la città ed il suo territorio sarà diviso in dodici
parti che si renderanno uguali facendo della buona terra le
porzioni più piccole, della cattiva porzioni più grandi...... Col
dividersi a questo modo ogni porzione si avrà pure un ri-
guardo alla buona ed alla cattiva qualità del terreno, com-
pensando il vantaggio d’un terreno sull’altro, colla disugua-
glianza della ripartizione.”
31
15.P
Nella parte finale del libro V Platone tratta la stretta correla-
zione fra la salute fisica e psichica dell’uomo ed il sito della
città; riprendendo quanto esposto da Ippocrate nel brano
12.IP.