2
d�amore� con il nome �viola di bardone� (o �di bordone�) individuando una
comune derivazione dal termine asino. La parola �amore� molto si avvicina al
termine hamor che in ebraico significa �asino�. Il termine �bardone�, invece,
avrebbe secondo Vogel una chiara derivazione dal greco βουρδων (lat. burdo �
onis) che significa mulo. Il collegamento tra la musica e la figura dell�asino trova
spiegazione nel fatto che, nella letteratura e nell�iconografia antica e medievale
delle civilt� occidentali, l�asino � l�animale che pi� di qualsiasi altro � stato
rappresentato in veste di musico. D�altra parte, la viola d�amore � uno strumento
che nasce in et� moderna e il collegamento con l�iconografia antica e medievale
sembra piuttosto improbabile.
Pi� immediato risulta il collegamento tra una possibile origine di questo nome e
il fatto che spesso, in questo strumento, la scultura all�estremit� del manico
raffigura una piccola testa di cupido bendato. D�altra parte, l�ipotesi pi�
probabile sembra essere la derivazione dell�appellativo �d�amore� dal principio di
risonanza che � proprio di questo strumento e dalla dolcezza del suono che ne
consegue, cos� come riferisce Johann Mattheson nel 1713:
La dolce viola d�amore, in francese Viole d�Amour, porta l�amabile nome non a
torto/ e si esprime molto languidamente e teneramente [�]. Il suo suono �
argentino perci� assolutamente piacevole e armonioso [�].
4
4
�Die verliebte Viola d�Amore, Gall. Viole d�Amour, f�hret den lieben Nahmen mit der That/ und will viel
languissantes und tendres ausdr�cken. [�] Ihr Klang ist argentin oder silbern/ dabey �beraus angenehm und
lieblich [�]�, JOHANN MATTHESON, Das neu-Eröffnete Orchestre, Hamburg, Schiller, 1713, p .282.
3
Tra gli strumenti ad arco, la viola d�amore � uno di quelli che, nel tempo, sono
stati meno soggetti ad una �standardizzazione� dal punto di vista costruttivo e
decorativo. Difficilmente, infatti, strumenti di liutai diversi presentano le
medesime caratteristiche. D�altra parte, sulla base dell�elevato numero di
esemplari strumentali che sono giunti a noi a partire dal secolo XVII, si possono
individuare le caratteristiche pi� ricorrenti. L�aspetto della viola d�amore � simile
a quello della viola da gamba, con la quale ha in comune le spalle spioventi, i
bordi della cassa non aggettanti e, soprattutto negli strumenti di provenienza
tedesca e boema, il fondo piatto e la presenza di una rosetta sul piano armonico,
posta sotto l�estremit� della tastiera. Tuttavia, rispetto alla viola da gamba, la viola
d�amore, essendo uno strumento da braccio, � solitamente di pi� piccole
dimensioni � corrispondenti, nella maggior parte dei casi, a quelle di una viola o,
pi� raramente, di un violino �, ha le fasce pi� basse e il manico pi� sottile ed
arrotondato, per facilitarne l�impugnatura. Al contrario della viola da gamba,
inoltre, normalmente non � tastata. Il manico � generalmente sormontato dalla
scultura di una piccola testa antropomorfa che frequentemente raffigura un putto
bendato (cupido). Pi� rara � la presenza di un riccio. Il taglio dei due fori
armonici presenta nei diversi esemplari numerose varianti, ma la forma pi�
ricorrente � quella che richiama l�iconografia islamica di una spada
fiammeggiante.
Il modello con cui oggi identifichiamo la viola d�amore � quello con 7 corde
tastabili � ovvero che vengono sfregate dall�archetto � e 7 corde di risonanza. In
realt�, negli strumenti settecenteschi il numero delle corde tastabili varia da
4
cinque a sette e, come si vedr� in seguito, le prime documentazioni relative allo
strumento non riportano alcun cenno alla presenza di corde simpatiche. La
differenza essenziale tra strumenti di tipo pi� antico senza corde di risonanza e
quelli di tipo pi� moderno che ne sono dotati non consiste tanto nel principio
della risonanza, quanto nel materiale delle corde che vengono sfregate, di metallo
nel primo caso e di budello nel secondo. L�effetto di risonanza, infatti, �
percepibile anche sulla viola d�amore senza corde simpatiche a causa della
naturale predisposizione alla risonanza delle corde metalliche sfregate: sulle corde
metalliche, l�azione dell�arco sollecita, insieme ai suoni fondamentali, anche i
suoni armonici e la scrittura accordale, caratteristica della musica per lo
strumento, favorisce la risonanza con accordi corrispondenti alla triade
fondamentale della tonalit� d�impianto, i cui suoni, eseguiti insieme, amplificano
a vicenda i propri armonici.
Nei musei si sono conservati solo pochi strumenti che senza alcun dubbio
possono essere identificati come �viole d�amore senza corde di risonanza�.
Strumenti con cinque, sei o sette corde e con una struttura da viola da gamba, di
cui solo il corpo ha mantenuto la fattura originale, sono difficilmente
identificabili. D�altra parte, tra questi strumenti, le viole d�amore senza corde di
risonanza sono riconoscibili se si individuano quegli elementi che indicano una
precedente presenza di corde metalliche e che si possono riscontrare nei sostegni
delle corde. Le corde di metallo, infatti, non possono essere tirate, come avviene
per le corde di budello, attraverso un foro posto su di un piano parallelo rispetto
alla direzione in cui viene tirata la corda, poich� un filo di metallo piegato ad
5
angolo retto si rompe facilmente. Sebastian de Brossard
5
ci informa del fatto che
per le corde della viola d�amore veniva utilizzato il filo metallico del
clavicembalo: � probabile dunque che, come in alcuni clavicembali, le corde
venissero attaccate ad un punta di metallo per mezzo di un occhiello. Cos� si
trovano sostegni di corde che invece di fori mostrano dei piccoli punti in metallo
o in avorio, oppure dei gancetti. Un altro indizio relativo alle caratteristiche
costruttive che rimanda all�uso di corde di metallo, sono i ponticelli originali della
viola d�amore, il cui margine superiore � rafforzato con una striscia di ebano o di
avorio, in modo da rendere pi� resistenti i punti a contatto con le corde.
Gli esemplari di viola d�amore con corde di risonanza, in numero variabile, che
sono giunti fino a noi dai secoli passati sono senza dubbio pi� numerosi. Tali
strumenti presentano un cavigliere molto lungo, che solitamente ospita le corde
tastabili sui piroli della met� inferiore (quella pi� vicina alla cassa) e le corde di
risonanza sui piroli della met� superiore (quella pi� vicina alla testa). Queste
ultime, passano attraverso il ponticello grazie ad un foro praticato al centro dello
stesso, o da tanti fori quante sono le corde alle quali deve essere assicurato il
passaggio. Per risalire verso i piroli, passano sotto la tastiera attraverso un canale
ricavato nel manico, vengono infilate posteriormente nel cavigliere � che risulta,
sul retro, completamente traforato �. Infine, vengono avvolte sui piroli con
andamento contrario rispetto all�avvolgimento delle corde tastabili.
5
SEBASTIAN DE BROSSARD, Dictionnaire de Musique, Paris, Ballard, 1701-1703, p. 219.
6
Come testimonia Gustav Schilling, la viola d�amore �era all�inizio lo strumento
preferito da tutta la classe colta�
6
. L�elaborata fattura delle viole d�amore giunte a
noi dai secoli passati si giustifica, quindi, con la ricerca di prestigio e con le
connesse possibilit� economiche di coloro che commissionavano ai costruttori
questi strumenti. Se il numero degli esemplari di viole d�amore risalenti al XVII e
XVIII secolo e conservati nei musei o nelle raccolte private � ancora oggi cos�
elevato, la ragione � da ricercare proprio nella bellezza di queste decorazioni, che
hanno reso questi strumenti ricercati dai collezionisti.
Tra i numerosi esemplari giunti fino a noi, ci sono strumenti usciti da botteghe di
liutai prestigiosi quali Mathias Albani, Lorenzo e Tommaso Carcassi, Johann
Ulrich Eberle, Joachim Tielke, esponenti della famiglia Gagliano, Matteo
Gofriller, Giovanni Grancino, Giovanni Battista Guadagnini, Carlo Ferdinando
Landolfi, Vincenzo Ruggieri, Jacob Steiner, Lorenzo Storioni e Paolo Antonio
Testore.
Presso il Museo Stradivariano di Cremona si conservano i modelli e i disegni di
Antonio Stradivari, datati 1717, per la costruzione di una viola d�amore a 12
corde. Dello strumento, per�, non abbiamo altre testimonianze
7
. D�altra parte, al
museo del Conservatorio di Parigi � conservata una viola d�amore, allo stato
originale, costruita a Cremona, nel 1786, da Lorenzo Storioni sulla base dei
disegni originali di Stradivari.
6
GUSTAV SCHILLING, Encyclop�die der gesammten musikalischen Wissenschaft, Stuttgart, K�lher, 1835-
38, vol VI p. 776.
7
SIMONE F. SACCONI, I segreti di Stradivari, Cremona, Libreria del Convegno 1972, pp. 220-222.
7
1.2 Protostoria dello strumento
attraverso le prime testimonianze letterarie
1.2.1 Viola d’amore senza corde di risonanza
Sull�origine della viola d�amore non � ancora stata fatta chiarezza. Nel 1619
Michael Praetorius nel Syntagma Musicum afferma, parlando di violini e viole, che:
quando vengono montati con corde di ottone e acciaio, emettono una quieta e
gradevole risonanza, pi� degli altri�.
8
� probabile che questa prassi, citata dal Praetorius, sia valsa come presupposto
alla nascita della viola d�amore.
Fino a poco tempo fa, si riteneva che la pi� antica citazione relativa alla viola
d�amore fosse un�annotazione nel diario di John Evelyn
9
, che verr� citata pi�
avanti. Oggi sappiamo che il documento pi� antico in cui compare il termine
�viola d�amore� � una lettera del musicista amburghese Johann Ritter dell�anno
1649:
[�] cos� io possiedo due buone viole soprano ed una viola a 5 corde che viene
chiamata Viole de l�amour da usare scordata, oltre ad una buona viola da
gamba [�] Data Amburgo novembre 1649.
10
8
�da� wenn sie mit Messings- und St�lenen S�iten bezogen werden / ein stillen und fast lieblichen Resonantz mehr /
als die andern / von sich geben [�]�, MICHAEL PRAETORIUS, Syntagma Musicum II, De Organographia,
W�lfenbuttel 1619. Ripr. facsimile, Kassel-Basel, B�renreiter, 1929, p. 48.
9
JOHN EVELYN, The Diary of John Evelyn. Kalendarium 1673-1689, ed. E. S. de Beer, Oxford,
Clarendon press 1955, pp. 186-187.
10
�[�] so habe ich auch bey mir 2 gute Discant Violen, und eine Viole mitt 5 seiten, welche genennet wird, Viole de
l�amour, auf verstimte manier zu gebrauchen, nebenst einer guten Violdegambe. [�] Datum Hamburg den 9 novembris
8
La presenza di altre successive ed importanti testimonianze relative al primo
modello di viola d�amore provenienti da Amburgo, come i testi di Friederich
Erhardt Niedt
11
e di Johann Mattheson
12
� quest�ultimo parla di uno strumento
con quattro corde di metallo e una, la pi� acuta, di budello � sta ad indicare che
questa citt� era, a cavallo tra XVII e XVIII secolo, un centro importante per la
viola d�amore a cinque corde senza corde di risonanza, forse in collegamento con
la produzione locale di filo di metallo. Inoltre, sono giunti a noi alcuni strumenti
a cinque corde del famoso liutaio amburghese Joachim Tielke, strumenti della
grandezza di un violino, risalenti alla fine del secolo XVII, che presentano tutte
le caratteristiche della viola d�amore
13
.
La successiva testimonianza nel diario di John Evelyn del 1679 riunisce tutte le
particolarit� della prima viola d�amore:
[�] ma soprattutto per la sua dolcezza e novit�, la Viol d�Amore a cinque
corde di metallo, suonata con un arco, non essendo che un normale violino, suonato
al modo di una Lira da un tedesco, che io non ho mai sentito strumento pi� dolce o
pi� sorprendente[�]
14
Ao 1649�, JOHANN RITTER, lettera (1649) consevata a Weimar presso la Th�ringisches
Hauptstaatsarchiv, Ms.B-26435.
11
FRIEDERICH ERHARDT NIEDT, Musikalische Handleitung, Hamburg, Schullern 1706; 1710
2
.
12
JOHANN MATTHESON, Op. cit..
13
G�NTHER HELLWIG, Joachim Tilke, Frankfurt am Main, Verlag Das Musikinstrument, 1976, pp.
53-56.
14
�[�] above all for its swetenesse & novelty the Viol d�Amore of 5 wyre strings, plaied on with a bow, being but an
ordinary Violin, play�d on Lyra way by a German, than which I never heard a sweeter Instrument or more
surprizing[�]� JOHN EVELYN, Op. cit.. L�espressione �suonato al modo di una lira� indica una modalit�
esecutiva che procede per accordi.
9
Tra l�Inghilterra e le fiorenti citt� della Germania del nord, tra le quali anche
Amburgo, intercorreva uno stretto scambio culturale e commerciale. Ci�
premesso, � probabile che il suonatore tedesco di viola d�amore di cui parla
Evelyn, provenisse proprio dalla Germania settentrionale e questo non pu� che
rafforzare la tesi secondo la quale le origini di questo strumento dovrebbero
essere ricercate in area amburghese.
Le testimonianze successive provengono da due autorevoli testi del 1687 quali il
Trait� de la viole di Jean Rousseau
15
e il Grund-richtiger Unterricht der
musikalischen Kunst di Daniel Speer
16
.
Rousseau descrive uno strumento con le medesime caratteristiche costruttive
rispetto a quello descritto da Evelyn, ma attribuisce al suono un�inconsueta
connotazione negativa:
[�] si vede ancora oggi una specie di Viola soprano montata con corde di ottone,
che si chiama Viole d�Amour: ma � certo che queste corde producono uno
sgradevole effetto sotto l�archetto e che rendono un suono troppo aspro; � per questo
che i francesi non si sono mai serviti di corde simili, anche se qualcuno ha voluto
effettuare la prova [�]
17
Di difficile comprensione �, invece, la descrizione che Speer fa della viola
d�amore nel Grund-richtiger Unterricht der Musikalischen Kunst. � opinione comune
15
JEAN ROUSSEAU, Trait� de la Viole, Paris, Ballard, 1687
16
DANIEL SPEER, Grund-richtiger Unterricht der Musikalischen Kunst, Ulm 1687. Ripr. facsimile Lipsia,
Peters, 1974
17
�[�] l�on voit encore aujourd�huy une espece de Dessus de Viole mont� de chordes de laton, qu�on appele Viole
d�Amour: mais il est certain que ces chordes font un meschant effet sous l�Archet, & qu�elles rendent un Son trop aigre;
c�est pour cela que les Fran�ois ne se sont jamais servy de pareilles chordes, quoy que quelques-uns en ayent voulu faire
l�essay [�]�, JEAN ROUSSEAU, Op. cit., p. 22.
10
che il seguente passaggio contenga il primo accenno relativo alla presenza di
corde di risonanza sulla viola d�amore.
[�] Viol de l�Amor, la cui incordatura � realizzata in parte con corde di
metallo doppie in unisono, in parte con corde in budello, il cui corpo � come quello
di una viola, ma non cos� lungo e viene usata scordata [�]
18
L�autore afferma che sul medesimo strumento venivano montate corde sia di
metallo che corde di budello, ma il fatto che non faccia alcun riferimento al
numero delle corde rende piuttosto ostica l�interpretazione di questa frase. La
segnalazione delle corde di budello accanto a quelle di metallo si ritrova anche
nella testimonianza di Mattheson, secondo la quale sulla viola d�amore venivano
montate quattro corde di metallo e una corda, quella pi� acuta corrispondente al
do
4
, di budello � per raggiungere una tale altezza, infatti, una corda metallica
avrebbe dovuto essere molto sottile e per questo avrebbe rischiato di rompersi
con facilit� �.
19
D�altra parte, l�espressione �corde di metallo doppie in unisono�
sembrerebbe proprio un riferimento alle corde metalliche di risonanza sulla viola
d�amore accordate all�unisono con quelle tastabili. Il testo di Speer risulta
comunque ambiguo.
La prima testimonianza settecentesca sulla viola d�amore � contenuta nel
Dictionnaire de musique di Sebastian de Brossard, che definisce cos� lo strumento:
18
�[�] Viol de l�Amor, welche theils mit st�hlernen Saiten doppelt in unisono bezogen wird, theils auch d�rmerne
Saiten hat/und in viel verstimmten Sachen gebraucht wird/ dessen Corpus/ wie eine Braz, doch nicht so lang/[�]�,
DANIEL SPEER, Op. cit., p. 207.
19
JOHANN MATTHESON, Op. cit.
11
Viola d�Amor/ Ovvero Viole d�Amour. � una specie di Dessus de Viole che
ha sei corde d�acciaio o di ottone come quelle del clavicembalo, e che viene suonata
con un archetto nel modo solito. Ci� produce un suono argentino che ha qualcosa di
molto gradevole.
20
� interessante notare come la prima testimonianza settecentesca sia anche la
prima che riferisca la presenza di una sesta corda.
I successivi trattati della prima met� del Settecento che prendono in
considerazione la viola d�amore senza corde di risonanza, ovvero il Musikalischer
Trichter di Martin Fuhrmann
21
, la Musikalische Handleitung di Friederich Erhardt
Niedt
22
e il Musikalisches Lexicon di Johann Gottfried Walther
23
, propongono
descrizioni che poco si discostano dalle precedenti.
Si distingue, invece, la descrizione che Johann Philipp Eisel fa della viola d�amore
nel Musicus ex semetipso
24
. Dopo aver presentato la comune viola d�amore a cinque
corde, Eisel richiama l�attenzione su un nuovo tipo di viola d�amore a sette corde
di invenzione italiana:
Non esiste quindi un tipo pi� nuovo di viola d�amore?/S�. I signori italiani,
secondo la loro naturale invenzione musicale, hanno portato l�opera cos� avanti, che
essi da poco tempo hanno prodotto la viola d�amore a sette corde.
25
20
�Viola d�Amor/ C�est � dire, Viole d�Amour. C�est une espece de Dessus de Viole qui a six Chordes d�acier ou de
Laitton comme celles du Clavessin, & que l�on fait sonner avec un Archet � l�ordinaire. Cela produit un son argentin
qui a quelque chose de fort agr�able�, SEBASTIAN DE BROSSARD, Op. cit., p. 219.
21
MARTIN FUHRMANN, Musikalischer Trichter, Frankfurt an der Spree, s. e., 1706, p. 93.
22
FRIEDERICH ERHARDT NIEDT, Op. cit.
23
JOHANN GOTTFRIED WALTHER, Musikalisches Lexicon, Leipzig, W. Deer 1732. Ripr. facsimile
Kassel-Basel, B�renreiter, 2001, p.638.
24
JOHANN PHILIPP EISEL, Musicus ex semetipso (Musicus autodidaktos), Erfurt, Funcken, 1738.
25
�Gibt es denn nicht noch eine neuere Art der Viole d�Amour. / Ja die Herren Itali�ner haben nach ihrer
angebohrnen musicalischen Invention das Werk so hoch hinauf getrieben, daβ sie vor kurzer Zeit gar die Viole d�Amour
von 7 Saiten heraus gebracht.�, Ivi, p. 36.
12
1.2.2 Viola d’amore con corde di risonanza
Riguardo al momento e al luogo in cui le corde simpatiche vennero applicate il
dibattito � aperto.
Non sappiamo quando e come le corde di risonanza siano state introdotte nel
mondo occidentale. Gi� molto tempo prima della comparsa in Occidente della
viola d�amore, strumenti con corde vibranti per simpatia erano conosciuti ed
utilizzati in Paesi di tradizione asiatica quali la Turchia, l�Arabia, la Persia, l�India,
ma anche in Paesi europei nordici ed orientali come la Norvegia e la Bulgaria.
Esistono numerose indicazioni che mettono in relazione l�Inghilterra con
l�applicazione, in Europa occidentale, di corde di risonanza metalliche su
strumenti ad arco. Il fatto che, effettivamente, l�Inghilterra sia il primo Paese
occidentale ad utilizzare le corde di risonanza, potrebbe essere confermato
dall�esistenza di una sorta di domanda di brevetto risalente all�anno 1608/09:
Un privilegio concesso [�] per dieci anni per la produzione unica di viole,
violini e liuti con aggiunta di corde di metallo per il miglioramento del suono[�]
26
Questo documento rende nota la pratica inglese per cui venivano montate corde
di risonanza su strumenti di ogni registro.
Gi� nel 1618, descrivendo la viola bastarda, Praetorius riferisce che gli inglesi
adoperavano corde che risuonavano �per simpathia� con quelle di budello sfregate
26
�A priviledg graunted [�] for tenn yeares for the sole making of violes violons and Lutes w[i]th an addic[i]on of wyer
stringes for the bettering of sound [�]�,PETER HOLMAN, An addiction of Wyer Stringes beside the Ordenary
Stringes / The Origin of the Baryton, in Companion of Contemporary Musical Thought, vol. II, London,
Routledge, 1992, pp. 1098-1115; p. 1104.
13
dall�arco
27
. La medesima notizia viene riferita, prima del 1626, dal cancelliere
inglese Francis Bacon
28
.
La pi� antica testimonianza figurativa di viola d�amore con corde di risonanza �
un affresco sul soffitto della Chiesa della Trinit� a Salisburgo di Johann Michael
Rottmayr risalente al 1697. Ancora pi� antichi sono i disegni, riportati da Georg
Kinsky,
29
che riproducono una viola d�amore, costruita da Jacob Steiner prima
del 1683 � anno della sua morte �, con dodici piroli, che presuppongono la
presenza delle corde di risonanza.
Tra le testimonianze letterarie precedentemente citate, l�unica che potrebbe
contenere un riferimento alla presenza di corde di risonanza sulla viola d�amore �
il trattato di Speer
30
, ma abbiamo visto che si tratta di un passaggio piuttosto
ambiguo.
Un articolo di Patrizio Barbieri
31
del 1989, apparso sulla rivista Recercare, ha
riportato all�attenzione un documento molto interessante di provenienza italiana.
Si tratta della Polyanthea technica, redatta dall�antiquario romano Giovanni Pietro
Pinaroli, in cui l�autore dichiara che, nel 1718, fu testimone dell�applicazione di
corde di risonanza ad una viola d�amore da parte di tale Cristoforo Signorelli:
l�anno del 1718 nel tempo che scrivevo questo capitolo [�] l�istesso osservai nello
strumento detto viola d�amore, a cui il signor Christoforo Signorelli milanese ha
27
MICHAEL PRAETORIUS, Op. cit.
28
FANCIS, BACON, Sylva sylvarum or a Naturall Historie, ed. postuma a cura di W. Rawley, London,
Lee, 1627.
29
GEORG KINSKY, Musikhistorisches Museum von Wilhelm Heyer, K�hln, Breitkopf & H�rtel, 1912.
30
Si veda, in questo cap., pp. 10-11.
31
PATRIZIO BARBIERI, Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche nella Polyanthea
technica di Pinaroli (1718-1732), in �Recercare�, I, 1989, pp. 123-209; p. 165.
14
aggiunto alcune corde d�ottone, e sopra vi sono le corde di intestini o budella,
toccando le prime rispondono a meraviglia le seconde corde d�ottone.
32
Il documento risulta particolarmente interessante perch� l�antiquario Pinaroli,
che dimostra con la Polyanthea Technica di avere notevole familiarit� con gli
strumenti musicali, descrive l�avvenimento al quale fu testimone come se fosse
stata la prima volta in cui ebbe occasione di vedere corde di risonanza sulla viola
d�amore. � quindi probabile che, in Italia, tale Cristoforo Signorelli sia stato, se
non il primo, uno dei primi a montare corde di risonanza sulla viola d�amore. La
Polyanthea Technica rappresenta la prima chiara testimonianza letteraria a noi nota
sulla presenza di corde di risonanza nella viola d�amore.
Filippo Bonanni, nel Gabinetto Armonico (1722), descrive sotto il nome di �Viola o
Violino d�amore� un violino con quattro corde di budello e alcune corde di
risonanza aggiunte:
Un altro simile istromento si usa d�alcuni, e si chiama Viola d�Amore, n� h�
potuto indagare la cagione, per cui gli sia stato imposto tal nome. In altro non
differisce dal sopradetto (Violino), che nelle corde, perch� sotto le corde d�intestini ve
ne sono altrettante di Metallo, le quali benche non toccate dall�arco, rendono un
suono assai dolce, che accresce l�armonia delle altre.
33
L�illustrazione, tuttavia, mostra uno strumento privo di corde di risonanza.
La stessa contraddizione tra il testo ed l�illustrazione � presente nel Museum
Musicum di Joseph Friedrich Bernhard Caspar Majer
34
. Nell�ambito della
32
GIOVANNI PIETRO PINAROLI, Polyanthea technica, Roma 1718-1732, documento conservato a
Roma, presso la Biblioteca Casanatese, Ms. 3004, c. 121v-122.
33
FILIPPO BONANNI, Gabinetto armonico pieno d�istromenti sonori, Roma, Placho, 1722, tav. LXVIII.
34
JOSEPH FRIEDRICH BERNHARD CASPAR MAJER, Museum musicum, Schw�bisch Hall 1732.
Ripr. facsimile, Kassel-Basel, B�renreiter, 1954.
15
trattazione sulla viola d�amore, l�autore fa una distinzione tra strumenti della
misura del violino e strumenti della misura della viola, che possiedono entrambi
sei corde, e fa riferimento alla caratteristica delle corde di metallo. Solo in una
piccola nota a pi� di pagina alla fine del capitolo d� indicazioni sulle corde di
risonanza:
Nota : Su questo strumento per� sono montate anche sei altre corde di ottone o di
metallo che passando sotto la tastiera concava arrivano sopra, e stanno sotto al
normale ponticello sotto un filo metallico ben fissato trasversalmente, possono essere
accordate secondo l�accordo riprodotto dalle corde superiori, ma non possono essere
sfregate; da ci� deriva che non servono ad altro se non alla risonanza.
35
� probabile che Majer considerasse le corde di risonanza solo come una
possibile deviazione dalla norma, come particolare ma non necessaria aggiunta.
Questo spiegherebbe l�assenza di corde di risonanza nell�illustrazione inserita da
Majer all�inizio della trattazione.
Nel 1747, il trattato Sopra la viola da sei, o sette corde di Francesco Antonio Sgargi
36
,
unico trattato italiano della prima met� del Settecento che abbia come oggetto
specifico la viola d�amore
37
, testimonia come, in quegli anni, le corde di risonanza
fossero diventate parte integrante dello strumento. Nel testo non troviamo pi�
35
�Nota. Es sind aber auf diesem Instrument noch sechs andere messing-oder st�hlerne Saiten befindlich/ welche unter
dem hohlen Griff-Blatt hervor reichen/ und unten an dem ordentlichen Steg in die queer �ber befestigten eisernen Drath/
�berlegen/ auch in den obern Accord k�nnen gestimmet/ aber nicht gestrichen werden; Daher sie weiter zu nichts
dienen/ als zum Nachklang.�, Ivi, p. 84.
36
FRANCESCO ANTONIO SGARGI, Sopra la viola da 6 o 7 corde, Bologna, Colli, 1747. Per un�analisi
approfondita del contenuto del trattato, si veda cap. 2, pp. 46-56. Un�edizione facsimile del trattato,
con introduzione a cura di M. Tiella, � in fase di pubblicazione in �Studi e Materiali per la Storia
dell�Accademia Filarmonica di Bologna�, IX, Bologna, 2000.
37
Il trattato di Sgargi non � l�unico trattato italiano che sia stato scritto sulla viola d�amore. Abbiamo
notizia di un altro trattato italiano, di autore anonimo, redatto nella seconda met� del Settecento e
intitolato Fondamento Per la Viola d�Amore. Purtroppo il testo, che si conservava a Vienna, � andato
perduto.
16
alcun riferimento alla viola d�amore senza corde di risonanza, ma la descrizione
di uno strumento con sei o sette corde tastabili, tre di budello e quattro ramate, e
dodici corde di risonanza accordate a distanza di un semitono l�una dall�altra. Lo
strumento viene, per altro, indistintamente denominato �viola d�amore� o �viola
angelica�.
La prima distinzione tra viola d�amore con corde semplici e viola d�amore con
corde di risonanza compare solo nel 1789 ed � operata da Friedrich August
Weber nel suo scritto Abhandlung von der Viole d�Amour oder Liebesgeige
38
. Weber
riferisce, inoltre, che famosi virtuosi, come Karl Stamitz e Karl Michael von
Esser avrebbero tolto le corde di risonanza dalla loro viola d�amore. Il trattato �
successivo a quelli di Leopold Mozart
39
e Johann Georg Albrechtsberger
40
, che
descrivono la viola d�amore come uno strumento con sei corde tastabili e sei di
risonanza senza prendere in considerazione la tipologia priva di corde
simpatiche.
38
FRIEDRICH AUGUST WEBER, Abhandlung von der Viole d�Amour oder Liebesgeige, in �Boβler�s
Musikalische Realzeitung f�r das Jahr 1789�, II, Luglio-Dicembre, Speyer 1789, pp. 240-243, 248-252,
258-261, 284, 292-295, 300-303.
39
LEOPOLD MOZART: Versuch einer gr�ndlichen Violinschule, Augsburg, Lotter, 1756; Ripr. facsimile
dell�ed. 1787
3
(Gr�ndliche Violinschule), Wiesbaden-Leipzig-Paris, Breitkopf & H�rtel, 1991, p. 4.
40
JOHANN GEORG ALBRECHTSBERGER, Gr�ndliche Anweisung zur Composition, Leipzig,
Breitkopf & H�rtel, 1790, p. 398.