questo soggiorno e servendosi di un �diario di viaggio�, cerca di conoscere, di riscoprire e
capire la travagliata storia del suo paese e del suo popolo (oltre a quella della sua famiglia),
di rinfrescare quel rapporto con l�Ungheria che a lungo ha trascurato, o che forse non aveva
mai instaurato prima.
Quella della Suleiman � una vita costellata da molteplici e disparate culture: quella a-
mericana, quella ungherese e quella francese (a quest�ultima, oltre che la forte passione per
la civilt� romanza, la lega anche la professione, la docenza universitaria). Venendo a
contatto con la figura e con la personalit� dell�autrice, la sua triplice cultura, di cui le pagine
del Diario sono un documento di grande importanza, mi ha permesso di farmi un quadro
generale del suo essere e della sua indole. Sono rimasta fortemente colpita dalla sua
predisposizione mentale, dalla sua personale curiosit� ed apertura verso un mondo da lei
non molto conosciuto, verso il paese che ha imparato a capire e a scoprire tardi, da adulta,
e nel quale, in maniera graduale, � poi riuscita a sentirsi nuovamente �a casa�. La
ricchezza culturale �riflettuta� del Diario mi ha spinto ad ipotizzare la definizione di
�persona interculturale�. Penso di poter argomentare circa la validit� di tale concetto
ipotetico almeno sul piano storico-sociale.
Cronologia storica e storico-culturale dell’Ungheria (1918 – 1994)
Nel profilo di una �persona interculturale�, nella sua formazione e nel suo agire razio-
nale ed emotivo, la memoria storico-culturale � un momento essenziale. Proprio per questo
motivo mi sembra opportuno presentare qui una cronologia, per conoscere e comprendere
meglio quel contesto e quegli avvenimenti che, in Ungheria, hanno fatto da sfondo, per
l�appunto, alla �formazione interculturale� di Susan Rubin Suleiman e alla vita della sua fa-
miglia:
Storia dell’Ungheria Storia culturale dell’Ungheria
1918 Abdicazione del Re Carlo IV;
Prima Repubblica ungherese proclamata
dal Conte K�rolyi;
All�interno del territorio ungherese vive-
vano consistenti minoranze (serbe, croa-
te, rutene, rumene,ecc.) che erano state
precedentemente sottoposte al processo
di �Magiarizzazione forzata�;
1919 133 gg. del regime di B�la Kun, aspiran-
do ad una Repubblica di tipo sovietico:
nazionalizzazione imprese e banche,
controllo sulla cultura, confisca terre dei
grandi proprietari terrieri e della Chiesa,
istituzione della Guardia Rossa;
Avanzata truppe rumene che costringo-
no Kun a dimettersi e formazione del go-
verno Husz�r (destra conservatrice);
Iniziale approvazione da parte del popo-
lo e che si trasform� presto in malcon-
tento per le riforme: manifestazioni che
furono soppresse dal regime;
Ondata di anti-semitismo mai avanzata
prima, forza d�ordine repressiva. Vittime
del �Terrore Bianco�: ebrei, democratici,
socialisti;
1920
Capo del governo, Horthy: regime di ti-
po anti-democratico, anti-sovietico, con-
siderata una dittatura parlamentare per-
ch�, anche se basato su un sistema mul-
tipartitico, si fondava su una maggioran-
za parlamentare che era espressione dei
pi� potenti e ricchi. Banditi i partiti di si-
nistra rimasti in clandestinit� fino al �29.
Trattato del Trianon: l�Ungheria si vide
sottrarre i 2/3 dell�antico territorio;
Numerus Clausus: limitazione degli E-
brei nelle universit�. Campagne sotto
controllo della polizia, sistema elettorale
che escludeva l�alternanza democratica;
Il paese continuava a dare asilo a consi-
stenti minoranze. Perdita di gran parte
delle risorse naturali. Trauma del popolo
ungherese e nascita dello spirito nazio-
nalista.
1921
�Legge di detronizzazione�: Dopo due
tentativi da parte del Re Carlo di ritorna-
re al potere, viene esclusa dal trono la
dinastia degli Asburgo con il diritto del
popolo ungherese di scegliersi un capo
attraverso le elezioni;
Bethlen (�21-�31): Presidente del Consi-
glio dei Ministri che s�impegner� a mette-
re fine agli eccessi del regime Horthy;
Venne reso pubblico il voto nelle cam-
pagne;
1931 Dimissioni Bethlen ed intensificazione
dell�attivit� politica di destra e sinistra;
Crisi economica, situazione disastrosa,
nonostante il prestito internazionale ri-
chiesto da Bethlen;
1932 Governo G�mb�s: anti-comunista, pre-
se, per�, le distanze dall�estrema destra.
Incoraggia l�avanzata dell�ideologia fa-
scista, avvicinamento ad Hitler;
Rinascita dell�anti-semitismo;
1936 Muore G�mb�s. Cominciano ad agitarsi
e formarsi gruppi estremisti di desta
(Croci Frecciate: violento anti-semitismo,
predicano la riforma agraria e sociale);
Horthy preoccupato dell�avanzata
dell�egemoniatedesca perch� avrebbe
finito per sottrarre indipendenza al
popolo ungherese ma un�amicizia con la
Germania e l�Italia che ridava speranza:
Hilter voleva distruggere il sistema di
Versailles quindi revisione Trattato
Trainon;
Fronte di Marzo: gruppo di scrittori che
denunciavano il carattere demagogico
delle Croci Frecciate;
1938 Primo arbitrato di Vienna, di Hitler:
l�Ungheria recupera una parte del territo-
rio (parte della Slovacchia);
1940 Secondo arbitrato di Vienna: la Romania
viene costretta a cedere i 2/3 della Tran-
silvania all�Ungheria;
1941 L�Ungheria entra in guerra, a fianco della
Germania durante la campagna russa, in
seguito ad una richiesta espressa da Hit-
ler, alla quale l�Ungheria non poteva ri-
nunciare.
Attivit� diplomatiche di K�llay, capo del
governo, (simpatizza con le truppe an-
glo-americane) che vengono poi scoper-
te dallo stesso Hitler;
26 Giugno: bombardamenti di presunti
aerei russi . Pretesto per entrare in guer-
ra;
1944 La Germania occupa l�Ungheria;
K�llay di dimette;
Horthy cede il ruolo di ammiraglio a
Sz�lasi (capo della Croci Frecciate) che
prende il potere diventando Primo Mini-
stro;
Dicembre 1944: l�Armata Rossa sovieti-
ca giunge a Budapest: Liberazione;
Fuga degli oppositori, deputati, giornali-
sti, molti dei quali vennero arrestati dalla
GESTAPO: repressione forze e organiz-
zazioni dell�opposizione;
Misure epurative nei confronti degli e
brei, confische ed umiliazioni: le Croci
Frecciate si liberarono al terrore. Buda-
pest venne ridotta in rovina;
1945 Elezioni (libere, le prime ed ultime per 45
anni): vince il PPP (Partito dei Piccoli
Molti degli ungheresi emigrati durante il
governo fascista tornarono nel paese.
Proprietari Terrieri); Formazione dell�Associazione degli
Scrittori (il cui compito era quello di unifi-
care le varie tendenze letterarie negli in-
teressi degli scopi nazionali comuni);
1947 Elezioni: risultati migliori per il Partito
comunista;
Organi principali (polizia, interno) sotto il
controllo del PC;
�Tattica del salame�: inseri-
re,segretamente,degli infiltrati del PC per
creare scissioni all�interno dei partiti;
Campagna di repressione nei confronti
della Chiesa: soppressione dei conventi,
arresto di 225 preti. Campagna che al-
ternava, per�, questi momenti di repres-
sione per non offuscare totalmente i cre-
denti.
1949 Elezioni con partito unico, guidato da
M�ty�s R�kosi, dittatura di stampo stali-
nista: Democrazia Popolare;
Purghe (cattoliche, politiche,degli intellet-
tuali) impiccagione degli oppositori politi-
ci, accelerazione industrializzazione, col-
lettivizzazione campagne. Seguire cie-
camente la linea fissata da Stalin, rinun-
ciando ad ogni forma di pensiero auto-
nomo: Socialismo reale. Non si fa pi� di-
stinzione tra sfera pubblica e sfera priva-
ta;
1953 Morte di Stalin: inizio di una rivolta;
R�kosi lascia il governo (richiamato da
Mosca per la linea troppo dura),
mantendendo le redini del Partito, a
Nagy: cerca di portare dei cambiamenti;
Destalinizzazione: Chru�č�v denuncia i
crimini di Stalin;
Proteste degli agricoltori, manifestazioni
di protesta che sensibilizzarono il Cremi-
no. Malcontento di tutto il pae-
se:manifestazioni, indifferenza nel lavo-
ro, passivit� lavorativa e alle riunioni di
Partito,ecc;
1955 Nagy viene espulso dal Partito perch�
considerato reazionario: Purga;
R�kosi riesce ad allontanare Nagy e
tenta di reinstaurare un puro regime
Stalinista;
Rivolta di scrittori, intellettuali che ri-
chiamarono a gran voce Nagy
1956 I dirigenti Sovietici fanno dimettere
R�kosi passando l�incarico a Ernő Gerő;
28 Ottobre: ritiro truppe sovietiche;
29 Ottobre: entra in funzione in governo
democratico;
Gerő rinuncia al potere e lascia la
direzione del partito a K�d�r: libert� e-
conomica, fedelt� di tipo politico
all�URSS. Nagy sotto la carica di mini-
stro;
23 Ottobre: il popolo scese in piazza
chiedendo il ritiro delle truppe sovietiche,
il pluripartitismo, le elezioni democrati-
che ed il ritorno di Nagy. Manifestazione
guidata dal �Circolo Petőfi� , associazio-
ne clandestina di giovani intellettuali di
Budapest. Arresti in massa, esodo di
20.000 ungheresi;
1958 Culmina la repressione con la condanna
a morte di Nagy;
Protesta del mondo degli scrittori unghe-
resi PEN Club internazionale contro
l�esecuzione di Nagy e degli altri dirigenti
del �56;
1962 Ultima serie di esecuzioni di rivoluzionari Parallelamente all�amnistia concessa dal
del �56;
Inizio della cosiddetta �consolidazione�
ovvero l�epoca del compromesso storico
tra il Partito-Stato e la societ� civile (il
prezzo fino al 1989 rimane tema tab� la
rivoluzione del �56);
regime di K�d�r a gran parte dei rivolu-
zionari del �56, inizia il periodo di com-
promesso tra il potere politico e
l�intellighenzia;
1968 Inizio del cosiddetto nuovo meccanismo
economico ovvero dell�epoca in cui
l�economia socialista in Ungheria
s�intreccia con elementi di economia di
mercato (� ammessa una parziale priva-
tizzazione);
L�esercito ungherese su comando
dell�Unione Sovietica partecipa
all�invasione della Cecoslovacchia;
Periodo del documentarismo, della ricer-
ca, della rappresentazione della realt�
�vera� in tutte le arti;
1973
1974
Fine del �boom economico� ungherese,
crisi del petrolio, vittoria (transitoria)
dell�ala conservatrice del Partito;
�Cacciata dall�Ungheria� degli esponenti
della cosiddetta Scuola di Budapest del-
la filosofia marxista, Scuola costituita
dagli allievi di Gy�rgy Luk�cs, promotori
dell�ideologia del �socialismo dal volto
umano�;
1988
1989
S�instaura il governo Gr�sz;
L�Ungheria segue la scia della Polonia
nel portare fuori il paese dall�orbita co-
munista e sovietica;
Governo N�meth;
Proclamazione della Repubblica unghe-
rese;
Capillare (ri)organizzazione della vita po-
litica democratica sostanzialmente sotto
la guida dell�intellighenzia letteraria e
�umanistica�;
Con il sostegno finanziario della fonda-
zione Soros (dal 1985) tutte le energie
dell�intellighenzia ungherese vengono
incanalate nella costruzione di una open
society, vengono rifondate antiche e
prestigiose case editrici e riviste e fonda-
te molte altre nuove (nel 1990 in Unghe-
ria ci sono sessanta riviste letterarie),
viene fondata la Central European
University (CEU, tra l�altro viene instau-
rata una cattedra di Genders Studies);
1990
1994
Prima legislatura democratica
dell�Ungheria post-sovietica con un go-
verno di centro-destra
(Elezioni legislative: Il Forum democrati-
co forma un governo di coalizione di
centro destra, presidiato da J�szeph An-
tall . �rp�d G�ncz Presidente della Re-
pubblica.
Parte la privatizzazione dei beni statali,
vengono restituiti i beni confiscati duran-
te il comunismo. Lo stato vende il 90%
degli immobili agli inquilini;
Elezioni il Partito Socialista (ex-
Comunisti) vincono con la maggioranza
assoluta. Horn forma un governo di coa-
lizione con il Partito democratico libero;
Parte un programma nazionale di infor-
matizzazione delle attivit� culturali statali
e private e dell�istruzione;
In collaborazione con gli organismo cul-
turali europei, il Ministero dell�Istruzione
ungherese mette in atto un importante
programma di mobilit� degli studenti (di
tutti i gradi ed i tipi scolastici) verso
l�Europa;
L�Ungheria si prepara ad entrare
nell�Unione Europea (avverr� nel 2004);
Appunti sulla condizione femminile nell’Ungheria del secondo dopoguerra.
Per contribuire alla comprensione del Diario di Susan Rubin Suleiman e delle figure del-
la sua esperienza sembra importante avere un�idea della condizione femminile
nell�Ungheria del secondo dopoguerra. La figura della donna, in questo paese, � stata a
lungo tempo relegata a delle ideologie culturali che vedevano spiccata la differenziazione
dei generi. Una differenziazione questa che ha inciso a lungo, nonostante fosse vigoroso il
desiderio delle donne di partecipare al governo della societ�, desiderio che ha portato ad
una loro �collaborazione silenziosa�. A livello economico le donne ebbero un ruolo impor-
tante nello sviluppo ed nel mantenimento della rete di produzione basata sulla famiglia, for-
ma di economia liberalizzata portata avanti dal governo K�d�r. Iniziarono a crearsi una
propria �indipendenza� economica grazie anche ai sussidi del governo che culturale. Le fi-
gure femminili del secondo dopoguerra sono poco citate nei libri di storia. Questo fatto, tut-
tavia, non vuol dire che esse non fossero soggetti attivi della societ�: oltre che in enuncia-
zioni ideologiche e tramite la costruzione di una infrastruttura minima ma sufficiente per
permettere l�occupazione femminile a tempo pieno, le donne di fatto erano presenti in molte
situazioni politiche e culturali.
Focalizzando l�attenzione sulla sfera letteraria, si notano numerose le figure di intellet-
tuali donne che cercavano, attraverso le loro opere, di raccontare le condizioni sociali. Tra
esse: Erzs�bet Galg�czi, autrice di romanzi di tipo documentari e giornalista �gnes Nemes
Nagy, docente di letteratura nel liceo, poetessa e autrice di importanti saggi sulla
versificazione ungherese; Magda Szab�, romanziere (molto tradotta in Germania), ecc. La
loro produzione letteraria trasmette tra l�altro l�ambizione degli ungheresi a un ruolo non
marginale nell�Europa. Vi sono non poche scrittrici che prendono parte alla vita politica del
paese, tra cui: Anna Bal�zs o Zsuzsa Rab, di orientamento politico di sinistra. Per quel che
concerne il passato anteguerra, � un dato indicativo che nonostante la poca considerazione
nutrita nei loro confronti dall�élite culturale-letteraria maschile, non poche scrittrici collabora-
rono con prestigiose riviste come, per esempio, la Nyugat (Occidente). Presenti ed attive,
per�, le donne lo furono in particolar modo nella rivoluzione del 1956: vi fu infatti la manife-
stazione del 4 Febbraio, manifestazione �al femminile�, durante la quale milioni di donne
camminarono in silenzio, ciascuna delle quali teneva in mano un fiore.
Tabella del percorso emotivo di Susan Rubin Suleiman.
La lettura del Diario di Susan Rubin Suleiman, donna impegnata su pi� fronti culturali,
appare una fonte particolarmente stimolante per quel che riguarda la cultura emotiva. A
premessa di un futuro lavoro approfondito sul Diario, lavoro per il quale ho un interesse cre-
scente, presento un sintetico inventario di una serie di espressioni ricorrenti nel testo, le
quali mi sembra possano essere considerate espressioni chiave della cultura emotiva di
Susan Suleiman. Si tratta di quelle espressioni che mi hanno indotto a intravedere i tratti si-
gnificativi del percorso emotivo dell�autrice nella particolare condizione di vita in cui ha �rin-
contrato� la sua storia personale.
La tabella che quindi qui seguir� � un tentativo di �disegnare un quadro emotivo� a par-
tire dai momenti� del percorso emozionale della Suleiman, rinvenuti nel Diario. Questa
tabella contiene in maniera non del tutto esplicita un�intensa drammaticit� , la quale nel
punto conclusivo del Diario viene evidenziata con chiarezza emozionale dalla stessa
autrice. Tale chiarezza si era resa possibile grazie al soggiorno trascorso a Budapest, dove
Susan Rubin Suleiman attraverso volti, parole e luoghi ha preso coscienza della propria
memoria culturale:
�Budapest, l’infanzia, mio padre, tutto era entrato a far parte dei ricordi che mi ero la-
sciata alle spalle. Avevo anche cercato di dimenticare mia madre, riducendo i miei contatti
con lei a delle rituali visite e chiacchierate dove non c’era una vera comunicazione. E’ stato
solamente da quando anche lei si avvicinava alla morte che ho cominciato a ricordare. For-
se perché avevo capito, per la prima volta, quanto la mia vita fosse così vicino alla sua, o
perché avevo compreso che la sua scomparsa avrebbe bloccato per sempre la mia possibi-
lità di rientrare in possesso della mia storia. La sua morte vicina mi ha indicato il mio essere
mortale.
Ma anche i ricordi hanno le sue trappole. Dopo che inizi a ricordare, ed a registrare, è
tempo di iniziare nuovamente il tuo cammino – non verso nuove dimenticanze, ma verso
nuove esperienze.�
Reazioni emotive Reazioni emotivo-
cognitive
Reazioni puramente co-
gnitive
p. 7 �Un bambino non � sola-
mente il figlio dei genitori.
Anche la storia ci nutre o
ci priva di tale nutrimento.�
p.7/8 �Decisero cos� di partire il-
legalmente, lasciandosi
tutto alle spalle. Stava ini-
ziando, per me, una nuova
avventura, come quella
dell�ultimo anno della
guerra � ma questa volta
ero pi� grande, cosciente
della perdita che tutto ci�
avrebbe implicato.�
p. 8 �Per molti anni ho dimen-
ticato Budapest. Ero una
dei milioni di americani
nati in un paese straniero,
tutto qua.�
p. 8 �Era emozionante parlare
di nuovo ungherese con le
persone della mia et�,
invece di parlarlo con i
miei genitori o con i miei
zii e le mie zie.�
p. 9 �Veramente poche per-
sone fanno caso al mio
lieve accento quando par-
lo inglese ma per me so-
no come ogni altro abi-
tante dell�America
dell�Est.�
p.9 �Nonostante non abbia
mai scordato la mia lin-
gua madre, il mio livello di
conoscenza di questa,
per�, � rimasto invariato
negli anni.�
p. 9 �Non avevo mai racconta-
to ai mie figli ci� che ri-
cordavo dell�ultimo anno
di guerra o dell�avventura
di fuggire dall�Ungheria a
piedi. Era come se il mio
passato non fosse mai e-
sistito.�
p. 10 �Nella mia vita c�� stato
poco tempo per le chiac-
chiere, specialmente con
mia madre: per molti anni
abbiamo stabilito una
specie di amichevole ar-
mistizio dopo le battaglie
della mia adolescenza e
parte di questo patto ver-
teva sul fatto che non a-
vremmo mai parlato � o
quasi � del passato. Non
di Budapest, non della
nostra fuga, n� dell�arrivo
in America, non della mor-
te prematura di mio pa-
dre.�
p. 10 �Se mia madre evitava il
passato, io evitavo il pre-
sente: non riuscivo a tolle-
rare il suo interesse per
me, che sapevo essere
sincero ma che vivevo
come un�invasione. Non
mi interessava la sua
solidariet�.�
p. 11 �Una sera, osservandola
giocare con i ragazzi a
Rummikub, ho improvvi-
samente visto, in maniera
cos� chiara come se fosse
proiettata su uno schermo,
l�immagine di mia madre
da giovane(�). Quanto l�
ho amata, la mia bella
mamma, che sapeva co-
me giocare!
p. 11 �Prima che della fine della
visita di mia madre, decisi
che dovevo portare i miei
figli nel posto in cui avevo
conosciuto quella �ragaz-
za�. Non mi aspettavo
grandi rivelazioni da Bu-
dapest; ma desideravo di
rivedere e far visitare ai
miei figli, la citt� della mia
infanzia, che improvvisa-
mente era divenuta per
me, adesso che stava mo-
rendo, la citt� della gio-
vent� di mia madre.�
p. 11 �Quando scendemmo
dall�aereo, dopo un volo
ordinario di due ore, rea-
lizzai di colpo che per
quel viaggio, che mi ci
era voluto 35 anni per
decidermi a fare, avevo
impiegato meno tempo
del volo, da Boston a
Miami, che avevo preso
per anni per andare a vi-
sitare mia madre.�
p. 12 �Curiosamente, mi sentii
come se avendo vissuto
in quei posti durante la
mia infanzia, tornando
molti anni dopo, potessi
farmi fotografare dai miei
figli proprio l�. Per qual-
che giorno, sono diventa-
ta la guida della mia citt�.�
p. 12 �I miei figli ascoltavano
blandamente interessati,
ma presto capii che per lo-
ro quella non era una va-
canza all�insegna della
nostalgia.�
p.12/13 �I limiti che una volta
sembravano invalicabili
non lo furono improvvi-
samente pi�; le differenze
che un tempo sembrava-
no assolute � tra passato
e presente, ungherese ed
Inglese, Budapest e Bo-
ston � si stavano appan-
nando.�
p. 13 �Capii (..) che mi stava
portando una chiamata
che non potevo rifiutare.
Avevo la vaga ma ferma
sensazione che se fossi ri-
tornata nella mia citt� na-
tale, solamente qualche
anno dopo la morte di mia
madre, la mia vita avrebbe
subito una svolta radicale.�
p. 14 �Nonostante questo libro
sia di base il mio diario di
Budapest del 1993, rac-
conta una storia pi� lunga
� o forse pi� anonima, in
quanto potrebbe apparte-
nere ad un numero indefi-
nito di persone in tutto il
mondo. E� la storia del ri-
torno di una donna, dopo
molti anni di oblio, in una
citt� che una volta chia-
mava casa.�
p. 15 �Quella parola di alto valo-
re poetico, anyakönyv, mi
fa pensare non solo a mia
Madre o a mio Padre. Lo
immagino come un regi-
stro non scritto nel quale
scrivere la propria vita �
anche letteralmente, come
mi propongo di fare qua io,
o metaforicamente, accu-
mulando le scelte, le
perdite ed i recuperi che
costituiscono la storia di
una vita, unica nella sua
individualit� e parte di una
storia pi� ampia.�
p. 19 �Volevo che i due miei figli,
a cui avevo parlato molto
poco della mia infanzia,
fossero interessati a cono-
scere la mia citt� natale.�
p.19 �Quando ci avvicinammo
alla citt�, inizi� a battermi
il cuore. Cosa mi sarei ri-
cordata?�
p.19 �Era un mondo che mi ero
lasciata alle spalle, sguar-
di, suoni ed odori che si
erano fusi tempo fa in un
unico blocco multicolore.�
p. 20 �Via Acacia. Ho guardato
gi� per tutta la strada; mi
sembrava anonima, igno-
ta.�
p. 21 �Mi sono sempre piaciute
le citt� con i fiumi che le
attraversavano. Budapest
� come Roma o Parigi,
una grande citt� definit
p. 21 �Ripensandoci, mi chiedo
perch� ho scelto il modo
pi� impersonale, pi� co-
mune per presentare la
mia citt� natale ai miei fi-
gli. Volevo affermare il
mio totale estraniamento,
confermare la mia sensa-
zione che non mi sarei ri-
cordata niente?O � stato il
mio orgoglio nativo che mi
ha
cenza di quella capitale,
la bellezza e la variet� dei
panorami attraverso una
fonte oggettiva?�
p. 23 �Osservando i loro volti
che mi guardavano come
se mi stessero chiamando,
ho avuto la sensazione
che quella fosse la prima
vera esperienza che li col-
pisse, da quando eravamo
arrivati a Budapest. Sono
entrata nella piscina ed ho
lasciato che mi immerges-
sero sotto l�onda.�
p. 27 �Abbiamo aspettato un
momento per riprendere il
fiato e poi ho bussato alla
porta dell�appartamento
all�angolo. La porta mi
sembrava stranamente
fuori posto ma quello era
la appartamento giusto.
Mentre aspettavamo, il
cuore mi batteva forte.�
p. 30 �Ho sempre sentito dire
dalle persone che la lingua
ungherese � impossibile,
troppo difficile da imparare
per coloro che non sono
nati qua. E� vero, io ci so-
no nata ma l�ungherese mi
sembrava la lingua pi�
bella, pi� logica del mon-
do.�
p. 35 �Il mio nome era Mary.
Mia madre, ogni mattina,
mi sussurrava di non di-
menticarlo, di non dire
mai il mio vero nome, in-
dipendentemente da chi
me lo chiedesse. Non
l�avrei rivelato. Mi sentivo
cresciuta e superiore con
un segreto come quello.�
p. 47 �Erano senza dubbio le
domeniche della vita, per
una piccola bambina for-
tunata che era sopravvis-
suta alla guerra con en-
trambe in genitori, con la
nonna ed uno zio.�
p. 49 �Trenta cinque anni prima,
ero distesa sul prato ac-
canto alla piscina (..) chie-
dendomi cosa mi avesse
preservato il futuro. Una
cosa che mi ha portato �
la maternit�, qui due figli
che amo pi� di qualsiasi
altra cosa al mondo.�
p. 49 �Mi ha anche preservato
questa piccola vacanza a
Budapest, un ritorno dopo
tanti movimenti (..). Diffe-
renti citt�, differenti lingue,
differenti mondi, ognuna
sentita come la propria
casa � per un istante.�
p. 57 �Ero cosciente che le
donne mi guardavano
quando gli passavo ac-
canto, guardavano i miei
vestiti: la gonna lunga
verde, il cappotto inverna-
le e degli stivali scamo-
sciati. Gli sguardi di quel-
le donne vestite di nero o
grigio non erano gentili.
�Faccio finta di niente�, mi
sono detta.�
p. 57 �Leggendo il suo lavoro,
mi sono chiesta perch�
non ho mai raccontato
delle storie del genere ai
miei figli - perch�,
nell�innocenza o nella
spensieratezza, non mi
sono mai considerata una
sopravvissuta.�
p. 58 �L�ironia del destino ha vo-
luto che in questi giorni mi
dovessi scoprire irritata
scoprendo che le persone
che mi conoscono superfi-
cialmente, da poco tempo,
non conoscono le mie ori-
gini e mi considerino
�un�americana comune��
p. 59 �Mi sto sentendo sola in
questo periodo ed il tempo
non aiuta di certo con cos�
poco sole. La sera scende
molto prima che a Boston,
intorno alla quattro del
pomeriggio, e la nebbia
copre spesso il fiume.�
p. 63
�Ero inebriata dalla bel-
lezza della citt�. �E� pro-
prio una bella capitale;
pu� proprio essere para-
gonata a Parigi,� mi sono
detta mentre la funivia sa-
liva su al di sopra il fiume.
In qualche modo, quel
pensiero mi ha reso orgo-
gliosa di Budapest che ri-
sultava essere una citt�
che potevo mettere allo
stesso pari di quella che
ritenevo essere la pi� bel-
la e seducente di tutte,
una citt�, quest� ultima,
che ha fatto parte della
mia vita emotiva e menta-
le durante quegli anni in
cui Budapest ne � stata
totalmente fuori. Trovare i
legami sotto un punto di
vista esteriore � un modo
per collegare Budapest al-
la mia vita, un�intera vita
che non ho trascorso qua
e che non ha avuto niente
a che fare con questi po-
sti.�
p. 64 �Certamente, neanche qua
si sentono totalmente in-
tegrati� di nuovo quel vec-
chio sentirsi �nel mezzo�,
ho pensato tra me e me.�
p. 65 �Alcuni degli effetti da �
campo estivo� sono legati
al fatto che entri in confi-
denza molto velocemente,
come due persone che si
incontrano su un treno e si
confidano dei particolari
della loro vita che non
rivelerebbero mai a per-
sone che conoscono da
una vita.�
p. 75 �Che peccato che non sia
viva, per lei e per me! Mi
sarebbe veramente pia-
ciuto farmi raccontare del-
la sua infanzia e di alcuni
cittadine che lei conosce-
va.�
p. 78 �Mi sento molto fortunata
di poter partecipare ad e-
venti di questo tipo e capi-
re cosa viene detto.�
p. 80 �Dopo qualche minuto mi
ha detto:�Il tuo ungherese
� migliorato molto
dall�ultima volta che ab-
biamo parlato. E� straordi-
nario!� Mi ha fatto sentire
molto orgogliosa, come se
avessi preso un buon voto
a scuola.�
p. 84 �N� una straniera n� un
ungherese, qualcosa di
mezzo. Appena dissonan-
te, non proprio perfetta,
ma delle volte passando
quasi per tale. Una per-
sona pu� comportarsi
come tale in segno di tri-
stezza, o al contrario in
segno di unicit�, in situa-
zioni particolari. Fatto sta
che ci sono interi eserciti
di persone come me, non
uniche, diciamo che �
un�unicit� collettiva. E�
questo quello che chia-
miamo storia?�
p. 87 �(..)situazioni in cui mi so-
no messa a mio rischio e
pericolo. Mi viene in men-
te che quell�azioni posso-
no essere state delle
conseguenze della av-
ventura della guerra o
dell�avventura di aver vis-
suto in Ungheria, come
se in ogni momento a-
vessi avuto bisogno di ri-
vivere quell�eccitazione di
pericolo di vita o di morte
che si prova e soprattutto
di dominarlo � malgrado il
pericolo, sono sopravvis-
suta, no?�
p. 90 �E� un sentimento di no-
stalgia che provo ricor-
dandomi della canzone?
Non credo, almeno non
meno di altri adulti che ri-
vivono una esperienza
dell�infanzia. Sto comin-
ciando ad essere curiosa
su come la mia vita sa-
rebbe stata se non fossi-
mo partiti.�
p. 94 �Ah, tutte quelle appassio-
nate contese che avevo
con Pap� su cosa volesse
dire essere un essere u-
mano etico! Non sono mai
riuscita a vincere, a fargli
condividere il mio punto di
vista (..).Mi chiedo, nel ca-
so in cui avesse vissuto
pi� a lungo, se ci sarem-
mo allontanati, se sarem-
mo diventati dei perfetti
estranei l�uno per l�altro.�
p. 95 �Credo che il mio unghe-
rese cambi molto � delle
volte sembro una stranie-
ra e delle altre posso
passare per una vera un-
gherese, almeno dal pun-
to di vista linguistico se
non dal modo di vestire o
di comportarmi. Ma cosa
me ne dovrebbe interes-
sare di passare per tale o
meno? E� perch� il non
passare � un segno che
non corrispondo vera-
mente a nessun luogo,
neanche alla mia citt� di
origine?�
p. 96 �I miei amici in America si
sono ridotti ad essere del-
le figure all�orizzonte,
che fluttuano al tramonto
in una nave che salpa.
Probabilmente quando il
momento del ritorno si
avviciner�, diventeranno
pi� visibili. Mi chiedo se
tutto questo fa parte della
mia �mentalit� d �immigra-
ta�, lasciandomi il passato
alle spalle come se fosse
andato per sempre.�
p. 96 �Ma sono una vera �ame-
ricana�?�
p. 104 �Rileggere la lettera che
mia Madre mi sped� nel
1984 mi ha fatto commuo-
vere. Non per le classiche
ragioni a cui si potrebbe
pensare, che queste sono
parole dell�oltre tomba, ma
per ci� che ha scritto
all�inizio della lettera: � So-
no stata felicissima di aver
parlato con te e di aver ri-
cevuto la tua lettera.�
p. 105 “Pensandoci su, mi di-
spiace e mi sento in colpa
per non averle chiesto pi�
spesso di raccontarmi le
cose, per non aver regi-
strato le sue parole come
ho fatto lo scorso maggio
con le sorelle di Pap�, le
mie zie R�szi ed Hera.�